mercoledì 3 settembre 2008

Rispetto zero

Gli venisse un accidente a quelle due stronze, alle quali stasera è venuta l'idea di venire al bar in bicicletta. appena arrivate hanno lasciato i mezzi proprio davanti all'ingresso del bar, sotto un piccolo portico. Per entrare ho dovuto passare fra due pilastri, attraverso il telaio di un insegna pubblicitaria. Entro e trovo ste due fighe (brutte come i debiti) a starnazzare fra loro come due oche giulive, incuranti delle occhiate degli avventori. Faccio notare la cosa alla barista che mi dice..."appena esco le sposto". Rispondo..."bene, altrimenti lo faccio io, così se le ritrovano scaraventate in mezzo alla statale.". La barista esce e ste due stronze erano li che guardavano. Mica si sono preoccupate di muovere un muscolo per spostarle, di pensare che "forse" davano fastidio agli altri messe in quella posizione. Saranno cambiati i tempi, ma nessuno mi ha mai avvertito che oltre ad avere passivamente rispetto zero per gli altri, oggi occorre attivamente rompere i coglioni.
Amo la bici, la uso spessissimo, rispetto gli automobilisti ed il codice della strada, il mezzo è corredato di tutti gli accessori obbligatori, per svoltare metto fuori il braccio e per "parcheggiare" cerco sempre la rastrelliera... ma a ste due troie dovrebbero amputare le gambe e farle girare in carrozzina. Forse solo così si renderebbero conto cosa significa subire la maleducazione degli altri. Andatevene a fanchiulo.

P.S. Domani mungere la vacca. Ripeto: Domani mungere la vacca.

