martedì 8 settembre 2009

DIY Hot air rework (V° finito)

Un successo. Ed anche questa realizzazione la mettiamo nell'elenco degli obiettivi raggiunti. Anche se non fa curriculum professionale, è sicuramente uno strumento che mi permetterà di effettuare riparazioni, recuperi, test e prove sull'hardware in indagini forensi, oltre i limiti ai quali pochissimi si spingono. L'idea di tappare le fughe d'aria con il silicone per caminetti si è rivelata vincente. In questo modo ho recuperato un pò di compressione in più, ho un flusso d'aria sicuramente migliore del precedente ed ho un pò isolato termicamente il manico di plastica dal tubo rovente. Anche il "dissipatore" artigianale, realizzato con rondelle metalliche di varie dimensioni e due fascette stringi tubo, fa il suo dovere disperdendo un pò di calore prima che si propaghi verso l'impugnatura. Una calotta di gomma siliconica gialla, recuperata da un altro stagnatore ora in pensione, permette la presa dell'attrezzo senza scottature. Anche dopo l'utilizzo per trenta minuti di seguito, non si notano colature o ammorbidimenti della plastica di supporto. Il getto d'aria, da potenziare un pò con una pompa più potente, va tenuto a pochi millimetri dal componente. L'attrezzo è pronto per lavorare dopo appena un minuto.
Con gli SMD a due terminali (resistenze, condensatori, piccoli transistor ecc.), l'operazione avviene in pochi secondi, tre al massimo dopo una fase di pre-riscaldo di almeno 5 secondi. Il distacco dei componenti con massa maggiore (il caso dei transistor di potenza che hanno la base stagnata su una grande area del circuito stampato), richiede l'ausilio di un pò di flussante liquido e di almeno 7-10 secondi. Per gli integrati invece si procede nel seguente modo. Si inserisce una lametta sotto il corpo plastico, per fare leva verso l'alto. Si dissalda una fila di piedini passandoci sopra l'ugello del soffiatore (muoverlo alternativamente), previa innaffiatura di flussante liquido. Tempo massimo 5 secondi e la fila si solleva senza problemi. Si passa poi alla fila opposta aiutandosi con una pinzetta. Un gioco da ragazzi. Manca il metodo per distaccare gli integrati quadrati... basterebbe un ugello della forma opportuna (in fase di ideazione) ed un soffio d'aria più forte. Dovrebbe funzionare. Per ora basta. I dati tecnici sono nei post precedenti. Alla prossima.

P.S. Il falco è a caccia sul fiume. Ripeto: Il falco è a caccia sul fiume.

lunedì 7 settembre 2009

e-scooter - Test meccanica e trasmissione (IV)

