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lunedì 11 dicembre 2023

Workzone ip44 solar white security lamp (repair)

Da anni appesa alla parete che sovrasta il basculante del garage, è arrivato il momento che una lampada solare con sensore di movimento muoia. Presa all'Aldi per non ricordo quanti euri, ha fatto il suo dovere per un pò, accendendosi diligentemente come luce di cortesia quel tanto che basta per camminare al buio senza inciampare sugli innaffiatoi, sbattere sull'ingombrante tubo di irrigazione da 30 metri ordinatamente avvolto alla parete, infilare la chiave nella serratura o ancora per illuminare la strada ai gatti del quartiere. Non ricordo se è ancora in garanzia (3 anni) ma si sà che per questi oggettini, non si conserva quasi mai lo scontrino e, se lo si conserva....., non ci si ricorda mai in quale anfratto della libreria è stato accuratamente riposto. 

In realtà questo faretto a led da 6,4 watt non è quasto. Sente solo la vecchiaia. Il pannello solare è tutto opaco, la sua superficie è tutta screpolata compromettendo la sua trasparenza a garantire un ottimale illuminazione dal sole. Da dire poi che la parete ad est non riceve sole per tutto il giorno (come vorrebbero le specifiche...almeno 8 ore) per cui la sua batteria interna fatica già di suo a caricarsi al 100%... figuriamoci nel periodo invernale. 

Ma a completare la sua morte prematura è la batteria interna che, a forza di essere sottoposta a cicli giornalieri di carica scarica, inevitabilmente perde efficienza e non riesce più ad illuminare in modo accettabile l'area sottostante. 

Workzone IP44 solar white security lamp

Fortuna vuole che l'ingegnere "progettista" di questo aggeggio, abbia optato per una batteria 18650 Li-Ion (da 1200mAh), molto diffusa e facilmente reperibile, con tanto di alloggio. Credo infatti che la scelta sia ricaduta su questo "form factor" proprio per motivi di economicità a scapito della sua durata, dato che deve illuminare solo per quei pochi secondi sifficienti per scendere dall'auto ed aprire il basculante. 

La mia proverbiale taccagneria obbligata da uno stato ormai perenne di assoluta povertà, mi suggerisce di riutilizzare delle batterie al litio recuperate da un pacco batteria di un vecchio computer portatile... funziona! Occorre solo apportare una piccola modifica. La batteria originale, estraibile dal classico alloggiamento con un contatto a molla è di quelle con la testa a tettina, mentre quelle del portatile hanno la testa piatta e non fanno contatto. Si può ovviare inserendo una lastrina di nikel o rame se si preferisce et voilà, lampada come nuova. 

Per il pannello sto cercando una soluzione... pasta abrasiva diamantata per lucidature? forse sì. Il problema è che la superficie di plastica sembra cotta, non è sporca, per cui andrebbe delicatamente grattata, magari iniziando con carta vetrata ad umido per carrozzeria da 800, 1000, 1200 in su, forse ce la facciamo anche se credo che così in pieno sole si riesca a ricaricare la batteria senza troppi problemi. Vedremo.


P.S. il paguro non è a casa. Ripeto: il paguro non è a casa.

mercoledì 9 novembre 2022

UPS Microdowell B-100 - rip

Era il lontano 13 novembre 2011 quando avevo adottato questo UPS, orfanello abbandonato dal suo padrone cattivo. Lo avevo adottato con amore paterno, insegnandogli a funzionare per bene ed aiutarmi nel mio duro lavoro, senza interruzioni. 

Dopo 11 anni di onorato servizio, umilmente, in silenzio e senza mai avanzare una pretesa o profferire un lamento... ZAP!! un maledetto fulmine cattivissimo si insinua nella rete elettrica e lo uccide all'istante! Che ti aveva fatto di male? Forse lo hai ucciso perchè forniva elettricità anche quando la facevi saltare? E' solo una questione di invidia?

Maledetto fulmine, credi davvero di averlo eliminato per sempre? Forse non sai che, nonostante il suo creatore si sia portato nella tomba il suo segretissimo schema elettronico, aveva dato in tempo utile precise istruzioni per donare i suoi organi. 

Grazie al fulmine assassino, caro, stimato ed amato UPS, una moltitudine di tecnici potranno tenere in vita i loro figlioli, tuoi fratelli, o usare le tue parti per dare vita ad altri progetti e conferirti l'immortalità che meriti. Grazie di tutto e riposa in pace. Alla prossima. 

P.S. i totani sono nel materasso. Ripeto: i totani sono nel materasso.

martedì 8 novembre 2022

Forbice da cucina (restauro - riparazione plastica)

Nei momenti di tristezza, sconforto post-elezioni, depressione... accentuati dalle reazioni della società che giudica gli asperger come malati, deficienti, dementi e via dicendo, non trovo cura migliore che concentrarmi a riparare e restaurare qualcosa. Devo tenere la mente occupata (come non lo fosse già abbastanza, oltre i limiti di voi unani) e distrarmi. Una distrazione che non risolve il problema di fondo, ma allevia un pò la pressione anche se è un pò come girarsi dall'altra parte e fare finta di niente. Ma torniamo a noi.

In cucina, una forbice a portata di mano serve sempre, per aprire le confezioni, spesso aggredite con i denti (per chi li ha ancora sani) o a forza di bicipiti e pettorali per le generazioni meno stagionate. Questa forbice è finita in pensione, sostituita da altri due modelli "titanium coated" presi dagli scaffali dei cinesi colmi di prodotti che ultimamente stanno raggiungendo i prezzi occidentali. Un tagliente seghettato, l'altro a filo, hanno sempre fatto il loro dovere. 

Purtroppo la ruggine e la plastichetta che ricopre i manici iniziano a fare il loro dovere, ovvero la prima a formarsi sul presunto acciaio INOX, la seconda a rompersi inevitabilmente (e lo fa apposta, lo sò). 

Per la ruggine nessun problema, anche perchè, per fortuna, le due lame sono tenute assieme da una vite rimovibile (e sostituibile) con tanto di rondella spezzata e tappo rimovibile...grande! si smonta ed è più facile pulire. Un multi tool e spazzolina metallica sono sufficienti per togliere ruggine e sporco accumulato negli interstizi, magari aiutandosi con le pietre abrasive dove occorre o con gli inserti per lucidare. Pietra abrasiva anche sul tagliente per affilare (poi vediamo come rifinire con un'affilatura giapponese). Pulizia finale con sgrassante ed alcool isopropilico.

