mercoledì 7 ottobre 2020

Alldocube iWork10 pro mod i15-TD (diagnostica)

Alldocube iWork10 pro mod i15-TD
Sembra che sono il primo al mondo ad avere per le mani un pc-tablet Alldocube iWork10 pro guasto. I sintomi? sembra completamente morto, non si accende, la spia di carica non si accende collegando il cavo usb C. 

Mi sono messo in testa di giocarci un pò, con la speranza di ripararlo ed utilizzarlo, dato che mi servirebbe averlo funzionante... ma posso vivere le stesso anche senza. Del resto è un quad core e dovrebbe tenere bene anche winzozz10, anche se non capisco come si possa vendere oggi un tablet che nel dual boot ha Android 5! Certo è che, al momento, in rete non si trova nulla che fornisca indicazioni su come ripararlo, nemmeno la foto del PCB, del processore, nemmeno suggerimenti, nulla, manco i ricambi o il service manual con lo schema (ma forse per lo schema chiedo troppo). Forse sono il primo sfigato che se lo trova per le mani. Provo inoltre a scrivere ad un paio di centri assistenza e riparazione smartphone di zona e ricevo una mancata risposta ed un laconico "Preventivo non possibile" a fronte di almeno altre 4 domande di approfondimento per conoscere meglio l'attività... meglio stare alla larga da certi peracottari, specie se a fronte di feedback e recensioni negative reagiscono insultando chi le ha formulate con tanto di nome e cognome. 

L'assenza di informazioni e precedenti  può avere solo due significati: 

1) il modello non ha avuto una grande diffusione sul mercato

2) il modello è talmente "robusto" che non si guasta praticamente mai

Potrebbe essere anche che, in caso di guasto, il proprietario preferisca traslarlo direttamente nel bidone del RAEE all'ecocentro più vicino, dato che ad oggi manco i pezzi usati si trovano in giro. 

Ad ogni modo voglio tentare lo stesso, incoraggiato dalla miriade di filmati più o meno pubblicitari su iutube, che dimostrano come sia possibile riparare i computers portatili, smartphones e tablet anche in assenza di schema elettrico. Si, pare che si può.... a patto di avere:

  • anni di esperienza nel campo dell'elettronica
  • un attrezzatura che manco la nasa ce l'ha
  • un magazzino con altre parti di ricambio simili per recuperare i componenti smd

A dire il vero mi mancano tutti e tre gli elementi base. L'esperienza ce l'ho ma non su questi tipi di device. La passione non manca e nemmeno la volontà unita ad un pò di tempo libero. Diciamo che sfrutterò l'occasione per divertirmi o per colmare alcune lacune formative che inevitabilmente ognuno di noi ha. 

Come principi generali potrei procedere con le seguenti modalità:

  • ispezione visiva per individuare ecentuali componenti "bruciati"
  • misurazione di componenti in corto con la massa
  • ispezione per componenti che si surriscaldano
  • iniezione di tensione e corrente nei punti per evidenziare componenti surriscaldati
  • ricerca e studio dei datasheet (quando si trovano) per comprendere il funzionamento dei circuiti e rilevare difformità di comportamento
  • romprere i c*glioni nei vari forum pregando insistentemente e piagnucolando per un aiuto o per la pappa pronta (tipo "sostituisci il condensatore C15")

In linea generale mi è sembrato di capire che quelli elencati sono i metodi adottati (a parte l'ultimo che non è certo da me). Nel diagnosticare un circuito elettronico ci si imbatte spesso con alcune problematiche:

  • i componenti sono microscopici
  • i puntali di misurazione sono troppo grossi
  • i punti di misurazione sono inaccessibili (tipo i BGA)
  • non si trova da dove parte e dove finisce la pista essendo i PCB in multilayer. 
  • alcuni componenti hanno sigle misteriose o forme o colori strani e non si capisce a cosa servano e nemmeno cosa sono.

