martedì 26 aprile 2016

Scarti estrattore di succhi

Mela, rapa rossa, fragola, pera.
Qui non si butta nulla. Dopo il salasso dovuto all'acquisto di un estrattore di succhi, occorre rimettersi in pari e cercare di ridurre a zero gli scarti, o meglio quelli che altri considerano scarto. L'estrattore l'ho preso presso un arrotino che, grazie alla sua cortesia, gentilezza e preparazione tecnica, mi ha "convinto" all'acquisto. Preso! ... e regalato... si, io so preparare il cibo ma mi piace concentrarmi su cose più tecniche, per cui meglio cedere l'attrezzo il cui posto è la cucina, non certo un laboratorio pieno di ciarpame, solventi, vernici, polvere e altre schifezze. 
Il ciòttolo funziona da dio. Estrae i succhi con tutti i vantaggi che ne derivano, mooooolto meglio di una banalissima centrifuga. Ma, assistendo all'operazione di estrazione, con l'occhio clinico del tecnico che cerca di capire come prodursi in casa una coclea e replicare l'oggetto (migliorandolo ovviamente), noto che la fatina dei succhi getta nell'umido gli scarti!. ORRORE! Come osi!?? con quello che costa la frutta e la verdura! ASSASSINA!! 
Cazziatone a parte, urge una soluzione. Gli scarti (chissè perchè li chiamo così, forse perchè è più comprensibile di "sottoprodotto di lavorazione") sono in realtà polpa e buccia senza liquidi, asciutti e consistenti. Per conservarli, basta essiccarli e sono perfettamente commestibili oltre che saporiti. Possono essere usati nel preparare dolci o pane, oppure per insaporire arrosti, condire l'insalata o nello iogurt della colazione mattutina, magari mescolandoli con miele. L'essiccatura è per conseervarli meglio ed un vasetto ermetico aiuta. Detto, fatto. 
Essiccando la polpa dello zenzero e riducendola in  polvere, si può ottenere un condimento per la carne o per le patate lesse. Proprio ieri mi sono imbattuto al supermercato in polvere di zenzero in confezione. 2 grammi per due euro e cinquanta! fanchiulo. Faccio da me e lo zenzero me lo coltivo in vaso così come i frutti di bosco, la frutta, le aromatiche. Ciao imbecilli. 

P.S. le castagne sono sul fuoco. Ripeto: le castagne sono sul fuoco.  

domenica 17 aprile 2016

Saldatrice fai da te con MOT (parte 4 - pressa e puntali)

