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lunedì 13 gennaio 2020

Color Laserjet HP 1600 paper jam

Un inceppamento della carta brutto brutto, ma davvero brutto. Ho una stampante laser a colori, HP1600 Color Laserjet, recuperata 11 anni fa da un azienda pezzente ma sprecona, rottamata per i soliti futili motivi e puntualmente rimessa in esercizio spendendo solo il mio tempo di tecnico fallito. 
Durante il periodo natalizio, decido di stampare delle decorazioni da attaccare su dei CD obsoleti (più vecchi di winzozz 98 per intenderci). Come al solito decido di strafare e prendo della carta fotografica lucida, seleziono un opzione a caxo che mi sembra ad occhio quella più adatta per ottenere la massima qualità e... BANG!!! la carta si arrotola ai rulli di uscita, praticamente quasi si incolla. Opzione sbagliata con carta non HP.
Tira, spingi, strappa, apri, tenta e ritenta.... niente da fare, l'inceppamento resta lì fermo come un monumento di granito. Terminata la sequenza di bestemmie in una lingua antica ormai dimenticata, è il momento di prendere delle decisioni. Fra le varie opzioni, una delle quali era l'acquisto di un nuovo modello (orrore!!!), scelgo ovviamente quella a costo quasi zero!. Smontare la stampante e rimuovere l'inceppamento a mano, togliendo il gruppo fusore che sta alla fine del percorso carta e tentare di togliere la carta inceppata come meglio si può. Le istruzioni di manutenzione si trovano facilmente in rete, almeno sino alla rimozione del fusore. 
Il problema è più serio del previsto. Praticamente tre quarti di un formato A4 sono racchiusi in un paio di centimetri... Con delicatezza, nonostante tutti i meccanismi bloccati, riesco a togliere quasi il 90% del rotolo inceppato... quello che rimane mi costringe a smontare ai minimi termini il fusore!!! Purtroppo sì, non c'era altra soluzione. Cerco in rete ma non trovo nessun video o nessun articolo al riguardo. Strano, probabilmente sono l'unico caso al mondo (e la cosa mi fa sentire unico :-D ). 
A naso inizio a togliere alcune viti, poi altre, sino ad aprire tutto il gruppo fusore e togliere l'ultimo pezzo di carta che, come al solito, nasconde una sorpresona... la superficie del tubo in silicone (fuser sleeve) è danneggiata, quasi strappata!... vabbè, già che ci siamo cambiamolo. Su ebai si trovano a poco più di 8 euri, spediti, non è una spesa esagerata. Ordino ed aspetto tre settimane, il tempo di una spedizione standard per arrivare in europa dalla cina (mentre in itaglia tre settimane sono tempi di consegna per comuni limitrofi, se va bene). Il tubo in silicone va reinstallato ungendo per bene la resistenza con il grasso speciale allegato. Operazione non proprio alla portata di un hobbista ma ce la possiamo fare. Al momento di rimontare il tutto realizzo una cosa... mi sono dimenticato di segnare le operazioni di smontaggio e il tempo di attesa combinato con l'età non proprio giovanile fa il resto. Mi ritrovo con le viti bene in ordine ma con i pezzi sparpagliati e proprio non riesco a ricordare come vanno combinati. Un puzzle senza schema...Oi oi, è un problema serio.  Ci provo in tutti i modi ma niente da fare.
Un gruppo fusore completo (codice RM-1821 o RM1-821 a 220 volts), magari rigenerato, costa più di cento euro. Non dispongo di quella somma nemmeno per fare la spesa di generi alimentari, figuriamoci per un pezzo di ricambio. Allora?? che faccio?? rinuncio?? Giammai!!! decido di cercare un altra stampante guasta, non importa se il fusore sia funzionante, mi basta lo si possa usare come pezzo campione per rimontare quello mio. Basterebbe piazzarsi in discarica nel reparto RAEE e prima o poi qualcosa da intercettare si trova, ma ci vorrebbe troppo tempo. Trovo invece, sempre su ebai, un modello identico a poco più di trenta euro, il cui difetto dichiarato è "stampa male". Dalle foto delle stampe intuisco che è un problema di cartucce rigenerate "ad penis" dal solito peracottaro che rigenera in cantina le cartucce di toner. Buona notizia. Mal che vada recupero il fusore funzionante, lo installo sulla mia e riparto alla grande. Tempo 24 ore (mitico venditore!) mi arriva il pacco a casa e procedo con lo smontaggio. Dopo un paio di ore di smanettamenti e bestemmie inedite inventate al volo, riesco a rimontare il mio fusore. Per scaramanzia, visto che non ho mai riassemblato un pezzo così complicato (il che spiega come mai non si trovano istruzioni in rete) monto nella mia stampante il fusore della stampante appena acquistata. Rimonto il tutto e... PAER JAM!!! coome?? ancora?? Daiiiiiii.... apro nuovamente la stampante e mi accorgo di aver collegato male un sensore a forchetta che segna la presenza della carta in uscita..... fiuuuuu, rimonto il tutto, calibrazione, inizializzazione, stampa pagina di prova... funziona!! Bene. E del fusore riparato?? cosa ne faccio?? lo vendo senza sapere se funziona?? no, decido di rimettere in sesto anche la seconda stampante. Il transfer belt (la plastica che elettrostaticamente trascina la carta) è in condizioni pietose, sporchissimo e completamente ricoperto di toner su tutta la sua superficie. Con un panno in microfibra ed alcool isopropilico lo pulisco per bene. Rimonto tutti i pezzi stavolta senza dimenticare nemmeno una vite e procedo con il collaudo. Alla prima stampa mi viene un mezzo coccolone... il toner si appiccica solo su una parte della demo page. Riprovo ed il difetto tende a diminuire....ok ho capito. Durante la sostituzione del tubo in silicone, a furia di maneggiare i pezzi nel tentativo di rimettere assieme il fusore, un pò di grasso è andato sui rulli di fusione.... il problema lo si risolve stampando una decina di pagine dimostrative e il tutto si sistema da sè. Non male. Posso dire di essere riuscito in un impresa mai tentata prima e sicuramente non documentata. 
Ora mi ritrovo con due stampanti laser a colori, funzionanti e con una quarantina di euri in meno. Potrei vendere quella recuperata per rientrare delle spese o con un micro margine per gli alimentari settimanali (magari frutta e verdura visto che sono anche a dieta). Potrei tenerla di scorta, per i pezzi di ricambio, così per i prossimi 10/20 anni sono a posto, in attesa che il lentissimo processo di digitalizzazione faccia il suo corso rendendo inutile la carta e l'abbattimento di alberi. Speriamo. Alla prossima. 

P.s. l'aquila è nel nido. Ripeto: l'aquila è nel nido.

sabato 18 giugno 2016

Q1617-60001 HP scanner motor assembly

Autopsia di un unità motore di uno scanner, disassemblato da una stampante HP PSC1315 All-In-One. Si tratta del motore facente parte dell'unità di trascinamento del sensore CIS di uno scanner passato a miglior vita. La curiosità e l'idea di riutilizzarlo per qualche applicazione robotica, mi hanno spinto a riportarlo in vita, più che altro a scopo "didattico" e per impratichirmi con la realizzazione di esperimenti nell'ottica "impara l'arte e metti da parte". L'unica foto "dettagliata" dell'unità, in rete, sembra essere disponibile a questo indirizzo.
Intanto partiamo da alcune sigle. L'unità motore ha il part code HP Q1617-60001 (fa parte dell'asssembly  Q1647-60256) ed è compatibile con molte stampanti simili a quella da cui proviene. Per una lista completa dei modelli compatibili, basta visitare partsurfer.hp.com, per accorgersi che il pezzo non è venduto al pubblico come parte di ricambio (forse ai centri autorizzati).
Codice motore: FC130SA - BD063Z08, alimentato a 5 volts, desunti da prove sperimentali. Si parte dalla tensione più bassa e la si aumenta sino a valori "umani", lontani dalla soglia di distruzione. Alcuni motorini a 5 volts non si avviano nemmeno. Questo invece a 5 volts gira ad una velocità che a orecchio è compatibile con quella a cui viaggiava lo scanner, per cui... 5 volts come valore standard e non facciamoci venire altri dubbi.
Lo schema è facilmente ricostruibile seguendo le piste del PCB che ospita il motore. Il segnale che avvisa il processore che l'unità scanner è in movimento (ed in quale direzione) si basa su un doppio sensore a fototransistor e led ad infrarossi. Una rotellina forata, solidale all'asse del motore, interrompe il fascio di luce e alternativamente manda in conduzione/interdizione i fototransistors per produrre in uscita un segnale analogico che viene successivamente campionato e trattato dal microprocessore. Le resistenze inserite nel circuito ci facilitano l'esercizio di calcolo delle correnti e dei valori. La corrente del led ad infrarosso è di 50mA (compatibile con i valori di massima applicabili a questa tipologia di sensore). La corrente di collettore calcolata grossolanamente con la resistenza di emettitore da 1kohm, dovrebbe essere di 10 mA, anche questa compatibile con la stragrande maggioranza degli opto-interruttori a forcella (max value 30/40mA). Per cui....5 volts è l'alimentazione corretta. 
Per visualizzare il segnale in uscita, prelevato dall'emettitore dei fototransistor, se non si dispone di un oscilloscopio, è sufficiente collegare un led rosso con una resistenza in serie da 220ohm (5% 1/4Watt, chi non ce l'ha nel cassetto?), in grado di limitare la corrente a circa 15mA e non rischiare di bruciare i fototransistor. Il segnale prelevato all'emettitore del fototransistor dovrebbe attestarsi sui 3,16 volts, compatibili per la maggior parte dei processori attualmente in uso (Arduino, Raspberry, ecc...). Ok, quasi ci siamo. La tabella del segnale in uscita, prelevato dai due collettori, per una rotazione in senso orario è la seguente:
00
10
11
01
mentre nel senso contrario 
00
01
11
10
Con una semplice routine software (esercizio e compitino da fare a casa) non è difficilissimo interpretare il senso di rotazione del'asse del motorino ed agire di conseguenza. 
Bene, manca la piedinatura del connettore che può essere rimosso o lasciato al suo posto se si è conservato il cavo flessibile piatto. Se si guarda il PCB lato saldature tenendo a destra il connettore, numerando dall'alto verso il basso i punti di saldatura avremo la seguente disposizione:
1 Motore
2 Motore
3 Massa
4 Alimentazione +5 volts (anodo e collettore comune)
5 segnale 1
6 segnale 2
Seguendo le piste è possibile ricavare la piedinatura del sensore a forcella entro cui gira l'interruttore ottico del fascio di luce infrarossa.
Ok, ci siamo. Abbiamo tutti gli elementi per riutilizzare l'oggetto o per modificarlo a piacere. Come? Un idea strampalata può essere quella di un retrofit della stampante, sostituendo la mother board con processore, interfaccia e firmware proprietario e realizzare una stampante open source. Magari, finalmente, potrebbe essere possibile stampare anche con un colore assente senza dover sostituire tutta la cartuccia. O divertirsi a scannerizzare solo con la luce blu o verde (utile per scovare o evidenziare particolari colori, tipo i ghost dot che marchiano le nostre stampe a nostra insaputa) o magari inserendo dei led UV in aggiunta o in sostituzione ai tre già presenti nel CIS (già analizzato nei post precedenti). Esperimenti in corso, ci sarà da divertirsi. Alla prossima.

