mercoledì 17 settembre 2008

Geroglifici nei tribunali

Sembra che il progetto di affossare il sistema giudiziario italiano, sia agevolato in qualche modo dalle "talpe" che lavorano dall'interno. Sono note, solo per i più informati che non guardano la TV di regime e i giornali dei soliti editori interessati a manipolare le notizie, le azioni e manovre di questo governo di rendere inefficaci le azioni della magistratura.
Lo sforzo, nemmeno tanto nascosto dai proclami smentiti il giorno dopo, si concentra nel togliere silenziosamente risorse e strumenti alla magistratura, alle forze di polizia, a chi ha il compito (non si sa quanto ancora in modo indipendente) di controllare, giudicare e punire gli illeciti.

Attorno a queste strutture, lavorano a vario titolo una moltitudine di realtà. Impiegati, cancellieri, avvocati, giudici, consulenti tecnici, fornitori, uscieri, ecc...
Entrare nel mondo dei tribunali, non come imputato o testimone, significa conoscere una realtà parallela, dove il concetto di spazio - tempo è sovvertito ed ancora oscuro ai più. La mia attività con questa realtà, inizia quasi 20 anni fa. L'impatto è stato "devastante". Ma una cosa in particolare mi ha colpito. Il computer nei tribunali è utilizzato male, malissimo, a volte per nulla. Nel corso delle udienze, il giudice scrive ancora a mano i verbali, a volte li fa scrivere a uno degli avvocati presenti, a volte c'è un impiegata che lo fa.
Scrivere a mano ciò che viene dettato è un compito arduo che mal si concilia con la calligrafia e con lo scopo primario di comunicare decisioni importanti. Gli avvocati dopo uno smarrimento iniziale, hanno imparato a decifrare i geroglifici impressi sulla carta. L'uso ricorrente di frasi e modi di dire, permette una "facile" interpretazione, a senso, dei simboli trascritti. Per me, la prima volta, ed ancora oggi a distanza di quasi 15 anni, trovo delle "difficoltà".
Alcune grafìe sono obiettivamente indecifrabili. Vedere gli esempi per credere. Da buon informatico mi chiedo... cosa costerà mai dotare di un portatile l'impiegato o il giudice. Sarei disposto ad insegnargli ad utilizzarlo... gratis pur di vedere un verbale comprensibile, pur di vedere un pò di ordine.
Siamo nel 2008 ed ancora si blatera in tema di spese di giustizia. Sarà sbagliato il sistema di approvvigionamento delle attrezzature, saranno gli scarni trasferimenti statali, sarà che chi deve giudicare le offerte e gli appalti non ne capisce una mazza, ma sicuramente qualcosa che non va c'è, oltre ai gravi problemi accennati in esordio a questo post. Lascio il compito di "tirare a indovinare" cos'è scritto negli esempi qui riportati. Potrei istituire un concorso a premi. Chi li indovina tutti vince un computer portatile (Giudici e impiegati dei tribunali sono agevolati, nella speranza che capiscano almeno la loro scrittura). Ciao


P.S. ljlvf sfdòljfiit òdcldoq 4kdkc9. Ripeto: ljlvf sfdòljfiit òdcldoq 4kdkc9.

lunedì 15 settembre 2008

imminente migrazione

sono in corso esperimenti su CMS, domini e DNS.... stay tuned.

P.S. Uscire dal retro. Ripeto: Uscire dal retro.

sabato 13 settembre 2008

Autopsia di una cartuccia di stampa

Due giorni di pioggia e la vernice di un lavoretto in corso che si asciuga lentamente. Ne approfitto per fare a pezzi una cartuccia di stampa che ad inserirla nel suo alloggiamento, esce un errore e non si riesce di farla funzionare. Tanto vale smontarla e vedere com'è fatta all'interno, anche per capire meglio come ricaricarla col metodo artigianale della siringa. Sto parlando della cartuccia tricolor HP n°57.