Per la plastichetta è un pò diverso. Mancano alcune parti ed i manici presentano delle crepe abbastanza estese anche se non preoccupanti. Come riparare e rigenerare le parti mancanti?. In mancanza di specifici attrezzi, si può provare a fondere del PLA con una punta calda (PLA dalle fascette stringi cavi, è ottimo) e riempire le mini crepe con della supercolla cianoacrilica. L'anima metallica dei manici dovrebbe impedire ulteriori rotture in quei punti critici e la supercolla, molto liquida, riempire per capillarità gli spazi e tenere le parti assieme, irrigidendole il giusto. 

Quella precedente è una soluzione da unani.... molto tempo fa ho acquistato una 3D PEN, una sorta di stampante 3D ma manuale, ovvero la 3D printer dei poveri. Quale altra ghiotta occasione come questa per metterla alla prova? l'idea è quella di ricostruire i pezzi mancanti e riempire le crepe dei manici. Per i pezzi mancanti, si può depositare il PLA fuso direttamente sull'acciaio (tanto lì sicuramente non si attacca). Le crepe invece vanno preparate creando una scanalatura ad U con la spazzolina metallica rotante del multi-tool, un pò come si fa per preparare i pezzi a V, da saldare a filo quando le parti sono ad alto spessore. Si passa e ripassa con la penna 3D (180 gradi circa), a mani incrociate ed a zig zag, sino a riempire la scanalatura o ricostruire le forme, si lascia raffreddare per bene e si procede con delle limette di precisione per portare a pari la giuntura. Raccomandabile la velocità minima, per una maggiore precisione. Con la punta ceramica inoltre è meglio pre-riscaldare le parti da unire, così il PLA si appiccica meglio (preriscaldare con pistola termica al minimo o con un asciuga capelli alla massima potenza). Per un risultato superbo e definitivo, si deve far compenetrare il materiale di apporto con quello originale del pezzo in riparazione. Ci si aiuta con un pirografo da legno e punta a scalpello. Si procede esattamente come già visto nel post precedente (riparazione parti in plastica)

Come risultato parziale, grezzo, si ottiene una superficie "a gobbe", che permette di controllare se è il caso di riempire ancora, immaginando un pò il risultato da ottenere. Poi viene la fase più tediosa....limare, limare, limare... per conferire esteticamente un aspetto un pò meno post apocalittico. L'obiettivo è quello di rendere invisibile la riparazione, per quanto si può. E' quindi importante usare delle limette di precisione partendo con quelle per sgrossare e procedere poi con quelle da finitura. Periodicamente è meglio pulire la lima che si impasta con la plastica. Al termine si procede con carta vetrata a grit crescenti da 200 a 1000. Se ci si accorge di aver lasciato degli avvallamenti è sempre possibile ripartire, aggiungere materiale, limare e rifinire oppure prendere la limatura di plastica, metterne un pò negli avvallamenti e saldare con alcune gocce di supercolla che verrà poi limata a pari.

A seconda del risultato da ottenere è possibile arrivare a degli ottimi risultati, ma dato che nessuno al mondo è disponibile a retribuire adeguatamente una giornata di "lavoro", dato il modesto valore economico del pezzo da riparare, ci si può fermare al livello di finitura che si vuole. 

Personalmente, ma non è questo il caso, preferisco che la riparazione si veda, magari usando PLA di colore diverso, che contrasti bene con l'originale. Così perchè voglio ricordarmi di trattare con cura gli attrezzi, a monito futuro. Sto ancora usando utensili acquistati più di 45 ani fa, sembrano nuovi e funzionano benissimo.... anche così si boicotta il consumismo sfrenato, si risparmia, si boicottano i commercianti low-quality #tuttoaduneuro e si protegge l'ambiente... un consiglio da un vecchio nonno in vena di predicozzi e spiegoni... fate tesoro dei buoni esempi, sempre, grazie. Alla prossima. 

P.S. Rigoletto recita in soffitta. Ripeto: Rigoletto recita in soffitta.

giovedì 27 ottobre 2022

Occhiali cinesi (riparazione plastica)

Devo tornare sull'argomento, già trattato, per documentare l'evoluzione degli interventi di riparazione su oggetti di scarso valore (scarso per i benestanti ovviamente). Non potendomi permettere delle lenti progressive, dato che un rene l'ho già speso e quello rimasto mi serve proprio, devo ripiegare su soluzioni fai da te, ovvero aggiungere degli occhialini per amplificare la gradazione prescritta dall'oculista ed ovviare la presbiopia che colpisce tutti a partire dai 50anni di età. 

Se qualche anno fa si potevano trovare degli occhialini di plastica ad un paio di euri, oggi, stranamente, le cose sono cambiate... dai cinesi gli occhialini costano mooolto di più, sempre meno di quelli che si trovano in farmacia (che sono fatti sempre in "ciaina" ovviamente). Ci si accorge così che la speculazione è trasversale e che nel tanto osannato commercio, linfa dei popoli, si infilano avidi approfittatori senza scrupoli. 

Fatto sta che, disquisizioni sulla qualità a parte, in caso di rottura occorre valutare bene se si può riparare o meno. Per chi come me ha il testone grosso come un cocomero XXL, quando mi tolgo gli occhialini per metterli sopra la testa, le aste si allargano e la sollecitazione provoca inevitabilmente la rottura (plastichetta). Ma, essendosi sparsa la voce che io tento di riparare tutto, anche l'impossibile, stavolta mi arrivano un paio di occhiali non miei, presi sempre dai cinesi, e che val la pena di considerare.

Il primo presenta la classica cerniera dell'asta spezzata. Soluzione? supercolla! A ben ragionare, ho pensato anche di creare un rinforzo metallico, affogando nella plastica un filo di rame riscaldato dalla corrente elettrica. Purtroppo le tolleranze in gioco sono molto ristrette e le dimensioni della cerniera davvero minuscole, per cui desisto. Con la supercolla si riesce ad attaccare le due parti in modo abbastanza solido. Nel caso non si riesca a far combaciare perfettamente le parti (quasi sempre), si procede con una limetta e pazientemente si modella l'asta in modo che entri nella cerniera. Un accorgimento furbo è quello di mettere un pò di grasso lubrificante per agevolare l'attrito ed impedire che delle aste troppo dure da aprire si rompano per "fatica".  

