lunedì 2 marzo 2020

Reggi smartphone

Ed alla fine, topo tanto tribolare e buttare soldi in ciòttoli inutili, ho trovato 2 minuti per costruirmi un porta smartphone su misura. Già, dai miei fornitori preferiti, per ora, i cinesi, avevo preso, a distanza di tempo l'uno dall'altro (quando il coronavirus ancora non circolava), dei ciòttolini di plastica pubblicizzati come reggi telefono da tavolo. Nessuno dei due però si è rivelato adatto allo scopo. Sono realizzati entrambi per gli smartphone sottili, quelli progettati appositamente per piegarsi o rompersi quando ci si siede sopra, inavvertitamente, essendo le tasche posteriori dei pantaloni il posto (sembra) preferito per riporli... forse mi è sfuggita l'ennesima moda di far sparire i taschini, boh. Inoltre, quelli onnipresenti nelle bancarelle sono di dimensioni "sbagliate" se si vuole usare lo smartphone in verticale... appena si tocca la parte superiore dello schermo, non essendoci nulla dietro, il telefono si sposta o cade, essendo il baricentro del telefono posto fuori dell'area di appoggio. Serve qualcosa che lo regga veramente e che garantisca stabilità anche quando si pigiano i tastini laterali.
Da tempo ho preso un modello di telefono "da escursione", apparentemente indistruttibile e soprattutto a tenuta stagna, IP68. Viene venduto con un supporto in spugna galleggiante da usare in piscina, anche se vorrei vedere chi si mette a prendere il sole in piscina con il telefonino che se ne galleggia un pò dove gli pare...se squilla lo devi andare a prendere comunque, tanto vale lasciarlo sullo sdraio. 
A me serve in quanto, muovendomi spesso in bici con qualsiasi tempo (automobile addio), causa povertà cronica, non posso permettermi di rovinare il telefono per qualche goccia di pioggia. Pesa come un mattone ma... chissene, non sono come certi fighetti dai muscoli gonfiati si, ma della consistenza di un caco strafatto.
La cosa si fa problematica, oltre al peso notevole, per le misure fuori "conformità di massa". E' infatti troppo spesso (nel senso di thickness) per i reggi telefono "standard", per cui ho deciso di costruirmene uno al volo, da usare quando consumo il mio unico pasto, frugale e giornaliero... per me lo smartphone è come la TV (che non ho per scelta) con il vantaggio che me lo posso portare dove voglio. 
Avevo in mente varie soluzioni dalle forme fantasiose, di plastica, di legno, di metallo, tutti materiali presi da scarti e rifiuti vari. Il fato vuole che, in questo periodo, stia preparando dei regali con delle scatoline di cartone fai da te e pertanto, per non buttare i pezzi avanzati, decido di costruirlo di cartone, sì di cartone. E' un materiale veramente versatile, molto robusto e resistente, facile da lavorare, anche quello ad anima ondulata. Alla fine ne è uscito quello che si vede in foto. Fa veramente schifissimo ma è comodo per tenere lo smartphone orizzontale o verticale, garantendo stabilità in entrambe le posizioni per un corretto uso del touch screen.
Per la schifezza, quale essa sia, facciamoci delle domande e forniamo le risposte:
  • Funziona? Sì!
  • Devi venderlo? No! 
  • Devi presentarlo o prestarlo a qualcuno? No!
  • Assolve ai suoi compiti? Sì!
Perfetto, quindi... Utile, versatile, ma soprattutto...UNICO! Il tutto è tenuto assieme con della termo colla, che, se ben distribuita, assicura una rigidità più che sufficiente, non male davvero, credevo di no. C'è gente che si costruisce mobili, sedie, sgabelli ed armadi con il cartone, non ci credevo ma il risultato è straordinario. 
Ok, ed anche questo è fatto, procedo con i regali che stanno venendo benissimo ma non li posso pubblicare prima dei compleanni cui sono destinati. Pazienza. alla prossima. 

