mercoledì 22 ottobre 2008

Serbatoio sottovuoto (parte 5)

Uno stop tecnico...per ora. Collegàti i tubi del circuito pneumatico, ho proceduto a collaudare il tutto. Dopo aver inserito alcuni adattatori alla presa di mandata dell'aria compressa, ho azionato il pulsante per creare il sottovuoto e....nulla. La valvola venturi funziona ma il vuoto stenta a formarsi. Il manometro indica una sola tacca, ma non ne vuole sapere di schiodarsi da lì. Allora ho controllato tutti gli innesti dei tubi dell'aria, per verificare che non ci fossero perdite. Ho ri-teflonato il filetto del pressostato. Apparentemente è tutto a posto ma di vuoto nemmeno a parlarne. In rete ho trovato alcune caratteristiche di valvole che sfruttano il principio del tubo venturi, che garantiscono una percentuale di vuoto attorno all'85% (-8 bar circa). Per prova allora sto procedendo con l'utilizzo di una pompa per il sottovuoto dotata di un motore a 220 volts. Durante il collaudo però scopro che il perno fatica a girare, per cui ho proceduto con lo smontaggio del corpo di aspirazione per verificare cosa c'è che non va. La pompa è rimasta troppo a lungo ferma ed un pò di inchiostro (stranamente penetrato nel corpo rotante), dopo essersi rinsecchito ha praticamente bloccato il rotore. La pompa in questione è del tipo a palette rotanti. Un perno in ottone presenta 6 scanalature dove sono inserite delle lamelle di acciaio. Queste, per la forza centrifuga, scivolano sul corpo esterno formato da un eccentrico, creando così aspirazione ed espulsione dell'aria. L'inchiostro rinsecchito ha praticamente bloccato le palette rendendo la pompa inutilizzabile. Ho proceduto con la loro estrazione, meno due che non ne vogliono sapere di muoversi dalla loro sede. Per risolvere, ho immerso il perno dentro una soluzione di etanolo sperando che riesca a sciogliere le croste (prodotto specifico per testine di stampa). Lo lascio in quella posizione per alcune ore, per tutta la notte se serve.... vedremo. Successivamente dovrò procedere con la lubrificazione del rotore..svitol?? forse funzionerà. Come sempre, non mi scoraggio di fronte a queste sfide, al punto di chiamare la ditta produttrice della pompa ed ordinare un kit di palette di ricambio... quanto mai costeranno? sono in attesa di un preventivo. sono nelle loro mani. Poi dovrò capire cosa non va nell'impianto pneumatico. forse ho riutilizzato delle cannule intasate...devo controllare. Stay tuned.

P.S. Ciccio Paletta esce di 15. Ripeto. Ciccio Paletta esce di 15.

Serbatoio sottovuoto (parte 4)


Ecco uno schema elettrico di principio. E' pieno di errori nell'indicazione dei pin ed in alcuni simboli utilizzati. Sto sperimentando l'utilizzo di kicad per linux per il disegno di schemi elettrici. Ho dovuto crearmi una libreria apposita per i simboli mancanti e mi manca ancora un pò di pratica, ma ho la dote di imparare molto in fretta. Inoltre ho dimenticato le norme da utilizzare nella progettazione di schemi, per cui le indicazioni vanno prese "con le pinze". Credo comunque possa considerarsi terminata la fase di collegamento elettrico dei componenti interni al macchinario per l'aspirazione dell'inchiostro dalle cartucce di stampa a spugna. Non sono particolarmente entusiasta. La sezione del filo utilizzato, recuperata da un altro macchinario precedentemente rottamato in quanto presenti i mini fast-on di collegamento per i pulsanti, si è rivelata a mio avviso sovradimensionata. Di conseguenza, l'ingombro dei collegamenti è notevole, rendendo poco agevole la chiusura del pannello frontale. Devo ancora provvedere a riunire i fasci di fili in modo da fare un pò di ordine, ma credo che facendo ciò, provocherò un ulteriore irrigidimento dei collegamenti. Per ora mi accontento del "prototipo", riservandomi in futuro di accorciare i fili troppo lunghi e stagnare le estremità, visto che non ho i pin di innesto a crimpare. Manca il collegamento dell'interruttore di indicazione del "troppo pieno", lo realizzerò al volo dopo aver smontato il tutto e verniciato il contenitore. Posso ora passare al collegamento delle linee pneumatiche e passare poi al collaudo finale. Anche se me la sto prendendo con calma, non vedo l'ora di verificare se la teoria ipotizzata sia valida e se con questo macchinario posso finalmente risolvere il problema del blocco della fuoriuscita di inchiostro dalle testine ricaricate, quando nelle stesse si formano delle bolle d'aria (si consiglia comunque di non scaricare mai completamente la cartuccia durante l'utilizzo). Ne ho una decina in queste condizioni e vorrei recuperarle. Vengono vendute, se rigenerate, a circa 11 euro (o più) l'una, per cui dovrei risparmiare 110 euro circa. Se calcolo che per i componenti del macchinario ho speso solo un pò di tempo libero e circa 10 euro di legno e plexyglass, dato che tutto il resto è rigorosamente riciclato, riparato e recuperato, posso ritenermi soddisfatto...sempre che il tutto funzioni. Alla prossima.