P.S. Piove governo ladro. Ripeto: Piove governo ladro.


martedì 14 giugno 2016

Sharp Z-20 (Mission impossible))

Mi ero quasi dimenticato di averla conservata. Una fotocopiatrice a piano mobile con inserimento manuale dei fogli, apparentemente funzionante ma senza toner. Inizialmente prevista per recupero dei pezzi all'interno (lenti, specchi, cuscinetti, microswitch, lampade, fusore, calamite cilindriche...) mi piacerebbe rimetterla in funzione. Un fotocopiatore, in generale, è ormai obsoleto, stante la facilità di reperire PC + scanner + stampante magari a colori. La soluzione con il PC però è leggermente complicata, occorre accendere tutto, aspettare che si avvii, avviare il software ecc.ecc... per una semplicissima copia... In aiuto può venire una multifunzione (meglio se laser, che le cartucce inkjet si seccano con una rapidità impressionante, specie quando l'uso è saltuario). Il problema è sempre il costo dell'unità. Se poi il fotocopiatore è recuperato agratis, un tentativo di rimetterlo in funzione è forte. Poche copie all'anno, al volo... si dai, è comodo, ci può stare. Il problema è la "vetustità" dell'apparecchio. Troppo datato, sembra, per suscitare l'appetito avido dei centri di assistenza. Alcuni non rispondono nemmeno, altri ti dicono chiaro e tondo che "non ne vale la pena" (la pena di chi?), altri che "non conviene" (a chi?), altri ci provano col deterrente del costo (60 euro solo per vederlo e la risposta è chiaramente no, alla fine, che tanto non lo guardano nemmeno per guadagnare di più...ladri disonesti).
Un giro in rete per verificare il costo della cartuccia... dai 30 ai 185 euro, da non credere, troppo... le parti di ricambio consumabili non si deprezzano col tempo al pari dell'hardware che li ospita. In fin dei conti è polvere sottile di plastica, che sarà mai? Viene da cercare il kit di ricarica... sempre trenta euri per una bottiglietta. Il prezzo minimo per una cartuccia che ho trovato è 18 euro free shipping (ultimi pezzi) ma solo per gli USA, a noi europei non la vogliono vendere. 
E così ci si ritrova per le mani un rifiuto tossico, colpevole di funzionare ma mancano i pezzi di ricambio o la manodopera specializzata per una manutenzione generale o i consumabili, una follia. 
Quindi? che fare? buttare? NO. Le difficoltà mi stimolano non poco e complice la testardaggine cerco di arrangiarmi. Alla prima cartuccia che trovo (magari la rubo in discarica) recupero il toner e provo a mettercelo, consapevole che i toner non sono tutti uguali ma chissenefrega delle raccomandazioni del solito ingegnere terrorista complice del venditore ladro e disonesto? Stavolta punto alla rigenerazione a costo ZERO. Alla prossima

P.S. Il toner è nero. Ripeto: Il toner è nero. 

martedì 28 aprile 2015

Brother DCP 115C (pulizia impossibile)

Mi portano una stampante multifunzione Brother DCP 115C lamentando il difetto che la carta si inceppa, non va su, è stata già smontata, forse è il tamburo ma è a posto...eh?... i soliti peracottari riparatori del menga, analfabeti ed approfittatori. NON portate mai a riparare una stampante se chi la deve riparare le rivende nuove, è la regola aurea
Prendo in carico l'hardware, rassegnato che è un lavoro agratis della serie "darci un occhiata non costa nulla se poi serve un preventivo"... un caxo! io non vendo e non faccio preventivi di vendita, io recupero, riciclo, riuso e nient'altro, per cui è solo la curiosità che mi spinge ad accettare con la premessa "o la va o si spacca" e la promessa che "se proprio è da buttare" nemmeno vengono a ritirarla...ok.
Il difetto lamentato in realtà è un altro (vatti a fidare degli utonti). Il display scrive un laconico "Pulizia impossibile"... eh? come osa? il firmware ha deciso che il serbatoio dell'inchiostro di scarto è pieno, dopo un numero di cicli di pulizia preimpostato. Tipico caso di obsolescenza programmata. E' la stampante che decide quando smettere di funzionare, sapendo già che si procederà a prenderne una di nuova, complici i rivenditori consumisti che, così facendo, in realtà fanno più danni agli altri che vantaggi a se stessi. Bastardi maledetti.
Decido di approfondire la ricerca, magari il service manual può aiutare, ma non trovo nulla se non alcune procedure per resettare il contatore delle pulizie e fare così in modo che la stampante possa riprendere a lavorare per chissà ancora quanto tempo. Le istruzioni che seguono sono valide per i seguenti modelli  DCP 315C / DCP 310CN / DCP 120C / DCP 115C / DCP 117C / DCP 110C


  • accendere la stampante (scollegata dal computer)
  • premere il tasto Menu, poi il tasto Inizio Mono e nuovamente il tasto Menu, la stampante è in maintenance status (stato di manutenzione) ed il pulsante Photo Capture assieme alla spia a forma di punto esclamativo lampeggiano
  • Con le freccine su e giù si fa apparire prima il valore 8 e si preme SET poi il valore 0 e si preme SET
  • Premere il tasto Inizio Mono tante volte finché sul display non compare il testo "Purge:XXXXXXXX" (al posto delle X ci sono delle cifre).
  • Con le frecce si imposta il codice 2783 (2 set 7 set 8 set 3 set).
  • Al termine della sequenza la stampante è resettata.
  • Premere il tasto Stop/Uscita per tornare al menu precedente.
  • Comporre il codice 9 set 9 set  per uscire dallo stato di manutenzione.
  • La stampante è resettata e pronta a stampare. Procedere con cicli di pulizia e stampa pagine di verifica. 


Facciamo ora alcune considerazioni. Resettare il contatore risolve il blocco ma, per essere corretti, occorre "svuotare" il serbatoio dell'inchiostro esausto. In realtà non è un contenitore che raccoglie del liquido. E' un vano riempito con una spugna densa, assorbente, che sembra del feltro pressato. O si trova qualcosa di simile per caratteristiche o in mancanza d'altro lo si lava sotto l'acqua calda (molta acqua) togliendo più inchiostro possibile, considerando che col tempo si sarà addensato e la sua rimozione totale quasi impossibile (che il feltro torni bianco...impossibile a meno di non usare cloro o sbiancanti...troppo complicato). 
Con l'occasione, una pulizia e lavaggio generale non guastano. Alla fine la stampante può tornare come nuova, essendo improbabili usure meccaniche o rotture fisiche delle parti. Bisognerà poi resistere alla tentazione indotta dalla pubblicità, alla tentazione che si prova quando si va al centro commerciale e se ne vedono tante in fila sugli scaffali.... la tentazione è forte... ma cosa comporta per l'ambiente e la società in generale consumare, buttare e comprare in continuazione? Pensateci bene e riflettete per dio! Alla prossima.

P.S. un utonto è felice. Ripeto: un utonto è felice.

domenica 26 ottobre 2014

Samsung ML1210 (autopsy)

Certe stampanti arrivano ad un tale livello di usura (o di cattivo stato dovuto ad incuria) che non vale la pena di ripararle. Porta parallela (ormai scomparsa), 600dpi, 12 ppm... nell'usato si trova di meglio. Questa, una Samsung ML1210 è ormai giunta a fine vita, così almeno ho deciso che sia, non fosse per il fatto che ho trovato lo schema elettronico e così posso recuperare i componenti per i quali non si trovano quasi mai le caratteristiche o i data sheet. Ho deciso di studiarla a fondo e, perchè no, recuperare qualcosa per il miliardo di progetti che ho in sospeso, compresi quelli futuri. 
Il problema più grave di questa stampante è il solenoide... la carta entra a pacchi, quando entra, non un foglio alla volta. 
Ad aggravare la situazione è anche un pick-up roller, davvero semi distrutto. Lucido in alcune parti ed addirittura crepato. Dal service manual, la sua vita è di 60.000 fogli, ma il foglio demo della stampante mi riporta appena poco più di 15.000 fogli stampati....qualcosa non torna, esattamente come il modello Samsung di qualche post fa... mi sto convincendo che il gommino che fa frizione e trascina dentro la carta nel percorso iniziale, prima che la carta stessa sia presa dai rulli, sia di scarsa qualità... dai, un pò di cattiveria gratuita... obsolescenza programmata... chi si sogna di portare in riparazione una stampante simile, pagata poco e usata per anni, quando non si vede l'ora, da perfetti consumisti indotti, di comprare un modello nuovo? E si che questo modello ha un costo per pagina molto contenuto ed inoltre consuma poco...40Watt in stampa ed appena 20W a riposo. Vabbè, sono stanco, oggi, di rimproverare una massa di unani spendaccioni e spreconi, solo che il pianeta non ce la fa più e su questo a volte ci vengo a vivere per brevi periodi. 
Il componente che più mi intrippa è la lampada alogena all'interno del fuser. 22 centimetri a 220 volts... come non pensare ad una lampada geek? Si ma mica una lampada normale... un modello con termistore e resistenza NTC, comandata da un microprocessore che ne regola la luminosità se si scalda troppo (misurando la temperatura ambiente) o la spegne quando supera i 150 gradi centigradi... magari da usare all'esterno per il vialetto o per gli angoli bui del giardino... 
A proposito di NTC e termostato... in foto si vede una resistenza NTC (quella rivestita con il Kapton... il nastro arancione). E' direttamente a contatto con il tubo di alluminio (in foto non c'è l'ho tolto) che riscaldandosi fonde il toner sulla carta al suo passaggio (si trova sempre nel percorso finale, verso l'uscita)...notato niente? è sporca ed incrostata... sicuramente non stava facendo egregiamente il suo lavoro. Se pertanto la carta della vostra stampante scotta troppo... c'è l'NTC da pulire....auguri. 
Il circuito che accende la lampada è già fatto, comandabile tramite un segnale on-off a 24Volts ed un diac.... si può pensare ad un PWM per regolare l'intensità luminosa... ma anche ad un riscaldatore per il percloruro ferrico (per i PCB), basta mettere la lampada sotto una piastra di alluminio ed il gioco è fatto (alle estremità la lampada ha due occhielli di fissaggio a vite... basta pensare ad un supporto ceramico, i fili sono già quelli rivestiti in tessuto... troppo facile. Andiamo avanti.
Lo schema mi permette di studiare il driver del motore passo passo (il circuito è praticamente già fatto, pronto per essere riutilizzato), compresi i due stadi di pilotaggio del solenoide e della ventolina a 24 volts (fosse stata da 12 sarebbe stato meglio)....perfetto per la stampante 3D. 
Fra le altre cose, una serie interessante di Zener, solenoidi, filtri, condensatori, ponti raddrizzatori, foto accoppiatori, condensatori per alto voltaggio, leds (una striscia di led rossi farà da stop per la bici), e poi dissipatori, switch, barriere ad infrarossi,  componenti introvabili facilmente in commercio, una miniera...
L'unico componente "misterioso" è l'LSU, la scatola nera con il motore a specchi ed il laser. Niente schema per quella (maledetti cinesi :-). Dovrò provare per tentativi, dato che ho la piedinatura dei connettori, due, uno per il laser ed uno per il motore. Con una telecamenra ho provato a vedere se si riusciva a notare il raggio laser uscire dal diodo ad infrarossi e diramarsi a cono verso la lente curva che si drova subito prima dello specchio deflettore che devia i raggi sul tamburo fotosensibile della cartuccia piena di toner... nulla, non si riesce a vedere nulla anche se le telecamere, nonostante i filtri, dovrebbero riuscire a registrare qualcosa....nulla di nulla, una dilusione diludente. Vabbè, pazienza..l'autopsia prosegue. alla prossima.

