mercoledì 9 novembre 2022

UPS Microdowell B-100 - rip

Era il lontano 13 novembre 2011 quando avevo adottato questo UPS, orfanello abbandonato dal suo padrone cattivo. Lo avevo adottato con amore paterno, insegnandogli a funzionare per bene ed aiutarmi nel mio duro lavoro, senza interruzioni. 

Dopo 11 anni di onorato servizio, umilmente, in silenzio e senza mai avanzare una pretesa o profferire un lamento... ZAP!! un maledetto fulmine cattivissimo si insinua nella rete elettrica e lo uccide all'istante! Che ti aveva fatto di male? Forse lo hai ucciso perchè forniva elettricità anche quando la facevi saltare? E' solo una questione di invidia?

Maledetto fulmine, credi davvero di averlo eliminato per sempre? Forse non sai che, nonostante il suo creatore si sia portato nella tomba il suo segretissimo schema elettronico, aveva dato in tempo utile precise istruzioni per donare i suoi organi. 

Grazie al fulmine assassino, caro, stimato ed amato UPS, una moltitudine di tecnici potranno tenere in vita i loro figlioli, tuoi fratelli, o usare le tue parti per dare vita ad altri progetti e conferirti l'immortalità che meriti. Grazie di tutto e riposa in pace. Alla prossima. 

P.S. i totani sono nel materasso. Ripeto: i totani sono nel materasso.

martedì 8 novembre 2022

Forbice da cucina (restauro - riparazione plastica)

Nei momenti di tristezza, sconforto post-elezioni, depressione... accentuati dalle reazioni della società che giudica gli asperger come malati, deficienti, dementi e via dicendo, non trovo cura migliore che concentrarmi a riparare e restaurare qualcosa. Devo tenere la mente occupata (come non lo fosse già abbastanza, oltre i limiti di voi unani) e distrarmi. Una distrazione che non risolve il problema di fondo, ma allevia un pò la pressione anche se è un pò come girarsi dall'altra parte e fare finta di niente. Ma torniamo a noi.

In cucina, una forbice a portata di mano serve sempre, per aprire le confezioni, spesso aggredite con i denti (per chi li ha ancora sani) o a forza di bicipiti e pettorali per le generazioni meno stagionate. Questa forbice è finita in pensione, sostituita da altri due modelli "titanium coated" presi dagli scaffali dei cinesi colmi di prodotti che ultimamente stanno raggiungendo i prezzi occidentali. Un tagliente seghettato, l'altro a filo, hanno sempre fatto il loro dovere. 

Purtroppo la ruggine e la plastichetta che ricopre i manici iniziano a fare il loro dovere, ovvero la prima a formarsi sul presunto acciaio INOX, la seconda a rompersi inevitabilmente (e lo fa apposta, lo sò). 

Per la ruggine nessun problema, anche perchè, per fortuna, le due lame sono tenute assieme da una vite rimovibile (e sostituibile) con tanto di rondella spezzata e tappo rimovibile...grande! si smonta ed è più facile pulire. Un multi tool e spazzolina metallica sono sufficienti per togliere ruggine e sporco accumulato negli interstizi, magari aiutandosi con le pietre abrasive dove occorre o con gli inserti per lucidare. Pietra abrasiva anche sul tagliente per affilare (poi vediamo come rifinire con un'affilatura giapponese). Pulizia finale con sgrassante ed alcool isopropilico.

Per la plastichetta è un pò diverso. Mancano alcune parti ed i manici presentano delle crepe abbastanza estese anche se non preoccupanti. Come riparare e rigenerare le parti mancanti?. In mancanza di specifici attrezzi, si può provare a fondere del PLA con una punta calda (PLA dalle fascette stringi cavi, è ottimo) e riempire le mini crepe con della supercolla cianoacrilica. L'anima metallica dei manici dovrebbe impedire ulteriori rotture in quei punti critici e la supercolla, molto liquida, riempire per capillarità gli spazi e tenere le parti assieme, irrigidendole il giusto. 