Il secondo modello di occhialino è di quelli pieghevoli, molto comodi da portare in giro nella loro custodia. In questo caso si è rotto il ponte che unisce le due lenti, in prossimità di un asola dentro la quale passa la vitina di fissaggio. In questo caso è più pratico ricostruire il pezzo, a mano. Si parte da un foglietto di plastica tagliato a misura. Ho utilizzato un supporto delle batterie alcaline rimasto orfano dopo la conversione al litio....perfetto, dello spessore giusto (che chiulo). Si unisce il pezzo rotto con del bi-adesivo al pezzettino da sagomare e lo si usa come dima. Con una limetta poi si sagoma sino ad arrivare a filo dell'originale, ottenendo così il pezzo nuovo delle stesse dimensioni dell'originale. 

Per forare il ponte così ottenuto, lo si infila nell'alloggiamento dove dovrà stare e con un trapanino a penna (catturato all'Aldi) si praticano i due forellini delle viti di fissaggio (punta da 1,2mm). Perfetto. Date le dimensioni minuscole, occorre aiutarsi con una piccola morsa da banco, meglio se di precisione. Io sono riuscito comunque a forarmi un dito oltre che infilare la punta del trapano sotto l'unghia... niente maale faccia di maiaale, fatto nieente faccia di serpeente. 

Si prova lo snodo e se del caso si aggiustano le dimensioni con dei colpetti di lima, mettendo alla fine un pò di grasso lubrificante. Fatto e sono pure soddisfatto. 

Un trucchetto: come fare se il foro della vitina non tiene più a causa di togli e metti ripetuti? Si cerca di riempire il foro con del bicarbonato in polvere (o anche pomice finissima o cotone o...) e si gocciola un pò di supercolla. Si ricrea il forellino delle dimensioni giuste e la modifica terrà come il cemento. Alla prossima. 

P.S. Il bue è grasso. Ripeto: Il bue è grasso.

martedì 25 ottobre 2022

Riparazione parti in plastica

Stanchezza (tanta), fretta (troppa), l'età che avanza ed un uso quotidiano... tutti elementi che preludono la rottura degli oggetti che usiamo e manipoliamo ogni giorno. Qualche giorno fa è stato il turno di una bacinella per il bucato, oggi un porta vivande che serve per la pausa pranzo in un azienda dal braccino corto che non prevede la mensa aziendale (<modalità padrone on>fottetevi schifosi dipendenti, arrangiatevi<modalità padrone off>). 

Il contenitore cade a terra ed il coperchio si scheggia. Il coperchio trasparente di questo porta vivande è fatto di una plastica rigida, molto simile al coperchio dei CD o DVD. Basta un colpetto ed essendo poco elastica si scheggia in più punti. 

Il primo pensiero è quello di usare la super colla cianoacrilica. Per un pò può anche funzionare, ma cè un problema. Il porta vivande deve contenere alimenti (cibo)... mettereste l'insalata a contatto con una colla che rilascia vapori tossici? io no di certo. Ed allora?

Tutorialando in giro, si scopre che esistono delle specie di "pistole" che riscaldano un filamento metallico di varie forme da affogare nella plastica per irrigidirla. Ottima idea. I più poveri si sono ingegnati con le pistole salda stagno (per l'elettronica analogica), altri con pinza, accendino e le graffette che si usano per pinzare assieme i fogli di carta. Altre soluzioni prevedono di affogare delle retine metalliche ed altre di procedere con la fusione delle parti con delle punte speciali riscaldate alla giusta temperatura, magari usando del materiale di apporto. 

Sia chiaro... graffe sagomate, retine metalliche, pistole riscaldanti, materiali.... costo? non mi interessa, preferisco ingegnarmi da solo e non spendere nulla. Tempo fa ho acquistato un pirografo per legno con a corredo una serie di punte. Una in particolare, a scalpello, mi sembra adatta.

Fatto riscaldare il pirografo, lo si appoggia sulla crepa e con dei movimenti alternativi si cerca di fondere le due parti in modo che la plastica quando si raffredda, unisce le due parti in modo stabile.  

Funziona...a patto che:

  • non si deve esagerare con la temperatura ed indugiare nei movimenti
  • non si deve premere troppo altrimenti si fora il pezzo

Con molta manualità ed esperienza su delle parti sacrificali, si riescono ad ottenere dei buoni risultati, meccanicamente parlando, considerando che questo coperchio è molto sottile. Per l'estetica è un altro discorso. Inevitabilmente si vengono a creare delle asperità. Queste sono livellabili con dei rapidissimi movimenti dell'utensile, appoggiando la punta piatta, cercando di spianare il più possibile. Per quanto si riesca a ridurre le asperità della saldatura, sarà comunque inevitabile "rovinare" le due parti assemblate. C'è poi il problema, in questo caso, della trasparenza della plastica.

Per esagerare si potrebbe procedere con dei passaggi a carta vetrata da 120 grit sino a 1000grit per poi lucidare la parte a specchio... comunque il crepo si vedrà, per cui arrangiamoci con saldatura e stop, basta che meccanicamente il coperchio tenga. Le riparazioni invisibili lasciamole ai giapponesi ed alle loro tecniche millenarie.

Questo porta vivande però, per come è fatto, ha un altro problema. Il tappo grigio, dotato di una guarnizione siliconica trasparente, non sta su e cade all'interno della ciotola bianca quando si richiude il coperchio... allora? nessun problema. si toglie la guarnizione ed attorno al tappo si incolla del nastro alluminio, quanto basta a creare lo spessore necessario ad allargare il diametro interno e garantire la tenuta. Fatto, funziona. Alla prossima.

P.S. la dispensa è chiusa. Ripeto: la dispensa è chiusa.

 

mercoledì 19 ottobre 2022

Dell Precision M4500 IntelⓇ Core™ i7 820QM (incul8)

Ecco, ben mi sta. Ho infilato una serie di inchiappettate che me le voglio segnare qui a futura memoria. Andiamo con ordine. Dopo mesi di attesa, i pezzi ordinati, uno ad uno, sono arrivati tutti. E con i pezzi di ricambio sul tavolo inizio ad assemblare... il primissimo componente da montare sono gli altoparlanti che sono fissati in un posto che per sostituirli occorre smontare COMPLETAMENTE il portatile. 

Sorpresa n.1 Gli altoparlanti sono sbagliati, diversi dalla foto e dalla descrizione. Scrivi al cinese, aspetta 24 ore per la risposta, manda una foto, aspetta 24 ore, mi promettono di reinviare il pezzo, aspetta una settimana e chiedi se il pezzo è stato spedito, aspetta 24 ore, leggi che c'è il capodanno cinese e domani controllano, aspetta 7 giorni e apri una controversia con Aliexpress sperando che uno dei 40 ladroni di alibabà ti risponda. Passano tre giorni e mi promettono il rimborso totale...sto ancora aspettando, poi dichiaro guerra alla cina. 