1) rimozione dell'etichetta. Si notano 5 fori e delle canalette a serpentina. Nei fori si intravedono anche i colori dei serbatoi sottostanti. Dei 5 fori solo tre sono quelli che effettivamente ci servono. Quello centrale superiore è per l'inchiostro magenta (o rosso per capirci). I due fori a sinistra sono per il giallo, mentre i restanti a destra per il ciano (l'azzurro dai....). E' possibile notare che le canalette a serpentina terminano in quattro delle piazzole rettangolari poste in prossimità della piastrina azzurra visibile in foto. Sono queste 4 piazzole che non devono essere coperte dall'etichetta in quanto permettono il passaggio dell'aria man mano che l'inchiostro esce dagli ugelli (2 sono in comune per il rosso, 2 sono per giallo e blu, le altre sono inutili). Non si deve creare il vuoto all'interno di questo modello di cartuccia, come erroneamente specificato in molti siti che vendono kit di ricarica. L'operazione di "succhiare" 2 o 3 ml dopo la ricarica, serve a favorire il flusso di inchiostro negli ugelli ed evitare così che ci si fermino delle bolle che impedirebbero il corretto funzionamento della cartuccia. I fori che ci interessano per la ricarica sono quello centrale in alto ed i due più in basso (guardando la cartuccia con i contatti dalla parte opposta di chi guarda).
2) rimuovere il coperchio azzurro. E' saldato con gli ultrasuoni, pertanto non sperare di farlo saltare come se fosse incollato. Con un taglierino (tipo quello per tagliare la moquette o il linoleum) occorre praticare una incisione e fare leva con un cacciavite piatto lungo tutto il bordo. Impossibile che venga via integro a meno di non usare molta calma e pazienza. Esistono in commercio delle macchinette per rimuovere il coperchio, dedicate per questo tipo di cartuccia (costano un sproposito). Magari con un tool tipo dremel e la fresetta diamantata si riesce a fare in modo di tagliare e poter poi ri-assemblare la cartuccia, che così è più comoda da ricaricare in quanto si può controllare livello e quantità di inchiostro presente all'interno dei tre serbatoi (e magari un lavaggio completo dopo la contaminazione fra colori no?). Osservando il coperchio, nella parte inferiore, è possibile notare un paio di cose. C'è una specie di "argine" rialzato, che "separa" i tre serbatoi, che si interrompe ogni tanto. In caso di overfilling, quando si mette troppo inchiostro e lo si vede fuoriuscire dal foro di ricarica, l'inchiostro non essendo arginato, può andare a contaminare le altre spugne, con effetti cromatici "interessanti". La posizione dei fori di ricarica va presa in considerazione. Nel caso del rosso, questo si trova proprio in prossimità del filtro che va agli ugelli. Inserire un ago troppo lungo significa forare il filtro e rovinare la cartuccia che potrebbe in teoria intasarsi senza possibilità di rimedio. Per gli altri due colori, se si usano i fori più in basso, non c'è pericolo ma l'inchiostro si concentra in un area un pò distante dai filtri, il che spiega perchè a volte esce solo il rosso e gli altri due colori, anche se i serbatoi sono pieni, non ne vogliono sapere di uscire. In questo caso è meglio "centrifugare" la cartuccia, manualmente, tenendo gli ugelli protetti e chiusi dalla clip di supporto (altrimenti skizza) e fare in modo che l'inchiostro vada verso il fondo. E' un metodo empirico ma funziona, specie dopo che l'ago non è stato inserito a fondo per paura di forare il filtro. In un post precedente ho già parlato di questo inconveniente. Certo è che il problema con queste cartucce, non si sa mai se i serbatoi sono completamente vuoti. I diagnostici "tirano ad indovinare" quale colore sta per finire, ma il sistema è tratto in inganno se non si segue la procedura di reset dei livelli (procedura che richiede 2 set di cartucce e tempo da perdere). Se poi la carticcia è quella del solito amico, mica si sa quale colore manca e quale è ancora quasi pieno. Per questo sto pensando di auto costruirmi una centrifuga per svuotare completamente le cartucce e ricaricarle con la stessa quantità originale (5 ml circa per ogni colore). Se a causa dell'overfilling le spugna sono "contaminate", pensare di sostituirle è un impresa. La rottura del coperchio azzurro può compromettere l'inserimento nel carrello o la stabilità della cartuccia stessa... meglio tenersi il rosso un pò viola, il giallo un pò verde o marrone e così via. Potrebbe esserci una soluzione però. Se la centrifuga funzionasse, si può pensare di lavare l'interno della cartuccia con acqua distillata inserita con la siringa in più passaggi ed alla fine ricaricare col colore.... potrebbe funzionare?? Proverò.
3) rimozione delle spugne. Con una pinzetta basta fare leva alternativamente sui lati corti. Sono inserite a pressione e ci vuole poco per toglierle. Occorre fare molta attenzione a non sporcare e schizzare inchiostro sui vestiti o su ciò che si trova a tiro. Se la cartuccia è piena, come quella in analisi, si può notare dell'inchiostro che resta in fondo ai serbatoi. Una volta rimosse le ho sciacquate in acqua corrente, così come pure la cartuccia, ponendola per un pò di tempo sotto il rubinetto per far si che si pulisse completamente anche il percorso spugna -
ugelli.
Sotto le spugne, in prossimità della piastrina che ospita gli ugelli, c'è un filtro "metallico" credo, a trama molto fine. Sotto di esso un semplice canale che va a finire in corrispondenza degli ugelli. Gli ugelli sono visibili in foto, disposti su 4 file (così sembra). In mancanza di un microscopio abbastanza potente, mi limito qui, per ora. Mi risulta infatti che la tecnologia hp usa dei componenti elettronici (dei FET) per comandare gli ugelli. Non so se il modello in questione è di tipo piezo o a resistenza termica. Ciò che mi affascina è collegare dei fili ai contatti e sparare a mio piacimento delle bolle, per cui, appena avrò googlato abbastanza, posterò qui i risultati. Con i mezzi a disposizione non sono riuscito a scovare strani circuiti. Non mi è chiaro se queste cartucce contengono un chip di scadenza, magari numeri seriali o altri dati che ne inibiscano il funzionamento oltre una certa data. La data stampigliata nel corpo della cartuccia fa riferimento, secondo la documentazione ufficiale HP, alla scadenza della garanzia... il che mi sembra strano. Se una cartuccia per qualche motivo resta a magazzino per molto tempo, si riduce il periodo in cui si può utilizzare in garanzia? Ad ogni modo, attualmente utilizzo cartucce ricaricate almeno 6 volte di fila sempre sulla stessa stampante e nessuna segnalazione in merito a scadenze o malfunzionamenti mi è mai arrivata (vero però che la data settata all'interno della stampante è del 2001... sarà per questo? boh, non ho voglia per ora di fare delle verifiche. Ma in ogni caso, come fa la stampante ad accorgersi che una cartuccia è cambiata se non leggendo un qualcosa memorizzato su di essa??. Ci deve essere sicuramente qualcosa a livello di chip, vedrò di trovare il sistema per scoprirlo. Per come è montata, il nastro marrone trasparente che porta i segnali è asportabile (è incollato) ma non si riesce a togliere la piastrina con gli ugelli. Forse dovrei provare con qualche prodotto in grado di sciogliere la colla epossidica, o con una pistola termica... boh... mi verrà in mente qualcosa.
Nel retro della cartuccia ho notato un "rigonfiamento" quadrato che sembra non abbia ragione di esserci, come se ci fosse qualcosa coperto da un'etichetta... rfid?? no, è solo un etichetta nera posta sull'etichetta originale HP che contiene il codice a barre 3d della cartuccia.
Ora sarei un pò stanco. Vado a nanna. Alla prossima

