giovedì 19 maggio 2011

Lampada a pantografo (parte 2)

La ricerca del portalampada fotografato nel post precedente non ha dato esito positivo. Tutti i rivenditori che ho visitato si sono rimpallati il consiglio del tipo "prova di quà o prova di là". Negozi e grossisti di materiale elettrico non hanno a magazzino e sembra nemmeno a catalogo il pezzo. Tutti concordano, almeno in apparenza, sul disappunto di dover buttare la lampada per mancanza di un particolare economicamente insignificante rispetto al valore del bene. Così ho scoperto che esiste una vera categoria di consumatori delusi ed incazzati. Tutti i commercianti però hanno provato a vendermi un portalampada "alternativo", privo del pannellino forato per l'avvitamento al supporto metallico che compone la lampada vera e prorpia. Qualcuno ha ventilato anche l'ipotesi di comprare una lampada nuova... no grazie, mi spiace ma lavoro anch'io, poco, e sicuramente guadagno meno di te. Dopo un pò di googlate, trovo il sito del produttore e provo a contattarli via mail. Mi servirebbe anche il supporto a morsetto. La risposta arriva in pochi minuti. Prova a rivolgerti a questa azienda... è un rivenditore della mia zona e tratta articoli per centri estetici, non materiale elettrico. Conosco quei rivenditori...ho un parente che gestiva dei centri estetici ed indirettamente conosco le loro politiche commerciali. Prezzi stratosferici simili a quelli praticati a medici, avvocati e notai per articoli che in condizioni "normali" costano un decimo. Deluso dal comportamento di quel dipendente che di venerdì pomeriggio, bella giornata di sole, avrà ben pensato di scaricare frettolosamente il problema delegando la rottura di coglioni ad altri, decido di iniziare una campagna di boicottaggio a tappeto.
Irritato dall'ennesima riprova che la causa dell'intasamento delle discariche risiede nella mentalità consumistica dei commercianti, nell'ottusità dei politici e nella scarsa volontà degli utenti, decido che la miglior soluzione resta come sempre il "fai da te", a costo di farmelo di legno. 
Esaminando il portalampada con attenzione e con la consapevolezza che "o la va o si spacca", si nota che questo è completamente smontabile. Sì, incredibile ma è così. Smontabile=riparabile. Due linguette plastiche tengono agganciato due pezzi che tengono correttamente in sede le quattro linguette di contatto. Con un cacciavitino sottile, senza rompere nulla e con grande cautela è possibile aprire completamente il portalampada e sistemare, con una pinzetta, i contatti di rame che tengono agganciati i fili. Probabilmente il pezzo è stato progettato e realizzato in periodo in cui le cose venivano realizzate per essere riparate. Oggi credo che lo stesso pezzo (o similari) sia realizzato in pressofusione del tipo usa e getta. Sono stato fortunato. Devo ora cercare delle viti adatte (nella scatole delle viti di recupero conto di trovare qualcosa di adatto), controllare il reattore e lo starter e così divento il felice possessore di una seconda lampada a pantografo con lente, cromata e perfettamente funzionante. Ai 12 rivenditori e grossisti dedico il classico "gesto dell'ombrello", cui aggiungo il terzo dito, invitandoli al prossimo acquisto di pretendere solo materiale, merce e prodotti che si possono riparare (altrimenti...desisti). Ogni e qualsiasi rivoluzione inizia sempre dal basso, da noi. Alla prossima. 

P.S. l'auto nera è in panne. Ripeto: l'auto nera è in panne.
P.P.S. Marco andrebbe licenziato con un bel vaffanc*lo. Ripeto:  Marco andrebbe licenziato con un bel vaffanc*lo.

domenica 8 maggio 2011

Lampada a pantografo con lente

Al rientro da un giro in bici (30km), intento a schivare suv e pedoni citrulli, mi accuccio nel bunkerlab, al riparo dagli unani e decido di riparare una lampada a pantografo. Ne ho recuperate due, una bianca ed una in acciaio cromato, la prima funzionante (probabilmente presa a pedate) e l'altra in condizioni pietose. Un tecnico improvvisato ha infatti proceduto con togliere le viti del portalampada (e smarrirle ovviamente) comprese quelle del box con interruttore, oltre che strappare i fili, smontare il reattore e togliere lo starter in cerca di chissà quale guasto. Di rimontare il tutto nemmeno a parlarne, mi sa che ha gettato la spugna. La lampada in questione è una AFMA Art. 100/LF che monta un neon rotondo Sylvania Circline FC 22W/220V cool white W-germany. Per il collegamento servono 4 fili. Fase e neutro dal lato opposto alla molla ed i due bianchi nei due rimanenti.
La lente centrale (120mm - 5 diottrie credo) è una manna dal cielo per un vecchietto come me, che inizia ad avere problemi di vista  (l'illuminazione bianca brillante aiuta) con l'analisi - ispezione dei circuiti elettronici che ormai montano componenti così piccoli che è quasi impossibile vederli bene a occhio nudo, figuriamoci sostituirli...
Ad ogni modo, il tecnico smanettone ha ben pensato anche di strappare i fili dal portalampada che ha dei morsetti ad innesto. Se si strappano i fili si crea un danno ed il portalampada deve essere sostituito. Domani spero di riuscire a trovare il pezzo di ricambio. In caso contrario, la struttura a pantografo va bene per sostenere il cavo della fresa manuale che così non impiccia il piano di lavoro, la lente per qualche progetto di ottica (in cantiere nella to do list), il reattore per ricambio, non si sa mai.
Costo a nuovo? dai 35 ai 60 euro a seconda della marca e del tipo di lente. Costo del portalampada da sostituire? un paio di euro. Per ora, visto che ne ho una funzionante, sono felice di aver risparmiato. Tra poco la felicità raddoppierà. Alla prossima. 

