lunedì 17 dicembre 2007

PPTT, ci risiamo

Entrare nell'ufficio postale del paese dove abito è un avventura che raccomando ai più calmi di indole pacifica. Impossibile mantenere un atteggiamento conciliante. Stamattina vado a spedire 2 pacchi (per conto di una persona che mi ha chiesto un favore). Paccocelere 3 con modulo prepagato, già perfettamente compilato in tutte le sue parti per non appesantire i tempi di attesa di chi è in fila dopo di me. Confezione rigorosamente realizzata secondo gli standard richiesti dalle poste. Indirizzo di spedizione e del mittente stampati su etichette realizzate al computer.Busta porta modulo già incollata nel retro del pacco. Insomma, una spedizione prefetta, da manuale.

Embè? Mica ci sarà qualcosa da ridire vero? Già. La postina allo sportello prende il pacco lamentandosi del modo con cui l'ho apostrofata. Ma io non ho aperto bocca! Nulla di nulla lo giuro. Sto zitto, mi ero alzato da poco ed al mattino non ho voglia di litigare o discutere. L'impiegata prende il pacco, lo pesa, appiccica l'etichetta di spedizione sul pacco, passa il codice a barre sotto il lettore, due o tre volte, stizzita che il lettore sembra addormentato pure lui. Poi prende il primo pacco e dopo aver timbrato il modulo, li sbatte entrambi energicamente davanti a me e mi apostrofa con "Dai fai qualcosa anche tu..." e si predispone per il secondo pacco. Cosa dovevo fare? mi accorgo che il modulo di spedizione timbrato non l'ha inserito nella busta porta modulo. OK. Lo faccio io, non c'è nessun problema dare una mano. Il secondo pacco fa la stessa fine. Incurante del contenuto lo sbatte con forza e, nel prendere il primo mi dice "...non ci posso credere...allora ce l'hai con me!!" Colpevole di non aver richiuso la busta trasparente porta modulo con la strip adesiva!. La guardo con aria di compassione, sto zitto. Penso solo ad uscire, non prima di aver preso le ricevute di spedizione che mi vengono letteralmente lanciate addosso con fare stizzito di disprezzo, accompagnato da un "Vattene!" degno del più scorbutico essere che si possa immaginare.

Il bello è che non ho nemmeno considerato di reagire per le rime. Ma sicuramente prenderò provvedimenti. La prossima volta, conoscendo le debolezze dell'impiegata, farò di tutto per farla arrabbiare sempre di più e mantenere la faccia tosta di chi, dentro di sè, si diverte un mondo a pigliarla per il sedere.
In un paese dove il precariato sta creando seri problemi sociali, ci si imbatte in chi il lavoro ce l'ha e si permette pure di trattarti male. Stavolta il problema non è delle Poste Italiane ma di un impiegata poco incline a ricordare che è a servizio del Cliente nelle sue mansioni e non viceversa. Ed allora, rivolgo anche a lei il mio rito propiziatorio preferito.... VAFFANCULO!

P.S. La neve ha coperto il buco. Ripeto: La neve ha coperto il buco.

domenica 9 dicembre 2007

Informatici precari, uniamoci!