P.S. il dito è unto. Ripeto: il dito è unto. 

giovedì 18 settembre 2014

Samsung ML-1510 (in riparazione / riparata)

Ma..., dico io..., è possibile che bisogna buttare una stampante funzionante solo perchè si è consumato un pezzettino di gomma del valore di pochi centesimi? Uno stupidissimo pezzettino di stupidissima gomma. La carta dal cassetto non parte... è il pick-up roller, un gommino consumato che non fa il suo dovere e non fa più attrito...a meno di non stampare su dei fogli di carta vetrata (e non è detto che non ci provi un giorno, per vedere l'effetto che fa). 
Sostituirlo? Certo. Per accedere al pick-up roller bisogna smontare praticamente tutto...il top cover...vabbè, l'exit roller, l'LSU, il motor assy, il drive assy, l'engine shield assy...non resta poi molto da smontare alla fine. Va così che alla fine il costo di riparazione (se si decide di rivolgersi ad un peracottaro autorizzato) supera il valore dell'hardware, un classico. Complimenti per la politica consumistica di queste multinazionali che continuiamo ad ingrassare. Allora che si fa? si butta? nonono, si ripara. Abbiamo due possibilità. 
La prima a "costo zero". Si accede al perno che sostiene il gommino e lo si ravviva con della carta vetrata grana 80/40 o un pò più fine. Basta ravvivare il lucido della superficie, senza incidere troppo, e si crea una superficie nuovamente ruvida abbastanza da fare presa sulla carta. Funziona? in alcuni casi si. L'idea di rivoltare dentro per fuori il gommino, come un calzino, mi era venuta...ma... l'interno è liscio e non va bene...bastardi. 
La seconda... si googla e si cerca su ebai il pezzo... 4 dollari + tre di spedizione o poco più (evitando quelli che te lo vendono a 13 o 32 dollari)... e lo si sostituisce. 
Con l'occasione, vista la stampante ridotta ai minimi termini, si pulisce per bene l'interno dalla polvere e dai residui di toner, specialmente dalla lente che sta all'ingresso della carta (sensore Jam 1) e la ferraglia torna come nuova di fabbrica...è hardware ragazzi!! Aspetto che arrivi il pezzo e poi vediamo chi la vince. 
Ma nell'attesa è tempo di qualche considerazione. 
Dal service manual si scopre  che sia il gommino che gli altri rullini sono garantiti per 60.000 fogli. Dal menu di configurazione ed autotest della stampante scopriamo che ne ha stampati 9942... ok c'è qualcosa che non quadra...l'usura del gommino mi dice altro... forse la stampante è stata resettata o aggiornata... ma il dato preoccupa un pò. Viene anche da pensare ad un caso di obsolescenza programmata, si progetta ad arte un pezzettino che si consuma un pò più del previsto ed il gioco è fatto. Vai a dimostrare poi con delle perizie che è vero, si dirà che "quel" pezzettino era di "scarto".  
60.000 fogli sono 120 risme di carta da 500 fogli cd. Un azienda di piccole dimensioni (con un paio di impiegate diciamo, per capirci) ne può può consumare 12 tranquillamente in pochi mesi o al massimo in un anno, una al mese sono circa 25 fogli al giorno... ci  può stare come ipotesi. Quindi, se vogliamo ragionare in un ottica di manutenzione preventiva, il gommino andrebbe sostituito una volta ogni 10 anni...a che costi?. Smontare, sostituire, rimontare, per uno che lo fa tutti i giorni, può portare via un paio d'ore in totale... 100 euro in tutto...senza fattura? ci può stare. Al costo della manutenzione programmata aggiungiamo il toner (che include nella cartuccia anche il tamburo "per fortuna"). La cartuccia costa al minimo 17 euro ivata e spedita, oggi....all'epoca costava sui trentadue euro (e qualcuno ad oggi le vende ancora a questa cifra o più)...ce ne vogliono 2 all'anno (una cartuccia mediamente dura per 3000 fogli circa)...quindi dai 34 ai 64 euro all'anno cui vanno aggiunti 10 euro di manutenzione (la frazione annuale del costo decennale). Quindi, costo della carta a parte, ogni foglio stampato ci costa, se consideriamo 20gg lavorativi al mese per 11 mesi tolte ferie e festività) circa 0,0113 centesimi di euro (solo di stampa e manutenzione senza contare nemmeno l'energia elettrica). Notiamo come il costo per stampa è veramente basso, meno di una fotocopia (LOL e viene da pensare ai ricarichi delle copisterie, maledetti ladroni). 
Ragionamenti di questo tipo, li ho sentiti fare da alcuni imprenditori illuminati, preoccupati solo a massimizzare i profitti e perdere tempo a farsi le seghe mentali, che fa tanto imprenditore bocconiano fighetto e pure un pò glam. 
Ma alla fine... per un gommino del valore di pochi centesimi e del costo di pochi euro.... conviene davvero buttare la stampante? No. Decisamente no. Venderla a 18 euro con annunci del tipo "Vendesi stampante Samsung ml 1510 difettosa, buona per ricambi. Difetto : La stampante stampa ma non cattura i fogli dal cassetto."? ...è solo un gommino da 6 euro imbecille, non te ne dò altri 18.!... ma poi... come fa a stampare se non prende i fogli? mistero. 
Per mettersi l'animo in pace, basta pensare che una volta pagata in negozio, una stampante rappresenta un piccolo costo continuo, sia per i consumabili che per la manutenzione. Meno costa come consumabili e manutenzione e più conviene tenersela stretta, visto l'andazzo che punta a farci consumare inchiostro e toner il più possibile, riducendone progressivamente la quantità nelle cartucce. Stampanti di questo tipo, "da supermercato" come le definisco io, sono adatte a ditte individuali, piccoli uffici, privati, non certo per chi ha necessità più importanti. Ma a conti fatti, visto che per recuperarla IO in realtà ho speso solo 6 euro (e potevo tentare di grattare il gommino a zero euro).... a ME non conviene buttarla, ma ripararla nei ritagli di tempo libero e sfruttarla per emergenza, per fare un regalo o per venderla a qualche imprenditore illuminato col braccino corto, che le si trovano a 30/60 euro usate o 300 euro nuove su amazon. La mia sta per diventare praticamente nuova, come la mettiamo? Continuiamo a ingrassare le discariche e protestare quando ce le costruiscono dietro casa?Alla prossima. 

P.S. Il dito punta la luna. Ripeto: il dito punta la luna.

Aggiornamento: gommino sostituito, stampante pulita internamente... tornata come nuova pronta a fare il suo dovere per altri 10 anni. Ora dovranno inventrarsi di cambiare la presa USB o cambiare linguaggio / metodo di invio dati alla stampante... la vedo dura per loro...bastardi. Dovrete vietarle per legge ed ancora non ce la farete. Idioti.

P.P.S. la luna è nera. Ripeto: la luna è nera. 

mercoledì 10 settembre 2014

Samsung SCX-4521F (riparata)

E' bastato saldare uno ad uno i fili del cavo dell'ADF tranciato da un peracottaro in vena di improvvisazione tecnica e la stampante è tornata come "nuova". 3 ore di lavoro che non avrei dedicato a nessun "cliente"... che, diciamolo, non si meritano proprio lavori di questo tipo. Fanchiulo, continuate a buttare, comprare e lamentarvi. Solo una foto, non è un "guasto comune" che meriti di essere documentato a fondo. Ma...non è stato poi così semplice come vorrei raccontare. Unire i fili ed isolarli uno ad uno con del tubetto termorestringente ha inevitabilmente portato all'aumento della sezione totale del cavo, a sua volta protetto con un tubetto più grande  che non è sfilato tutto, ma ha lasciato scoperti alcuni fili (isolati ahimè con del nastro isolante, lo so... esteticamente brutto ma funziona, tanto si vede poco e poi la stampante è mia e vaffanchiulo ai criticoni incapaci). Ad ogni modo sono riuscito comunque a (ri)infilare il cavo nella sua sede. Con l'occasione ho anche: 
  • pulito dall'interno il vetro dello scanner, 
  • recuperato due viti che erano finite sotto il pannello di controllo (e trovarne altre due che mancavano dal sacchetto delle viti di recupero), 
  • pulito l'interno, 
  • sistemato alcuni cavi volanti che il peracottaro aveva lasciato fuori sede, 
  • fissare alcune parti montate male. 