Procede bene il ri-assemblaggio del monopattino elettrico, e man mano che procedo, sono sempre più evidenti gli errori di progettazione e realizzazione dell'ingegnere "cinese" del reparto Ricerca & Sviluppo. Dopo aver teso per bene la catena di trasmissione, agendo sui due dadi posteriori che permettono anche la centratura della ruota, si nota come la corona dentata grande, assemblata sulla corona piccola della ruota posteriore, sia fuori asse. E' la corona piccola che credo sia completamente sbilanciata. Pazienza per il copertone, appena montato, che dovrebbe centrarsi automaticamente dopo i primi metri. Ma la corona dentata fuori asse verticale proprio non me l'aspettavo. A peggiorare le cose c'è la catena bloccata in un paio di punti. Gli elementi che dovrebbero seguire la curvatura degli ingranaggi, risultano bloccati a causa di un eccessivo periodo di fermo e conseguente arrugginimento. Svitol, lubrificante al silicone, nulla. Durante lo scorrimento si sentono dei colpi (cloc,cloc,cloc...) in prossimità dei punti bloccati che faticano ad entrare bene nei denti della trasmissione. Il supporto del motore inoltre, in corrispondenza dei punti bloccati che non entrano bene nei denti della corona del motore, si piega vistosamente di qualche millimetro. In queste condizioni ci sarà sicuramente un'usura eccessiva delle parti meccaniche in movimento (catena e corona) e una probabile rottura per fatica del supporto motore. Questione di tempo ma questo monopattino andrà a pezzi se lo si utilizzerà frequentemente. Come già descritto nei post precedenti, è un aggeggio di pessima fattura, scarsissima qualità, realizzazione indecente, in misura tale da alimentare il sospetto che la roba "cinese" vale poco ed è fatta malissimo. Spiace constatare, a fronte di queste critiche, una pletora di commercianti avidi e disonesti che, attirati dai costi bassissimi, ricaricano cifre astronomiche dimenticando il rapporto qualità prezzo e soprattutto dimenticando che questi mezzi non possono circolare per strada a meno che non si provveda ad omologarli (sic!), pagarci l'assicurazione, il bollo e circolarci con il casco ben allacciato in testa. Da un mio calcolo basato sulla personale esperienza di perito estimatore in ambito industriale, un accrocchio del genere può essere venduto sul mercato a 40 - 60 euro nel mercato italiano, iva compresa, non di più ed ancora ci si guadagna qualcosa. Non credo che il commerciante lo abbia pagato di più di 20 euro, anche se lo ha venduto a 250 euro. Un vero mago del furto. Per tornare al nostro monopattino elettrico, ormai in via di terminazione più per testardaggine personale che per convenienza, dobbiamo aggiungere che i margini di miglioramento sono enormi. Il telaio pesa troppo, è saldato male, è di materiale troppo pesante. E' possibile realizzarlo in alluminio, con un minimo di design italiano e risparmiare parecchi chilogrammi. Le batterie al piombo pesano troppo. Meglio quelle al litio che nonostante il costo maggiore (ed una diversa gestione in carica-scarica), siamo ampiamente entro la cifra esagerata cui è stato venduto. In ogni caso dovrò cambiarle in quanto queste non tengono la carica. Tutti gli altri componenti li ho tolti, luci, stop, frecce, specchietto, indicatori di carica batterie, sellino ammortizzato, carenatura (gialla!! che orrore), via tutto per togliere peso, bastano i miei 80 kg. Ora procedo con la realizzazione di una piccola pedana per poggiare i piedi e domani...il primo collaudo su strada...privata. Alla prossima.

P.S. La lampada del mio comodino è accesa ma fa poca luce. Ripeto: La lampada del mio comodino è accesa ma fa poca luce.

domenica 6 settembre 2009

e-scooter - Riparazione camera d'aria (III)

Mentre aspetto che reticoli il silicone nell'attrezzo ad aria calda che sto realizzando, procedo con l'assemblaggio del monopattino elettrico. sistemati i cuscinetti dello sterzo, tolta la ruggine e riverniciato il tutto, nel montare la ruota noto che non si gonfia. Procedo quindi a controllare la camera d'aria e mi accorgo di uno squarcio in un punto maledetto. In prossimità della valvola di gonfiaggio, c'è una fessura causata dal peso del monopattino con le ruote sgonfie per lunghissimo tempo. Il condotto è inciso in prossimità del contatto con il cerchione, in misura tale da pensare che "qualcuno" si sia divertito a girare con le gomme a terra. Il punto in questione è uno di quelli che i biciclettai rifiutano di riparare, preferendo la sostituzione della camera d'aria. Premesso che sarebbe effettivamente il caso di buttarla, anche per il fatto che è stata già riparata una volta e la cannuccia di gonfiaggio nella parte metallica è massacrata non si sa per quale causa, ma preferisco tentare di riparare.
I componenti che servono:
Mastice per camere d'aria (anche il bostik va bene)
Pezza preparata (per chi non se le sa fare in casa)
Carta vetrata
Tubo in gomma termo-restringente
Attrezzo per forare il cuoio
Attrezzi per smontare i copertoni