P.S. La trota nuota in acque torbide. Ripeto: la trota nuota in acque torbide.

domenica 1 marzo 2020

La chiave a pappagallo

Nel settore IT o digitale o tecnologico... quando si ha a che fare con l' "Informatica", tutto sembra più complicato.

Forse è il caso di ricordare che hardware e software, le fondamenta, altro non sono che attrezzi, niente di più, al pari di un martello, un cacciavite o di una chiave inglese.

Se si deve avvitare un bullone, va da sè che è necessaria una chiave inglese. Per una vite con testa a croce servirà un cacciavite con testa a croce, è ovvio vero? Avvitare un dado esagonale con un cacciavite a croce si può anche fare,  a patto di usare anche un martello, modificare e/o rovinare il dado e comunque non garantire un serraggio corretto. Ovvio no?

Esistono poi una moltitudine di varianti ai cacciaviti, ai martelli, alle chiavi inglesi e via dicendo. In ogni contesto servirà l'attrezzo più adatto. I martelli usati dai falegnami sono ben diversi da quelli usati dai calzolai, dagli idraulici, dai fabbri, dagli orafi, per forma, dimensione, peso...
C'è poi un attrezzo particolare, la chiave a pappagallo, pure questa soggetta ad una moltitudine di varianti ma che principalmente viene utilizzata dagli idraulici, i quali sanno perfettamente quando, come, dove e perchè usarla.

Credo sia pacifico pensare che nessuno si sognerebbe mai di chiedere all'idraulico, chiamato per una perdita di acqua, di usare una specifica variante di chiave a pappagallo e tanto meno imporre che venga utilizzato un attrezzo di una specifica marca.

Eppure, quando si parla di informatica... le cose cambiano.  In alcune realtà, i committenti assumono il ruolo di autorità che impone le proprie scelte in termini di hardware e/o software, sconfinando nel suggerire metodologie e modalità di svolgimento di una commessa, quale che sia, consulenza, fornitura, sviluppo.

Ma allora perchè all'idraulico nessuno dice nulla, mentre con gli informatici ci si sente autorizzati ad imporre gli attrezzi da usare? Un esempio banale...a chi non è mai capitato di sentire "richieste" di utilizzo, solo per fare un esempio, di whatsapp, skype, Windows, Office e via dicendo? A chi non è mai capitato che il committente richiedesse di usare specifici strumenti di misura o acquisizione, di marche particolari o specifici software? Anche per un semplice PDF, che è un formato ormai universalmente riconosciuto, ci si mette a discutere su quali strumenti usare per leggerlo o per crearlo. Per non parlare dei linguaggi di sviluppo o, più oltre, degli ambienti (o IDE) di sviluppo.

Sia chiaro, sto semplificando, forse troppo, ma lo schema resta sempre quello. Nessuno si mette a polemizzare su quale chiave a pappagallo cadrà la scelta dell'idraulico, forse perchè ci si focalizza più sull'allagamento in corso e sull'urgenza della soluzione, della serie "...non mi importa come, ma ferma la perdita!".
Ecco, quotidianamente le aziende hanno delle perdite a volte importanti. Perdite di dati, di fatturato, di reputazione, di tempo sprecato in disorganizzazioni e scelte scellerate. Ma l'urgenza, se e quando percepita al pari di un allagamento, si tramuta nella chiamata di un consulente tecnico al quale impartire una sequenza di direttive, l'uso di specifici strumenti e metodologie per risolvere il problema.

Allora, facciamo così. Se sai già cosa fare e come farlo, incarica un tuo impiegato o assumi, a tempo determinato, qualcuno che si fa chiamare Consulente ma accetta anche incarichi di lavoro subordinato e ripete tutto quello che gli ordini di fare.
Se invece credi ti serva uno specifico prodotto, rivolgiti ad un commerciante che sarà lieto di proporti un preventivo, mega sconti esclusivi e 3x2.