Prosegue pian piano la sperimentazione della saldatrice a punti realizzata con il trasformatore di un vecchio forno a microonde. Stavolta tocca ai punti di saldatura ed al sistema per pressare i puntali sul pezzo da saldare. Molto tempo fa avevo messo in pensione un supporto a colonna per trapano manuale, recuperato da una massaia che aveva deciso di disfarsene, dopo che si era resa conto che il fai da te non è cosa per comuni mortali (meglio continuare in cucina e specializzarsi ad aprire scatolette e confezioni di plastica).  Il tempo, l'ossigeno ed un ripostiglio non proprio secco, hanno contribuito alla formazione di ruggine ed il meccanismo di scorrimento era praticamente bloccato. 
Dopo una quantità industriale di sv*tol e WD4* e botte da orbi con il mazzuolo in gomma, alla fine, sono riuscito a rimettere in funzione il meccanismo che ora va meglio di prima (grazie anche ad alcune modifiche minori che non vale la pena di documentare). 
La scelta della pressa per i puntali di saldatura è dettata dalla necessità di avere le mani libere, oltre a quella che per ogni pezzo da saldare si possono realizzare i puntali della forma più adatta con un sistema di aggancio "rapido". Per cominciare, in mancanza di una barra di rame, ho utilizzato degli spezzoni dei perni di scorrimento onnipresenti nelle stampanti. Si tagliano a misura, si filetta una parte (M8) e si fissano con dei bulloni gli occhielli dei capicorda, realizzati nelle puntate precedenti. Uno dei due contatti deve restare isolato dal supporto. Quale materiale utilizzare? Plastica no, si fonde o si ammorbidisce col calore. Metallo no perchè conduce l'elettricità. Vetro o Ceramica? difficile da lavorare. Silicone? costa troppo. Cemento refrattario? anche si, ma alla fine ho preferito il calssico pezzetto di legno tagliato a disco, forato nel centro. 
L'elettrodo inferiore lo si fissa con una piccola morsa, da posizionare al momento, in asse con l'elettrodo superiore. Un breve lavoro di setup e la soluzione è servita.
I puntali: devo saldare in croce due fili di ferro, per cui con una lima a triangolo ho praticato due incavi di alloggiamento. Per le lamiere piane, i puntali andranno a punta per concentrare il calore il più possibile (non troppo a punta però). 
Occorre però fare alcune considerazioni, che dimostrano come i puntali in acciaio non vanno bene. Stiamo parlando di correnti molto alte, per cui anche un centrimetro in più (sia di cavo che di puntale) provocano una caduta di tensione significativa, che può compromettere la saldatura. Già nel mio caso ho i cavi troppo lunghi e la lunghezza dei puntali (8cm) riduce la tensione a valori sufficienti ad arrossire il pezzo in saldatura che però non si salda bene (con la filettatura superiore posso regolare la lunghezza). La soluzione ideale quindi è realizzare puntali in rame e cavi corti, molto corti. La misura ideale non esiste, in quanto la resistenza finale è influenzata anche dalla resistenza dei contatti e del materiale sottoposto a saldatura. Se si va a controllare la mole industriale di esempi già realizzati, si nota che il più delle volte, per dimostrazione, si saldano due lamierini sottili, due rondelle, pezzetti di metalli non specificati... il tempo di saldatura varia da pochi secondi sino a trenta... dipende anche dalla ruggine... la tenuta non sempre è dimostrata ma, per ottenere un giunto a prova di strappo, occorre arrivare alla quasi fusione del pezzo in prossimità dei puntali. Occorre anche aggiungere che questo tipo di soluzione non è adatto alla saldature delle lamelle sulle batterie (ricaricabili). Per questo serve un circuito che permetta di produrre un piccolo impulso di durata regolabile, per non scaldare la batteria che altrimenti si distruggerebbe (batterie e calore non vanno d'accordo). Ad ogni modo, ad ora, sono arrivato quaasi alla fine. Devo procurarmi agratis un pezzettino di tondino di rame ed accorciare un pò i cavi. 
Ma il legno usato per il supporto del puntale superiore non si brucia? Ovvio che tende ad annerirsi, se ci si mette a saldare per mezz'ora senza sosta ( e c'è pure il pericolo che si incendi), ma qui non c'è nessun capo reparto aguzzino testa di c*zzo che mi impone di produrre tot pezzi al minuto, per cui basta fare delle pause e prendersela comoda, non ci corre dietro nessuno, non ci alita sul collo nessuno, qui conta solo il risultato, non come ci si è arrivati. Alla prossima. 

P.S. ora vado a votare SI al referendum, NO alle trivelle. Ripeto: ora vado a votare SI al referendum, NO alle trivelle.

