venerdì 25 marzo 2011

mpg2avi - mpg2flv converter

Succede di dover far fronte agli incarichi più assurdi, quando ci si occupa di Tecnologia e scienza delle informazioni e si entri in contatto con utonti istituzionali, ovvero coloro che hanno il potere. Questi utonti di stato sono pagati profumatamente e godono di molti privilegi ma hanno un terribile difetto. Quando, per qualsiasi motivo entrano in contatto con un computer, o ne sentono solo accennare la parola, ecco che in loro scatta la tipica reazione dell'utonto, che li autorizza a spegnere totalmente il cervello e chiedere "aiuto" al "tecnico". Ai loro occhi il "tecnico" è "l'amico del cuggino che lavora all'ibiemme" o il rivenditore di cancelleria sotto casa che, ovviamente conscio che il mercato è ormai composto da polli già spennati e cotti pronti all'uso, infila negli scaffali fra CD e DVD da masterizzare dei PC giusto per figurare come rivenditori di tecnologia ad alto valore aggiunto. Stavolta è toccato a me essere chiamato perchè il committente non riesce a visualizzare nel suo PC dei filmati. (strano...non ho nessun cuggino che si occupa di informatica). E' solo un problema di codec ma non sono autorizzato e nemmeno ne ho l'intenzione di installarglieli. Preferisco procedere con una conversione in formati diversi, almeno uno di questi riuscirà a leggerlo... spero. Dato che sono centinaia, ho preferito crearmi uno script che automatizza il processo e velocizzare le operazioni. Lo script per GNU linux usa mencoder e ffmpeg per convertire dal formato .mpg ad .avi e .flv (Flash)
Eccolo:
#---------------------------------------
#!/bin/bash

#mpg2avi mpg2flv (Converte filmati mpeg streams in avi mpeg4con audio mp3 e flv flash movie)


#inizio
clear

current_directory=$( pwd )
# video bitrate (1100 = per filmati di circa 500 MB )
#vbitrate=1100
vbitrate=800


# rimuove gli spazi nel nomefile
for i in *.[Mm][Pp][Gg]; do mv "$i" `echo $i | tr ' ' '_'`; done > /dev/null 2>&1 &

# rimuove le maiuscole
for i in *.[Mm][Pp][Gg]; do mv "$i" `echo $i | tr '[A-Z]' '[a-z]'`; done > /dev/null 2>&1 &

# converte mpg -> avi con mencoder

for i in *.[Mm][Pp][Gg]; do nice -n 10 mencoder $i -ovc lavc -lavcopts vcodec=mpeg4 -vf pp=md, -oac lavc -lavcopts abitrate=128 -o "`basename "$i"`.avi";echo "Conversione OK";done



# converte mpg -> flv con ffmpeg

for i in *.[Mm][Pp][Gg]; do nice -n 10 ffmpeg -i $i -y -sameq -ar 44100 -f flv "`basename "$i"`.flv";echo "Conversione OK";done

exit;
#-----------------------------------------
Fatto. Funziona. Non è stato facile districarsi fra le decine e decine di opzioni, il cui significato di alcune mi è ancora oscuro e che a spiegarle per bene occorrerebbe scrivere un libro. Ma alla fine funziona. Resta il dubbio...ma quel sistema che non voglio nominare con installato un lettore di filmati che non so il nome,  avrà i codec anche per questi formati?? Boh. Sempre meglio che stampare fotogramma per fotogramma ore e ore di riprese a 30fps come mi era stato richiesto. Riprodurre su carta un filmato...ma è proprio una richiesta da utonti che non meritano di usare un PC e nemmeno di ricevere uno stipendio. E' come nominare un dirigente analfabeta.....ma da voi in "itaglia", questo ed altro, branco di ignoranti. Alla prossima. 