Il lavoro è stato agevolato, di molto, dal service manual, trovato agratis per fortuna (è in vendita a 5 dollari in alcuni siti), fonte preziosa di informazioni e di dati tecnici interessanti per recuperare eventualmente i componenti interni quando un domani deciderò di riutilizzarli per chissà cosa. Che altro? Ah...il coperchio del flatbed è fissato con due clips di teflon....proprio non mi ricordo come erano montate... sarà la stanchezza...ci starò attento.  Ed ora posso dismettere l'accapì a getto di inchiostro che ha davvero la necessità di essere lavata internamente e riportata in sesto come fosse nuova di fabbrica... magari la vendo per 20/30 euro così recupero il costo del toner che è esaurito
Da un lato sono felice, ce l'ho fatta, dall'altro un pò triste. Ho sacrificato la visita alla compagna che ci è rimasta un pò male. Capisco piccina. Ci si vede tutti i giorni e pensavo che per una sera potessi capire che desideravo tornare nel bunker a trafficare con le mie cose. Ho una miriade di progetti in sospeso ma prima o poi dovrò riprenderli in mano. Mi serve per formazione personale, per lavoro, per svagarmi, per recuperare un pò di fiducia in me stesso e non pensare (almeno per un pò) alla merda che c'è fuori. Alla prossima.

P.S. il verme è nella mela e il baco non fa seta. Ripeto: il verme è nella mela e il baco non fa seta.

Samsung SCX-4521F (riparazione?)

No, non ci potevo credere, è impossibile! Mi pareva proprio impossibile. Da un occasionale giretto in cantina del solito sprecone che, dopo un periodo di accumulo, si accorge di non avere più spazio, fra le cose recuperate salta fuori una stampante laser B/N multifunzione Samsung SCX-4521F con funzioni di fax (che non mi interessa) ed un magnifico caricatore di fogli per lo scanner. Proprio il giorno prima, all'accensione dell'attuale HP che uso in ufficio, sento un bang! clack! Stock!! Crack! Clack, Clack! Sbam!! ed il carrello inizia a sbattere a destra e sinistra senza alcun controllo... una stampante indemoniata penso, forse i vicini mi hanno lanciato una macumba. Vabbè, so già da cosa dipende, è cosa facilmente riparabile e basta recuperare una mezza giornata, che non ho, per risolvere. 
La multifunzione laser capita a fagiolo. La vorrei mettere al posto di quella a getto che uso poco sulla quale periodicamente ed immancabilmente le testine (nuove) si seccano ed occorre bestemmiare in aramaico per farla ripartire. La samsung invece ha un costo del toner che è abbordabile, decente, sostenibile, per cui decido di collaudarla. Per le stampe a colori ho già una laser di recupero. Per le stampe di tutti i giorni una laser con un basso costo stampa è ottima. Se funziona la adotto (e se non funziona ne ho altre due pronte da rigenerare). La accendo e provo. Anche se segnala la mancanza di toner, riesco comunque a stampare le pagine di test (grazie anche alla funzione del firmware che disabilita l'allarme del toner). I driver per linux ci sono...proprieteri come quelli accapì, ma ci sono e la stampante viene riconosciuta al 100% scanner compreso...perfetto... passo a collaudare l'ASF.... morto... non si muove, defunto... hoibò come osa? Proprio quello che mi serviva. 
Decido di chiedere lumi all'ex proprietario... che ne so.... per me è perfetta, funzionava perfettamente... l'ho buttata per prenderne una nuova dopo che la segretaria si è lamentata... sprecone. Decido allora di approfondire l'indagine. Quando lo scanner funziona ma è "guasto" solo il caricatore dei fogli, ci deve essere qualcosa di localizzato nell'unità che ospita il motore, gli switch ed il sensore di presenza fogli. Apro, sollevo, guardo.... e..... e..... noooooooo.... un cavo tranciato di netto!! probabilmente per aprire, il vecchio proprietario non ha pensato di meglio che tagliare il cavo... altrimenti l'unità ASF non veniva via e non si riusciva a pulirla... incredibbile!! ora mi tocca procurarmi il cavo nuovo ma non ci voglio spendere nemmeno un euro.... mi sa che, armato di pazienza, tanta pazienza, giunterò nuovamente il cavo a mano, non ho altra soluzione (e mi toccherà smontare proprio quella parte che è più delicata e difficile. L'ASF mi serve proprio, è comodo per scannerizzare pacchi di fogli senza metterli uno ad uno...si risparmia un sacco di tempo. L'attuale ASF nell'accapì è lento e fa dei rumori strani...si sente come un rumore di gomma sulla plastica e degli ingranaggi che grugniscono... non ho proprio intenzione di aprire, controllare, lubrificare col rischio di rompere qualcosa. Preferisco procedere con il tentativo di riparazione sperando mi possano aiutare i colori dei cavi e che qualche progettista cinese non abbia pensato di renderci la vita difficile a noi occidentali che degli orientali non sappiamo nulla e per questo li guardiamo con sospetto. Procedo...con calma... alla prossima.

P.S. le pere sono mature. Ripeto: le pere sono mature. 

martedì 11 dicembre 2012

La stampante che non funziona

Un cliente ha scoperto che la sua stampante a getto di inchiostro, per funzionare, ha bisogno delle cartucce e che queste, se sono installate, addirittura che devono necessariamente essere cariche di inchiostro, altrimenti la stampante non funziona.  Diceva che era rotta e che bisognava cambiarla con una nuova. 
UNANO di m*erda, ti meriti la visita di una schiera di commerciali pronti a venderti l'impossibile sino a prosciugarti il conto bancario già ridotto all'osso.... in giro di soldi ce ne sono pochi, in misura inversamente proporzionale agli sprechi di certi dementi ed alla loro ignoranza tecnologica. 

P.S. gomma liquida e ceralacca. Ripeto: gomma liquida e ceralacca. 

martedì 24 aprile 2012

HP1600 magenta fix

Abbiamo già parlato di come risolvere il problema dei colori disallineati nella stampante HP1600. Dopo l'intervento già descritto, ho attivato l'opzione di calibrazione dopo 5 minuti di inattività, giusto per farla eseguire in automatico e così non ci penso più. Per chi invece non riesce a calibrare per bene la stampante (troppo trascurata in mano ad utonti della tecnologia) si può tentare di risolvere in questo modo. Questa stampante infatti ha un altro "problema", simile al modello HP2600 (la sorella maggiore assieme alla HP2605), dovuto all'uso ed all'età (e ripeto un uso trascurato). Dopo un pò, si nota che i colori non sono più brillanti, il nero assume una tonalità che vira verso il verde giallo (anche a causa di micro disallineamenti) e non sembra più tanto a fuoco. Nella stampa di test però si nota l'effetto più evidente. Il magenta (il "rosso" per capirci) appare sbiadito nella parte sinistra e si intensifica a valore "normale" man mano che si va verso destra. E' un problema congenito di questa stampante, niente paura, si può risolvere. 
La causa è l'opacizzazione del gruppo lenti/specchi. Del perchè poi il problema si evidenzi apparentemente solo sul magenta  è un "mistero", credo dovuto più alla posizione hardware ed agli effetti termodinamici interni alla stampante che ad altro. Per risolvere, occorre smontare la stampante e pulire lenti e specchi...semplice no? Dipende. L'operazione non è delle più facili in quanto occorre aprire e sezionare la stampante quasi ai minimi termini. Più si deve smontare la stampante e più probabile è creare guai. L'importante, come sempre, è buona attrezzatura, manualità, esperienza. Come si procede? Vediamo le operazioni passo passo. 
Si tolgono le 4 cartucce e le si ripone in luogo sicuro. Per comodità di manovra, si tolgono le due fiancate di plastica. Per la fiancata destra ci nono due viti da togliere. Una è posizionata dentro l'incavo che fa da maniglia in basso e l'altra è nell'incavo dove trova posto il cavo USB. Per la fiancata sinistra, basta osservare...sono a vista e non ci si può sbagliare. Occorre sganciare delicatamente le parti partendo dall'angolo in basso a destra e procedere con una lieve rotazione millimetrica dell'insieme, senza tirare troppo, procedendo con lo sgancio in senso orario. I ganci plastici sono appoggiati per meno di mezzo millimetro e non occorre tirare o sforzare troppo...pazienza (tenere aperto lo sportello frontale durante l'operazione). 
Si passa alla fiancata posteriore. C'è una quantità industriale di viti...vanno tolte tutte e si asporta la copertura mettendo a nudo l'interno. La scheda elettronica sinistra è l'interfaccia USB che credo contenga anche il firmware della stampante. Quella a destra è il "cervello" che governa il tutto e che si interfaccia anche con i motori, con i sensori carta e toner, con le ventole, ecc... Nella parte in basso, c'è il sensore di umidità (quello collegato con i fili gialli) che misura la "qualità" dell'aria ed informa il processore su come comportarsi con le temperature di fusione del toner. Le schede elettroniche sono montate su una piastra metallica. Non serve smontare i supporti delle schede che devono venire via assieme al supporto. Per togliere il supporto occorre smontare le viti che lo fissano. Le viti di fissaggio sono a vista, a parte tre che si trovano sotto la canalettta passacavo nera orizzontale in alto. Occorre toglierla assieme alla guida cavo nera che si trova in alto a destra. Per togliere le canalette guidacavo, si devono scollegare tutti i cavi dai connettori (senza tirare i fili ma il connettore!). Nella scheda di sinistra c'è una piattina ed un connettore bianco. Quest'ultimo ha una levetta da premere per lo sgancio (non tirare se non viene, altrimenti si strappano i fili). La scheda di destra invece ha più cavi, piatti ed ad innesto. Meglio fare una foto se si soffre di amnesie, così poi non si sbaglia a rimontare il tutto. Nel togliere i cavi piatti, evitare di prendere e schiacciare la parte terminale piegata su se stessa, altrimenti è facile creare delle interruzioni "invisibili" a occhio nudo. Una volta scollegati i cavi, occorre toglierli dalle guide, e lasciarli penzoloni ai lati. Il guidacavo nero destro è un pezzettino agganciato con delle alette plastiche da sganciare delicatamente senza farle saltare. Il guidacavo superiore viene via facilmente facendolo scorrere a sinistra. 
Tolte le ultime tre viti, prima nascoste dai cavi, il gruppo ottico risulta facilmente visibile. Per smontarlo, basta togliere 4 viti. Due nella parte superiore (occhio che per ovvi motivi sono molto dure e serve un ottimo cacciavite a stella della giusta misura) e le altre due nella parte inferiore (una delle quali in posizione "bastarda") che occorre ribaltare tutta la stampante per andar bene a toglierle. Una volta che il gruppo ottico è in mano, va riposto con le lenti in altro e si deve togliere il coperchio, Da questo punto in poi non si deve toccare con le mani quello che c'è all'interno. Una vite centrale ed una piccola molla sono l'unica "protezione" delle delicatissime parti interne (il coperchio superiore lato "lamiera" serve solo come protezione dalla polvere e non ha alcuna funzione "meccanica"). Dentro il gruppo ottico si notano delle lenti curve e 4 specchi "rosa". Il colore non è polvere di toner depositata ma il trattamento ottico necessario per migliorare la riflessione. Se il problema non è particolrmente grave, ad occhio nudo non si nota nulla di strano. Lenti e specchi sembrano puliti e perfetti. Vanno puliti lo stesso. Con un aspira toner (filtro EPA) ed un pennellino morbidissimo (quello fa fotografi per gli obiettivi va bene), si passa più volte sempre nello stesso senso sulle lenti più grandi che si affacciano verso le cartucce.
Per i poveracci come me, a cui nessun generoso ha mai regalato un aspira toner, ci si arrangia. Microfibra e pennello per obiettivi fotografici o al limite bastonici per la pulizia interna delle orecchie, facendo attenzione a non lasciare pelucchi e usarne uno (ed una sola volta) per ogni componente da pulire. 4 specchi (uno per colore + nero) e 8 lenti che raggiungerle c'è da impazzire e serve tanta pazienza. Meglio non smontare niente e non spostare nulla all'interno. Se si vuole, si può pulire anche il pezzo che ruota (quello quadrato con le facce a specchio) passando sui lati corti del cubetto rotante. Lo sporco che si raccoglie sulla testina di cotone è visibile e ci si rende conto di quanto poco ne basti per provocare un malfunzionamento come quello del toner sbiadito. Niente liquidi, niente pannetti umidificati, niente alcool, niente aria compressa, tanto meno quella in bomboletta che lascia residui... ad occhio nudo sembra pulito ma il tamburo della stampante vede cose che noi umani non possiamo vedere. Occhio anche ai pelucchi, l'alternativa è un ottima microfibra asciutta, evitando la microfibra cinese che microfibra non è. Dò per scontato che si usino i guanti in lattice (senza talco!!), lo dico, anche se di sicuro qualcuno non li userà pensando di non lasciare impronte di grasso che è difficilissimo togliere senza smontare gli specchi ed allora...addio stampante. La pulizia è fondamentale, meglio indugiare con doppie e triple passate che rimontare il tutto ed accorgersi che il difetto persiste. Terminata la pulizia, si rimonta il tutto... la sfida è terminare senza avanzare nemmeno una vite... io ho perso :-) Alla prossima