Nel frattempo mi arrivano gli altoparlanti, nuovi, ordinati da un altro negozio (in spagna), tutto ok, posso procedere e la spagna non dovrà temere un invasione con i carri armati. Procedo con difficoltà perchè non mi ricordo la sequenza di smontaggio, pazienza, intuito e... 

Sorpresa n.2 il lettore DVD non è quello giusto... scrivi al cinese, aspetta 24 ore, mi rispondono che il frontalino si può swappare, contesto che i modelli sono meccanicamente diversi ed incompatibili, aspetto 24 ore, mi chiedono che modello ho io, rispondo, aspetto 24 ore, mi dicono di swappare alcune parti mettendo pure le freccine nella foto, rispondo che meccanicamente non si può e che il caddy non si può trasferire da un modello all'altro, aspetto 24 ore e sto ancora aspettando, fra una settimana apro una controversia da Aliexpress ed aspetto, aspetto, poi dichiaro guerra alla cina. 

Sorpresa n.3 Monto il processore compatibile, non funziona e c'era da aspettarselo... statisticamente acquistare processori dalla cina, al 99% arrivano dei fake, ci ho provato dai. Per cominciare chiedo al venditore, poi una controversia in ebay ma non sono molto fiducioso, nel frattempo recensione di fuoco per truffa ai danni di uno che si fida troppo. Ad ogni modo mi rispondono con una lista di istruzioni da bambino deficente e sto pensando di rispondere a tono come se parlassi al mio nipotino di 5 anni

Sorpresa n.4 Provo a swappare i tasti della nuova tastiera (svizzera) con quelli vecchi e scopro che sono meccanicamente diversi, per un pelino ma sono diversi. ok, qui non posso protestare, scemo io che speravo. La tastiera con layout italiano sembra introvabile e usata non la voglio...le tastiere usate sono la cosa più sporca del pianeta, provate a smontarle per crederci.

Sorpresa n.5 La batteria è carica al 12% e non ne vuole sapere di ricaricarsi... non ho idea di quale sia il problema ma sospetto che sia il chip "smart" che è in qualche modo piantato. Il tempo per il reso di Amazon è scaduto per pochi giorni e non mi resta che denunciare nella recensione l'inchiulata con fatwa a corollario. Ma anche qui una sorpresa n.5bis... amazon rifiuta di pubblicare la mia recensione perchè vìola le linee guida della community.. eh?? leggo le regole e resto basito...in pratica si può solo parlare bene dei prodotti, al massimo la cosa peggiore che puoi fare è mettere una stellina su cinque al venditore, zero stelle no.

Sorpresa n.6 All'accensione gli altoparlanti fanno un rumore pazzesco (pernacchiano) e non so da cosa possa dipendere, non da loro certamente ma l'effetto fa il paio con la Sorpresa n.7 ovvero due porte usb spente...forse ho collegato male qualche piattina. 

Sorpresa n.8 la ventola che mi hanno mandato è completamente diversa da quella in foto. Riordina da un altra parte, scrivi al cinese, aspetta 24 ore per la risposta, manda una foto, aspetta 24 ore, mi promettono di reinviare il pezzo, chiedi il rimborso, aspetta una settimana e apri una controversia con Aliexpress sperando che uno dei 40 ladroni di alibabà ti risponda. Passano tre giorni e mi promettono il rimborso totale... devo aspettare dai 3 ai 10 giorni... sto ancora aspettando, poi dichiaro guerra alla cina.

Risultato? il portatile praticamente è come prima, senza lettore dvd, con la tastiera rovinata, col vecchio processore, con gli altoparlanti staccati, senza batteria, con due porte usb morte e ben 4 vitine avanzate (maledette vitine, secondo me si riproducono per farmi dispetto)... un affarone davvero. Che la vicenda mi serva da lezione.

Ora devo smontare tutto da capo per risolvere il problema delle due porte usb spente e dell'altoparlante che pernacchia. Magari riprovo il processore che magari l'ho inserito male, non mi arrendo. Speravo di riportarlo a nuovo ed invece dovrò ancora cercare delle occasioni, stavolta con maggiore prudenza e scegliendo marketplace più affidabili. Alla prossima.

P.S. la gallina non fa le uova. Ripeto: la gallina non fa le uova.

mercoledì 7 settembre 2022

Dell Precision M4500 IntelⓇ Core™ i7 820QM (rigenerazione)

Ogni tanto mi devo fare delle congratulazioni, per non lasciar affievolire l'autostima costantemente minacciata da un branco di unani che mi circondano, nonostante la mia inefficienza nel fare di tutto per tenerli lontani. 

Da un pò di tempo, dopo un periodo di servizio più che onorevole e performante, il mio computer portatile, pagato un rene più di 10 anni fa, ha iniziato a comportarsi maluccio. E'(ra) un laptop di fascia medio-alta, un DELLⓇ Precision M4500, processore IntelⓇ Core™ i7 820QM 1,73Ghz 4 core 8 thread di ottava generazione con lettore di smart-card integrato ed una maledettissima scheda Nvidia (le odio). 

Randomly, il portatile si freezza senza alcuna possibilità di fare nulla, se non tenere premuto il tasto di accensione per 10 secondi per spegnerlo di brutto. Schermo congelato, tastiera congelata, mouse congelato, esecuzione dei processi congelati.... nessuna possibilità quindi di attivare una console testuale per indagare ed approfondire. Escludendo le solite cause (cavallette, governo, fasi lunari, ecc...) due possono essere i sospettati: problema alla RAM o problema al processore, non vedo altre possibilità se non la mother board (meno probabile). Tutti componenti che si possono sostituire, a partire dalla RAM che, però, se sottoposta a diagnostica intensiva non segnala problemi di sorta. 

Per un periodo ho dato la colpa alla maledettissima scheda Nvidia, ai suoi drivers proprietari che con le ultime distribuzioni (Debian ed Ubuntu in testa) non sono più installabili se non con dei riti sciamanici. Sospettato anche wayland, Xorg, i driver nouveau... niente da fare, nemmeno con re-installazioni complete il problema si risolve ed il blocco totale si manifesta sia apparentemente a freddo che a caldo, con qualsiasi programma in esecuzione... allora?

