lunedì 7 settembre 2009

e-scooter - Test meccanica e trasmissione (IV)

Procede bene il ri-assemblaggio del monopattino elettrico, e man mano che procedo, sono sempre più evidenti gli errori di progettazione e realizzazione dell'ingegnere "cinese" del reparto Ricerca & Sviluppo. Dopo aver teso per bene la catena di trasmissione, agendo sui due dadi posteriori che permettono anche la centratura della ruota, si nota come la corona dentata grande, assemblata sulla corona piccola della ruota posteriore, sia fuori asse. E' la corona piccola che credo sia completamente sbilanciata. Pazienza per il copertone, appena montato, che dovrebbe centrarsi automaticamente dopo i primi metri. Ma la corona dentata fuori asse verticale proprio non me l'aspettavo. A peggiorare le cose c'è la catena bloccata in un paio di punti. Gli elementi che dovrebbero seguire la curvatura degli ingranaggi, risultano bloccati a causa di un eccessivo periodo di fermo e conseguente arrugginimento. Svitol, lubrificante al silicone, nulla. Durante lo scorrimento si sentono dei colpi (cloc,cloc,cloc...) in prossimità dei punti bloccati che faticano ad entrare bene nei denti della trasmissione. Il supporto del motore inoltre, in corrispondenza dei punti bloccati che non entrano bene nei denti della corona del motore, si piega vistosamente di qualche millimetro. In queste condizioni ci sarà sicuramente un'usura eccessiva delle parti meccaniche in movimento (catena e corona) e una probabile rottura per fatica del supporto motore. Questione di tempo ma questo monopattino andrà a pezzi se lo si utilizzerà frequentemente. Come già descritto nei post precedenti, è un aggeggio di pessima fattura, scarsissima qualità, realizzazione indecente, in misura tale da alimentare il sospetto che la roba "cinese" vale poco ed è fatta malissimo. Spiace constatare, a fronte di queste critiche, una pletora di commercianti avidi e disonesti che, attirati dai costi bassissimi, ricaricano cifre astronomiche dimenticando il rapporto qualità prezzo e soprattutto dimenticando che questi mezzi non possono circolare per strada a meno che non si provveda ad omologarli (sic!), pagarci l'assicurazione, il bollo e circolarci con il casco ben allacciato in testa. Da un mio calcolo basato sulla personale esperienza di perito estimatore in ambito industriale, un accrocchio del genere può essere venduto sul mercato a 40 - 60 euro nel mercato italiano, iva compresa, non di più ed ancora ci si guadagna qualcosa. Non credo che il commerciante lo abbia pagato di più di 20 euro, anche se lo ha venduto a 250 euro. Un vero mago del furto. Per tornare al nostro monopattino elettrico, ormai in via di terminazione più per testardaggine personale che per convenienza, dobbiamo aggiungere che i margini di miglioramento sono enormi. Il telaio pesa troppo, è saldato male, è di materiale troppo pesante. E' possibile realizzarlo in alluminio, con un minimo di design italiano e risparmiare parecchi chilogrammi. Le batterie al piombo pesano troppo. Meglio quelle al litio che nonostante il costo maggiore (ed una diversa gestione in carica-scarica), siamo ampiamente entro la cifra esagerata cui è stato venduto. In ogni caso dovrò cambiarle in quanto queste non tengono la carica. Tutti gli altri componenti li ho tolti, luci, stop, frecce, specchietto, indicatori di carica batterie, sellino ammortizzato, carenatura (gialla!! che orrore), via tutto per togliere peso, bastano i miei 80 kg. Ora procedo con la realizzazione di una piccola pedana per poggiare i piedi e domani...il primo collaudo su strada...privata. Alla prossima.

P.S. La lampada del mio comodino è accesa ma fa poca luce. Ripeto: La lampada del mio comodino è accesa ma fa poca luce.

domenica 6 settembre 2009

e-scooter - Riparazione camera d'aria (III)

Mentre aspetto che reticoli il silicone nell'attrezzo ad aria calda che sto realizzando, procedo con l'assemblaggio del monopattino elettrico. sistemati i cuscinetti dello sterzo, tolta la ruggine e riverniciato il tutto, nel montare la ruota noto che non si gonfia. Procedo quindi a controllare la camera d'aria e mi accorgo di uno squarcio in un punto maledetto. In prossimità della valvola di gonfiaggio, c'è una fessura causata dal peso del monopattino con le ruote sgonfie per lunghissimo tempo. Il condotto è inciso in prossimità del contatto con il cerchione, in misura tale da pensare che "qualcuno" si sia divertito a girare con le gomme a terra. Il punto in questione è uno di quelli che i biciclettai rifiutano di riparare, preferendo la sostituzione della camera d'aria. Premesso che sarebbe effettivamente il caso di buttarla, anche per il fatto che è stata già riparata una volta e la cannuccia di gonfiaggio nella parte metallica è massacrata non si sa per quale causa, ma preferisco tentare di riparare.
I componenti che servono:
Mastice per camere d'aria (anche il bostik va bene)
Pezza preparata (per chi non se le sa fare in casa)
Carta vetrata
Tubo in gomma termo-restringente
Attrezzo per forare il cuoio
Attrezzi per smontare i copertoni