P.S. il gatto peloso dorme nella cassetta. Ripeto: il gatto peloso dorme nella cassetta.
P.P.S. grazie per le foto. Ripeto: grazie per le foto.

venerdì 18 marzo 2011

HP 5510 Officejet 0xd0840001 error

Sembra "strano" ma gli errori più insoliti si manifestano sempre quando si deve fare un lavoro urgente. Se poi si ha a che fare con il processo di stampa, solitamente necessario a "lavoro finito" magari a ridosso di una scadenza importante ove è necessario presentare una relazione cartacea, un business plan o una perizia tecnica alla riunione con il mega direttore galattico od alla riunione dello studio legale, allora l'evento può trasformarsi in una tragedia.
Pomeriggio, stampa di prova di alcune foto su una stampante HP Officejet 5510 series All-In-One (mfg.code Q3435A o Q3434A).
Le foto sono delle prove di elaborazione di alcuni fotogrammi presi da una postazione di videosorveglianza (CCTV) ed occorre verificare se sulla carta il volto del delinquente è riconoscibile. Il committente infatti non sa usare il computer ed ha chiesto di stampare su carta il filmato (!!sic!! vi lascio immaginare chi potrebbe essere).
Sul display della stampante compare "Error 0xd0840001". nella riga sottostante una serie di caratteri strani, le tre spie del pannello che lampeggiano e la stampante non ne vuole sapere nè di spegnersi nè di accettare alcun comando manuale dai tasti del pannello frontale.
Un problema del genere (e la ricerca di una soluzione immediata) manderebbe nel panico qualsiasi utente, ma nel caso in questione dispongo di alcune risorse e so come usarle.
Una rapida ricerca con gùgol non da risultati apprezzabili. L'HP suggerisce una manovra sciamanica che non è possibile ripetere. Suggerisce infatti di togliere il cavo USB, aprire lo sportello e togliere le cartucce per poi... alt, se si apre lo sportello il carrello non si sposta in posizione utile che permetta di togliere le cartucce, per cui niente da fare, solito suggerimento inutile per gli utonti. Procedo allora con un soft-reset della stampante. Si toglie il cavo di alimentazione (quello sull'alimentatore) e si attendono 10 secondi ( in modo che i condensatori dello stesso si scarichino). Si premono contemporaneamente i tasti # (cancelletto) e 3 (tre) del tastierino e con l'altra mano si reinserisce l'alimentazione di rete. Dopo una serie di cloc, clock, stack stock, tic tac, grrr grrr, squish squash ecc.. ed altri rumori preoccupanti, il pannello chiede di reimpostare la linqua, il paese e la stampante si avvia...problema risolto?. Sembra di no. sono riuscito a stampare dopo il riavvio, ma dopo poco l'errore si ripresenta. Nuovo full reset (#9), pulizia della coda di stampa e dopo l'accensione, tempo nemmeno un minuto, senza avviare alcuna stampa ancora i tre led che lampeggiano e l'errore che si vede in foto. Credo che  il problema sia nella mainboard / logic board (azz...ne ho una di ricambio ma il problema è serio) così nella sostituzione  procederò con una pulizia interna.
Del significato attendibile dell'errore 0xd0840001 nemmeno l'ombra (motherboard problem??). Ci serve per capire quale problema si sia verificato. Quindi occorre cercare il service manual, disposti a pagarlo ovviamente, per investigare più a fondo. In realtà credo di averlo trovato... 60 dollari cartaceo più la spedizione dagli states....no è troppo mi spiace. Intanto ne approfitto per l'ormai consueto anatema contro quei siti che si posizionano offrendo altri risultati di ricerca che rimandano ad altri risultati quasi all'infinito...pubblicità di m*rda ed un sacco di tempo perso, assieme a quello dedicato a quella m*rda di azienda telefonica che due volte al giorno da mesi rompe i c*glioni con una telefonista straniera per il servizio "Impr*sa s*mplice"...andateveneaffanchiulo!!!!!.
A puro scopo didattico, esiste anche una procedura di reset più aggressiva. #9 è il Master Factory Reset (che resetta anche la data/ora) ed in un paio di forum suggeriscono al posto del #3 di usare il #6, qualora la prima non dovesse produrre risultati utili...soliti tentativi da sciamano dell'informatica, accendi  e spegni, apri e chiudi, smonta e rimonta, tricche tracche.... Alla prossima.

P.S. la telefonista insistente deve morire. Ripeto: la telefonista insistente deve morire.

giovedì 16 aprile 2009

HP Color Laserjet 1600 (risolto)

Ho il morale alle stelle... ed un cliente felice in più. Sono riuscito a riparare il difetto dei colori sfalsati (disallineati) nella stampante HP Color Laserjet 1600 (vedi foto campione e post precedente). Chiamo il numero verde dell'assistenza e come mi aspettavo la Pamela mi fornisce un numero interurbano a pagamento. Chiamo il numero interurbano e, come suggerito, non pigio alcun pulsante di instradamento, così mi sorbisco per bene tutta la pappardella dei menu, compresa l'informativa sulla privacy. Alla fine risponde un tecnico ed inizia l'avventura.
Fase uno...verifica del firmware installato (20061127 ... una data rovescia) nella stampa Autotest / Configurazione (menu Report) ed aggiornamento al nuovo firmware (20070716)
Fase due... calibrazione consecutiva per tre volte e pulizia finale.
Se questa procedura non va, occorre, secondo il tecnico, sostituire il gruppo laser - specchi. L'ipotesi è suffragata dall'analisi dei numeri che compaiono in calce al rapporto autotest. Sopra le quattro bande colorate, compaiono due righe di testo. La seconda che inizia con "dh" è composta da quattro gruppi di numeri a 8 cifre ciascuno, rispettivamente per i colori giallo, ciano, magenta e nero. Secondo il tecnico, la media matematica di ogni gruppo di numeri deve dare come risultato il numero 50. Credo che quei numeri rappresentino l'intensità del laser per ogni toner o delle coordinate (di più non è stato possibile estorcere al tecnico, che credo non avrebbe parlato nemmeno sotto tortura). Nel caso in esame viene riportata una stringa come segue:

Giallo 53 55 56 58 133 133 132 134
Ciano 58 60 58 57 128 133 134 129
Magenta 71 73 73 68 118 119 120 124
Nero 10 8 7 10 12 12 10 12

Nero  disallineato HP Color Laserjet 1600Come si può notare, l'anomalia dei numeri si concentra proprio nel gruppo di 8 numeri relativi al nero. Forse lo specchio è sporco o il laser guasto (ipotesi)
Se la procedura di ripristino non funziona, il tecnico accapì "deve" aprire una richiesta di intervento di sostituzione del pezzo difettoso, sempre che il preventivo venga accettato dal cliente. Già ipotizzo un salasso esagerato anche perchè la garanzia è scaduta da appena sette giorni ed accapì su questo è tassativa... passato un anno anche di un secondo la garanzia non è più valida... complimenti per la precisione.
Procedo. Apro una pratica e poi con la tripla calibrazione e successiva pulizia:
Configurazione sistema -> Qualità Stampa -> Calibra colore -> Calibra ora
Assistenza -> Modalità Pulizia
Al termine provo a stampare una pagina di autotest ma il problema non si risolve. Richiamo l'assistenza, stavolta con il numero di pratica (aperta dando tutti i dati compreso lo stato delle cartucce) ed il pin di accesso. Due tentativi durante i quali ho ascoltato le quattro stagioni di Vivaldi. Alla fine mi risponde un tecnico diverso, pronto a darmi la soluzione... sostituzione del gruppo laser. Mi faccio consegnare il numero del pezzo da sostituire e chiedo contemporaneamente il preventivo. 100 euro solo per l'uscita del tecnico di zona, più il costo della parte di ricambio.
Passo alla ricerca in rete del prezzo della parte di ricambio - codice RM1-5181-000CN Trovo tre rivenditori, tutti oltreoceano. Si parte da 352,52 dollari sino a 355,73 dollari, con 90 giorni di garanzia più spese di imballo e spedizione. La stampante è stata pagata 159 euro più iva, a marzo 2008. A giugno 2008 è stata venduta ad un altro cliente a 139,00€ più iva. Se ci aggiungiamo il costo della manodopera, per sistemarla secondo accapì servirebbero più di 400 euro. Con una cifra del genere conviene buttarla e prenderne una di nuova. Sempre che non si conosca unamico. Preso dalla rabbia di questa pessima politica dell'usa e getta, di questo consumismo irresponsabile, decido di adottare il mio metodo..., o la va o si spacca. Prima si tenta con delle procedure "soft" che se non funzionano si procede con le procedure "hard" ovvero smontaggio e pulizia completa, sperando in un problema "meccanico" e non elettronico. Alla peggio si cerca qualcuno che ne butti una di uguale e di due se ne fa una. Il cliente è un mio amico e non mi va di proporgli il salasso. Allora? Alla fine l'ho sistemata ed ora è perfetta. Come? Io ho fatto così.
Si spegne la stampante (lasciarla spenta per almeno un minuto). Si premono contemporaneamente i due pulsanti freccia a sinistra ed a destra. Tenendoli premuti si accende la stampante e si continua a tenere premuto sino a quando non si accende. E' una procedura di reset - SUPER NVRAM INIZIALIZER. In questo modo si cancellano tutti i dati nella memoria protetta NVRAM, riportando la stampante nel modo "Generic Product" che cambia su "indefinito" il linguaggio usato e il settaggio "country/region". Si rilasciano i pulsanti ed occorre poi procedere con il settaggio del linguaggio e del media size (la carta) su A4.
La stampante entra automaticamente in modo calibrazione (occorre attendere che termini).
Terminata questa fase, per curiosità, ho stampato la pagina di autotest. La stringa dei numeri in calce viene completamente azzerata ma la stampa del layer nero appare sicuramente meno disallineata rispetto a prima. Procedo allora con quattro calibrazioni intervallate da stampe di controllo, il tutto seguito da una pulizia generale. Alla fine la stringa dei numeri appare come segue:

