sabato 24 maggio 2008

Stasera esco

Si. Stasera esco di casa. E' tanto che non lo faccio. Vado al bar qui vicino a casa mia per vedere un pò di quegli esserini che girano girano girano senza sapere dove andare e senza sapere cosa fare. Credo li chiamino umani, che di umano non ci trovo poi molto. Meglio UNANI. Girano per ubriacarsi, per "chiacchierare", dicono. Dalle chiacchiere che fanno, viene voglia subito di rientrare o comunque di evitare non solo il contatto ma anche la promisquità.
Stasera voglio battere il record di permanenza in mezzo agli unani. 15 minuti è già un bel traguardo. Dovrò stare attento a non rivelare i miei pensieri. Di questi tempi, fra nazi-skin, leghisti e fascisti del'ultima ora in cerca di vendetta c'è poco da stare allegri. Si sentono forti (di cosa?) e fanno i prepotenti con chiunque sembra "diverso" (da cosa?). C'è solo da essere fieri ed orgoliosi di essere diversi da loro. Vedremo come andrà. Credo prenderò un caffè, è un lusso che stasera posso permettermi. Stay tuned.

P.S. I cazzi hanno le orecchie. Ripeto: I cazzi hanno le orecchie.

Discriminazione informatica

Please log into your account on a PC-based machine. Our software is not compatible with Linux or Mac operating systems.
Il messaggio è inequivocabile. Mi chiedono di collegarmi con un computer "PC-based". Che idioti. Non sanno che linux gira sui PC basati su architettura x86? Va bene che il "loro" software va solo per winzozz, ma auto-ghettizzarsi così mi pare proprio da idioti. La rete è nata per mettere in comunicazione macchine diverse (culture diverse) con un linguaggio comune. Poi arriva un pirla che riscrive le regole a suo uso e consumo, gettando di fatto delle barriere allo sviluppo, alla cooperazione ed alla comunicazione. Il fatto che su questa cosa ci abbia fatto i miliardi, dimostra come la classe dei "ricchi" (economicamente parlando) è rappresentata da persone ottuse, oscurantiste, retrograde, ignoranti, egoiste, arroganti, poco inclini al prossimo... potrei elencare una lista quasi infinita di pessime qualità. Dimostra inoltre come gran parte del popolo è poco incline a ragionare con la propria testa e che poco si interessa a ciò che viene loro propinato. Un popolo che non si interessa di queste cose non è un popolo innoquo e pacifico ma un popolo inutile!
Vorrei da ultimo ricordare quel ministro (itagliano), nostro dipendente, che ha bollato linux come una cosa da "no-global". Non voglio nemmeno commentare, così non voglio nemmeno accogliere l'invito a rispettare le "cariche" dello stato. In queste condizioni non si può proprio.
V

P.S. Meglio un gelato in culo che un culo gelato. Ripeto: Meglio un gelato in culo che un culo gelato.

Penna stilografica e inkjet (1a parte)

Non so se ancora oggi i giOvani usino le penne stilografiche. Quei bellissimi oggetti d'arte che funzionano con una cartuccia di inchiostro liquido, con il pennino di solito dorato e che danno un aria di antico alla scrittura che risulta così più calda e morbida. Dimenticavo. Oggi si scrive con il computer. Di scrivere a mano molti si sono dimenticati come si fa. Basta vedere la calligrafia di certi giOvani.
Da un pò di tempo, ho ripreso a scrivere a mano. Sono intossicato dal computer. Dopo 25 anni di programmazione, sviluppo, analisi, consulenze e altre amenità, dopo aver consumato numerose tastiere (vero consumo meccanico), ho riesumato una vecchia penna stilografica che non ricordavo nemmeno di possedere. A volte, conservare e non buttare può avere i suoi vantaggi. Apro il serbatoio e la cartuccia presenta un livello bassissimo di inchiostro che, per ragioni legate alla mia professione, deve essere di colore blu. Corro in cartoleria, anche per trovare la scusa di fare un giretto in bici, ed acquisto alcune scatole di cartucce Pelikan, lo steso inchiostro che usavo alle elementari (potenza del marketing, me ne ricordo ancora), verso gli ultimi anni.
In prima elementare avevo il banco con il calamaio, i pennini intercambiabili (di numerose misure e fogge) e ricordo che periodicamente, secondo necessità, passava il bidello, per effettuare il rabbocco alunno per alunno con un boccione pieno di liquido nero o blu. Non so se a quei tempi lo acquistassero o se fosse prodotto in "proprio".
Ad ogni modo, pentito dell'acquisto e commosso dai ricordi, scatta la molla del ricercatore sempre a caccia di nuovi esperimenti. Cosa succede se metto nella cartuccia della stilografica dell'inchiostro per le stampanti a getto? Il pennino si intaserà? Scriverà ancora? So che, generalmente, esistono due tipi di inchiostro: a base oleosa ed a base acquosa. Quelli a base oleosa servono per i timbri metallici. Presumo che le stilografiche funzionino con inchiostro a base d'acqua, lo stesso che si utilizza per la inkjet printer HP. Fortunatamente dispongo di alcune taniche piene, anche queste salvate dalla discarica (Nero, giallo, ciano e magenta).
Prendo una siringa e nel serbatoio metto pochi cc di inchiostro giallo assieme al poco blu che era rimasto. Noto subito che i colori si miscelano bene, il che conferma la mia teoria iniziale.
Il risultato, voluto, è una miscela di colore verde, che dà un tocco ecologico agli appunti scritti su carta riciclata. Bellissimo. Sto già pensando di preparare cartucce dalle tonalità e dalle sfumature più disparate: viola, verde, marrone, rosso ecc.ecc. Bellissimo. L'esperimento sembra riuscito. Oltre all'aspetto ed all'estetica voglio menzionare l'aspetto economico. 5 cartucce costano un euro e mi durano 1 settimana (si, scrivo molto). 4 Euro al mese, 48 euro all'anno che mi restano in tasca a disposizione per pagare i conti o, se avanzano, per una pizza con la mia compagna (che per la verità mangia solo pesce che non ingrassa, dice, ma costa un okkio, cazzo!).
Sono davvero soddisfatto. Farò la figura del tirchio? No. Di come stanno andando le cose, la corsa a spolpare i consumatori e prenderli in giro, non sono per niente soddisfatto e felice. Da tempo ho deciso di chiudere totalmente i rubinetti e spendere solo per le cose veramente obbligatorie. Dei commercianti ed industriali che stanno pensando di favorire lo sviluppo e incrementare i consumi me ne fotto. Lo sciopero della spesa durerà sino a quando si renderanno conto anche loro che siamo PERSONE prima che consumatori, non siamo portafogli con le gambe, da spolpare all'osso e ridurre al lastrico. Spero molti, nel frattempo, falliscano miseramente e si rendano conto cosa significa vivere oggi con il minimo indispensabile.
In bocca al lupo

P.S. Il romanzo è in edicola. Ripeto: Il romanzo è in edicola.