giovedì 31 marzo 2016

Riparare, non buttare!

E' dall'apertura di questo diario che sostengo caparbiamente la politica del fai da te, della riparazione spinta, del retrofit, del ri-uso e nei casi peggiori della ricostruzione di parti rotte. Le motivazioni sono facilmente comprensibili anche ai più resistenti. 
Parto da questo articolo http://www.repubblica.it/ambiente/2016/03/29/news/riciclo_lobby_riparatori-136500057/#gallery-slider=136502080 per alcuni ragionamenti. 

Se sostenere il diritto di disporre di oggetti regolarmente acquistati è scarosanto, lo è altrettanto opporsi a qualsiasi legislazione, impedimento o politica che vorrebbe impedircelo. 

Per queste motivazioni, negli stati uniti, è nata la Repair Association https://repair.org/ alla quale si può aderire a partire da 50 dollari. E' in realtà una associazione nata dal sito https://www.ifixit.com/ comunità di riparazione on-line che però vende anche attrezzature e strumenti pubblicizzati all'interno dei tutorial liberamente accessibili (nulla con non si possa fare anche senza).
Ma nel vostro paese... c'è qualcosa di simile? No. La situazione è ben diversa. Da voi è ancora molto forte il suggerimento "conviene buttare e comprare nuovo". Ho sempre rifiutato un suggerimento simile (anche qui dove vivo), dimostrandone la falsità e soprattutto chi sia in realtà il fruitore della "convenienza" suggerita. 

C'è da dire che, complice l'ignoranza diffusa, la superficialità indotta, il bisogno percepito, l'acquiescenza di consumatori proni alle frottole e l'avidità di certi commercianti illuminati dal profitto spinto, il tutto condito da subdole politiche che tendono a metterci l'uno contro l'altro (riuscendoci benissimo), l'ostacolo maggiore che impedisce una solida costruzione di una rete di persone consapevoli, disposte a difendere apertamente un diritto indiscutibile e non mediabile, è rappresentato dall'ignoranza, dalla pigrizia, dall'invidia, comunque da tutta una serie di elementi che non possono essere certo annoverati fra le virtù. 

In un paese popolato in maggioranza da unani schifosi, per dimostrare quello che sostengo, coloro i quali decidono di riparare sono additati ed etichettati come hacker (per alcuni un indice di criminalità), pirati, smanettoni, cantinari, gente pericolosa che è contro il "progresso" (di cosa?), elementi pericolosi per l'economia (di chi?). 

E' facile intuire chi sia il responsabile di diffondere tali epiteti... chi ha interesse a sostenere il consumo spinto, dai produttori ai commercianti sino alla fine del ciclo dove troviamo solo discariche ed inceneritori, per non parlare di quelli che trattano le materie prime. 

Il processo di acquisto, uso e fine vita del prodotto è solo una piccola parte del ciclo di vita di un oggetto. Prima e dopo ci sono una serie di processi che a ben vedere sono dannosissimi per tutti noi ma di cui si parla poco e che solitamente vengono ignorati dai più. 

Diversamente, se si affronta l'argomento, la macchina del fango riparte e si viene etichettati come sognatori, utopisti, ecologisti, attivisti, antagonisti (anche a queste parole si tende a dare una connotazione negativa) o peggio terroristi o ecoterroristi. Sembra che avere idee diverse dalla massa provochi delle reazioni incontrollate da parte di chi non si sa di preciso, ma che riesce sempre a far sentire la sua voce sopra tutte le altre, inducendo timori e paure irrazionali... ma efficaci. 

Ed ecco che allora ci viene in mente una domanda... riuscirete mai nel vostro paese a creare un associazione di riparatori?, una lobby pulita (si lo so, è un ossimoro) che abbia l'obiettivo di poter esercitare un diritto? non credo, a meno che sottostante ad essa non ci sia l'interesse politco ed economico degli stessi che spingono i consumi inconsapevoli. Secondo me non avete scampo. 

Ma una soluzione c'è?? Forse si. Smettiamola di ragionare in termini numerici, di associazioni, di gruppi sui social, di raccolte firme o di soldi (oops... crowdfunding fa più figo), di partiti, di qualsiasi cosa che puzza tanto da gruppo di pecore che si sentono sole ed isolate alla ricerca di un leader o di un guru a cui votarsi come guida spirituale. 