53 57 61 63 138 137 138 137
62 60 59 58 135 134 136 138
74 72 71 73 125 122 125 126
71 68 72 132 129 125 127

e il pattern di allineamento risulta perfetto (vedi foto). Problema risolto!.
Risultato: più di 400 euro risparmiati, ambiente meno ingombro dell'ennesimo rifiuto tossico, cliente felice, stampante praticamente nuova ed a me 40 euro in più in tasca (di più non me la sento di chiedere) che di questi tempi fanno comodo. Unico neo... il tamburo del nero rigato in 5 punti, colpa del ricaricatore peracottaro che ha colpito ancora. Ci sarà da chiedere la sostituzione "in garanzia" e senza discutere.
Morale della favola: Accapì "nell'assistere", poco si preoccupa di fare in modo che i propri clienti possano risparmiare, anzi sembra orientata a "vendere" riparazioni o sostituzioni. Credo che la cosa sia diffusa presso tutti i produttori di hardware e qui il vero business sono i consumabili. E' raro al giorno d'oggi trovare dei riparatori. E' più facile incappare in rivenditori senza scrupoli, che pensano più a sè stessi ed ai propri profitti che alle esigenze dei clienti. Sono cambiati i tempi, lo so, ma vorrei contribuire a cambiarli in meglio, ci sto provando ed a volte ci riesco, io la mia parte la faccio. Super morale della favola... al prossimo acquisto valuterò un altra marca...
Alla prossima.

P.S. Prevedo terremoto in quel posto. Ripeto: Prevedo terremoto in quel posto.

mercoledì 15 aprile 2009

HP Color Laserjet 1600

La stampante HP Color Laserjet 1600 non è malaccio. Stampa colori abbastanza brillanti, è adatta per piccoli uffici con esigenze "standard" di produzione di stampe a colori. Nulla a che vedere con la qualità fotografica delle tipografie, per cui per un catalogo è meglio rivolersi a stampatori professionali. C'è un problema però. Dopo un anno di onorato servizio, interrotto solo da un paio di cartucce difettose del solito ricaricatore peracottaro, si verifica un problema visibile in foto. Il nero viene stampato in modo sfalsato (a sinistra) rispetto al colore, di circa mezzo centimetro. A guardare la foto sembra di avere un problema alla vista. Il problema è della stampante, sicuramente non del software e non del driver. Se si stampa la pagina dimostrativa dal menu della stampante (scollegata dal PC), il problema si verifica in modo sistematico. Tutto il nero viene riprodotto fedelmente, spostato rispetto al colore che sembra nella posizione "giusta". Da cosa può dipendere? La stampante durante la sostituzione delle cartucce esegue una fase di calibrazione per allineare i colori. E' probabile che ci sia un problema di lettura durante la calibrazione, che sia entrato qualche corpo estraneo nel percorso della luce laser all'interno della stampante. Potrebbe anche essere uno specchio spostato, o sporco (vado ad ipotesi). Per me sicuramente un problema hadrware non segnalato dal firmware.
La garanzia è scaduta da meno di un mese... e c'è da pensare male in proposito. Allora chiamo il rivenditore il quale mi dice che è un problema hardware risolvibile solo da HP. Mi fornisce numero verde per l'assistenza e mi prospetta da subito l'acquisto di una stampante nuova a 150 euro. Domani chiamo l'accapì e sentiamo cosa mi dicono. La cosa strana è che il problema si è già verificato in altre stampanti ed altri modelli, sembra una cosa congenita del produttore a sentire il rivenditore. A pensar male, si può dire che accapì faccia in modo che le stampanti si rompano appena scaduta la garanzia. Di questi tempi l'ipotesi sembra credibile e la coincidenza conferma i sospetti. Certo è che HP in passato (25 anni fa) si è sempre distinta per l'eccellente qualità dei prodotti e del servizio di assistenza. Il tecnico arrivava in giacca e cravatta, minimo era laureato in ingegneria, si metteva il camice bianco e girava con tre valigioni enormi pieni zeppi di attrezzi introvabili in commercio ed una quantità industriale di parti di ricambio, anche quelle più insignificanti. Non se ne andava mai senza aver riparato i sistemi. Oggi i tempi sono cambiati e la cultura dell'usa e getta impera. E' da criminali produrre stampanti che "scadono", puntando il business solo sulla polvere colorata (toner). Da criminali. Così ci rimettiamo tutti, ci rimette l'ambiente, ci rimette il portafoglio, ci rimette soprattutto la fiducia nelle aziende che poi si lamentano per la contrazione dei consumi e rispondono a suon di sconti che aggravano sempre più il problema. Ovviamente le perdite dovute agli sconti vengono riversare sempre sulla manodopera a basso costo, sui materiali scadenti, sul sistema di distribuzione, ecc.. ed a rimetterci sono solo e sempre i lavoratori meno tutelati, le ultime ruote del carro come si suol dire. Domani chiamo il servizio di assistenza e vediamo cosa mi dicono... speriamo. Alla peggio la smonto pezzo per pezzo e cerco di risolvere con il vecchio metodo del fai da te che si fa per tre. Se nel frattempo qualcuno ha risolto, ha avuto lo stesso problema, sa come riparare questo difetto, mi contatti nei commenti per favore. Alla prossima.

P.S. Abbuffata all'orizzonte. Ripeto: Abbuffata all'orizzonte.

Aggiornamento - problema risolto (da me)

martedì 6 gennaio 2009

Serbatoio sottovuoto (parte 9)

Collaudo ok. Il macchinario per l'aspirazione dell'inchiostro dalle cartucce a spugna è finalmente terminato e funziona alla grande. Dopo aver sperimentato numerosi materiali per creare la tenuta dell'aria attorno alla testina durante l'aspirazione, ho optato per una gomma morbida, recuperata dal materiale di protezione di un tamburo nuovo che avevo tempo fa acquistato per una stampante laser Brother hl700 ora in fase di rottamazione. Tutto il materiale utilizzato è di recupero, a parte il pannello frontale in plexyglass. Per la realizzazione ho utilizzato:
  • un serbatoio trasparente cilindrico con fori per il circuito pneumatico
  • una pompa a palette (220 volts ) per l'aspirazione dell'aria dal serbatoio
  • tre elettrovalvole, una per lo scarico dell'inchiostro esausto, una per creare il vuoto ed una per la fase di aspirazione dell'inchiostro
  • un alimentatore industriale a 12 volts raffreddato ad aria (ventola interna)
  • tre pulsanti illuminati (Verde, rosso e giallo). Quello blu in foto è inutilizzato in quanto rotto.
  • un interruttore manuale che sostituisce il pressostato mal funzionante.
  • un manometro che misura il livello di vuoto nel serbatoio
  • un relè a 12 volts e 2 deviatori per l'azionamento delle elettrovalvole
  • una morsa per cartucce HP (di tipo diverso da quella in foto ma utilizzabile comunque)
  • un tubo di gomma per lo scarico dell'inchiostro esausto, dotato di fascetta metallica stringi tubo
  • cavi elettrici di collegamento intestati a fast-on
  • una morsettiera industriale montata su rail DIN
  • quattro piedini in gomma per sollevare il macchinario dal piano di appoggio
  • tubi per l'aria ed innesti rapidi per i collegamenti della parte pneumatica
  • pannelli in multistrato e compensato assemblati con spine di legno

Per l'azionamento di agisce sull'interruttore manuale che aziona il relè di scambio e si preme il pulsante giallo sino a quando non si raggiunge il vuoto desiderato (-0,8 bar / -9 psi). Si commuta il deviatore manuale in modo da chiudere il condotto per creare il vuoto ed abilitare il circuito pneumatico di aspirazione. Si posiziona la cartuccia nella morsa e si agisce sul pulsante verde per l'aspirazione. Il metodo migliore consiste nel dare dei colpetti (due o tre) in rapida successione al pulsante di aspirazione. In questo modo ho rigenerato un paio di cartucce nere che in precedenza non stampavano su alcuni ugelli. Le cartucce colore sono un pò più critiche. Sono riuscito a rigenerarne solo una su un totale di tre (ulteriori prove sono in corso per verificare a fondo il funzionamento). In linea di principio il tutto funziona e si vede chiaramente scendere l'inchiostro dal condotto di scarico, a dimostrazione che le mie intuizioni iniziali si sono rivelate esatte. Il serbatoio assicura un aspirazione (con cartuccia installata) di circa 10 secondi alla pressione di -9 psi, dipende da quanto si preme la cartuccia nella morsa. Per non creare un aspirazione troppo forte si lascia defluire un pò d'aria dalle fessure attorno la testina o in alternativa premere forte la morsa in modo che l'unica via di "sfogo" sia rappresentata solo dagli ugelli. Importante che ad aspirazione terminata non si formi della schiuma sulla tstina, segno che è fuoriuscita dell'aria dagli ugelli che rendono il lavoro inutile. Ovviamente l'operazione vaeffettuata a cartuccia totalmente piena (al limite della sua capacità massima).