Quella precedente è una soluzione da unani.... molto tempo fa ho acquistato una 3D PEN, una sorta di stampante 3D ma manuale, ovvero la 3D printer dei poveri. Quale altra ghiotta occasione come questa per metterla alla prova? l'idea è quella di ricostruire i pezzi mancanti e riempire le crepe dei manici. Per i pezzi mancanti, si può depositare il PLA fuso direttamente sull'acciaio (tanto lì sicuramente non si attacca). Le crepe invece vanno preparate creando una scanalatura ad U con la spazzolina metallica rotante del multi-tool, un pò come si fa per preparare i pezzi a V, da saldare a filo quando le parti sono ad alto spessore. Si passa e ripassa con la penna 3D (180 gradi circa), a mani incrociate ed a zig zag, sino a riempire la scanalatura o ricostruire le forme, si lascia raffreddare per bene e si procede con delle limette di precisione per portare a pari la giuntura. Raccomandabile la velocità minima, per una maggiore precisione. Con la punta ceramica inoltre è meglio pre-riscaldare le parti da unire, così il PLA si appiccica meglio (preriscaldare con pistola termica al minimo o con un asciuga capelli alla massima potenza). Per un risultato superbo e definitivo, si deve far compenetrare il materiale di apporto con quello originale del pezzo in riparazione. Ci si aiuta con un pirografo da legno e punta a scalpello. Si procede esattamente come già visto nel post precedente (riparazione parti in plastica)

Come risultato parziale, grezzo, si ottiene una superficie "a gobbe", che permette di controllare se è il caso di riempire ancora, immaginando un pò il risultato da ottenere. Poi viene la fase più tediosa....limare, limare, limare... per conferire esteticamente un aspetto un pò meno post apocalittico. L'obiettivo è quello di rendere invisibile la riparazione, per quanto si può. E' quindi importante usare delle limette di precisione partendo con quelle per sgrossare e procedere poi con quelle da finitura. Periodicamente è meglio pulire la lima che si impasta con la plastica. Al termine si procede con carta vetrata a grit crescenti da 200 a 1000. Se ci si accorge di aver lasciato degli avvallamenti è sempre possibile ripartire, aggiungere materiale, limare e rifinire oppure prendere la limatura di plastica, metterne un pò negli avvallamenti e saldare con alcune gocce di supercolla che verrà poi limata a pari.

A seconda del risultato da ottenere è possibile arrivare a degli ottimi risultati, ma dato che nessuno al mondo è disponibile a retribuire adeguatamente una giornata di "lavoro", dato il modesto valore economico del pezzo da riparare, ci si può fermare al livello di finitura che si vuole. 

Personalmente, ma non è questo il caso, preferisco che la riparazione si veda, magari usando PLA di colore diverso, che contrasti bene con l'originale. Così perchè voglio ricordarmi di trattare con cura gli attrezzi, a monito futuro. Sto ancora usando utensili acquistati più di 45 ani fa, sembrano nuovi e funzionano benissimo.... anche così si boicotta il consumismo sfrenato, si risparmia, si boicottano i commercianti low-quality #tuttoaduneuro e si protegge l'ambiente... un consiglio da un vecchio nonno in vena di predicozzi e spiegoni... fate tesoro dei buoni esempi, sempre, grazie. Alla prossima. 

P.S. Rigoletto recita in soffitta. Ripeto: Rigoletto recita in soffitta.

il sapere professionale (riflessione)


<riflessione>Il sapere professionale è da intendersi come un insieme unitario in cui interagiscono: 

  1. conoscenze personali, 
  2. teorie di riferimento, 
  3. competenze operative, 
  4. modi di essere e capacità. 

ecco... sicuramente conoscerete una moltitudine di sedicenti "professionisti", i più con tanto di titolo accademico di stato, master, certificati e stelline di latta usate per cercare goffamente di elevarsi e distinguersi dalla massa per essere scelti dal mucchio. 

E' noto, ai più attenti, che gli allocchi facenti parte del "mercato" (i potenziali clienti) sono molto sensibili a specchietti e perline colorate, le stesse che venivano regalate alle tribù scoperte dai colonizzatori in cambio del loro oro. 

E' altresì noto che la tecnica delle mostrine esibite, non funziona più da tempo. Così come è vero che il titolo accademico, tanto esibito come "garanzia" di professionalità, non certifica l'intelligenza di chi lo possiede. Inoltre il titolo accademico, certifica solo il possesso della conoscenza delle teorie di riferimento (punto 2 dell'elenco su esposto) e pertanto NON certifica il sapere professionale.

Oggi, ogni individuo può autonomamente (di)mostrare, cosa sa, cosa sa fare, come lo sa fare, perchè lo sa fare e come lo ha già fatto... in pratica il sistema di esami e conferimento di titoli e certificazioni tramite la sacra commissione di parrucconi non ha più senso, reso obsoleto dalla rete. Le informazioni per giudicare, valutare, selezionare ci sono e sono disponibili gratuitamente a chiunque. 

