venerdì 29 settembre 2017

Porta incenso fai da te

Una cosuccia facile facile e veloce. Qualche giorno fa al supermercato ho messo le mani su dei bacchettini di incenso profumato (quei bacchettini che bruciano lentamente) e ne ho preso uno (una confezione intendo), giusto per profumare l'ambiente malsano in cui soggiorno temporaneamente come ospite e per tenere lontani i ragni. Accanto alla moltitudine di scelte dai nomi più improbabili (da cosa odorerà un incenso all'aroma "cupìdo"??), proposti come accessori trovo le tavolette porta bacchettini... tre euro e cinquanta!! Cazzo!!!! una tavolettina di tre millimetri di spessore, microscopica a TREEUROECINQUANTA!!!! mavaffanculo!
Torno a casa incazzato come al solito, brontolando ed inveendo mentalmente contro le multinazionali del male e faccio un salto in guardino... un asse di un vecchio bancale ormai marcio mi chiama e mi supplica di conferirgli nuova dignità... lo accontento. Lo taglio in due parti uguali ed al centro, con uno scalpello da legno pratico l'incavo porta cenere. Un forellino obliquo fa da alloggiamento per il bacchettino. Una mano di impregnante all'acqua effetto cerato, dopo carteggiatura, sigilla i pori ed assicura una maggior durata al materiale. Fatto. Spesa praticamente zero. Sette euro che restano in tasca mia. Meglio in tasca mia che in mano a certi commercianti di m*rda. 
Intento tutto tronfio ad osservare l'opera d'arte appena realizzata, inizio come al solito a riflettere con me stesso. Magari l'oggetto in vendita che non ho acquistato era stato realizzato a mano da uno straniero affamato, sfruttato e senza casa. Magari era pagato un pugno di riso per 18 ore di duro lavoro e sta morendo di fame, forse... ecco... se me lo avesse proposto direttamente il povero..gli avrei dato trenta euro, altro che tre e cinquanta al commerciante.
Ma facendo da me, boicotto si il consumismo ma forse danneggio gli indifesi sfruttati ma comunque tenuti in vita dal sistema... meglio vivi che morti no? NO. la cosa è un pò più complessa ma non mi va di spiegarlo a certe menti vuote. Di sicuro il mio "fai da me" porta nel lungo periodo dei vantaggi alla società e non lo vado certo a spiegare a chi ci vorrebbe bulimici di consumo e spesa, a chi peggio ci crede nei consumi infiniti o a chi non ha voglia di ascoltare e mi chiama zecca comunista (senza rendersi conto che per me è un complimento). 
Magari in futuro inizierò a produrmeli da me i bacchettini profumati, tutti con elementi naturali al 100% e reperibili senza spesa, magari... ora che mi viene in mente, magari lo farò prima o poi. Anche perchè non ricordo dove e quando l'ho letto ma il fumetto che esce dai bacchettini profumati mi sa che non è molto salutare...non si sa esattamente cosa si sta bruciando perchè nella confezione non c'è alcuna indicazione, zero! Ed alla salute, almeno a quella un pò ci tengo. Alla prossima, branco di consumatori senza cervello. 

P.S. La tigre ha perso le strisce ed il bufalo è cornuto. Ripeto:  La tigre ha perso le strisce ed il bufalo è cornuto.