Ne approfitto. Lo smonto completamente, lo lavo dallo sporco e dalla polvere e sostituisco i componenti difettosi (lettore DVD morto,tastiera retroilluminata con la vernice staccata su alcuni tasti, jack di alimentazione con falso contatto, batteria morta, pad in silicone e pasta termica dura come il cemento, ventola di raffreddamento che gracchia ogni tanto, altoparlanti disintegrati). Con l'occasione voglio provare ad upgradare il processore che purtroppo non ha una GPU integrata e mi tocca sorbirmi l'uso della maledetta Nvidia embedded nella mother board e non aggiornabile con nient'altro (maledetti per il resto dei vostri miseri giorni). Ho optato per un Intel Core i7 940XM da 2,133 Ghz, sperando di non trasformare il portatile in un fornelletto da riscaldamento (alla faccia della crisi energetica voluta dagli USA).

Lo smontaggio non è proprio una passeggiata. Non è un netbook di plastichetta con due gusci ad incastro. Questo modello è modulare ed espandibile e la quantità di componenti, connettori, cavi e soprattutto di vitine è notevole, in linea con questa tipologia di computer (portatile desktop). Il produttore mette a disposizione il service manual che, mooolto sinteticamente, spiega come smontare le parti, con delle foto francobollo e senza menzionare la funzione di alcuni slot di espansione vuoti. Schema elettronico manco a pensarlo, manco fosse il decimo segreto di Fatima. Ho inoltre scoperto un alloggiamento per una SIM dati...non dichiarata nelle specifiche del produttore (o almeno mi sembra di no). Fatto sta che alla fine del rimontaggio, qualche vite resta nel contenitore e col tempo ci si dimentica di loro, stupide ed inutili vitine.

Ridotto ai minimi termini, noto quello che potrebbe essere il problema. E' stata usata della pasta termica conduttiva (EconoThermalPaste) ed in quantità eccessiva. Si sa, si dovrebbe sapere, che aumentare la quantità di pasta termica su processore e GPU non migliora, anzi, peggiora la dissipazione del calore. Si sa, si dovrebbe sapere che la quantità da dispensare è a chicco di riso o a salsiccia (dipende dalla conformazione del chip e dalla scuola di pensiero che si intende seguire). In questa mother board la pasta maledetta (economica) è stata messa anche sui pad in silicone che appoggiano su dei chip di memoria... pasta conduttiva che mette in corto i condensatori posti su CPU e GPU (ed a sbaffi anche sulla mother board) può produrre degli effetti imprevedibili e potrebbe essere la causa dei blocchi improvvisi e casuali del portatile. Il vero problema è pulire. 

Alcool isopropilico a pioggia, spazzolini, cotton fiocc e stuzzicadenti sagomati sono le uniche armi ammesse per togliere quella pasta (che sembra micropolvere di alluminio in pasta dentifricia) e non grattare via i componenti o peggio graffiare delle micro piste del PCB. Nemmeno con una giornata intera di intervento e quasi un litro di alcool isopropilico si ottengono risultati soddisfacenti...occorre intervenire con un microscopio e togliere la pasta attorno ai micro componenti smd... un incubo. 

Ora sono in attesa dei pezzi, che a trovarli sono impazzito tra Amazon, e-bay ed Aliexpress... incontrando un branco di rivenditori "professionali" (così almeno li definiscono i marketplace di riferimento) che fanno invidia a peracottari e zappaterra. Il pezzo più introvabile è la tastiera retroilluminata italiana. Per risolvere si prende una tastiera qualsiasi (magari UK o QWERTZ svizzera) e si swappano i tasti "sbagliati", sperando si siano salvati nella tastiera originale. Fra le mille idee si potrebbe stampare in 3d dei tasti trasparenti, verniciarli di nero e con un incisore laser "serigrafare" le lettere che servono... tenete l'idea e fateci due soldini. Una Fatwa a quel furbone di unano itagliano che ha deciso di vendere i singoli tasti a 3 euro l'uno... mi sa che l'annuncio ti resterà li per un bel pò, a glorificare la tua avidità da perfetto imbecille pidocchioso unico al mondo. Per il processore ho rischiato e spero mi vada bene... ordinare dalla cina processori intel, al 99% arriva un chip fake... mi sento fortunato.

Ora, alcune considerazioni... le CPU Core i7 sono arrivate ad oggi alla 13ma generazione e presto saranno soppiantate dagli i9 Raptorlake e via dicendo. Vale la pena di rigenerare un portatile vecchio di 10 anni? Si, questo portatile decisamente si a patto di sostituire l'hard disk da 7200rpm con un unità SSD. Il resto non è malaccio, l'hardware è ben equipaggiato e per un uso professionale è più che adatto.. Il limite degli 8 giga di ram dichiarati dal produttore e dall'intel stessa sul processore, credo, non lo so ancora, ma credo possa essere superato con due DDR3 da 8Gb (16 in tutto). Magari non li vedrà tutti ma spero che funzioni. 

Quanto ho speso? troppo per le mie tasche sempre vuote, ma non ho puntato al prezzo più basso in assoluto, contando di mangiare meno e spegnere la caldaia per un mese. Comunque il portatile è stato usato intensamente, molto intensamente, 10 ore al giorno per più di 10 anni, per cui c'erano tanti componenti da sostituire. Tastiera, altoparlanti, lettore DVD, ventola, processore... 250 euri circa, dove la parte del leone la fa la CPU che con la crisi dei chip è quotato 125 euro circa. A questa cifra non si trova nulla di usato con processore top di gamma, almeno oggi.

In sintesi questo DELL Precision M4500 con disco SSD e processore originale (820QM da 1,7GHz), abbinato ad una Debian 11.5... come si comporta il figlioletto?? Avvio sino alla richiesta di password in tre secondi netti. Avvio di Gnome in altri due secondi netti, Spegnimento in meno di due secondi e devo ancora upgradare la RAM... provateci con winzozz se siete capaci. Questo me lo tengo stretto per almeno altri 5/10 anni se non esplode prima.

Maaa... alla fine, chi caxo è che ha innaffiato la mother board di pasta termica CONDUTTIVA? Chi è quel peracottaro di sedicente tecnico informatico? Io. Ero giovane ed inesperto ma nella fase iniziale dell'effetto Dunning-Kruger. Alla prossima.