Iniziamo a rimboccarci le maniche ed inziamo a FARE! senza nessuno che comandi, diriga, coordini. Ognuno di noi è un essere pensante (lo so non è proprio vero). Il resto viene da sè e lo dimostrano recenti studi (senza fonte, andarevela a cercare) che sostengono come l'evoluzione è frutto della cooperazione e non della competizione. E non è necessario saper navigare nella darknet per trovare le istruzioni, gli schemi, i tutorial (ovvero la pappa pronta per i pigri), bastano un pò di volontà, conoscenze, senso pratico, intelligenza... non è una cosa da tutti ma la selezione naturale farà il resto, ne resteranno soltanto pochi. Ciao imbecilli. 

P.s. le orecchie, gli occhi e le mani sono il doppio delle bocche. Ripeto: le orecchie, gli occhi e le mani sono il doppio delle bocche.

martedì 29 marzo 2016

il denaro NON è tutto.

Puoi comprare un letto ma non il sonno,
Puoi comprare un orologio ma non il tempo,
Puoi comprare un libro ma non la conoscenza,
Puoi comprare il potere ma non il rispetto,
Puoi comprare una medicina ma non la salute,
Puoi comprare il sangue ma non la vita,
Puoi comprare il sesso ma non l'amore,

Vedi, il denaro non è tutto e spesso è causa di malessere, disagio e sofferenze. Ti dico tutto questo perchè sono tuo amico e come tuo amico voglio evitarti malessere, disagio e sofferenze.

P.S. il commercio non è di vetro. Ripeto: il commercio non è di vetro.  

domenica 27 marzo 2016

un non-cliente da evitare

Imputato, presunto innocente ma convinto di esserlo e pertanto le necessità del caso, ovvero difesa e consulenza tecnica, non sono attività retribuibili. Non vuole pagare, non lo trova giusto. Una multinazionale con fatturato da milioni di euro l'anno lo denuncia per appropriazione di somme dei clienti ma lui è convinto di essere innocente, per cui perchè deve pagarsi la difesa? Il giudice decide di vederci chiaro ed ordina una consulenza tecnica sui PC utilizzati ed incarica un informatico? no ovviamente, incarica un giornalista che ha scritto dei libri sull'informatica, ovvio. E l'imputato si preoccupa? Ovviamente no, lui è innocente e non deve pagare un suo consulente, perchè dovrebbe farlo se la giustizia trionfa sempre? Inoltre la questione è semplice e non è un problema economico, è una questione di diritto non retribuire un professionista specializzato con più di trentacinque anni di esperienza tecnica sul campo, con qualche migliaio di consulenze di parte svolte tutte con successo. 
Fortuna vuole che 35 anni di esperienza mi hanno specializzato a riconoscere a naso questa nuova generazione di furbetti. Se la trattativa preliminare non si conclude, posso capirlo, un pò mi spiace, il lavoro richiesto non si fa. Arrangiati, sei tu il quello con il problema, non io. Sei tu che rischi, non io. Personalmente, puoi avere tutto il bisogno che credi, ma senza mandato e senza anticipo fondo spese non apro nemmeno lo zip del fascicolo, figurati se vado all'incontro col consulente d'ufficio, forse nel duemilaecredici. Volere cammello? pagare moneta. 
In caso di insoluti, oltre ad emettere fattura per soldi non incassati e pagare l'iva (grazie stato maledetto), dovrei dimostrare che c'è un incarico sottostante l'attività svolta. In mancanza di incarico... il credito non è esigibile e mi dovrei attaccare, soccombendo alle spese di recupero credito e spese legali, tasse e bile. Mi spiace (ma neanche tanto) ma il mio tempo è unico, irripetibile, non posso recuperarlo, pertanto preferisco dedicarlo ad altre cose e non cedere a questi parvenue che pensano di poter disporre del prossimo agitandogli sotto il naso promesse che non saranno mantenute o banconote che non cambieranno proprietario nemmeno ci fosse la miglior prestazione possibile. Un insolvente abituale. Vaffanchiulo. 
E' chiaro che così guadagnerò di meno ma la cosa mi spaventa meno che una collaborazione con diversamente onesto. Ri-vaffanchiulo.