P.S. Il lupo ha perso il pelo. Il vizio rimane. Ripeto: Il lupo ha perso il pelo. Il vizio rimane.

lunedì 20 ottobre 2008

Serbatoio sottovuoto (parte 3)

Continua il lavoro di realizzazione del macchinario per l'aspirazione delle cartucce ink-jet (priming). Stasera ho terminato di realizzare il contenitore (in multistrato) ed il pannello frontale (in plexyglass). Ho voluto procedere con cautela, badando che le misure fossero esatte ed i diametri dei fori "giusti". Domani procedo con i collegamenti elettrici, in seguito alla stesura dello schema elettrico che sto progettando. Ho deciso di aggiungere un relè di recupero con due deviatori. Rigorosamente di recupero, è un OMRON MY2IN, bobina a 24V DC con led di segnalazione e bottone di test bloccabile, montato su uno zoccolo per facilitare i collegamenti elettrici.
La bobina è posta in serie all'interruttore a depressione, normalmente chiuso, che apre quando si crea la depressione tarata in base ad una vite posta sul lato dove sporgono i due contatti. All'accensione, con pressione ambientale nella campana, il relè si eccita ed esclude la possibilità di azionare l'elettrovalvola di aspirazione. In queste condizioni sono possibili solo l'azionamento dello scarico del liquido eventualmente presente nella campana o l'azionamento dell'elettrovalvola per creare il sottovuoto.
Nel momento in cui il pressostato scatta, apre il circuito che eccita il relè e si abilita così il pulsante per l'aspirazione delle cartucce, escludendo la possibilità di azionare i pulsanti di scarico e di creazione del vuoto. Quindi, fintantochè c'è vuoto sufficiente, si procede con l'aspirazione, mentre sarà possibile ricreare il vuoto o scaricare il liquido solo dopo che la pressione del serbatoio sarà scesa sotto il valore di taratura del pressostato. I pulsanti utilizzati sono del tipo illuminato (sempre di recupero), con una lampadina interna che indica quindi quando è possibile azionare l'elettrovalvola associata. Azz... mi sono appena accorto di non aver praticato il foro della spia che indica il "troppo pieno" nel serbatoio. Il contatto, normalmente aperto, può essere collegato in serie alla lampadina di segnalazione. Si farà... tanto devo comunque smontare tutto per togliere la pellicola protettiva.

Con questo schema non è previsto alcun automatismo elettronico. Svuotare il serbatoio è possibile solo quando si diseccita il relè. Potrebbe però esserci ancora un pò di depressione all'interno del serbatoio, per cui c'è il rischio di risucchiare aria dal tubo di scarico che se è immerso nel contenitore di inchiostro esausto... occorre osservare il manometro prima di svuotare il tutto facendo attenzione a quello che si fa. Una centralina di governo ed un paio di sensori aggiuntivi con un microprocessore, sono in preventivo per quando inizierò a sperimentare qualcosa al riguardo...
Terminata la fase di sperimentazione, procederò con una mano di vernice (bianca) per rendere il tutto "impermeabile" ad eventuali fuoriuscite di inchiostro ed esteticamente più gradevole all'occhio. Sto pensando di praticare un paio di fori laterali in cui inserire due griglie recuperate da alcuni mobili da camper, per permettere all'aria espulsa dalla valvola venturi di uscire. Li pratico alla fine in quanto prima vorrei rendermi bene conto dell'ingombro dei collegamenti. Per ora, stop che mi devo rilassare ancora un pò. Alla prossima