Il galleggiante per il troppo pieno è stato escluso, così come il pressostato. Non escludo in futuro di provvedere ad installare l'elettronica di comando con un microprocessore dedicato. L'utilizzo dei cavi elettrici di recupero ha notevolmente appesantito i collegamenti interni. Il filo utilizzato, a mio avviso, è di sezione esagerata. Com'é ovvio, la realizzazione presenta dei margini di miglioramento molto ampi, ma tanto il macchinario lo devo usare io e non è in vendita, per cui "chissenefrega" delle norme di sicurezza. Pensavo inoltre di dover realizzare una specie di vaschetta raccogli inchiostro sotto la morsa, ma ho verificato che così come realizzata, l'inchiostro non fuoriesce e va a finire tutto dentro la canaletta di aspirazione. Il fatto poi di aver posto l'elettrovalvola di aspirazione sotto il livello del serbatoio non comporta alcun tipo di problema relativo al ritorno indietro dell'inchiostro. Per pulire il condotto di aspirazione ho spruzzato dell'acqua che è andata tutta aspirata dentro il serbatoio di raccolta. Perfetto. Ora voglio procedere con la combinazione centrifuga + vuoto per procedere con un lavaggio completo e totale (con acqua distillata) delle cartucce, specialmente quelle a cui manca inspiegabilmente del tutto un colore su tre (il giallo sembra essere quello che più frequentemente da dei problemi, seguito dal blu). Il rosso sino ad ora non mi ha mai preoccupato e non mi spiego perché. Anche se i risultati ottenuti non rappresentano una base statistica attendibile per poter cantare vittoria, mi accontento per ora del risultato, in attesa di approfondire la rigenerazione della scorta di cartucce che è in stand-by per essere sistemata. Preferisco procedere con due cartucce alla volta in modo da evitare di dover lasciare le altre per lungo tempo nel cassetto. Credo infatti che in mancanza di un adeguato confezionamento, tenere le cartucce a lungo all'aria aperta (anche con la clip di protezione) crei dei problemi che posso comunque risolvere in quanto, tempo fa, ho recuperato e restaurato una termo saldatrice a filo per confezionare le cartucce nei sacchetti di plastica. Ad ogni modo sono proprio contento e felice. Alla prossima.

P.S. La Befana ne ha per cinque. Ripeto: La Befana ne ha per cinque.

mercoledì 12 novembre 2008

Stampante seriale (etichette)

Il risultato, a meno di alcuni modesti aggiustamenti, è da ritenersi soddisfacente. La dimensione del riquadro è da aggiustare e le lettere accentate necessitano di un font diverso da quello utilizzato.

Programmare una stampante seriale che utilizza il linguaggio Monarch(R) è stata un esperienza nuova. Dopo aver realizzato il cavo "giusto" (vedi post precedenti) si passa alla codifica delle istruzioni che dovranno essere inviate alla stampante. Nel seguito un breve esempio. Il linguaggio usa dei campi formattati secondo una codifica pre-impostata e con una sequenza fissa di parametri. Un esempio che produce il risultato visibile in foto è questo:

{I,A,0,0,0,1,3 'slash zero cp850'|}
{I,D,7,0,2 'currency symbol italy 2 decimal'|}
{I,B,0,1,1,0,0 'supply type,ribbon_on,feed_mode,sup_pos,cut_pos'|}
{F,25,A,R,M,690,1000,"FMT-6X10" |
C,550,30,0,1,2,1,W,C,0,0," RAGIONE SOCIALE ",0 'mis in decimi di millimetro' |
C,490,30,0,1,1,1,O,L,0,0,"Slogan dell'azienda",0 |
C,450,30,0,1,1,1,O,L,0,0,"Via taldeitali, 99",0 |
C,420,30,0,1,1,1,O,L,0,0,"99999 località (PR) ITALY",0 |
C,360,30,0,1,1,1,O,L,0,0,"Item :Descrizione del contenuto ",0 |
C,310,30,0,1,1,1,O,L,0,0,"Colli: 01 - broken sample",0 |
C,200,30,0,1,1,1,O,L,0,0,"Cod:",0 |
C,200,115,0,1,3,2,O,L,0,0,"ABC-123-XYZ",0 |
L,V,400,10,0,940,10,"" |
L,S,400,650,680,650,10,"" |
Q,10,10,680,950,10,"" |
B,99,12,F,100,115,1,2,80,5,L,0 |}
{B,25,N,1 |
99,"234567891012" |}

Come si può capire, la comprensione non è propriamente di facile assimilazione, ma con il manuale sottomano anche se in inglese, il lavoro è agevolato. Ogni campo è preceduto da una lettera che ne identifica il significato, L per Line, C per Character, B per barcode, F per format ecc... Devo ancora trovare il modo di memorizzare le risposte della stampante, quali ad esempio i codici di errore. Con un minimo di impegno dovrei riuscire a comprendere meglio il funzionamento del processore interno, magari ricavare e de-compilare il firmware per alcune migliorie che ho in mente. E' un vero peccato che questo hardware sia closed source. Infatti, in mancanza di possibilità di apportare migliorie, l'hardware diventa rapidamente rifiuto speciale pericoloso ed è destinato ad ingrossare i canali di smaltimento clandestini. Già, corre voce che alcune associazioni spediscano l'hardware usato in africa con un apparente scopo umanitario. In realtà è un modo per aggirare la legge sui rifiuti speciali e far diventare l'Africa la discarica del mondo. Ma questo è un altro discorso che raramente viene trattato dalla stampa prezzolata per non infastidire i poteri forti.
In mancanza di uno specifico tool di sviluppo, ho proceduto con la scrittura del codice con un semplice editor di testo con successiva prova di stampa. Una volta assimilato il linguaggio, si procede con la pre-codifica dei formati necessari. Per stampare un etichetta alla volta, si fa molto prima ad aprire il sorgente e modificare direttamente il contenuto, a mano, per poi copiarlo sulla porta seriale utilizzata dal sistema (ttyUSB0 nel mio caso). I formati non sono poi molti. La etichette maggiormente utilizzate sono: spedizione materiale con imballo voluminoso, spedizione lettere e buste, mittente e destinatario. Per i più evoluti, etichetta trasparente per il protocollo della posta con codice a barre (che richiede però un ribbon speciale). Per lavori più intensi, che richiedono un elevato livello di personalizzazione e dinamicità ad adattarsi a diversi formati, si sente un pò la mancanza di un programma grafico per linux, che non deve essere poi molto difficile da produrre...Sarà oggetto di studio e ricerca per i momenti di tempo libero. Alla prossima.

P.S. Il punto per punto è solo presunto. Ripeto: Il punto per punto è solo presunto.

domenica 2 novembre 2008

Stampante seriale

Dopo aver messo in funzione una stampante industriale per etichette in poliamyde adatte ai capi di abbigliamento, una Alfa 1300 della General Code, non senza difficoltà visto che ora funziona in ambiente linux e non esistono driver specifici, mi sono messo in testa di rimettere in funzione anche delle stampanti PAXAR modello 9642. Ne ho quattro, rigorosamente salvate dalla distruzione (due le ho minimizzate per capire come erano fatte all'interno). Ho la necessità di far funzionare anche queste in ambiente di rete Unix (linux con CUPS in modalità client server), visto che non uso sistemi proprietari per scelta filosofica di vita e religiosa. Una prima delusione l'ho avuta cercando in rete se c'era qualcosa di già fatto. Nulla ovviamente. Il modello è un pò datato, fuori produzione ovvero discontinued. E' classificata come stampante economica, per cui esiste solo il manuale dell'utente. Per nulla scoraggiato, decido di chiamare la filiale italiana della Paxar per cercare alcune informazioni indispensabili. Con che linguaggio deve essere programmata? Che cavo serve? Devo dialogarci via seriale, visto che le porte parallele stanno scomparendo mentre le porte seriali possono essere emulate da una porta USB. Chiamo la centralinista che, dopo essersi assicurata se ero un cliente facoltoso con diritto di assistenza o un pirla qualsiasi indegno di ricevere informazioni tecniche, mi passa gentilmente "un tecnico". Un punto a favore per la Paxar. La gentilissima signorina, alla quale da buon cafone non ho nemmeno chiesto il nome, ma dalla voce deve essere molto simpatica, mi fornisce il numero di cellulare della persona che secondo le interpretazioni delle mie esigenze tecniche verbalmente comunicate, deve essere la persona adatta. Dopo essermi premurato di non disturbare, dato che prima di chiamare un cellulare destinato alle urgenze mi faccio sempre mille scrupoli, chiamo il tecnico. Anche questa persona, fortunatamente rivelatasi preparatissima (una rarità nel mondo IT), mi fornisce dal modello della stampante una serie di informazioni generiche ma utilissime. Il linguaggio interpretato dalla stampante è il Monarch (R). Il cavo seriale deve essere un null modem incrociato. Ad una richiesta di approfondimento mi comunica che se desidero ulteriore assistenza devo "pagare" (così mi da da intendere con un giro di parole) e dato che ho onestamente dichiarato di non essere un cliente ma un tecnico, termino la comunicazione ringraziando sinceramente per le dritte. Per stampare su porta parallela non c'è problema. Basta creare un semplice file di testo formattato come richiesto dal linguaggio in questione e spararlo con un "cp" direttamente verso la porta seriale. Per chi usa CUPS, basta configurare una RAW printer collegata alla parallela /dev/lpt0. Per la seriale la cosa si complica nella scelta del cavo. Un normale null modem seriale incrociato tx/rx non basta. Di null modem a 9 pin maschio femmina ne esistono di 4 tipi, a seconda del protocollo di handshacking supportato dal dispositivo.
  • Null modem semplice asincrono
  • Null modem a 3 fili con handshacking locale asincrono
  • null modem a 6 fili con handshacking parziale asincrono
  • Null modem a 7 fili con handshacking completo asincrono
Mi manca l'informazione relativa al tipo di cavo e non voglio approfittare della disponibilità del tecnico in quanto me lo immagino sempre di corsa ad intervenire presso i clienti per risolvere problemi (lavoro che o fatto per quasi 10 anni e so cosa significa lavorare e rispondere contemporaneamente al telefono in continuazione). Decido allora di andare per tentativi. Armato di stagnatore, inizio a provare le 4 combinazioni. Quella che si rivela vincente è la quarta. Per stampare basta copiare sulla porta seriale il file di testo predisposto con il linguaggio Monarch. cp ESEMPIO.FMT /dev/ttyUSB0 e la stampante risponde correttamente facendo il suo dovere. Bene. Con Cups nessun problema. Se si usa la porta parallela, basta configurare una stampante RAW collegata alla porta /dev/lp0 o seriale /dev/ttyUSB0 (se si una un convertitore Seriale / USB)
Ho già in mente alcune applicazioni pratiche, che mi evitano di usare una stampante "normale" o gli apparecchietti dedicati che non hanno mai i driver per linux. Questa abitudine di compiacere sempre i sistemi proprietari e snobbare i sistemi aperti, credo stia creando una lieve perdita di clientela che via via si va ingrossando. La prima azienda ha perso una fornitura di quasi 1500 euro senza contare la vendita periodica dei consumabili (ribbon ed etichette in rotolo), oltre a perdere l'occasione per dimostrare il suo livello di attenzione e cura per i potenziali clienti. ...bocciata. Credo che la sconsiglierò a tutti i miei clienti che periodicamente mi chiedono consigli per sapere a chi rivolgersi ed evitare fregature. La seconda azienda ha qualche possibilità, l'aiuto è stato prezioso e ringrazio promettendo futura collaborazione nella segnalazione.
Per quanto riguarda il linguaggio Monarch, esiste in rete un manuale che spiega in dettaglio quali stringhe mandare alla stampante. Manca solo un programmino "grafico" da dare al cliente la possibilità di generare i layout desiderati e stamparli in autonomia senza dover districarsi fra lettere e codici testuali. Al lavoro allora. So che n on esiste nulla di simile, nessun programma di stampa etichette per linux che riconosca quel linguaggio. Ci penso io allora. Chi fa da sè fa per tre. Alla prossima.