P.S. la banca è chiusa.Ripeto: la banca è chiusa.

giovedì 21 luglio 2022

Contatti ossidati da batterie alcaline (rimedio)

Tempo di riordino e di sorprese (ma neanche tanto). Il problema degli apparecchi a batteria è che se "per un pò" li si lascia parcheggiati nel cassetto con le batterie installate, inevitabilmente i contatti si riempiono di cristalli bianchi (o verdi), le batterie sono da buttare e si spera che l'aggeggio funzioni ancora...

Iniziamo con alcune informazioni. Quando le batterie alcaline "perdono", la soluzione che fuoriesce viene chiamata comunemente "acido da batteria". Non si tratta assolutamente di un acido ma di una forte base, nota come "idrossido di potassio". Le batterie che si scaricano, producono gas che se arriva a una pressione sufficiente a creare un'apertura da cui può fuoriuscire lasciando entrare nella batteria biossido di carbonio (CO2) che, mescolandosi con il potassio (K), dà origine alla sostanza cristallizzata.

L'ossido di manganese e l'idrossido di potassio, entrando a contatto con l'ossigeno, formano quella tipica patina bianca granulosa. La causa dell’ossidazione delle pile va ricercata nell’idrossido di potassio in reazione con l’ossido di manganese, la base delle pile alcaline.

Ecco. ma in tal caso... si può rimediare? ovvio che si. Quello che fuoriesce dalle alcaline non è un acido ma una base. Per neutralizzarla, ovvero riportare a PH neutro, occorre usare una sostanza acida, tipo succo di limone o aceto. Per i ricchi magnaschèi, si compra un prodotto spray apposito, che neutralizza e che uccide gli orsi polari ed i pinguini da quanto inquina.

Fra i rimedi naturali per togliere l'ossido, in rete si trovano i seguenti suggerimenti (spiegati male ovviamente dai soliti copia incolla seriali e compulsivi a caccia di visibilità):

  • Aceto: Metti 250ml di aceto in mezzo litro di acqua. Versa questo liquido in uno spruzzino e nebulizzalo sui contatti per qualche minuto.
  • Bicarbonato: aggiungi poca acqua al bicarbonato così da creare una pasta. Spalmala sui contatti e fai agire per 24h. Usa un panno umido per rimuoverla.
  • Dentifricio: metti direttamente sui contatti, fai agire per 30-40 minuti e con un panno umido rimuovi.
  • Succo di limone:  Versa direttamente il succo sui contatti ed utilizzando uno spazzolino scovolino striscia fino a rimuovere l'ossidazione.
  • Carta vetrata(grana finissima): striscia sulla parte ossidata per rimuovere l'incrostazione.
Lasciate perdere dentifricio e bicarbonato che sono difficili da togliere in quei vani stretti ed angusti, tipo il telecomando della TV. Lasciamo perdere anche gli spruzzini che nebulizzano, giusto per evitare di spargere inutilmente l'acido neutralizzante su parti che potrebbero corrodersi.
Prima di iniziare occorre asportare meccanicamente (con uno spazzolino o qualsiasi attrezzo idoneo) tutte le sostanze corrosive sparse e pulire per bene. Versare poi qualche goccia di succo di limone sul contatto e spazzolare tutto intorno (meglio se il contatto metallico è estraibile così lo si può immergere). Visto che la sostanza fuoriuscita è una soluzione basica, l'acidità del succo di limone o dell'aceto contribuirà a neutralizzarla: si noterà che l'ossido inizia a "friggere" sciogliendosi. 
 
L'aceto o il limone non deve essere usato per neutralizzare le batterie al carbone-zinco o al piombo, poiché queste batterie hanno elettroliti acidi che sono meglio neutralizzati con il bicarbonato di sodio. 
 
Se i contatti sono molto arrugginiti o danneggiati, potrebbe essere il caso di utilizzare un abrasivo (come la carta vetrata da 200-320grit in su) per pulire sino alla base metallica. Se la placcatura in nichel tipica dei contatti delle batterie è corrosa, i contatti potrebbero arrugginirsi nuovamente in futuro. Si può scegliere di proteggerli con grasso dielettrico (siliconico) o sostituirli..... si certo come no, scrivo ai cinesi per i contatti della mia pila chiedendo il pezzo di ricambio. Meglio ricostruire in qualche modo o prendere una soluzione per nichelare e rifare la placcatura. Il più delle volte l'aceto fa sparire le croste e con l'aiuto di uno stecchino di legno o plastica per non graffiare il metallo si riesce a far tornare come nuovi i contatti.

Ecco.... ora il ciòttolo a batteria riprende a funzionare per tornare nel cassetto ed essere usato una volta all'anno.... quasi quasi lo butto e non ci penso più. Cosa me lo tengo a fare se non lo uso?  Alla prossima.

P.S. la pecora veste lungo. Ripeto: la pecora veste lungo.

martedì 5 luglio 2022

Innesto rapido per tubo irrigazione (autopsy)

Siccità record (ma va?), vietato annaffiare il giardino ed obbligo di limitare gli sprechi (perchè prima si poteva sprecare vero?).  Ok, ma basta fare un giretto in bici nei paesotti di campagna e ci si accorge che nessuno rispetta l'ordinanza di quei sindaci che durante l'anno ben si guardano di agire per prevenire le perdite degli acquedotti o cercare di sensibilizzare i cittadini sui cambiamenti climatici... fanfaroni ignoranti! L'unica misura presa è stata quella di intubare i corsi d'acqua e chiudere le fontanelle pubbliche (bastardi).  Ma poi, come potremmo rispettare gli ordini di chi in agosto fa innaffiare il prato davanti al municipio con i getti a pioggia (durante il divieto) o le raccomandazioni della municipalizzata che "gestisce il territorio" innaffiando le aiuole con gli impianti automatici anche quando piove?? Inutile dare ordini se non si è disposti per primi a dare il buon esempio. Per cui... fanchiulo. Il prato è completamente giallo, secco come il deserto del sahara, le piante ornamentali andate (solo le mie ovviamente, non quelle dei vicini) ma non sono disposto a far morire di sete gli alberi da frutto, la vigna (una pianta è già morta), le erbe aromatiche, l'orto ed i pomodori... con quelle cose io mi cibo e basta. 

Comunque, incazzature a parte, mi accorgo che l'innesto del tubo di irrigazione perde ed a volte, quando c'è un pò di pressione, salta via (lavandomi completamente, ma tanto c'è caldo per cui va bene). Preso dalla curiosità e dal segreto desiderio di aggiustare, dò un occhiata all'innesto e noto qualcosa di "strano"... mancano i dentini bianchi che dovrebbero agganciare l'innaffiatore. Ecco, lo sapevo, l'ennesima cosa che si rompe e che fa pensare al ragionamento "spendo qualcosa in più ma almeno mi dura di più". 