mercoledì 13 aprile 2016

CNS, ci risiamo

Ogni tre anni occorre rinnovare i certificati della firma digitale ed ogni tre anni mi tocca incazzarmi come una bestia. Puntualmente ogni tre anni si ripropongono i soliti problemi segnalati ma mai risolti. La CNS, carta nazionale dei "servizi" viene fornita dalla CCIAA su due supporti: smartcard e chiavetta USB. La chiavetta USB sotto linux NON FUNZIONA (devo scriverlo urlando), in quanto il software in essa preinstallato non "vede" il dispositivo (e lo segnala pure nella diagnostica). La smart card funziona solo  (e male) con un software di terze parti, con il quale in qualche modo si riesce a risolvere. 
Per rinnovare i certificati basta collegarsi al sito di infocamere e scaricare un programmino che, udite udite, è solo per quel sistema che non voglio nemmeno nominare e MAC OSx... di una versione per linux nemmeno a parlarne. Opto quindi per riavviare quel sistema che tengo nel portatile solo per le emergenze nere ed inizia la saga infinita. Aggiornamenti, aspetta, spegni ed aspetta, riavvia ed aspetta, installa ed aspetta e via dicendo per un paio d'ore (non retribuite ovviamente). A complicare le cose un paio di programmini installati non ricordo nemmeno come o quando (giuro non sono stato io), che alla loro disinstallazione ne installano altri, silentemente e di nascosto, programmini utili come un foruncolo al chiulo... impossibile proseguire alla fine. Il browser apre autonomamente pagine e pagine di pubblicità di m*rda, popup da tutte le parti nonostante sia istruito a non aprirli... di collegarsi al sito che ci serve è un impresa non da poco, con finestre che coprono l'area di navigazione e se ne stanno sopra le altre, senza bordi o pulsanti per chiuderle, un incubo. disistallo e reinstallo il browser...niente da fare, stesso problema. Per pulire il sistema dovrei installare altri programmini... e certo che mi fido, come no... (installer di m*rda, sistema operativo di m*rda! e m*rdosi tutti quelli che lo usano).
Proseguo comunque, scarico il programmino di rinnovo da un altra postazione (linux) lo copio e riesco a lanciarlo... scegli il dispositivo, avanti, digita pin, avanti, scegli pagamento, avanti,  digita username e password....inutile, non riconosce lo username, dal sit web si, dal programmino no. Un pulsante per tornare indietro non esiste, occorre per riprovare, chiudere brutalmente, riavviare, ma dopo tre riavvii l'esecuzione si blocca con errore 1500 (?) ed occorre riavviare il sistema, aspetta, aspetta, aspetta, niente da fare, nemmeno con quel sistema si riesce a rinnovare i certificati. Tre anni fa la stessa sorte, con la variante che i certificati erano scomparsi dalla carta (inspiegabilmente) e me l'hanno sostituita per inviare quella formattata al reparto tecnico per le analisi... analisi, oggi mi arriva l'avviso che sta per scadere... ma quali analisi? forse l'hanno usata per firmare qualcosa a mio nome? Stra a vedere che fra qualche anno mi arrivano delle sorprese nemmeno tanto inaspettate. Fatto sta che anche quest'anno devo perdere mezza giornata di lavoro, prendere l'auto, andare di persona in camera di commercio, trovare parcheggio a pagamento, prendere il numeretto, fare la fila per un paio d'ore, parlare con un impiegata dal QI di un lombrico, convinta che sia tutto funzionante ed a posto e l'idiota sono io.... tutto a spese mie ovviamente, sono sempre io che sbaglio, ovviamente e devo pure pagare il rinnovo, ovviamente.  
La smartcard scade l'anno prossimo, ne riparleremo e vedremo se riusciranno a risolvere i problemi (dubito fortemente, sono convinti che problemi non ce ne sono, basta ignorali ed i problemi spariscono come per magia). Per ora il token usb lo lascio scadere e l'hardware lo formatto e lo userò come chiavetta dati, visto che è mio, l'ho pagato profumatamente e ci posso fare quello che mi pare in quanto vittima di una truffa alla luce del sole. Proverò ad ordinare una chiavetta da Aruba e vedere se almeno quelli sono in grado di fornirmi un dispositivo che funzioni sotto linux. 
Ma... sta storia dei certificati che scadono... che senso ha? Posso capire un documento di identità con foto di identificazione, col tempo si invecchia ed i lineamenti del volto si alterano, ci può stare che occorre rinnovarlo almeno ogni 5 anni... ma un certificato che scade in tre anni? non ha alcun senso se non quello di obbligarci a spendere e sperare così di rilanciare l'economia (la loro non certo la nostra). Ma c'è una questione più seria. Le disposizioni legislative mi obbligano a dotarmi di firma digitale ed il fornitore del dispositivo e dei certificati mi impone di usare un sistema che richiede l'accettazione di clausole contrattuali che trovo inaccettabili (la licenza d'uso di quel sistema che non voglio nominare). Non mi pare giusto che in pratica, per usufruire di un servizio derivante da un obbligo normativo, sussista implicitamente l'obbligo di accettare delle clausole contrattuali di un fornitore privato. Trovo ingiusto che dei fornitori privati impongano una tale situazione solo per pigrizia o incapcità tecnica (o entrambe le cose). E' ingiusto e basta. Così come trovo truffaldino l'impiegato che assicura il funzionamento della chiavetta sotto linux, quando in realtà non è vero! E trovo ancora più truffaldina un assistenza tecnica di primo livello ridicola, inutile, inefficace, mentre quella di secondo livello non si fa nemmeno più sentire dopo un paio di botta e risposta via mail, costringendoci a chiamare il numero a pagamento per sentire 15 / 20 minuti di musichetta di attesa (pagata anche quella ovviamente). Fatto sta che alla fine il problema non è risolto, io ho pagato inutilmente una fornitura, per rinnovarla dovrei pagare ed accettare delle clausole (obtorto collo) e l'incazzatura sale a livelli preoccupanti. Sono davvero stanco di interfacciarmi con incapaci laureati, informatici smanettoni, pigri scaldasedie, funzionari idioti, dirigenti ignoranti ed impiegati impreparati (che comunque a fine mese lo stipendio lo prendono eccome, con tanto di bonus). Stanco, Stanco, Stanco. Fanchiulo. 

P.S. il vaso è pieno e la polvere brucia. Ripeto: il vaso è pieno e la polvere brucia.