martedì 18 dicembre 2012

Ovovogio 2

Un altro "ovovogio fine 900" che ci lascia e smette di funzionare. Questo proviene dalla cucina, sottoposto a vapore e sbalzi di temperatura notevoli. Ha fatto il suo dovere per anni ed anni, senza sbagliare un secondo e mi sembrava brutto gettarlo fra i rifiuti, assieme al fratello della stanza accanto che per primo se ne è andato in silenzio. Per qualche giorno l'ho tenuto in ufficio, sino a quando, spinto dalla necessità, mi è venuta l'idea di come riutilizzarlo. Ho tolto la meccanica ed è diventato un praticissimo ed utile vassoio per portare il thè delle 5 accanto al PC che uso per lavoro. Un ottima idea. La base è solida con un buon bordo anti scivolamento che evita alle tazze di uscire quando lo si porta in giro. Bene, non avrò salvato il pianeta ma almeno ho tolto qualcosa ai nemici dell'ambiente che inceneriscono tutto quello che gli capita a tiro, avvelenando anche me. Ecco comunque cosa intendo per "riutilizzo delle cose".  Alla prossima.

P.S. il bruco esce dalla mela. ripeto: il bruco esce dalla mela.

martedì 11 dicembre 2012

La stampante che non funziona

Un cliente ha scoperto che la sua stampante a getto di inchiostro, per funzionare, ha bisogno delle cartucce e che queste, se sono installate, addirittura che devono necessariamente essere cariche di inchiostro, altrimenti la stampante non funziona.  Diceva che era rotta e che bisognava cambiarla con una nuova. 
UNANO di m*erda, ti meriti la visita di una schiera di commerciali pronti a venderti l'impossibile sino a prosciugarti il conto bancario già ridotto all'osso.... in giro di soldi ce ne sono pochi, in misura inversamente proporzionale agli sprechi di certi dementi ed alla loro ignoranza tecnologica. 

P.S. gomma liquida e ceralacca. Ripeto: gomma liquida e ceralacca. 

domenica 9 dicembre 2012

Accumulo compulsivo

Mi sa che sono malato. Sicuramente mentalmente disturbato, come diagnosticò tempo fa la mia tenera compagna in vena di affettuosi complimenti. Ho scoperto da poco, dato che non ho per scelta nè la TV e tantomeno il digitale terrestre voluto da dei dementi, la serie "sepolti in casa"... cose da non credere. Unani che si circondano sino al soffitto di "cose" ed immondizia... ma non sono tutti uguali. Alcuni vivono nella sporcizia, fra cartacce, lattine, bottiglie vuote e residui di cibo... a volte sono anziani o disabili che non ce la fanno proprio (fisicamente), altri casi di depressione cronica mai curata o peggio di traumi affettivi mai elaborati. Altri invece che accumulano oggetti, separano la plastica dal metallo e così via... ammucchiano con criterio ed ordine maniacale dando un preciso "valore" e significato ad ogni singolo pezzo messo da parte. Un altra categoria è quelli che sono affetti da shopping compulsivo, comprano cose nuove e le mettono da parte, tanto erano "in offerta" (e ci mancherebbe) e che un domani potrebbe servire di sicuro.
La cosa che mi ha colpito particolarmente è il punto di vista di quelle persone che si circondano di oggetti, ognuno dei quali è o un ricordo o racchiude un utilità ben definita e percepita ma mai sfruttata.  Ho notato che l'opera dello psicologo che interviene non è convincere la persona malata di disfarsi  delle cose che accumula, ma di farlo ragionare sulle motivazioni che lo portano a comportarsi in quel modo e riportarlo alla "ragione". Manìa da accumulo compulsivo. Mettere da parte degli oggetti che "sono nuovi" anche se usati, che potrebbero servire ad altri, che potrebbero essere venduti, potrebbero essere riparati, potrebbero essere recuperati... potrebbero.... ma regolarmente restano dove sono per anni. 
In qualche ragionamento di quei malati mi ci sono riconosciuto ed a volte, come loro, mi sono sentito in contrasto con le motivazioni degli psicologi intervenuti, prendendo moderatamente le difese dei malati. Anch'io tendenzialmente accumulo quello che per altri è spazzatura, in genere apparecchi elettronici funzionanti o da riparare...alcuni riesco anche a rimetterli in funzione ed utilizzarli... altri restano negli scatoloni in attesa di trovare il tempo per studiarne il funzionamento, sperimentare o recuperare qualche pezzo che mi serve per altre riparazioni. Porta a casa e metti da parte.... è un attimo e non ci si accorge che dopo un pò si inizia ad avere difficoltà a camminare e muoversi fra le cose accumulate che finiscono impilate in verticale sino a quando quasi ci si dimentica di averle, oltre a dimenticare il primo motivo per cui si è deciso di accantonarle. 
Vedere certe situazioni mi è servito per capire molte cose. Francamente non mi interessa il motivo per cui lo faccio. Se ho o no un trauma infantile non me lo ricordo e se l'ho rimosso un buon motivo ci sarà. L'importante è decidere di disfarsi periodicamente di tutto quel "ben di dio", pian piano e senza tagli netti, che tutto è utile ma se è rimasto fermo troppo a lungo... significa che o non serve proprio a nessuno o non ci arrivo proprio a ripararlo o ancora non mi interessa poi così tanto. Mentre penso di farlo, sto male e trovo sempre delle scuse per non farlo, ma devo farlo. Buttare è male, consumare è male per tanti motivi... 

  • si sostengono le ecomafie e si danneggia l'ambiente, è fuori da ogni dubbio, anche se mi consola che non sono cose comprate da me e che comunque in discarica prima o poi ci dovevano finire...pazienza per le balene e gli orsi polari e per i poveracci che muoiono a causa degli inceneritori.... quello che posso lo faccio, la mia parte almeno
  • si sostengono i produttori ed i sostenitori dell'obsolescenza programmata, ma accumulare i loro rifiuti non risolve poi molto, meglio boicottarli e smettere di comprare
  • si alimenta l'estrazione di risorse e materie prime solo per il miraggio di un impossibile "crescita" infinita e di uno "sviluppo" che sviluppo in fin dei conti non è. 

Certo è che continuerò senza sosta a recuperare e riparare, ma senza esasperare l'accumulo per un "magazzino ricambi" che non posso sostenere a lungo. Sto male al pensiero e sono quasi certo che dopo essermi liberato di quelle cose, mi serviranno, lo so già... pazienza, risolverò in altra maniera, spero. 

P.S. Il gufo è in letargo. Ripeto: Il gufo è in letargo.