P.S. Cappuccetto rosso è con il lupo ed i sette nani da biancaneve. Ripeto: Cappuccetto rosso è con il lupo ed i sette nani da biancaneve.

sabato 19 marzo 2011

La luna gigante

Mi devo proprio decidere a montare una webcam o una fotocamera al mio telescopio amatoriale. Come prevedibile, nè con una videocamera nè con una fotocamera si riesce a fare una foto decente al nostro satellite. Oggi infatti era il momento di luna piena in cui si trovava più vicino alla terra e volevo documentare il fenomeno, così per sfizio. Ho un paio di telescopi amatoriali, in attesa di modifiche. Vorrei infatti motorizzarne i movimenti e creare un sistema di messa a fuoco anch'esso motorizzato. Ho visto qualcosa di simile già fatto su un telescopio semiprofessionale in grado di riprendere scene a svariati kilometri di distanza (molti kilometri, davvero tanti). Mi accontenterei di meno ma devo predisporre una webcam di buona qualità ed adattarla con dei tubi per farla entrare al posto dell'oculare. Per muoverla avanti ed indietro basterebbe un piccolo motore passo-passo (già sperimentato in passato)...fattibile, attrezzatura meccanica di laboratorio permettendo .
Ora, per poter rifare una foto decente al fenomeno della luna gigante dovrò aspettare 19 anni. Pazienza. Alla prossima.

P.S. la marmellata è pronta ed il pane tagliato. Ripeto: la marmellata è pronta ed il pane tagliato.

Autopsia batteria Samsung BSL1315SE

Questa volta tocca ad una batteria di un cellulare Samsung (già riparato in passato) a finire sotto i ferri del tecno chirurgo e svelare cosa contiene all'interno. Trattiamo una battera slim Li-ion 3,7Volts mod. BSL1315SE fabbricata in giappone prima della catastrofe nucleare che quel paese sta vivendo. Per l'apertura del contenitore non occorre "distruggere" il guscio, anche se dopo l'operazione la batteria sarà inservibile, ragion per cui ne ho esaminato una che ha esaurito il suo naturale ciclo di vita. L'elemento attivo è racchiuso fra due sottili parti di plastica tenera. Con una lametta affilata si asportano gli agganci nella parte piatta, diametralmente opposta a quella dei contatti. Successivamente, dopo aver aperto una fessura, si procede a staccare le parti, delicatamente, con un piccolo cacciavite piatto, facendo attenzione a non scivolare e tagliare il contenitore della batteria.
L'interno è composto dalla "solita" batteria a "mattonella" con due terminali saldati ad un circuito elettronico. I contatti verso il cellulare sono 4, due per il polo positivo e negativo, più il terminale T (termistore) e C (dati seriali).  Quet'ultimi sono indicati nel circuito come P-, CF, VF e P+
Nel circuito si notano due integrati ed una manciata di componenti esterni. Un chip, quello più grande a 8 terminali è etichettato con la sigla 2X8AP 6968F, mentre il secondo a 6 terminali riporta la sigla 0641 o 064I (non è chiaro). Il circuito riporta serigrafato dal lato opposto a quello dei componenti la sigla EPW-H1A13A. 
Il corpo metallico della batteria riportava delle sigle sul bi-adesivo che lo teneva ancorato al guscio (anche la maggior parte dei moderni cellulari sono tenuti assieme da colla e biadesivi), purtroppo reso illeggibile dalle operazioni di disassemblaggio. Nel corpo mtallico è rimasta parzialmente la scritta C0113 e CP 043048 G xJ032xx   2132 (le x sono caratteri illeggibili).
Ora sarebbe davvero interessante trovare il datasheet dei chip e studiare se si tratta del "solito" "smart chip" che rgola la carica della batteria o se si tratta di una memoria che tiene conto dei cicli di carica scarica come nelle batterie dei portatili. La vera indagine inizia...alla prossima.

P.S. Stanotte la luna è gigante. Ripeto: stanotte la luna è gigante.