Ho preferito la pezza preparata in quanto ne ho un pò, ma è possibile costruirsi in casa anche queste, tagliando da una camera d'aria di recupero una pezza con i bordi "affilati" da un taglio a 30/45 gradi. Si può fare, mi è stato insegnato molto tempo fa dal mio babbo con la premessa..."impara l'arte e metti da parte", cui ho aggiunto "chi fa da sè fa per tre".
Si prepara il fondo con la carta vetrata, per togliere residui di sporco e per renderla ruvida in modo da migliorare la presa del mastice. Si spalma un primo strato di mastice nel tubicino della valvola. Si aspetta che evapori il solvente e poi ci si infila il tubo termo-restringente. Poi un soffio con il Phon asciugacapelli per stringere la gomma. Mentre il mastice si asciuga un pò, si pratica un foro centrale alla pezza preparata per farci entrare la valvola. Si spalma abbondante mastice nell'area che andrà coperta dalla pezza, compresa una porzione della valvola, e dopo aver aspettato 3-5 minuti che evaporino i solventi puzzolenti del mastice, si applica la pezza e si preme con decisione. Prima di provare a gonfiare si aspetta mezza giornata, anche 24 ore per sicurezza. Domani provo a vedere se la riparazione funziona. A mali estremi, so anche come si fa a cambiare di posto alla valvola... potrebbe essere una soluzione alternativa. Nel frattempo, cerco di sistemare la catena di trasmissione. E' rimasta ferma talmente a lungo che alcuni elementi si sono bloccati a causa della ruggine e faticano a seguire i denti sul perno del motorino. Svitol e grasso al PFTE non sembrano aver effetto...forse con l'uso frequente la cosa si sistemerà. Una piccola modifica al mozzo della ruota posteriore l'ho introdotta per distanziare correttamente il freno a tamburo dalla scodella fissata alla ruota. Funziona. Le batterie sono in carica e domani forse dovrei poter procedere con il primo collaudo provvisorio. Manca la pedana di appoggio per i piedi, l'eliminazione del supporto del sellino (che non voglio), il pannello per la presa di ricarica e per il fusibile principale ed il passaggio per i cavi elettrici, che ancora non so come proteggerli assieme alla centralina ed il motore. Ci penserò. Alla prossima.

P.S. Il pollo arrosto è cotto. Ripeto: Il pollo arrosto è cotto.

giovedì 3 settembre 2009

IP-301 Riparazione alimentatore

Da qualche giorno uno dei due telefoni IP che ho sulla scrivania ha cominciato a "gracchiare". La suoneria gracchia, l'audio in altoparlante gracchia, la cornetta gracchia. Sono gli IP-301 della Perfectone che ho riparato qualche post precedente. Immediatamente penso che l'apparecchio si sta guastando. Noto che le scritte sul display sono diventate pallide e stanno quasi sparendo. Sollevando la cornetta sento il tono di libero che però gracchia come una cornacchia. Provo a scambiare i cavi di rete (pensando ad un problema alla porta dello switch) ma niente da fare. Allora scambio i due jack di alimentazione e il problema si sposta nell'altro apparecchio. E' l'alimentatore. Lasciandolo spento per un pò la cosa si risolve, ma dopo mezza giornata il problema si ripresenta. Stasera, dopo aver provato a lasciarlo raffreddare, il telefono non si accende più. Alimentatore guasto definitivamente, morto, meglio così. I guasti che si presentano oltre una certa soglia di temperatura sono difficili da scovare.
L'alimentatore è un modello AC/DC Switching 9V 1,3 A modello GFP121T-0913, della GME - TAIWAN OFFICE : Room 1, 2F., No.703, Yuanhuan E. Rd., Fongyuan City, Taichung County 420, Taiwan (R.O.C.)
China Factory : #A19.Wetren Industrial Area. Tantou Village. Songgang Town.Shenzhen City.China
sito intenet: www.gme.com.tw
GENERAL SPECIFICATIONS:
Operating Temperature: 0 ~ 40°C
Operating Relative Humidity: 5%RH ~ 95%RH
Storage Temperature: -20 ~ 85 °C
Efficiency: 70% Min
INPUT/OUTPUT SPECIFICATIONS:
Input Voltage: AC90-240V/50-60HZ
Range Voltage: AC90-264V/47-63HZ
Output Power: 12W
Output Voltage: 3-15V
Over Current Protection: AUTO RECOVERY
Over Voltage Protection: 120%
Short Protection: THE ADAPTER SHALL NOT DAMAGE BY SHORT THE DC OUTPUT TO GROUND
Load Regulation: ±5%
Decido, sfidando me stesso, di tentare lo stesso esperimento effettuato con successo sull'alimentatore della fonera (vedi operazioni dettagliate). A breve l'aggiornamento ed i risultati ottenuti. Alla prossima.

P.S. La quaglia passeggia sotto il campanile. Ripeto: La quaglia passeggia sotto il campanile.