P.S. Anche l'occhio vuole la sua parte. Ripeto: Anche l'occhio vuole la sua parte.

lunedì 13 ottobre 2008

Riparazioni (Polti Eco Pro 3000)

Stamattina avevo programmato di usare il vaporetto POLTI EcoPro 3000 per dare una pulita alle morse di blocco delle cartucce di stampa. Riempio il serbatoio, attacco la corrente, provo il pulsante di azionamento del vapore e...nulla. Speravo che una riparazione provvisoria eseguita in precedenza, durasse un pò di più. Il sintomo evidenziato, indica il blocco dell'elettrovalvola che apre il passaggio del vapore al tubo di mandata. Avevo notato la formazione di un pò di ossido di rame all'interno dell'elettrovalvola, ed avevo "risolto" lubrificando l'interno con un pò di Svitol (vedi seconda foto). Per un pò la cosa aveva funzionato egregiamente. Ma dopo un mese di inattività, il macchinario ha smesso nuovamente di ubbidire ai miei comandi. E' nota la mia volontà di riparare le cose, che se fosse per me i riparatori vampiri andrebbero in rovina, aiutato anche da chi invece butta al posto di aggiustare. Il vaporetto è facile da aggiustare, bastano solo un pò di precauzioni e le parti di ricambio che vanno ordinate ai centri di assistenza autorizzati (con tempi di attesa biblici a volte).
Si toglie, con una chiave a brugola per svitare il seme che la fissa ad un perno, la manopola di regolazione del vapore. Si toglie, svitandolo, il tappo di sicurezza che chiude il serbatoio (è un tappo che gira a vuoto se all'interno della caldaia c'è pressione). Si svitano 4 viti con testa a croce, poste sotto l'apparecchio, in cavità profonde e simmetricamente disposte nella circonferenza esterna. Si solleva delicatamente il coperchio, facendo attenzione ai fili elettrici ed al tubicino di rame che va al manometro che indica la pressione. Attenzione a non toccare a mani nude la lana di vetro. E' consigliabile l'uso di guanti in lattice ed una mascherina. La lana di vetro, se manipolata, si pianta nella pelle producendo un fastidioso prurito (aghi di vetro), se respirata... non credo faccia molto bene, meglio essere prudenti. L'elettrovalvola è quella che si vede nella prima foto. Si toglie il dado che tiene ferma la bobina, dove sono innestati tre fili (uno blu, uno marrone ed uno giallo-verde) e si toglie il blocchetto. Questo per facilitare lo svitamento dell'elettrovalvola.
Con un attrezzo adeguato si cerca di fare leva sulla fascetta metallica che tiene serrato il tubo nero che manda il vapore all'attrezzo esterno. Occorre fare attenzione a non romperla, nel caso procurarsi una fascetta a stringere con la vite (ferramenta o negozi di idraulica). Tolto il tubo, si usa una pinza e si cerca di svitare l'elettrovalvola dalla sua sede, facendo saltare la resina sigillante. Per inserire la nuova valvola, fare le operazioni inverse, usando l'accortezza di sigillare con del nastro in teflon la parte filettata dell'elettrovalvola. Ricordarsi di recuperare il feltro nero e rotondo posto sotto la manopola di regolazione. Il costo dell'elettrovalvola originale, 21 euro... lasciamo perdere i commenti sui vampiri altrimenti mi incazzo. Risparmio effettivo: 30 euro per diritto chiamata, mettiamo mezz'ora di lavoro altri trenta euro se va bene, sempre se non ci si imbatte in un laboratorio disonesto che ti dicono di aver cambiato un pezzo al posto di un altro...... direi che tutto sommato il bilancio è positivo. OK. Posso proseguire. Alla prossima.

P.S. Usare farina di grano duro. Ripeto: Usare farina di grano duro.