Il 31 ottobre 2007 a Genova in seduta costituente ha preso via ufficialmente il F.U.L.P.P. Federazione Unitaria dei Lavoratori e Professionisti Precari, prima organizzazione nazionale a carattere sindacale che ha come obiettivo l’attuazione di attività specificamente mirate alla tutela di tutte le categorie di lavoratori e professionisti precari, con l'intento di dar voce e "svegliare" la società sul problema del precariato che investe non solo l' Italia ma anche l' Europa; i dati sono altamente preoccupanti, l'Europa conta già ben 40 milioni di precari di cui 8 milioni italiani...queste cifre sono abnormi ed è abnorme l'indifferenza della politica e degli organismi di informazione su tale argomento, è inconcepibile che ogni tipo di "regola" nell'ambito del precariato sia decisa al tavolino all'oscuro di chi paga sulla sua pelle ogni giorno tali decisioni, è "vergognoso" che non via sia una rappresentanza e che coloro proposti nelle decisioni che riguardano il precariato precari non lo siano! Lo stato delle cose ha determinato la nascita di questa organizzazione che vuole raccogliere le esperienza di vita e soprattutto l'adesione dei precari in forma completamente gratuita.
L’obiettivo primario è di unire solidalmente in forma unitaria gli interessi sociali ed economici di tutti i precari per consentirne la democratica rappresentanza necessaria al raggiungimento di maggiori diritti e migliori regole riguardanti l’ampio settore del precariato (co.co.co. e pro., partite iva monocomittente, dipendenti “liberi” professionisti e consulenti, agenti, rappresentanti e venditori porta a porta, lavoratori determinati, contrattisti del pubblico impiego, lavoratori occasionali “dipendenti”, incaricati e stagisti “dipendenti in nero” ecc.), i precari rappresentano un terzo della forza lavorativa italiana! E non contano nulla, la loro voce non viene ascoltata perchè il "sistema" li isola e non gli consente di essere rappresentati adeguatamente, L'INDIFFERENZA! Lavoratori di serie B anzi di serie C costantemente sotto ricatto! I sindacati nazionali (CGIL, CISL, UIL) non sono sufficienti a rappresentare i precari in quanto organizzazioni sindacali a tutela principalmente dei diritti dei lavoratori dipendenti per cui anche per loro i precari si riducono ad un problema “di secondo piano”, è necessaria un organizzazione autonoma che si occupi solo ed esclusivamente dei precari sia lavoratori nelle diverse categorie che professionisti nelle diverse discipline ed è questo il compito che si prefigge di svolgere il F.U.L.P.P.
Il FULPP INVITA tutti i lavoratori e professionisti precari a registrarsi ed iscriversi a questa organizzazione gratuitamente all’indirizzo WWW.FULPP.TK per esprimere le vostre opinione, le vostre idee e soprattutto unirci per manifestare con maggiore intensità le nostre esigenze come soggetti referenti primari! Un solo motto "INSIEME ED UNITI POSSIAMO FARCELA" , per far capire alla società che non siamo solo figure di passaggio ma che siamo lavoratori e professionisti con pari diritti e pari dignità.

domenica 4 novembre 2007

Led blu a 0,3 volt!!

Quante cose si riescono a fare con dei componenti elettronici di recupero. Da una mother board di un computer defunto, armato di pistola termica, ho dissaldato i componenti (compresi quelli a montaggio superficiale smd). Nei ritagli di tempo è il mio hobby (e che caspita di hobby è??). Ho voluto poi cimentarmi in un piccolo esperimento elettronico. Accendere un led bianco o uno blu, che normalmente richiedono circa 3 volt, con una batteria scarica da 1,5 volts. Impossibile?. No. Ho trovato in rete un circuitino semplice semplice che ho modificato. Metto qui lo schema.

La bobina è semplice da realizzare. Si prende un nucleo di ferrite, quegli anelli grigi (o gialli o verdi, o anche blu) che nelle mother board avvolgono il filo di rame smaltato (arancione). Il diametro non ha importanza (1 o 2 centimetri).Con due spezzoni di filo isolato (15 centimetri circa) si crea un avvolgimento di 10 o 15 spire, dentro e fuori l'anello sino a coprire la circonferenza. Il transistor non è critico, basta che sia ti tipo NPN come da schema. Ne ho preso uno a caso dal mucchio, un D468C, sempre di recupero credo dalla stessa motherboard del pc fatto a pezzi. La piedinatura è, guardandolo dal lato piatto, Emettitore, Collettore, Base. I collegamenti non sono difficili da realizzare. Prendo delle batterie ministilo AAA dal contenitore delle pile esaurite e....il led si accende come per magia. Per curiosità ho misurato la tensione della batteria. 0,792 volt! il valore più basso a disposizione. Cambiando il numero di spire o il tipo di transistor è possibile accendere il led anche con tensioni di 0,3 volt. E' anche possibile connettere in parallelo più led (la luminosità non diminuisce in proporzione se si resta entro limiti ragionevoli). Volendo sperimentare, basta collegare in parallelo al led un condensatore e vederlo lampeggiare.... la frequenza è determinata dal valore della capacità. Ora voglio creare un circuito stampato minuscolo e saldarci dei componenti smd... il led lo impiegherò per illuminare l'interno dei cassetti alla loro apertura (ho dei micro interruttori veramente micro che si trovano all'interno dei lettori cd o dvd). Posso così spremere sino all'ultima goccia di energia le batterie che normalmente si buttano in quanto "inservibili". Alla prossima.

P.S. i gattini sono nati ciechi. Ripeto: i gattini sono nati ciechi.