martedì 2 settembre 2008

Rigenerare una stampante laser


Le stampanti con tecnologia laser, sono soggette ad una serie di problematiche che, col tempo, le rendono praticamente inutilizzabili. Iniziano a stampare in grigio, sporcano il foglio, presentano delle rigature orizzontali o verticali, alcune aree risultano sbiadite o bianche. Ogni difetto evidenziato rivela un tipo di problematica diverso. Vediamo cosa si può fare.
Le righe verticali: Verticali guardando il foglio A4 con il lato più lungo in verticale. Indicano con buona probabilità la rigatura del tamburo o la presenza di qualche corpo estraneo a contatto (ragni, insetti, pezzi di carta strappata,...). Per ovviare a questo inconveniente è possibile tentare una pulizia accurata e lucidatura del tamburo fotosensibile, di solito incluso nella cartuccia, protetto da uno sportellino a molla che si apre all'inserimento, di colore verde, blu o tonalità intermedia. La pulizia si esegue con un prodotto specifico, prestando attenzione ad operare in un ambiente aspirato e micro-filtrato. Non è infatti per nulla salutare la respirazione di microparticelle invisibili di plastica che si accumula nei polmoni. Il tubo fotosensibile (che non va mai toccato a mani nude), si può sostituire se si trova il ricambio adeguato (difficilmente vendibile al privato come pezzo singolo). La sostituzione del tubo fotosensibile, richiede lo smontaggio completo della cartuccia. E' un operazione che si sconsiglia di eseguire a casa, a meno di disporre di adeguati strumenti. Si suggerisce pertanto di sacrificare il portafoglio (sic!) e rivolgersi ad un centro specializzato (evitando i peracottari che "rigenerano" in cantina).
Le righe orizzontali: sono spesso dovute a cattivo utilizzo del tamburo, rovinato lungo il suo asse longitudinale. Se il problema si manifesta sulla carta ad intervalli regolari, allora sicuramente siamo in presenza di un tamburo rimasto fermo per lungo tempo in ambiente umido e polveroso. Se si manifestano sulla superficie del tamburo delle rigature, si può pensare ad una maldestra manipolazione dello stesso in fase di sostituzione o stoccaggio. La distanza fra una riga orizzontale e l'altra, generalmente dovrebbe essere pari alla circonferenza del tubo fotosensibile
Le righe orizzontali "sbiadite": evidenziano invece che il tamburo è rimasto esposto alla luce per lungo tempo (conservarli sempre nella confezione originale dentro il sacchetto nero che non va buttato). Per risolvere, occorrerebbe applicarci uniformemente uno strato di prodotto elettrostatico (esiste in commercio ma è raro trovarlo e difficile procurarselo come privati).
Presenza di immagini o testo fantasma (della pagina precedente): Siamo in presenza di un problema al circuito di scarica elettrostatica, operato da un pettine di fibre flessibili collegate a terra. Spesso, per risolvere, è sufficiente pulire bene i contatti della cartuccia con un prodotto specifico a base di etanolo (cmq estremamente volatile e non grasso) o alcool isopropilico. A volte è necessario pulire anche i contatti interni, nel vano di appoggio della cartuccia toner. Alcuni modelli di cartuccia (es. Brother 700hl) hanno una slitta da far scorrere avanti ed indietro, che gratta la griglia metallica di carica. Nel fare questo, accade se non si è attenti che alcuni granelli di toner vanno a cadere sul tamburo, a volte peggiorando il problema.
Il toner viene via dal foglio: resta in polvere e viene via con le dita. Significa che non è stato fuso a dovere dal fusore che sta nella parte finale. Solitamente basta pulire il tamburo in silicone (arancione o grigio) con un apposito prodotto sciogli-incrostazioni (è in grado di sciogliere il toner già fuso, ovvero la plastica). Attenzione che in certe stampanti di ultima generazione potrebbe essere sufficiente cambiare (dalle impostazioni di stampa) il tipo di carta usata. La temperatura del fusore è infatti regolata dal firmware in funzione del tipo di carta (etichette, plain paper, carta lucida,, buste, acetati trasparenti ecc...)...fare dei tentativi prima di smontare il fusore è cosa saggia. Il Fusore, nei casi più disperati può essere reperito come parte di ricambio (se il portafoglio lo permette). Se proprio il toner non si attacca e resta tutto in polvere...il fusore è andato. Al suo interno c'è una lampada alogena od una resistenza elettrica (nei modelli HP) e vari termo-fusibili oltre ad interruttori bimetallici per evitare troppi surriscaldamenti. Questi interruttori bimetallici si ripristinano da soli quando la temperatura torna ai valori "normali" mentre i termofusibili una volta fusi sono da buttare (e difficilmente sono accessibili o reperibili come ricambi o addirittura sostituibili in quanto elettro-saldati ai collegamenti).
Presenza di macchie bianche dai profili ben definiti: Solitamente la causa è qualche etichetta rimasta attaccata al tamburo. In quell'area il toner non si attacca elettrostaticamente al tamburo. Il difetto si presenta ciclicamente sul foglio a distanza pari a quella del diametro del tubo fotosensibile.