Ecco, ora sono più motivato a proseguire. Al momento ho individuato

  • il bios - una memoria 25Q64FWSIG
  • il pmic AXP288C Power Management IC che gestisce le alimentazioni
  • il codec audio - ALC5651

Nel procedere a misurare le tensioni credo che inizierò a sconnettere i tre fili della batteria interna e misurare la tensione sul PCB, così da capire se il PMIC tenta in qualche modo di caricarla. Misuro altresì se il BIOS è alimentato in queste condizioni. Segue aggiornamento....

P.S. la merla è tornata. Ripeto: la merla è  tornata

lunedì 21 settembre 2020

Regionali e referendum 2020, i soliti idioti


Si, alla fine non ce l'ho fatta a disertare il seggio, nonostante i conati. Ad ogni tornata mi sento come se entrassi in una latrina puzzolente, a mettere una crocetta su una scheda pre-compilata, con i nomi già scelti da altri, senza possibilità di scegliere chi reputo più degno e per di più con una rosa di possibilità che non mi rappresentano per niente. Ma non è questo l'argomento. Da attento e silente osservatore e mai censore dei comportamenti altrui, mi sono accorto del lassismo tipico degli unani, sempre disubbidienti alle regole di buon senso ed altrettanto pronti ad ignorare gli altri. 

Per qualche minuto mi sono intrattenuto all'esterno della sede preposta al voto per chiacchierare a distanza d'ordinanza con un conoscente. Pur restando attento alla conversazione, l'occhio non ha potuto fare a meno di osservare le bottigliette del disinfettante poste all'esterno del seggio. Entrando, tre su quattro hanno totalmente ignorato l'invito scritto di disinfettarsi le mani, nonostante la presenza dei soliti carabinieri intenti forse più a vigilare l'esterno per prevenire un "probabile" attacco terroristico con qualche aereo dirottato o l'attacco di qualche jadista con cintura esplosiva d'ordinanza al grido di "morrte all'amerricaaaa"...kaboom.

La regola vorrebbe una disinfezione prima di entrare, un altra dentro al seggio prima di prendere la scheda e matita, una terza prima di uscire. Io ho visto le bottigliette solo all'ingresso e poi basta e per di più ignorate da molti "elettori". 

Ma parliamo delle entrate/uscite differenziate... inutile mettere cartelli con le frecce di direzione, inutile scrivere ENTRATA - USCITA, inutile incollare a terra nastri colorati , inutile installare il nastro delimitatore dei percorsi... se poi si accede ed esce tutti dallo stesso scalone comune. Inutile anche perchè c'è sempre qualche unano imbecille che esce da dove è entrato, c'è sempre il solito idiota col naso scoperto e la mascherina a proteggere il mento, c'è sempre il solito idiota che si intrattiene nelle strettoie a chiacchierare a stretto contatto con i suoi simili incurante degli altri che vorrebbero magari rispettare la distanza. Statisticamente gli unani idioti ci saranno sempre ma col passare del tempo stanno aumentando di numero e regredendo mentalmente allo stato di organismo mono neurale. 

Ecco, per precauzione mi sono tenuto a larghissima distanza, ben oltre al metro d'ordinanza, tre disinfezioni, preteso pure la disinfezione accurata della matita, mascherina coprente mezzo volto che per fortuna non mi hanno fatto togliere in quanto il presidente del seggio ben sa chi sono (manco mi serviva il documento da infettare) e guanti in lattice anche se non obbligatori (che ne so chi ha maneggiato le schede). 

So che forse sono esagerato, ma di rischiare per i soliti idioti no e poi no, tantomeno rischiare nell'esercizio di un diritto dovere. Certo è che constatare il progressivo degradare di una società progressivaamente verso l'imbarbarimento mi duole non poco, mi dispiace vivere anche a distanza da unani meno acculturati delle scimmie. L'uomo è un animale sociale (dicono) ma da questa "società" di individualisti menefreghisti ignoranti è meglio stare alla larga, sono anche pericolosi. Alla prossima, ma anche no.