P.S. Il merlo ha fatto il nido. Ripeto: Il merlo ha fatto il nido.

mercoledì 1 ottobre 2008

Centrifuga (parte 6)

Il primo collaudo definitivo è terminato, con ottimi risultati. Ne ho approfittato per svuotare e ricaricare un pò di cartucce che avevo stoccato durante il lavoro di recupero di alcune stampanti a getto ritirate da un impresa che le stava per mandare al macero. Un collaudo "serio" impone un utilizzo anche in condizioni di pieno carico. Ecco alcune foto, anche se dubito esista qualche altro matto ad avere un idea così insana. Il mio obiettivo principale è quello di poter ottenere un metodo "standard" di ricarica delle cartucce in dotazione alla mia stampante a getto di inchiostro. Anche se l'attrezzatura utilizzata è sicuramente esagerata per un utilizzo privato, ricordo come la stessa provenga da recuperi "fortunati", ho l'obiettivo di risparmiare e nello stesso tempo trovarmi con una scorta di cartucce di stampa che non mi lasci a piedi all'improvviso. Il metodo di ricarica con i kit che si trovano in commercio, è un metodo che funziona a volte, in condizioni specifiche. Io voglio poter recuperare anche le cartucce rimaste ferme da tempo, Rivitalizzarle e portarle a funzionare come se fossero nuove. Come già detto in precedenza, mi sono attivato con la seguente sequenza di operazioni:
Bagno delle testine in liquido solvente. Prima di tutto bisogna assicurarsi che gli ugelli siano liberi da incrostazioni, per evitare che durante la stampa siano visibili le righe orizzontali dovute all'otturazione di ugelli di un particolare colore.Ho utilizzato una vaschetta di vetro, riempiendo il fondo con circa 1 centimetro di prodotto solvente specifico per inchiostro. Il barattolo fa parte di un recupero in extremis, già ampiamente descritto nei post precedenti. E' a base di etanolo, altamente infiammabile, per cui si sconsiglia di utilizzare vaschette di plastica che potrebbero sciogliersi o peggio di fumare durante le operazioni. Ho preso contatto con il rivenditore per assicurarmi fosse adatto nella pulizia ad immersione delle testine di stampa, ricevendo conferma. Durata del bagno: 15 minuti circa. La plastica delle testine resiste al bagno di solvente, per cui anche tempi superiori, per incrostazioni particolarmente ostinate o evidenti, non dovrebbero procurare danni.


Lavaggio a vapore: le cartucce sono poi passate sotto un getto di vapore, grazie alla macchinetta (anch'essa di recupero) che mi permette di svolgere 4 operazioni. Getto di vapore a 100 gradi, doccia di acqua fredda, aspirazione e pressione grazie a due cannule, una delle quali dotata di ventosa all'estremità. Le dimensioni della ventosa sono insufficienti per l'aspirazione dell'inchiostro dagli ugelli per le cartucce HP del tipo che si vede nelle foto. L'aspirazione serve a carica terminata per l'operazione di priming, in modo da togliere eventuali bolle d'aria negli ugelli. Per questa operazione sto pensando ad un paio di soluzioni alternative, oggetto dei prossimi post.

Lavaggio ad ultrasuoni
: le cartucce, dopo il lavaggio sono passate nell'apparecchio di lavaggio ad ultrasuoni che, grazie all'effetto di cavitazione provocato dal trasduttore a 45 khertz, è in grado di liberare gli ugelli da eventuali incrostazioni. Il liquido utilizzato è acqua demineralizzata (distillata?), ideale per evitare che eventuale calcare possa andare a formarsi dentro la testina. Durata dell'ammollo: dai 3 ai 5 minuti. Temperatura dell'acqua: 65 gradi. La temperatura migliora la cavitazione, cos'ì come un liquido speciale, studiato appositamente (che però non ho). Al termine dell'operazione, l'acqua può essere recuperata. La vasca ha una capacità di 5 litri. Il liquido, anche se diviene scuro per effetto della fuoriuscita di un pò di inchiostro, è utilizzabile più volte. Per eliminare eventuali incrostazioni, basta farle depositare nella tanica e fare attenzione nei prossimi travasi.

Queste prime tre operazioni sono necessarie specialmente nei casi in cui ci si trovi per le mani delle cartucce rimaste inattive per lungo tempo (mesi), per le cartucce utilizzate anche in assenza di inchiostro (da evitare), per le cartucce che presentano sulla testina delle tipiche escrescenze (fioriture) di inchiostro rappreso. Per togliere le incrostazioni è indispensabile l'uso di questi macchinari che ho la fortuna di possedere ed il lavaggio deve essere particolarmente "energico". L'uso dell'acqua calda permette inoltre di far dilatare gli ugelli, liberando così le incrostazioni oltre a migliorare, nella macchina ad ultrasuoni, l'effetto di cavitazione visibile quando si forma una leggera schiuma in superficie.

Centrifuga: Occorre, prima della ricarica, svuotare completamente le cartucce, per evitare di ricaricarle troppo (overfilling) e rischiare di contaminare i colori (vedi post precedenti). La centrifuga che ho realizzato mi permette di estrarre totalmente tutto l'inchiostro residuo (è abbastanza raro che nelle cartucce tricolor, i livelli si azzerino contemporaneamente), con un tempo di rotazione di un paio di minuti. Tempi superiori permettono di asciugare completamente l'interno delle spugne. Quest'ultima operazione è consigliabile se si desidera lavare completamente l'interno, usando più ricariche e svuotamenti successivi con acqua distillata o con prodotto specifico (che mi sento di suggerire ma non ce l'ho per ora). Il lavaggio interno è consigliabile anche per eliminare eventuali effetti di contaminazione dell'inchiostro per overfilling o errore di ricarica.
Il comportamento della centrifuga è egregio, funziona alla grande, meglio di quanto mi aspettassi. Provvidenziale la creazione del canale di scolo, della cannula esterna di scolo dell'inchiostro esausto, dell'inclinazione della base motore e dell'argine che impedisce all'inchiostro di infilarsi nell'asse motore (vedi post precedenti). L'unico neo è la posizione della cannula di scolo, posizionata un millimetro sopra il limite del canale di scolo. Per svuotare completamente l'interno, occorre inclinare manualmente il vaso e vedere l'inchiostro defluire liberamente nel contenitore esterno (che andrà correttamente smaltito all'ecocentro, non buttatelo nel lavandino o nel wc per favore...l'acqua è un bene prezioso e l'inchiostro moooooolto concentrato...inquina).
Terminato il lavoro di centrifugazione, basta spruzzare un pò di acqua per lavare l'interno del vaso, che non tornerà come nuovo ma è meglio evitare che l'inchiostro si rapprenda ostruendo lo scarico.

Carica a siringa
: Con una siringa ad ago lungo, si infila l'ago negli appositi fori e si inietta molto lentamente la giusta quantità di inchiostro permessa dalla cartuccia. 17ml per il nero e 19 ml per i tre colori. Meglio tenersi un pò al di sotto della massima capacità Personalmente uso caricare il nero con 15-16ml ed ogni colore con 5ml. Terminata la carica occorre far riposare le cartucce per minimo trenta minuti, per dare tempo all'inchiostro di distribuirsi all'interno.

Terminate queste fasi ho provato ad inserirle in una "stampante muletto", eseguire dei cicli di pulizia delle cartucce, e successivamente delle prove di stampa. Sono un pò deluso. In un paio, il nero non esce per nulla, mentre alcuni colori non escono o escono a metà... Credo mi manchi un passaggio. A fine ricarica è necessaria l'operazione di priming, ovvero l'estrazione dagli ugelli di un paio di ml di inchiostro, eliminando così bolle d'aria. Nel mio caso, visto che le cartucce sono rimaste ferme per lungo tempo, sono sicuramente disincrostate, sono sicuramente piene, l'unica spiegazione può essere data dalla presenza di bolle. Ipotesi meno accreditata....la testina è andata. La tecnologia usata da HP è termica e far funzionare una testina senza inchiostro si rischia di "bruciarla" (questo l'ho sentito dire e devo verificare).
Pertanto, sono già in procinto di seguire due strade. Prendo due clip di plastica con alla base un gommino identico a quello che si trova nella base di appoggio delle testine dentro la stampante. Ci pratico un foro, ci infilo una cannuccia di gomma (specifica per l'inchiostro in quanto recuperata da una stampante Epson) e l'altra estremità la infilo in una siringa. Deve funzionare per forza. La seconda soluzione, più laboriosa è il recupero della stazione aspirante di un macchinario che ho qui in deposito, in attesa di ispezione (tempo permettendo).

Come soluzione estrema potrei tentare quindi la ricarica con campana sottovuoto, che è il metodo professionale utilizzato da chi esegue ricariche e le fornisce con garanzia. In pratica si mette la cartuccia, con ago infilato nelle spugne, dentro un contenitore di vetro. Si crea un vuoto a 3 atmosfere e poi si apre un rubinetto dove è attaccata una siringa carica della quantità di inchiostro necessaria. La depressione aspira l'inchiostro direttamente dentro la cartuccia (che ha l'ago infilato) e lo fa fuoriuscire (un pò) dagli ugelli, eliminando eventuali bolle d'aria. La campana di vetro ce l'ho (devo solo sistemare la guarnizione). L'aspiratore devo recuperarlo... sarà oggetto di un prossimo post. Un nuovo progetto stimolante, nuovi esperimenti, nuovi progetti. Vorrei però fare una pausa e riprendere alcune cose in sospeso, quali un pò di elettronica ed un pò di sviluppo in C. Non posso certo dire di starmene con le mani in mano .:-))
Ciao

P.S. Il nido del merlo è pronto. Ripeto:Il nido del merlo è pronto.