P.S. Auto nera nel vialetto di casa. Ripeto: Auto nera nel vialetto di casa.

sabato 30 aprile 2011

Batterie scopa elettrica

E visto che è la giornata delle batterie, così lunedì faccio un unico giro, meglio provare a sostituire anche queste. Mi è capitata per le mani una scopa elettrica a batterie. La si trova su ebèi (o ibei) a 22 euri!
Ecco come la descrivono: "La Nuova Scopa Ruotante 2G combina l'eccezionale potere pulente della tecnologia Quad-Brush - potenti spazzole rotanti che raccolgono lo sporco su tutti e quattro i lati della testa di aspirazione - con un attacco snodabile a 360 gradi, che permette di manovrarla facilmente intorno a mobili e altri oggetti." ed ancora "La tecnologia innovativa di cui è dotata, fa sì che le particelle di polvere e sporco, una volta aspirate, restino nel contenitore di raccolta trasparente senza disperdersi nell'ambiente." WOW!!! persino una tecnologia innovativa!!!!!! che raccoglie lo sporco e non lo disperde nell'ambiente!!! ma come avranno mai fatto?? incredibile!
Una schifezza di elettrodomestico che solo ad una malata di mente in vena di buttare i soldi può venire voglia di comprarla. Impara a scopare come si deve, cretina! 
Un motorino alimentato da una batteria ricaricabile fa girare delle spazzoline disposte su un perimetro rettangolare, ciascun lato ingranato con l'altro in modo da creare un movimento rotatorio che convoglia lo sporco dentro una vaschetta di plastica. All'ingennere progettista diamo il 110 e lode della vergogna, ma forse è meglio conferire la prestigiosa onoreficenza a qualche mente malata del marketing. Non so ancora se è la pubblicità potente o se è la mente fragile. Questi ciottoli durano giusto il tempo di vita delle batterie (6 mesi??), poi vengono buttati ed a tutti tocca pagare i costi di smaltimento e subire i danni all'ambiente. Maledetti idioti! smettetela di comprare queste schifezze!. Se avete soldi da buttare, dateli ai poveri ed ai bisognosi o a chi invece lavora veramente. Dopo un pò di tempo che si usano, le scope elettriche si bloccano a causa dei capelli che si arrotolano nelle spazzole. Il grasso per terra della cucina (inevitabile) fa il resto e così alla fine ci si ritrova con le spazzole impastate di una m*rda che a toglierla c'è da bestemmiare in turco. Ora che si sa, c'è un buon motivo per non comprare. Ma, dato che l'aggeggio c'è, io porto i capelli cortissimi, la uso solo in camera da letto, le batterie le ricarico col sole, allora posso tenermela e provare a ripararla, così evito di buttare. Le batterie?? 6 elementi al Ni-mH AA in serie da 1.2V cadauna (7,2V totali) 1500mAh. Ho tentato di provare con le normali Dur*cell ricaricabili, ma le dimensioni non sono le stesse. Poi c'è la difficoltà di saldarle in serie con una piattina. Lo stagno fa comunque spessore ed alla fine le celle non entrano nel vano che dovrebbe portarle. Urge una soluziona alternativa, magari delle ricaricabili messe assieme con un sistema diverso (asportabili facilmente per la ricarica e fissate al manico con del velcro. Boh, magari in un ritaglio di tempo. Alla prossima.

AGGIORNAMENTO: ho acquistato le 6 batterie necessarie alla riparazione e le ho sostituite, collegandole in serie. Ho usato delle batterie AA 1,2 volts da 2400mAh già predisposte per la saldatura dei terminali di collegamento, per cui l'operazione di riparazione non è stata particolarmente difficile. Occorre stare attenti ad assemblarle alla distanza giusta che ne permetta l'inserimento nell'alloggiamento originale. Basta poco per unirle "storte" e vanificare tutto il lavoro. Spesa totale: 6 batterie 18,00€ (3,00€ l'una) ma credo che ad ordinarle via internet si possa spendere meno.  

P.S. Una rana verde salta il fosso. Ripeto: Una rana verde salta il fosso.