Stampa sbiadita in aree verticali o aree diffuse su tutto il foglio: Le cause possono essere due. Contatti sporchi che impediscono al tamburo di caricarsi elettrostaticamente o Specchi di deflessione del raggio laser coperti da patina (micropolveri, fumo ecc...). Teoricamente una pulizia dei vetri accessibili dovrebbe essere sufficiente, tenendo bene a mente che occorre utilizzare un prodotto estremamente volatile e che non lasci residui grassi (niente benzina, acquaragia o prodotti a base di petrolio), meglio un panno in microfibra, asciutto. Ricordare che ciò che si vede ad occhio nudo (sembra pulito) non sempre è quello che viene visto dal sensore di lettura (solitamente dei fotodiodi). Nel 70% dei casi il problema si risolve. Nei casi più difficili, stampanti usatissime o utilizzate in ambienti polverosi o in presenza di fumo, il problema può risiedere negli specchi interni al gruppo laser. Nelle stampanti di qualità, questo è "sigillato" in modo che non entrino corpi estranei. Non sempre è così. Smontare un gruppo ottico non è sempre un operazione facile. A volte occorre smontare la stampante ai minimi termini per avere pieno accesso al pezzo. Solitamente il gruppo ottico è tenuto assieme con delle viti per cui è facile da aprire o tenuto assieme con delle clips plastiche su cui far leva con un cacciavite a testa piatta. Meno agevole invece lo smontaggio degli specchi e delle lenti (si suggerisce di lasciarle al loro posto in quanto allineate meccanicamente o a volte tenute in sede da colla). La parte maggiormente soggetta a sporcarsi è lo specchio di deflessione posto a 45 gradi nella parte di uscita del raggio laser. Si forma una patina semitrasparente che va rimossa con un panno in microfibra asciutto o imbevuto da solvente specifico (non deve lasciare pelucchi). Non usare prodotti tipo "vetril" o simili, che lasciano residui fastidiosi (coloranti, profumi ecc...) che potrebbero rendere inutilizzabile il pezzo.
specchio rotante a 4 lati Impensabile ordinare la parte di ricambio in quanto costa più della stampante nuova. Raramente è necessario pulire lo specchio rotante (esagonale, ottagonale o quadrato).
Foglio sporco - presenza di macchioline (caccole) disposte casualmente sul foglio. Il problema risiede nel gruppo fusore, composto da due rulli. Uno in gomma siliconica ed uno riscaldante ricoperto da una plastica resistente alle alte temperature. La gomma siliconica può perdere col tempo la sua capacità antiaderente e va rigenerato con apposito spray, assieme all'altro tubo riscaldante sulla cui superficie andranno rimosse tutte le eventuali tracce di toner "rinscecchito" con un solvente specifico (raro e disponibile solo nei centri specializzati).
Altri sintomi possono essere causati da problemi ai contatti. Quest'ultimi sono assicurati con delle piastrine in rame o acciaio o dei perni a spinta su delle molle. La polvere di toner, sottilissima, si annida, si infiltra e si accumula col tempo nei posti più impensabili. Evitare di sparare l'aria compressa per rimuoverla, si rischia di annidare la polvere in posti ove prima non era presente. Evitare di aspirarla con il "folletto" o con qualsiasi aspirapolvere usualmente in commercio del tipo a sacchetto di raccolta. Si ottiene solo di disperdere la polvere nell'ambiente in quanto i normali filtri non riescono a trattenere le micro particelle di toner. Se si usano invece i modelli aspiratori ad acqua e micro-filtro, non so se possono andare bene. Sicuramente meglio dei precedenti. Per aspirare il toner esistono in commercio degli aspira-toner portatili con microfiltri specifici. Personalmente mi fido di quest'ultimi, anche se la tentazione di creare un sistema di microfiltrazione dell'aria auto costruito mi stimola parecchio (e non è detto che prima o poi ci provi).
Che altro suggerire? La rigenerazione di una stampante laser è possibile, per raddoppiare la sua durata, ma richiede un minimo di conoscenze , di attrezzature e prodotti che non sono proprio alla portata di tutti. Come sempre va valutato il costo di rigenerazione che non si concentra solo sulla cartuccia ma su tutta l'apparecchiatura. Il tempo necessario ad una rigenerazione completa varia dalle tre alle cinque ore (per un lavoro a fondo ed in funzione della marca). E' quindi economicamente poco conveniente farlo come impresa, ma se si ha il pallino di arrangiarsi ed il portafoglio vuoto, è possibile. Come ultimo recupero, ho adottato una Lexmark E323 con interfaccia di rete, destinata al macero da un azienda seguita da un informatico particolarmente sprecone (tanto i soldi dell'azienda non sono i suoi... si vanta in giro). Senza prodotti specifici, con l'animo della serie "o la va o la spacco", ho pulito i rulli e le finestrelle di uscita del raggio laser (quelle accessibili dall'esterno) con uno sgrassante (Cyclon) e dei normali fazzoletti di carta (più un paio di "cottonfiocc" per le orecchie), senza la necessità di smontare nulla (beh, il tamburo/cartuccia si, ovvio). La cartuccia che contiene il tamburo è stata rigenerata presso un centro specializzato... 30 euro, azz...un vero furto. Cmq funziona che è una meraviglia (ho avuto c*lo dai). 10 ppm contro le 4 ppm della precedente che è andata in pensione, in attesa di essere smontata e per di più con funzionalità di rete (una porta usb disponibile nel server per altre apparecchiature). La necessità aguzza l'ingegno e di necessità in virtù. Alla prossima.