Ho preferito la pezza preparata in quanto ne ho un pò, ma è possibile costruirsi in casa anche queste, tagliando da una camera d'aria di recupero una pezza con i bordi "affilati" da un taglio a 30/45 gradi. Si può fare, mi è stato insegnato molto tempo fa dal mio babbo con la premessa..."impara l'arte e metti da parte", cui ho aggiunto "chi fa da sè fa per tre".
Si prepara il fondo con la carta vetrata, per togliere residui di sporco e per renderla ruvida in modo da migliorare la presa del mastice. Si spalma un primo strato di mastice nel tubicino della valvola. Si aspetta che evapori il solvente e poi ci si infila il tubo termo-restringente. Poi un soffio con il Phon asciugacapelli per stringere la gomma. Mentre il mastice si asciuga un pò, si pratica un foro centrale alla pezza preparata per farci entrare la valvola. Si spalma abbondante mastice nell'area che andrà coperta dalla pezza, compresa una porzione della valvola, e dopo aver aspettato 3-5 minuti che evaporino i solventi puzzolenti del mastice, si applica la pezza e si preme con decisione. Prima di provare a gonfiare si aspetta mezza giornata, anche 24 ore per sicurezza. Domani provo a vedere se la riparazione funziona. A mali estremi, so anche come si fa a cambiare di posto alla valvola... potrebbe essere una soluzione alternativa. Nel frattempo, cerco di sistemare la catena di trasmissione. E' rimasta ferma talmente a lungo che alcuni elementi si sono bloccati a causa della ruggine e faticano a seguire i denti sul perno del motorino. Svitol e grasso al PFTE non sembrano aver effetto...forse con l'uso frequente la cosa si sistemerà. Una piccola modifica al mozzo della ruota posteriore l'ho introdotta per distanziare correttamente il freno a tamburo dalla scodella fissata alla ruota. Funziona. Le batterie sono in carica e domani forse dovrei poter procedere con il primo collaudo provvisorio. Manca la pedana di appoggio per i piedi, l'eliminazione del supporto del sellino (che non voglio), il pannello per la presa di ricarica e per il fusibile principale ed il passaggio per i cavi elettrici, che ancora non so come proteggerli assieme alla centralina ed il motore. Ci penserò. Alla prossima.

P.S. Il pollo arrosto è cotto. Ripeto: Il pollo arrosto è cotto.

giovedì 3 settembre 2009

IP-301 Riparazione alimentatore

Da qualche giorno uno dei due telefoni IP che ho sulla scrivania ha cominciato a "gracchiare". La suoneria gracchia, l'audio in altoparlante gracchia, la cornetta gracchia. Sono gli IP-301 della Perfectone che ho riparato qualche post precedente. Immediatamente penso che l'apparecchio si sta guastando. Noto che le scritte sul display sono diventate pallide e stanno quasi sparendo. Sollevando la cornetta sento il tono di libero che però gracchia come una cornacchia. Provo a scambiare i cavi di rete (pensando ad un problema alla porta dello switch) ma niente da fare. Allora scambio i due jack di alimentazione e il problema si sposta nell'altro apparecchio. E' l'alimentatore. Lasciandolo spento per un pò la cosa si risolve, ma dopo mezza giornata il problema si ripresenta. Stasera, dopo aver provato a lasciarlo raffreddare, il telefono non si accende più. Alimentatore guasto definitivamente, morto, meglio così. I guasti che si presentano oltre una certa soglia di temperatura sono difficili da scovare.
L'alimentatore è un modello AC/DC Switching 9V 1,3 A modello GFP121T-0913, della GME - TAIWAN OFFICE : Room 1, 2F., No.703, Yuanhuan E. Rd., Fongyuan City, Taichung County 420, Taiwan (R.O.C.)
China Factory : #A19.Wetren Industrial Area. Tantou Village. Songgang Town.Shenzhen City.China
sito intenet: www.gme.com.tw
GENERAL SPECIFICATIONS:
Operating Temperature: 0 ~ 40°C
Operating Relative Humidity: 5%RH ~ 95%RH
Storage Temperature: -20 ~ 85 °C
Efficiency: 70% Min
INPUT/OUTPUT SPECIFICATIONS:
Input Voltage: AC90-240V/50-60HZ
Range Voltage: AC90-264V/47-63HZ
Output Power: 12W
Output Voltage: 3-15V
Over Current Protection: AUTO RECOVERY
Over Voltage Protection: 120%
Short Protection: THE ADAPTER SHALL NOT DAMAGE BY SHORT THE DC OUTPUT TO GROUND
Load Regulation: ±5%
Decido, sfidando me stesso, di tentare lo stesso esperimento effettuato con successo sull'alimentatore della fonera (vedi operazioni dettagliate). A breve l'aggiornamento ed i risultati ottenuti. Alla prossima.