A volte vien voglia di fare come certi idraulici, rispondere alle chiamate come e quando ci pare e piace, praticare prezzi esorbitanti per le parti di ricambio e per la fattura... si certo, come no. L'importante è avere sempre con sè una chiave a pappagallo. Buona fortuna.  

P.S. questo articolo non è mio, l'ho preso in prestito dall'autore, ma mi sembrava troppo giusto per non riportarlo qui.

mercoledì 26 febbraio 2020

Varta type 57039 AC/DC Charger

Manutenzione straordinaria. Un infinità di post fa, nel eseguire dei test di "ricaricità" delle batterie non ricaricabili, ho dimenticato di pulire per bene la fuoriuscita di liquido della batterie sotto test. Poca roba, all'epoca trascurabile. Il tempo ha fatto il resto. Oggi dovevo testare un tester cinese, alimentato da una batteria ricaricabile a 9 volts. Prendo il caricabatteria e mi accorgo dell'ossido verde sui contatti. oi  oi, sòddolori. L'elettrolita delle batterie Ni-cd è corrosivo per i metalli. Allora apro il carica batterie (tre viti di sicurezza da aprire con cacciavite a forchetta) e vedo se si può recuperare. Per togliere l'ossido, l'unico metodo è quello meccanico. Spazzolino da denti usato (non li buttate nel secco non riciclabile vero?), un pò di alcool isopropilico e le incrostazioni più grosse vengono via. Per i contatti si può procedere con una carta vetrata finissima, 800/1000grit. Un controllo al microscopio per verificare se i conduttori dei componenti sono compromessi irrimediabilmente e si può testare il tutto. Funziona. Al momento non ci penso proprio di sostituire i componenti ossidati. Nemmeno di ricoprire con lo smalto il PCB, sarà oggetto di futuri interventi se sarà necessario, oggi no, ho troppo da fare. L'LCD del tester infatti presente delle macchie nere. Proprio non so cosa siano e da cosa dipende, forse il covid-19, boh. alla prossima.

P.S. il nido della cornacchia è pronto. Ripeto: il nido della cornacchia è pronto.

Disinfettante mani fai da te

E dopo il coronavirus (o COVID-19 che dirlo fa più glàm), dopo il panico isterico per un influenza brutta, dopo aver assistito alle comparsate mediatiche degli "esperti" che si prodigano a divulgare tutto ed il contrario di tutto, ma soprattutto con la comparsa dei soliti commercianti approfittatori disonesti e speculatori che hanno proposto confezioni di gel disinfettante mani e mascherine a prezzi stellari, ecco che stanno comparendo in rete le ricette fai da te per sopperire alla mancanza del disinfettante mani, per gli unani l'amuchina gel mani, che è un nome commerciale, anche se molti unani sono convinti che il termine Amuchina sia il nome del composto chimico base. 
Fra i suggerimenti proposti per la produzione fai da te del disinfettante mani ci sono un infinità di intrugli vegan-ayurvedici, paccottiglie e poltiglie improbabili oltre a liquidi di dubbia efficacia... se volete crederci fate vobis. In veneto.... un bel bagnetto nella grappa ed il virus scompare. 
Preoccupati per le Fake News, la stampa mainstream inizia ad allarmare i lettori unani per avvisarli della comparsa di numerosi guaritori dalla ricetta miracolosa. E nel farlo, ovviamente, non sanno fare altro, copiano ed incollano la versione "ufficiale" (che non si sa mai da dove arriva) senza controllare quello che scrivono. Come risultato, la confusione sale alle stelle e ci provo io a fare un pò di ordine. 

Lavarsi le mani per sessanta (60) secondi con il sapone. ripeto: Lavarsi le mani per sessanta (60) secondi con il sapone.