Decido di smontare l'innesto pensando alla mente malata del progettista (sicuramente un ingegnere) che progetta le cose in funzione delle esigenze di risparmio dell'azienda padrona che lo schiavizza tutti i giorni. Occorre togliere la ghiera mobile "a molla" che permette l'attacca stacca. E' tenuta in sede con degli arpioni distribuiti su due semi circonferenze. E' sufficiente infilare delle striscioline di plastica per sfilare il tutto. Dentro, la sorpresa. Ci sono (meglio dire c'erano) due dentini di un materiale bianco, non credo sia teflon, forse nylon, plastichetta, flessibili, terminali ad un supporto di forma "strana" che dovrebbe garantire l'elasticità. La ghiera, con la sua conformazione interna, assicura un movimento sufficiente per permettere l'innesto e successivo bloccaggio. In alcuni modelli di innesto, i dentini sono tre e starò  un pò più attento la prossima volta. 

Aggiustabile? boh, per ora non mi viene in mente nulla per costruire qualcosa che possa garantire il bloccaggio, ci penserò. Di certo con la colla no, anche perchè i dentini saranno nel prato, introvabili. Di sicuro il ricambio manco a cercarlo. Questi stramaledetti produttori di profitti per sè a scapito di noi poveracci non ci pensano proprio a garantirci il diritto di aggiustare. Schifosi!. Che dio vi strafulmini. Per un pezzettino di plastica devo buttare tutto, pagare per smaltire il rifiuto, pagare il nuovo, contribuire mio malgrado a produrre rifiuti non riciclabili e peggiorare i cambiamenti climatici, con questo consumismo obbligato da questi capitalisti teste di ca**o.... e ci rimettiamo tutti. 

Sono orientato, per la prossima volta, quando sarà (per ora rinuncio per vendetta e boicottaggio), di prendere gli innesti in ottone ma prima vorrei capire come sono fatti... forse anche quelli, che sembrano più durevoli, hanno un punto debole fatto di plastichetta che salta e ti costringe a comprare, consumare e comprare all'infinito... ocio che mi stanno girando e prima o poi vi verremo a prendere. Alla prossima, ma anche no. 

P.S. Il posso è nero. Ripeto: Il pozzo è nero.

lunedì 4 aprile 2022

Forbice per potatura (broken handle)

E' tempo di potature, quando il verde si risveglia dopo la pausa invernale. Un paio di piogge dopo due mesi di siccità totale e le piantine esplodono di germogli, gemme, fiori e nuove foglioline, uno spettacolo che si ripete ad ogni primavera. Sabato decido di dare una potatura alla salvia, operazione necessaria per tenere la piantina sotto controllo e produrre foglie giganti, commestibili (fritte in pastella), una leccornia. 

Il taglio va effettuato lasciando per ogni rametto un paio di germogli nuovi, la natura farà il resto. Mentre mi accingo a tagliare un rametto un pò più spesso degli altri, delle dimensioni di un dito per capirci...CRACK!! il manico della cesoia si spezza!. eh?? Mai successo in vita mia una cosa del genere!! 

La cesoia incriminata è stata scelta fra una moltitudine perchè in metallo, non certo di plastichetta cinese da un euro. Pensavo che mi durasse una vita, non può rompersi dai! Eppure il manico si è spezzato e ripararlo mi pare impossibile. In prossimità della frattura si nota la grana della lega utilizzata ma non sono in grado di identificarla. Forse alluminio e magnesio, forse Zama, forse... boh, in rete non ho trovato nulla di utile. Il materiale è amagnetico, per cui niente "puntino di saldatura" in quanto il materiale utilizzato non è saldabile con una saldatrice a filo o ad elettrodo (il cannello a gas non ce l'ho proprio). Per saldare la Zama servirebbero inoltre delle bacchette speciali ma occorre comperare una confezione a più di 70 euri... moolto più del costo della forbice. La Bostik promette risultati con la colla bi-componente tipo "Acciaio liquido" ma stiamo parlando di un manico di una forbice.... dubito che possa tenere a lungo.

Quindi? Al momento sono propenso a recuperare il recuperabile. Con la lama di acciaio mi faccio un coltello da giardino, per le incisioni. Il meccanismo di chiusura lo smonto e lo installo in un altro paio di cesoie a cui manca. La molla...nuovissima, appena comperata, la installo su un paio di cesoie d'epoca, di quelle di una volta degli anni '50 credo, quelle sì indistruttibili in acciaio, dove il manico è dello stesso materiale della lama, come si facevano una volta quando le cose erano fatte per durare, altri tempi. Oggi gli oggetti sono prodotti in economia, risparmiando su tutto, dai materiali alla manodopera  per massimizzare i profitti e si fottano i "consumatori", maledetti imprenditori del menga! Fottetevi voi. Alla prossima. 

P.S. la seppia sputa inchiostro. Ripeto: la seppia sputa inchiostro.

venerdì 1 aprile 2022

Lavorwash WP 7.101.2427 - pompa a pistoni (parte 1 manutenzione - riparazione)

Dopo un periodo di stoccaggio (in garage) del solito attrezzo recuperato ed accantonato dopo il rientro da una giornata passata a rovistare nel ciarpame altrui, decido finalmente di cimentarmi in una nuova avventura, sicuro dell'inizio ed altrettanto incerto sulla fine. Fra la miniera di oggetti usati, riposti malamente in un garage grande quanto l'appartamento di un noto cardinale romano, fra polvere e ragnatele, noto anche degli oggetti che il proprietario nemmeno si immagina quanto possono valere. Quello lo butti? Si, ok me lo prendo io... a casa...sì, è argento. Per decenza non voglio dire cos'era ma fra tutti gli oggetti che mi hanno incuriosito c'è un idropulitrice Lavorwash WP. cod. 7.101.2427. Quella la butti? Si, OK me la prendo io... cos'ha? Funziona... ma dopo qualche secondo si spegne da sola (penso: ma che caxo esordisci dicendo che funziona allora??). 