Licenziata per furto

No, non è tollerabile!. Prendo spunto dal licenziamento di un operatrice ecologica, rea di aver preso tra i rifiuti un monopattino da regalare al figlio, per esternare la mia indignazione e totale disapprovazione. L'argomento non è nuovo e ne avevo già parlato tempo fa, quando dei vigili multarono dei soggetti che avevano perfezionato un baratto all'esterno di una discarica (oop...ecocentro come vorrebbe qualche laureatino o sedicente spin doctor). 
Uno schifo che rivela un amministrazione da azzeccagarbugli, la perdita totale del buon senso, della comprensione oltre al senso di "coesione sociale".  Qui mi sa che è invece, forse, una questione di becero razzismo o forse una meschina vendetta per chissà mai quale terribile torto subìto da qualche dirigente magnaschèi, leso nell'onore (si certo, certo) perso nei meandri di anni di inciuci e porcherie varie. 
Ma restando più sul generico, e generalizzando come piace a noi "populisti", vengono in mente alcuni ragionamenti, fatti da noi che non siamo avvocati e nemmeno siamo managers dallo stipendio di giada.
Un oggetto finito in discarica, percepito quindi dall'utente come "senza valore", diventa "proprietà" di un azienda a partecipazione pubblica. Per il conferimento è stato pure pagato un tributo o tassa (non sottilizziamo sulla differenza tecnica fra i due termini), soldi pubblici quindi. Ma sta storia delle municipalizzate non è molto chiara. Quando fa comodo sono privati e l'area di conferimento è proprietà privata e ciò che c'è dentro è proprietà privata...e quindi le regole, lì, sono private e plasmate a loro esclusivo diletto e consumo. Quando invece legittimamente (ed a buon ragione) ci si lamenta del servizio o si criticano gli importi in bolletta...allora è cosa pubblica e bisogna rivolgersi al comune. Di sicuro è una gran presa per il culo e noi qui a strali ad ascoltare.
Ma la cosa peggiore è che in mezzo alle interpretazioni mutevoli fra pubblicoo privato, ci si affretta a considerare un bene privato ciò che è un rifiuto destinato a chissà quale parte dello smaltimento o riciclo. Di sicuro molte municipalizzate raccolgono i rifiuti e li rivendono con profitto a chi ricicla. Ma i profitti vengono redistribuiti ai comuni? Sono soldi pubblici o privati? Non lo so, lo confesso ma a pensar male si fa peccato, però a volte ci si azzecca. A chiedere chiarimenti non si ottengono risposte chiare. Certo è che la tassa di smaltimento aumenta anche quando la multiutility di turno fa profitti ed i bilanci sono in attivo. Quel fiume di soldi dove va realmente?? fra le mille pieghe dei bilanci? viene in toto reinvestito? boh!
Ad ogni modo abbiamo capito che il conferimento di un oggetto all'azienda privata ma a partecipazione pubblica conferisce allo stesso un valore e che questo valore si genera nel momento in cui si oltrepassa il cancello dell'ecocentro, così come automaticamente passa di "proprietà" nell'istante in cui viene estratto dal mezzo privato all'interno dell'area privata.  Un delirio legislativo degno del più pazzoide dei pazzi. Dove vivo io è il contrario. Ci pagano per conferire i rifiuti a chi li ricicla realmente. 
Sorvoliamo anche sul fatto che nel vostro paese spesso si vedono "gli operatori" scambiarsi o caricare in auto "rifiuti" di varia natura. Forse qualcuno addirittura li vende agli utenti o li usa come merce di scambio per chissà quali favori. Se non si fa parte del "cerchio magico" il prelievo di oggetti aventi utilità pratica è assolutamente vietato e fisicamente impedito da corpulenti operatori scrupolosissimi nell'applicare delle regole ferree che però valgono solo nei confronti di chi non è loro amico. Ma lasciamo perdere, noi siamo tolleranti di fronte a queste cose... noi. Alla prossima.

Fedele non è un cane. Ripeto: Fedele non è un cane. 

martedì 12 settembre 2017

HP4620 repair & rescue

Una buona occasione. La solita massaia che acquista una stampante nuova ("...costa solo sessanta euro!") e quella "vecchia" la si butta. Non sarà l'ultimo grido ma a me va più che bene, nonostante avessi bandito tempo fa le inkjet per motivi già sviscerati. 
Il pattume ha solo un piccolo difetto... il nero non stampa, i colori si ma il nero no, solo il nero non esce, nonostante infiniti cicli di pulizia. Cartucce nuove (due), il problema permane ed il "tennico" ne decreta la morte prematura. Bene, grazie.
Googlando e consultando il sito accapì si deduce che è un problema di testine che in questo modello sono separate dalle cartucce. Scelta infelice dai, da quando Canon ci ha messo lo zampino in accapì, la situazione è degenerata come quando in Ferrari sono arrivati i tennici di Fiat col Montefuffolo. La soluzione dei canali di ventilazione della cartuccia è una scemenza inventata come preludio all'invio della stampante al servizio di assistenza (fate un mutuo prima di chiamarli).
Ma... si può estrarre la testina di stampa e pulirla? ovvio che si. In rete si trovano dei filmati che spiegano come estrarla... con le dovute cautele: 
  1. Si toglie il supporto laterale del gruppo scanner
  2. si tolgono sei viti, 5 sopra ed una sotto il pannello
  3. si toglie il pannello
  4. si tolgono altre due viti torx T10
  5. si toglie la parte superiore
  6. si tolgono due molle dietro il carrello
  7. si sfila la testina 

Attenzione alla striscia trasparente (l'encoder di posizione), ai cavi flat e a non perdere le viti (suggerimenti inutili ovviamente, siete tutti bravissimi lo so).
La testina la si immerge per una notte nel solvente specifico per inchiostri. In mancanza del solvente va bene anche alcool isopropilico. Alla peggio un pò di prodotto a base di ammoniaca sgrassante che però non evapora e va poi asciugato come meglio viene. Il giorno dopo si rimonta il tutto e se il danno è solo meccanico la stampante dovrebbe continuare a stampare per un pò. Lasciamo perdere per ora il lavaggio a fondo che richiede uno smontaggio ai minimi termini, ore di lavoro e capacità superiori alla media. Se non funziona ancora? Beh.... io la tengo per lo scanner con ADF e le proprietà wireless. Per me le stampanti a getto possono anche morire. Alla prossima.

P.S. Il filo è da torcere e lo scotch non attacca. Ripeto: Il filo è da torcere e lo scotch non attacca.