Chi effettivamente possiede il sapere professionale non ha bisogno di sbandierare sui social delle goffe quanto ridicole azioni di marketing. </riflessione>

Alla prossima.

P.S. la nutella è finita. Ripeto: la nutella è finita.

giovedì 27 ottobre 2022

Occhiali cinesi (riparazione plastica)

Devo tornare sull'argomento, già trattato, per documentare l'evoluzione degli interventi di riparazione su oggetti di scarso valore (scarso per i benestanti ovviamente). Non potendomi permettere delle lenti progressive, dato che un rene l'ho già speso e quello rimasto mi serve proprio, devo ripiegare su soluzioni fai da te, ovvero aggiungere degli occhialini per amplificare la gradazione prescritta dall'oculista ed ovviare la presbiopia che colpisce tutti a partire dai 50anni di età. 

Se qualche anno fa si potevano trovare degli occhialini di plastica ad un paio di euri, oggi, stranamente, le cose sono cambiate... dai cinesi gli occhialini costano mooolto di più, sempre meno di quelli che si trovano in farmacia (che sono fatti sempre in "ciaina" ovviamente). Ci si accorge così che la speculazione è trasversale e che nel tanto osannato commercio, linfa dei popoli, si infilano avidi approfittatori senza scrupoli. 

Fatto sta che, disquisizioni sulla qualità a parte, in caso di rottura occorre valutare bene se si può riparare o meno. Per chi come me ha il testone grosso come un cocomero XXL, quando mi tolgo gli occhialini per metterli sopra la testa, le aste si allargano e la sollecitazione provoca inevitabilmente la rottura (plastichetta). Ma, essendosi sparsa la voce che io tento di riparare tutto, anche l'impossibile, stavolta mi arrivano un paio di occhiali non miei, presi sempre dai cinesi, e che val la pena di considerare.

Il primo presenta la classica cerniera dell'asta spezzata. Soluzione? supercolla! A ben ragionare, ho pensato anche di creare un rinforzo metallico, affogando nella plastica un filo di rame riscaldato dalla corrente elettrica. Purtroppo le tolleranze in gioco sono molto ristrette e le dimensioni della cerniera davvero minuscole, per cui desisto. Con la supercolla si riesce ad attaccare le due parti in modo abbastanza solido. Nel caso non si riesca a far combaciare perfettamente le parti (quasi sempre), si procede con una limetta e pazientemente si modella l'asta in modo che entri nella cerniera. Un accorgimento furbo è quello di mettere un pò di grasso lubrificante per agevolare l'attrito ed impedire che delle aste troppo dure da aprire si rompano per "fatica".  

Il secondo modello di occhialino è di quelli pieghevoli, molto comodi da portare in giro nella loro custodia. In questo caso si è rotto il ponte che unisce le due lenti, in prossimità di un asola dentro la quale passa la vitina di fissaggio. In questo caso è più pratico ricostruire il pezzo, a mano. Si parte da un foglietto di plastica tagliato a misura. Ho utilizzato un supporto delle batterie alcaline rimasto orfano dopo la conversione al litio....perfetto, dello spessore giusto (che chiulo). Si unisce il pezzo rotto con del bi-adesivo al pezzettino da sagomare e lo si usa come dima. Con una limetta poi si sagoma sino ad arrivare a filo dell'originale, ottenendo così il pezzo nuovo delle stesse dimensioni dell'originale. 

Per forare il ponte così ottenuto, lo si infila nell'alloggiamento dove dovrà stare e con un trapanino a penna (catturato all'Aldi) si praticano i due forellini delle viti di fissaggio (punta da 1,2mm). Perfetto. Date le dimensioni minuscole, occorre aiutarsi con una piccola morsa da banco, meglio se di precisione. Io sono riuscito comunque a forarmi un dito oltre che infilare la punta del trapano sotto l'unghia... niente maale faccia di maiaale, fatto nieente faccia di serpeente. 

Si prova lo snodo e se del caso si aggiustano le dimensioni con dei colpetti di lima, mettendo alla fine un pò di grasso lubrificante. Fatto e sono pure soddisfatto. 

Un trucchetto: come fare se il foro della vitina non tiene più a causa di togli e metti ripetuti? Si cerca di riempire il foro con del bicarbonato in polvere (o anche pomice finissima o cotone o...) e si gocciola un pò di supercolla. Si ricrea il forellino delle dimensioni giuste e la modifica terrà come il cemento. Alla prossima. 

P.S. Il bue è grasso. Ripeto: Il bue è grasso.