P.S. Ugo vuole più formaggio. Ripeto: Ugo vuole più formaggio.

lunedì 1 settembre 2008

il tuttofare (informatico)

Sono stato in visita presso l'abitazione di un Collega, di quelli che si occupano di incarichi di alto livello come auditor in sicurezza informatica e certificazioni iso 27000. E' un caro amico e mi trovo volentieri a discutere con lui della professione di informatico, del futuro di questo lavoro, fantastico e bastardo allo stesso tempo. Lui ha un figlio appena laureato ed è inevitabile che le nostre preoccupazioni siano rivolte ai giovani. Durante la conversazione, il figliolo inizia ad intervenire per raccontare le sue esperienze di ingegnere nei rapporti con i clienti. Inevitabile, dopo i racconti delle richieste più assurde e i suggerimenti per come evitarle, visto che cambiano i tempi ma le persone restano sempre dei deficienti e si riproducono pure, spostare il discorso sui compensi (sempre miseri in rapporto all'impegno profuso) ed alla fine sulla "concorrenza".
Sembra strano, ma gli informatici sono quella categoria che vede l'operato dei 'concorrenti' come lo schifo più totale. Ipercritici all'inverosimile. Infastiditi sempre dalle soluzioni altrui con la presunzione di poter offrire la soluzione migliore. Si va sempre a finire con il giudicare certi informatici come smanettoni, incompetenti, tirafili... improvvisati. Il problema nasce dal fatto che l'informatica è una scienza molto giovane e gli informatici difficili da riconoscere, data l'enorme mole di specializzazioni. A contribuire a questa confusione, che lo ricordo spesso parte da noi stessi, contribuiscono quelle persone che si buttano nell'informatica in quanto si crede sia un vero affare. Ed ecco fiorire le iniziative pubblicitarie più bizzarre che relegano il lavoro dell'informatico come un attività di ripiego, facile da intraprendere e gestibile come "riempitivo". Basta vedere il volantino pubblicitario che mi è stato consegnato in visione quella sera.
Lui:"Guarda come siamo ridotti!.." esordisce il giovane con un gesto quasi di stizza. Mi è venuto da sorridere ed ho detto "Boh, mi sembra che sia ridotto male chi quella pubblicità la fa, mica è un concorrente quello...tu lo vedi come un concorrente??"
Lui: "certo che no! io sono ingegnere! ma così si crea confusione nel mercato e ci vedono tutti come quello lì"
io:"...ma non avrai intenzione di specializzarti nel creare paginette web vero? che hai studiato a fare allora?"
Lui: "ok, ma la gente si fa un idea sbagliata degli informatici".
io:"Certo, e sta a te cogliere l'occasione per far comprendere che lo è, se sei un informatico di quelli tosti..."
Quest'ultima risposta deve averlo fatto riflettere e ripensare al suo atteggiamento. Sono stato giovane anche io, principiante come tanti e per di più senza un titolo di studio specifico (che il diploma in informatica ai miei tempi nemmeno esisteva). All'inizio, per emergere e ritagliarmi il mio spazio, ho dovuto inventarmene di tutti i colori, lottare contro certi informatici idioti (che a descriverli si potrebbe scrivere un enciclopedia) e sto lottando ancora oggi per il mio posticino. Non mi sono mai svenduto come tuttofare informatico ma sicuramente ho sempre dimostrato un grande rispetto per i concorrenti, cercando di fare meglio e di più con lo studio, l'aggiornamento, i sacrifici. Non mi sono certo soffermato a denigrare gli altri per dire che ero più bravo, ma ho sempre cercato di dare dimostrazione delle mie capacità, con i fatti. Purtroppo è una buona abitudine ormai scomparsa. I giovani d'oggi pensano che la laurea dia loro chissà quale diritto e di fare qualche sforzo nemmeno a parlarne. Che tristezza. Dimenticano che la "pappa pronta", col tempo occorre prepararsela da soli e che ciò che hanno è spesso frutto di sacrifici e rinunce dei genitori. Nell'informatica c'è talmente tanto spazio per tutti che trovo assurde certe lamentele. Comunque, c'è sul mercato un nuovo informatico tuttofare, che fra un lavoro di giardinaggio, di idraulica o muratura, realizza software gestionali, pagine web e ti ripara pure il computer. Che vuoi di più dalla vita? Un abbraccio.

P.S. Spingere il carro davanti ai buoi. Ripeto: Spingere il carro davanti ai buoi.