P.S. il pippistrello svolazza al buio. Ripeto: il pippistrello svolazza al buio.


venerdì 18 settembre 2020

SAMSUNG PS42A418C4DXXC teardown

Un occasione "social" ed un televisore al palsma da 40 pollici entra nel laboratorio per vedere cosa si può fare per evitarne la morte definitiva. A dire il vero ero più incuriosito di vedere cosa c'è dentro che tentare di ripararlo. Già, il televisore è stato dismesso dal proprietario per passare ad una tecnologia più performante. Ci si è accorti (a proprie spese) che la tecnologia al plasma presenta dei contro che sono stati risolti con i più recenti schermi a Led ed Oled. Alti consumi, durata limitata, guasti improvvisi (bande nere verticali sono le più frequenti), peso eccessivo (tanto di richiedere due persone per trasportarli) e via dicendo. La tecnologia al plasma usa gas neon e xenon più il fosforo, intrappolati dentro delle "celle" fra due lastre di vetro... un problema smaltirli in sicurezza.

Speravo comunque di poterlo riutilizzare, come monitor secondario, ma vista la risoluzione ho preferito desistere. Lascio immaginare a 1024x768 pixel su 40 pollici quale possa essere il risultato. Ad ogni modo la curiosità di vedere l'interno ha preso il sopravvento. All'interno trovo una quantità industriale di viti e sbarre di ferro per tenere rigido il pannellone di vetro, che alla fine il peso è davvero troppo anche per me. All'interno una minuscola mother board, tre sezioni di alimentazione (una principale e due per le griglie degli elettrodi "embeddati" nel vetro, un buffer per la griglia verticale e la piastra per ingressi ed uscite. Confesso che ho provato a vedere se riuscivo a risolvere il classico problema della banda nera verticale, ma temo di aver combinato un pasticcio, riducendo il tutto in due bande verticali lampeggianti ed il resto desolatamente al buio. Dai, almeno ci ho provato. 

Ed ora? per smaltirlo? Le due lastre di vetro sono incollate fra loro ed il tutto fissato su una piastra di metallo (che serve anche come dissipatore presumo), impossibile separarle senza rompere qualcosa... mi sa che dovrò portarlo all'ecocentro di zona. Ovviamente niente led di retroilluminazione in quanto la tecnologia al plasma non ne fa uso (i pixel si "accendono" col gas eccitato che fa illuminare il fosforo). Il resto sono plastica e metallo facilmente smaltibili. Per l'elettronica ci sono dei componenti interessanti: un paio di relè, condensatori, fusibili, resistenze, dissipatori, mosfet e diodi di potenza, connettori flat, sensore infrarosso, pulsanti e due altoparlanti che non so che farmene. La logic board sarà oggetto di studio approfondito per esercitarmi con l'uso della porta JTAG. Ah, provo a vendere qualche componente per recuperare pochi spiccioli, necessari in questo momento come un goccio d'acqua nel deserto.  Alla prossima.

P.S. lo zio arriva dopo cena. Ripeto: lo zio arriva dopo cena.

