Se c’è una regola che ormai ho adottato in modo permanente è questa: più la spiegazione per un evento anomalo è risibile, più è grossa la bugia che si vuole nascondere.
P.S. La mano è morta. Ripeto: La mano è morta.
diario sporadico, ipotecnologico, impreciso, pressapochista, scorretto, inutile e minimalista di un sedicente hacker informatico stagionato, bugiardo, logorroico, ignorante, incompetente, polemico, analfabeta, taccagno, egocentrico, smanettone, egoista, sociopatico, anaffettivo, demente, bipolare, autistico, asociale, refrattario, paranoico, psicoleso e mentalmente disturbato
Se c’è una regola che ormai ho adottato in modo permanente è questa: più la spiegazione per un evento anomalo è risibile, più è grossa la bugia che si vuole nascondere.
P.S. La mano è morta. Ripeto: La mano è morta.
Nome Prodotto:
"Old Hacker - Vintage Cybersecurity Legend"
Tagline:
"L'esperienza di ieri, la sicurezza di domani... oppure almeno ci prova."
Action Figure:
Uomo sulla settantina, capelli grigi arruffati, occhiali spessi, camicia a quadretti e gilet di lana.
Porta al collo una chiavetta USB come collana.
In una mano tiene un vecchio laptop IBM ThinkPad; nell'altra una lente d'ingrandimento simbolo dell'OSINT.
Postura leggermente incurvata ma determinata.
Accessori:
Chiavetta USB "Rubik's Cube edition" (forma a cubo, finta, non funzionante).
Mini modem 56k con suono incorporato (premendolo, emette il famoso stridio di connessione).
Manuale cartaceo miniaturizzato:
"Cybersecurity avanzata spiegata in DOS Prompt"
Berretto di lana con la scritta "Privacy Warrior".
Laptop vintage (aperto su un terminale Linux con ASCII art).
Set di floppy disk colorati con etichette:
"Top Secret Data"
"AI Neural Net"
"OSINT Toolkit"
Extra digitali (immaginari o scaricabili da QR code nel retro):
Template Excel per "Analisi forense di rete"
Lista "Top 100 tool Open Source... del 1998"
Script bash di esempio: grep -r password /
Stile: fumettoso, colori retrò (beige, marrone, verde oliva).
Sfondo: scheda madre disegnata a mano + effetti "CRT monitor" (linee di refresh orizzontali).
Logo:
→ un floppy disk con una serratura sopra e due chiavi incrociate come insegna.
Slogan sul fronte:
"Dimentica il phishing... quando lui c'era si bucava con il telefono!"
Retro blister:
Biografia fittizia:
"Dopo decenni a configurare stampanti e combattere il malware su Windows 95, il nostro eroe torna per sconfiggere le minacce della nuova era digitale. Armato di pazienza, memoria a breve termine variabile e decine di backup su CD-R, affronta la cybersecurity moderna a modo suo!"
Skill bar a livelli (0–100):
🔒 Password Management: 90
🛡️ Firewall Tuning: 75
🤖 AI Ethics Rants: 100
🔍 OSINT Investigation: 60
🧑💻 Social Engineering (accidentale): 95
🪛 Hardware Recovery: 85
🧠 Recall di RFC obsoleti: 110
Old Hacker Deluxe Edition:
con Raspberry Pi, router openWRT modificato, badge DEFCON finto.
Companion Pack "Young Sysadmin Skeptic":
il giovane collega che corregge il nonno digitale.
Chip NFC integrato nel cartoncino del blister per simulare un "attacco" fisico con tag malevolo (naturalmente disabilitato o neutro, pensato come easter egg).
Mini badge QR code per portare al download di script di esempio scritti male e richiedere la "patch del firmware mentale".
Variante:
Alla prossima...forse.
P.S. la barba è finta. Ripeto: la barba è finta.
Nome della Serie:
💾 "BYTE HEROES - LEGGENDE DEL SILICIO™"
Personaggio:
🧠 L’INFORMATICO SMANETTONE
(alias: Il Domatore del Kernel)
Design Blister Frontale:
Blister trasparente con sagoma sagomata che mostra l’action figure in posa “debugging feroce”.
Sfondo grafico tipo terminale Linux a schermo verde, con linee di comando e ASCII art di pinguini, Tux, BSOD e circuiti.
In alto, un LED RGB che si accende quando si tocca il blister (!).
Look: Cappellino da sysadmin, occhiali a fondo di bottiglia, barba incolta, felpa con la scritta "RTFM", pantaloni cargo con tasche per chiavette e Raspberry Pi, ciabatte con calzini.
Faccia alternativa: espressione "ho rotto la build a produzione".