Finito, lo dice l'articolo di repubblica.  Ed io aggiungo: fatelo sempre più volte al giorno, SEMPRE, coronavirus o no, lavatevi sporchi unani, zozzi ed infetti. Farsi il sapone in casa è un giochetto da ragazzi, pochi ingredienti, un pò di tempo e pazienza.
Ma per la voglia di hackerare qualcosa, di fare qualcosa in più, visto che acqua e sapone non sembrano sufficienti (è il neuro marketing che ci frega), cerchiamo di capire cosa contiene l'amuchina, che lo si ripete è un nome commerciale a cui corrispondono formulazioni e concentrazioni diverse. Sostanzialmente è un gel che contiene cloro o più frequentemente ipoclorito di sodio. OK, già vedo frotte di unani correre in farmacia a comperare litri di ipoclorito di sodio... brutti idioti, sapete almeno come lo si può produrre in casa? Che fai se in farmacia non lo trovi? usi la candeggina per la lavatrice?. Unano! E poi.... lo usi puro? è liquido come l'acqua, occorre diluirlo e aggiungere qualcosa che lo faccia diventare un gel, altrimenti ti gocciola via e lo sprechi per niente. OK, come addensante cosa usi? la maizena? l'amido di riso? il cremor tartaro? ti serve qualcosa di trasparente ma denso... glicerina o glicerolo... è un liquido denso ed appiccicoso che cresce naturalmente in bottiglia sugli scaffali delle farmacie. Nemmeno questo ti sai produrre? vabbè allora.... vai e compra. 
La ricetta non è finita. Serve l'alcool.... puoi scegliere fra la grappa bianca (i veneti sono avvantaggiati), alcool etilico o isopropilico. Conosci la differenza fra etilico, denaturato e isopropilico?  Sei in grado di distillartelo in casa? No? nemmeno questo? e vabbè allora... compra,consuma e lamentati se lo fanno tutti e non trovi i prodotti e se li trovi costano un occhio, un motivo ci sarà. 

Ad ogni modo, è il caso di seguire la ricetta elaborata da tempo dall'OMS e pensata per i paesi poveri in via di sviluppo (si l'itaglia è un paese povero sottosviluppato, per cui è per voi). Eccola: 
  • 833 ml di alcol etilico al 96%
  • 42 ml di acqua ossigenata al 3%
  • 15 ml di glicerina (glicerolo) al 98%
  • Acqua distillata oppure bollita e raffreddata quanto basta per arrivare a 1 litro
Ah...la glicerina serve solo come emolliente per la pelle, non come gelificante.
Come esercizio, dato che sicuramente la moltitudine non ha in casa dei contenitori adeguati con le misure in millilitri, bisogna convertire gli "ml" in "grammi" che sono la millesima parte dei Kilogrammi, così con un bilancino da cucina ci si dovrebbe arrangiare meglio. Vi dò una dritta agratis, per la conversione serve il "peso specifico" dei liquidi. 

Anche i farmacisti si sono attrezzati con una ricetta a base di etanolo al 96%. Vediamo la ricetta, stavolta con le quantità in "Volumi":
  • 63% etanolo 96% (alcool etilico è la stessa cosa)
  • 37% acqua distillata
  • Gelificante (tipo SEPIGEL 305 nome INCI : aqua, polyacrylamide, C13-14 isoparaffin, laureth-7numero CAS : 38193-60-1 / 64742-47-8 / 3055-97-8
    incompatibilità : recipienti di alluminio, alcool oltre il 70%, elettroliti)....okkio che ad oggi sembra esaurito anche questo, te pareva.
praticamente etanolo gelificato "...per migliorare la texture..."... pur di vendere qualcosa... si, ok ma cosa sono i "Volumi"?... eh? manco qui ci arrivi da solo? Lascia perdere dai.