martedì 8 settembre 2020

ESP32-CAM - esperimenti 3

Sono ancora nella fase "meccanica" del progetto, ovvero l'housing dell'hardware. Devo confessare che non è affatto facile arrangiarsi a budget zero, con materiali ed attrezzi di fortuna, ma vorrei comunque provare a dimostrare che si può realizzare qualcosa di decente ed utilizzabile anche in queste condizioni (noi poveri facciamo così). Già, il consumismo sfrenato produce degli effetti devastanti nelle persone. In condizioni "normali" è sufficiente comperare una stampante 3d, si stampano gli scatolotti presi da files su cui altri hanno smadonnato a profusione ed il gioco è fatto. In questo modo però si soffoca la creatività, il ragionamento, l'ingegno ed il riuso dei materiali, producendo una società di idioti del copia & incolla, tutti fenomeni con i macchinari giusti e con il software già pronto, ma totalmente incapaci di far fronte agli imprevisti o alle necessità che richiedono un pizzico di intelligenza, di voglia di apprendere dagli errori, di pensiero laterale per aggirare gli ostacoli. A proposito di errori... uno l'ho commesso (tanto per cambiare). Tagliando i pezzettini che compongono le scatoline contenitori l'ESP32-CAM ho sbagliato le misure, due volte!!. La prima volta me ne sono accorto al momento di inserire la basetta elettronica... un paio di millimetri e l'hardware non entra (5 scatoline da buttare)... la seconda volta, dovendo rifare tutto da capo, sbaglio un altra misura... altri 6 millimetri... sto invecchiando davvero a tal punto che la prossima volta cercherò di ricordarmi la regola d'oro: "misura due volte, taglia una volta".

Per un alloggiamento "ottimale" ecco le misure (per 5 scatoline) riferite ai pezzettini da ritagliare. Si parte da del compensato dello spessore di 3 millimetri (se si usa uno spessore diverso occorre tenerne conto ovviamente)

5 pezzi BASE 36x44mm

5 pezzi COPERCHIO 50x42mm

10 pezzi fianco DX/SX 50x23mm

10 pezzi fianco  sup./inf. 36x23

Il foro per l'obiettivo deve essere da 7mm, meglio da 8mm, posizionato correttamente per permettere il centraggio del microscopico forellino di ripresa e che garantisca la cattura completa dell'esterno senza ombre. Meglio effettuare i fori prima dell'assemblaggio. Il foro inoltre va svasato in modo che l'invito a cono "autocentra" l'obiettivo.

Per tagliare il compensato da 3mm a misura, si può usare un cutter ed un righello. Io ho preferito anche usare una taglierina a ghigliottina, quella che si usa per la carta, funziona per lo spessore dei 3mm ma anche per 4 o 5mm a patto di esercitare una forza maggiore, un colpo secco e deciso ed il compensato si taglia bene. Per segnare le linee di taglio, matita e righello... meglio se si ha un calibro per incidere la linea che dovrà essere mezzo millimetro in più (di tolleranza, l'eventuale eccesso si può carteggiare con carta vetrata grana 80)

Dato che il materiale utilizzato è legno tenero (tenerissimo, midollino, praticamente legno di scarto, utilizzato per le cassette della frutta) è quasi obbligatorio trattarlo prima con un buon impregnante all'acqua (ecologico) e poi verniciarlo del colore desiderato, il più "mimetico" possibile se la cam deve essere occultata e non visibile dai potenziali ladri d'appartamento. Vedremo in altri esperimenti come occultarle in oggetti di uso comune. 

Assemblati i pezzettini con la termocolla, meglio se ci si aiuta con dei supporti a squadra, si passano i bordi con la carta vetrata, per pareggiare le giunzioni e si passa alla verniciatura. Al termine si inserisce l'hardware già programmato e si sigilla il tutto. Se un domani si volesse aprire, basta un pò di calore, un phon asciugacapelli alla massima potenza ed il coperchietto verrà via senza problemi. 

Per le staffe di fissaggio ci si può sbizzarrire con dei lamierini, dei supporti ad "L" o direttamente sui muri o sui mobili con del bi-adesivo, quest'ultimo più che sufficiente dato il peso esiguo del contenitore.

Prossimo step la realizzazione di una pagina web in grado di visualizzare contemporaneamente tutte e 6 le riprese in modo da poterle seguire anche da smartphone. Alla prossima.

P.S. il bufalo cornuto non carica, l'orso bruno dorme. Ripeto: il bufalo cornuto non carica, l'orso bruno dorme.