P.S. La quaglia passeggia sotto il campanile. Ripeto: La quaglia passeggia sotto il campanile.

mercoledì 2 settembre 2009

DIY Hot air rework (V° tentativo)

Ci siamo...quasi. Forte dei fallimenti precedenti, che per nulla mi hanno scoraggiato, ho deciso di avvolgere il filo riscaldante direttamente sul tubetto ceramico precedentemente utilizzato per isolare i fili della resistenza. L'altro tubetto l'ho usato per isolare il secondo filo dal primo. Il tutto l'ho inserito dentro il tubo metallico di supporto della punta, preventivamente isolato inserendo i foglietti di mica in modo che andassero a ricoprire internamente la superficie metallica. Ho inserito un tubicino plastico nel foro praticato nel manico e l'altra estremità all'uscita di una pompa per acquario. Dopo qualche secondo dall'accensione, l'aria che esce raggiunge i 430 gradi, più che sufficienti a sciogliere lo stagno e finalmente dissaldare piccoli componenti SMD in pochi secondi. Da un sommario collaudo, però, ci sono ancora alcune messe a punto da portare a termine. Dopo qualche minuto di funzionamento il manico in plastica scotta eccessivamente e la plastica di supporto tende ad ammorbidirsi e squagliarsi. Dato che è possibile ridurre un pò i margini di temperatura, che internamente raggiunge i 460 gradi, posso procedere in due modi:
  • Abbassare la tensione di alimentazione
  • Aumentare il flusso dell'aria
Opterò per la seconda soluzione, considerato che l'alimentatore 24V 10A è a tensione fissa e non ho proprio voglia, per ora, di progettarmi un alimentatore di tale potenza (almeno sino a quando non avrò finito di studiare come progettare un alimentatore switching). Sarà sufficiente acquistare una nuova pompa, più potente o meglio procedere con la costruzione di una ventola opportunamente progettata, basata sul principio centrifugo usato anche negli aspirapolvere. Ho già tentato di recuperare una macchinetta idro-jet (usata per la pulizia dei denti) a velocità variabile, ma la pressione dell'aria è insufficiente. Non può funzionare. Nel frattempo il Brico Center qui vicino a casa mia è talmente sfornito di materiale che ho più probabilità di trovare quello che mi serve in qualche bancarella di cinesi. Niente pompa per acquari un pò più potente di quella a 18,95 euro acquistata tempo fa . Me ne sono uscito solo con un tubo di silicone per caminetti, resistente sino a 1200 gradi...una quantità industriale per poche gocce che mi servono. Poco male, da tempo dovevo sistemare le crepe nel caminetto che uso per la carne alla brace.
Aumentando il flusso di aria a temperatura ambiente, in ingresso, si dovrebbe così diminuire di un pò la temperatura interna e dissaldare più rapidamente i componenti. L'alternativa è inserire dei dischi metallici in prossimità del manico, distanziati in qualche modo, con delle rondelle magari, per dissipare il calore prima che raggiunga la plastica. Sto pensando anche ad un microswitch da azionare solo quando mi serve scaldare un pò la punta... dovrò frugare per bene nei cassetti e scovare quei pulsantini recuperati da un mouse defunto.
Mancano ancora alcuni abbellimenti, più estetici che funzionali, e direi che ci siamo. La teoria si è rivelata esatta e la pratica può essere considerata un successo. Resta il problema di come dirigere e convogliare l'aria bollente su una fila di piedini che possono essere disposti in fila, a quadrato ed a varie dimensioni. Intanto provo così, con un collaudo approfondito, poi vedrò se mi viene in mente qualcosa. Alla prossima.

P.S. Il ventilatore nuovo è rotto. Ripeto: il ventilatore nuovo è rotto