Ad ogni modo, sono ingredienti facilmente reperibili ma, come si nota nelle ricette OMS, manca l'ipoclorito di sodio, forse perchè in Africa, dova ogni mattina una gazzella muore, non è così immediato produrlo. Ci pensiamo noi. L'ipoclorito di sodio si ottiene con acqua e sale da cucina. Con l'elettrolisi per pochi minuti si ottiene l'ipoclorito di sodio (okkio all'idrogeno che si sviluppa, è altamente esplosivo). L'ipoclorito di sodio si può ottenere anche dall'acqua ossigenata e sale da cucina (H2O2 + NaCl -> NaClO + H2O. Semplice vero? Il sale non serve che sia bio - integrale- dell'himalaya o veganchic... SALE!
Ora manca la concentrazione di ipoclorito di sodio nella ricetta OMS, per essere sicuri. Possiamo però fare in due modi, alternativi o tutti e due. 
  1. Aggiungiamo del sale da cucina che reagirà con l'acqua ossigenata già presente nella ricetta OMS.  
  2. Aggiungiamo una quantità "ad penis" di ipoclorito di sodio alla ricetta 
Dovrebbe andare bene, oppure esplode tutto, non lo so non ho ancora provato per cui se saltate per aria nel tentativo, fatemelo sapere nei commenti ;-) oppure laureatevi in chimica e fra 5 anni avrete la risposta. 
Per concludere, ho qui una boccetta di disinfettante mani, presa mooolto tempo fa, in tempi non sospetti. Non è amuchina, è un altra marca già all'epoca mooolto più economica dell'amuchina. Contiene (senza indicazioni sulle percentuali ovviamente): 
  • aqua (sì è scritto così)
  • alcohol denat.
  • glyceryn
  • parfum
  • carbomer
  • aminolmethyl propanol
  • benzophenone-4
  • limonene
...tanta roba, vediamo di fare un pò di ordine.
Benzophenone-4 è un filtro UV, ingrediente di prodotti petrolchimici sintetici unecologici dato il loro processo di produzione inquinante e / o bassa biodegradabilità. Gli ingredienti di questo tipo possono avere un effetto indiretto sulla salute umana. 
Aminolmethyl propanol viene utilizzato per regolare il pH dei prodotti cosmetici: sostanza alcalina, che consente di aumentare il pH visto che il precedente è acido. 
Carbomer utilizzato per addensare i preparati come gelificante o emulsionante, ma anche come solvente per aiutare le formule a rimanere ben miscelate ed è classificato come "ingrediente non terribile".
Limonene è uno dei 26 allergeni regolamentati in Europa. Prende il nome dal limone in cui è presente in grandi quantità. In cosmetica, è usato per la sua fragranza.

Gli altri ingredienti sono facili da capire cosa sono, per formare  alla fin fine... nientepopòdimenoche.... dell'alcool gelificato!, una bella fregatura se ci si pensa, in rapporto al prezzo a banco. L'omessa indicazione della percentuale di alcool non permette di valutare l'efficacia disinfettante... meglio lasciarlo sugli scaffali e tenersi i propri risparmi per altre cose. Ora, se non siete degli unani consumatori compulsivi, provate a fare lo stesso esercizio con la classica Amuchina gel disinfettante mani e vedrete cosa state pagando... alcool e cloro gelificati, un affarone davero davero, ma se serve ad affievolire la vostra irrazionale e stupida paura dell'ignorante, accomodatevi e fate pure come 'zzo vi pare.
In buona sostanza, credo che procederò con replicare la ricetta OMS ma modificata con l'ipoclorito di sodio ed ovviamente imbottigliata nel contenitore del disinfettante "skifeza" appena lo finirò, visto che comunque ha il tappo a scatto che non serve svitarlo per far uscire il liquido. Se poi risulterà troppo liquido o troppo "puzzolente" di cloro, allora presto si fa ad aggiungere profumi o meglio aromi fatti in casa... ah, quest'ultimi, almeno questi, li sapete fare in casa vero?? neanche questi? no dai, allora ve le andate a cercare. Alla prossima, ma anche no.

P.S. la grappa è finita. Ripeto: la grappa è finita.