P.S. lo zibello dorme ma non russa. Ripeto: lo zibello dorme ma non russa.

domenica 20 marzo 2016

Morsa per affilatura coltelli (parte 1)

E' da un pò che mi sono finalmente deciso di affilare lame ed utensili di lavoro. Mi sono già costruito una morsa per gli scalpelli da legno, ora tocca alle lame di coltello. Una lama che non taglia non serve a niente, se non per rovinare ciò che si sta tagliando e bestemmiare in aramaico. Per pialle e scalpelli aprirò un thread a parte. Per le lame di coltello questo è il posto giusto. L'arte dell'affilatura (sì è un arte), a me quasi sconosciuta sino a poco tempo fa, è un mondo a sè, come tutti i mestieri, le arti e le professioni che racchiudono ciascuno i loro trucchi del mestiere, i segreti e le scuole di pensiero. Da principianti si commettono degli errori e con il tempo, la pratica, la costanza e perseveranza, la pazienza, l'abilità manuale che ciascuno di noi ha purtroppo dimenticato, riescono a produrre dei risultati apprezzabili.
Qualche tempo fa, dopo un interminabile visualizzazione di tutorial, filmati, manuali tecnici (tutto in inglese ovviamente) per non perderci troppo tempo (maledetta ed inutile fretta) ho acquistato su "amazzon" una morsa di affilatura dai cinesi. Le altre opzioni costavano troppo e non me le potevo permettere. 4 pietre, un supporto per mantenere l'angolo di affilatura costante, più un pennarello, uno straccio in "macrofibra" ed una bustina con chiusura a velcro (giusto per "giustificare" il prezzo forse giudicato superiore al valore dal rivenditore... pochi euro in realtà). 
Con grande disappunto parziale, il difetto della morsa sta nella chiusura che ferma la lama. Per girare quest'ultima sottosopra, occorre togliere la lama aprendo una manopolina che per azionarla occorre una pinza. Così facendo si perde l'angolo di affilatura impostato nella faccia opposta ed il risultato finale non è mai perfetto, con un filo asimmetrico. Ma anche la chiusura ha i suoi difetti e non ferma saldamente la lama (a volte rigandola a causa delle "protezioni" in plastica inadatte). Così, dopo un pò, constatati i difetti, decido di rifare la base con un sistema che mi permetta di girare la lama senza dover toglierla dalla morsa. Un vecchio travetto recuperato da una vecchia morsa realizzata per i tagli a 45 gradi, due angolari di una cassetta della frutta, qualche vite ed una cerniera da finestra. La cerniera serve da morsa... funziona egregiamente assicurando che il pezzo in lavorazione resti fermo (alle estremità qualche giro di nastro di mascheratura assicura una buona protezione sostituibile quando serve). Una barretta filettata da 6 e due dadi tengono chiuso e ben serrato il tutto e altri due fori preesistenti servono per farci entrare due piolini fissati alla base di appoggio, in realtà due viti a cui ho tagliato la testa. I due angolari recuperati dalla cassetta delle arance, servono per allargare la base e dare un pò di stabilità. Ho tenuto le pietre (120,320,600,1500) e l'asta di scorrimento. Per l'angolo di affilatura posso regolare l'altezza dello snodo potendo così partire da 10 gradi sino a poco più di trenta.
Con questo setup (work-in-progress, mancano le finiture estetiche) è già possibile ottenere un ottima affilatura "a rasoio" che supera la prova carta tagliata al volo di traverso. L'angolo di affilatura resta costante e simmetrico. Una buona lucidatura del filo con paste abrasive è solo un qualcosa in più per migliorare un pò la precisione di taglio (dipende dall'applicazione che ha la lama ovviamente, se ne vale l pena).
Visto che non devo tagliare il sushi, mi accontento di questo che va più che bene, oltre le aspettative. Un pò meno entusiasta per il kit di lame assortite prese dai cinesi... si lo so 6 lame costano 4 euro--- perchè sono talmente sottili che quando le si affila si piegano, compromettendo l'angolo di affilatura. Per ovviare occorrerà una morsa più larga che tenga orizzontale tutta la lama (sulla lunghezza) ed impedisca che si pieghi sotto il peso della pietra. Lasciamo stare le considerazioni sull'acciaio usato (non mi stupirei se fosse radioattivo), non stiamo troppo a fare i pignoli su certe cose, in fin dei conti per ora devo solo tagliare la frutta. Alla prossima. 

P.S. la mela è bacata. Ripeto: la mela è bacata.