P.S. Piove nel giardino di ugo. Ripeto: Piove nel giardino di ugo.

giovedì 11 settembre 2008

Oculare illuminato per PCB (parte 2)

In una pausa di lavoro, ho terminato la realizzazione dell'oculare illuminato per l'ispezione dei circuiti stampati (PCB). Inizialmente ho praticato nel corpo dell'oculare, tre fori inclinati da 5mm, equidistanti sulla circonferenza (a 120°...beh, non proprio... diciamo circa dai) ove alloggiare tre led bianchi. Prima di procedere con i collegamenti, ho provato ad alimentarli per verificare il risultato. Purtroppo, l'inclinazione si è rivelata insufficiente ed in questo modo risulta impossibile regolare ed aggiustare l'orientamento. Per fare sì che i tre led illuminino un unico punto, ho deciso di inserirli all'interno lasciando 2 mm di distanza fra la loro base ed il corpo dell'oculare. Così posso orientarli e focalizzare la luce esattamente al centro dell'immagina ingrandita.
Effettuati i collegamenti ed alloggiato un microswith a levetta (di recupero da una stampante laser ove era utilizzato come fine corsa di un meccanismo), ho saldato un connettore per una pila da nove volts. Non sono contento. La soluzione a batteria, sebbene del tipo ricaricabile, non è adatta per usi prolungati. Ho quindi frugato nei cassetti ed è saltato fuori un carica batteria di un vecchio giocattolo. 8,2 volts, regolati in corrente, che diventano 7,9 sotto carico, quando i tre led in serie sono alimentati. La luce è più che sufficiente, ma non ancora brillante come la vorrei. Devo controllare negli scatoloni, se salta fuori qualche alimentatore da muro da 220 a 9 - 10 volts... sicuramente salterà fuori. Nel frattempo ho tentato di fare qualche foto, per visualizzare il risultato e documentare il successo del lavoro effettuato. La messa a fuoco automatica della digitale non mi permette di effettuare foto ravvicinate come vorrei e per la modalità manuale devo leggermi le istruzioni. Mi sa che userò la macchinetta a pellicola, mooolto meglio per le macro. Nella foto è possibile vedere l'integrato della ST Microelectronics M24C32, un "64KBIT AND 32KBIT SERIAL I²C BUS EEPROM" montato su zoccolo e che fa parte della logica di controllo di una stampante laser Kyocera. Nella terza foto lo stesso integrato con un illuminazione diversa (dovuta all'angolo di scatto) Ad ogni modo, devo dire che ad occhio nudo l'immagine è perfettamente a fuoco, discretamente illuminata (forse 4 o 5 led è meglio) al punto da permettere la lettura delle sigle degli integrati.
Anche i particolari più piccoli sono ben visibili. Tutto sommato sono soddisfatto. Devo procedere ora a creare un involucro per nascondere i fili. Sto pensando alla copertina flessibile di certe cartelline di plastica, o a delle lastre di plastica sottile utilizzata come divisori nei vecchi manuali dell'IBM. Mi farò venire in mente qualcosa. Nel frattempo, anche con qualche giro di nastro isolante, posso utilizzare l'oculare senza troppe preoccupazioni estetiche. Va bene così. Ciao

P.S. Occhio per Occhio, 6x6. Ripeto: Occhio per Occhio, 6x6.