Braccia intercambiabili:
Una con il saldatore TS100 acceso.
Una che regge un cavo flat IDE.
Una che regge un Arduino Nano.
Mini laptop funzionante con schermo serigrafato con “kernel panic”.
Tastiera meccanica retrò (Cherry MX rimovibili).
Cavo USB rotto da debug.
Scheda madre mini-ITX (stampata con microcircuiti realistici).
Sticker Pack con: FreeBSD, Tux, Arch Linux, “I void warranties”, “sudo rm -rf /”.
Manuale pieghevole in micro-librino con “50 comandi da terminale per risolvere tutto tranne la vita”.
Bio del Personaggio:
"Nato tra impulsi TTL e sogni in ASCII, lo Smanettone è emerso da una distribuzione minimale per dominare server, saldatori e sorgenti con la sola forza della Shell. Alcuni dicono che possa reinstallare un BIOS col pensiero."
Citazioni epiche stampate:
“Funziona sulla mia macchina!”
“Aspetta che faccio un dump dell’I²C...”
“Non è un bug, è una feature.”
“Ho patchato il bootloader alle 3 di notte.”
Avvertenza:
Non adatto a manager. Può causare esplosioni di sarcasmo nei reparti IT. Interagisce male con ticket Jira.
🧙♂️ “Sysadmin Mistico” – con mantello e bastone USB.
👾 “Retrogamer Epico” – con console Commodore64 e joystick Competition Pro.
⚡ “Maker Infernale” – con modulo ESP32 e fumi di stagno inclusi.
AI generated, scusatemi, non ho saputo resistere. Alla prossima.
P.S. 18 aprile 1984 6748SW. Ripeto: 18 aprile 1984 6748SW.
Viviamo in un’epoca in cui ogni crisi – reale o inventata – diventa il pretesto per alzare i prezzi. La guerra, il caro-energia, la pandemia, il terremoto, il clima...le cavallette! (per ricordare il mitico film): tutto si trasforma in un’opportunità per gonfiare i profitti delle multinazionali, mentre noi cittadini subiamo silenti rincari insostenibili con stipendi che non aumentano mai abbastanza.
Di fronte a questo sistema, il boicottaggio attivo – ed in particolare il Buy Nothing forever – emerge come una forma di resistenza non violenta ma potentissima. E' dimostrato che una sola flessione degli acquisti del 5% innesca un effetto valanga in borsa per l'azienda colpita.
Ma, smettere di comprare è più efficace di un corteo, di una manifestazione pacifica, di una piazza che urla slogan ormai triti e ritriti anni '80 e che finiscono nel vuoto.
Capiamoci bene, le piazze urlano, i media distorcono, i politici fingono di ascoltare. Ma quando migliaia di persone smettono di acquistare, anche solo per un giorno, il messaggio arriva diretto:
senza consumatori, il sistema vacilla.
Non si tratta di rinunciare ai bisogni essenziali, ma di disobbedire alla macchina del consumo compulsivo, quella che ci convince che abbiamo sempre bisogno di qualcosa di nuovo e buttare il vecchio (che potrebbe quest'ultimo essere donato ad altri).
Qui si tratta di colpire il profitto malato, non la politica – Le aziende speculano perché sanno che, alla fine, compreremo comunque. Se invece la domanda crolla, devono rivedere le strategie. E se non avete mai partecipato alle riunioni aziendali con l'AD in crisi che sbraita insulti contro i commerciali, il marketing, i creativi pubblicitari, i magazzinieri ed impiegati sino a chi pulisce i cessi.... bhè, non potete capire la soddisfazione.
E' questione di riconquistare autonomia che ci spetta come diritto – Il consumismo ci illude che la felicità sia possedere cose nuove, quando invece liberarsi dall’ossessione dell’acquisto restituisce tempo, denaro e serenità.
E non dimentichiamo mai la risposta ecologica – Meno acquisti inutili significa meno spreco di risorse e meno inquinamento.
Boicottare non è privarsi, ma scegliere
Il Buy Nothing Forever non è una rinuncia, ma un atto di consapevolezza. Dimostra che il vero potere non sta nel possedere, ma nel rifiutarsi di partecipare a un gioco truccato. Se smettiamo di comprare ciò che non ci serve e limitiamo i consumi necessari, spezziamo la catena. E forse, un giorno, non sarà più solo una protesta simbolica, ma un nuovo modo di vivere.
Perché a volte, il silenzio di un carrello vuoto fa più rumore di mille manifestazioni. Alla prossima (se ci sarà).
P.S. i ratti traslocano nell'attico. Ripeto: i ratti traslocano nell'attico.