Le pompe a pistoni delle idropulitrici hanno un funzionamento abbastanza semplice. Un motore ad alta velocità fa girare un disco inclinato (affogato nell'olio lubrificante) su cui strisciano le teste di tre pistoncini a molla, facendoli muovere avanti ed indietro dentro un foro praticato su una piastra che separa l'olio lubrificante dall'acqua. Ciascun pistone, apre e chiude contemporaneamente due valvole ad una via, spingendo l'acqua dalla valvola di ingresso verso quella di uscita. Un ugello sottile aumenta la pressione di uscita ottenendo un getto la cui potenza dipende dai parametri costruttivi della pompa stessa.

Il problema più diffuso delle idropulitrici ad acqua fredda è il calcare. Fra i difetti e sintomi che ne derivano si notano:

  • calo di pressione
  • l'idropulitrice si accende e spegne ciclicamente
  • l'idropulitrice si accende e quando va in pressione si spegne per sempre.

A me è capitato il terzo problema. Il pressostato è incrostato e non attacca e stacca come dovrebbe, si blocca. E' sempre buona norma, al termine dell'utilizzo, svuotare il più possibile l'idropulitrice... ma di solito, a fine utilizzo, i più ripongono l'attrezzo senza pensarci tanto, senza nemmeno riavvolgere il tubo della lancia e senza nemmeno asciugarla. Tempo una decina di utilizzi e l'idropulitrice va in malora, complice la ruggine, specie se è un modello economico che pertanto non merita nè garbo nè attenzione all'utilizzo, manco fosse un attrezzo usa e getta. Un altra saggia scelta è quella di acquistare un filtro in ingresso per l'acqua, che "stranamente" non viene fornito in dotazione.

Decido di provare a recuperare anche questo ciòttolo, anche se ne ho già uno perfettamente funzionante, magari per utilizzarlo anch'io senza tanti riguardi così da sentirmi un riccone che se ne frega di quanto consuma, spende e spande. Non ho mai smontato un idropulitrice e le sorprese non sono state poche. Dopo alcune imprecazioni contro la ruggine e con delle viti bastarde (inox per modo di dire), dopo essermi dovuto auto costruire un porta inserti lungo per raggiungere delle viti con la testa bastarda in un alloggiamento stretto e profondo (bastardo pure lui), nello smontare la testa della pompa, per accedere ai pistoni interni, realizzo che questa fa anche da "tappo" all'olio nel quale gira il rotante inclinato (e non c'è nemmeno un tappo di rabbocco)... risultato? mezzo litro di olio jn giro per il bancone da lavoro... vabbè. Ho imparato che la pompa va aperta tenendo il motore in verticale (#sapevatelo).

Apro in due la testa della pompa e lascio a bagno il tutto dentro una soluzione col viakal per qualche ora. Ad occhio sembra che il calcare non ne voglia sapere di sciogliersi...forse dovrei lasciare agire per una notte ma temo sempre che il viakal corroda i metalli e non so con quale lega è costruito il corpo della pompa. Per precauzione non tolgo le guarnizioni e gli o-ring che sembrano a posto (anche perchè non ho i ricambi). Non apro nemmeno i bulloni delle valvole e lascio il pressostato al suo posto per non creare troppi danni. Non conoscendo il modello esatto dell'idropulitrice, non mi fido ad acquistare a caso dei ricambi.

No provo nemmeno ad usare l'acido citrico perchè temo di corrodere il metallo. Rimonto il  tutto (avanzando le solite tre viti che non ricordo dove andassero) e noto una perdita d'olio... risolta serrando i bulloni con una coppia esagerata al limite della rottura... non ho una chiave dinamometrica e non so nemmeno a quale coppia bisognerebbe chiudere i bulloni... ad occhio come sempre, like a pro! 

Purtroppo, in questo modo, non ho riparato il guasto e dovrò smontare nuovamente il tutto, adottando un metodo più incisivo. Sicuramente il problema è il pressostato bloccato dalle incrostazioni, che stacca il motore senza lasciarlo ripartire. L'acqua dal tubo di mandata sembra passare senza difficoltà, per cui il circuito non è totalmente otturato, idraulicamente ragionando. Di acquistare un pressostato nuovo nemmeno a parlarne. Non costa un rene ma preferisco risparmiare e spendere zero. Se riesco a sistemare il pressostato, cercherò di far circolare l'acqua a circuito chiuso, con l'acido citrico e successivo risciacquo abbondante. Vedremo. Alla prossima.

P.S. Tullio dice, zitti e mosca. Ripeto: Tullio dice, zitti e mosca.

martedì 1 marzo 2022

Olimpic Hobby Wash mod.306 (documentazione)


Ho già una lavatrice manuale, di quelle portatili che possono essere installate anche nel camper (un grande camper). Pubblico qui la documentazione originale di questa Olimpic Hobby Wash mod.306 per futura memoria o per utilità a chi ne avesse la necessità. 

E' un modello che risale a fine anni '70, può lavare sino a 3kg di biancheria ed usarla è davvero semplice. Un lavaggio, tre risciacqui ed il risultato è perfetto. Questo modello poi ha anche il riscaldatore per la vasca (un vero lusso).  Niente centrifuga, niente pompa di scarico, nessun programma per massaie decerebrate. Di sicuro consuma meno di una lavatrice "tradizionale" e di questi tempi... fate voi.

Ormai disassemblata, per recuperare alcuni componenti, proviene da una cantina sgomberata di recente. Purtroppo, probabilmente a causa di una caduta, la vasca era rotta in corrispondenza di uno spigolo e ripararla risulta per niente facile... stavolta desisto. Ad ogni modo, devo fare i complimenti per le cose di una volta, quando venivano costruite per durare. Ottima documentazione, schema elettrico nel vano che alloggia l'elettronica, componenti solidi e robusti, davvero un ottimo macchinario per il quale ancora oggi si trovano dei pezzi di ricambio. Quelli che ho, li tengo per un pò, il tempo che gùgol indicizzi questa pagina, poi me ne libero.  Se a qualcuno potessero interessare, trovi il modo di contattarmi (se ci riesci, non sono quello del filmato).  Alla prossima. 


 


 


P.S. i panni sporchi si lavano in famiglia. Ripeto: i panni sporchi si lavano in famiglia.

martedì 8 febbraio 2022

Diav Lina antiruggine metallizzante

In un supermercato di un piccolo comune, al quale mi sono recato per la prima volta quasi per caso, ho trovato su uno scaffale un prodotto che appena visto ho pensato facesse al caso mio. Nel prepararmi dei frugali pasti, quando ho la materia prima (il cibo), devo utilizzare una cucina a gas risalente a fine anni '70 inizi anni '80. Sì, è vecchia, non ha l'accensione piezo e nemmeno il piolino di sicurezza che chiude il gas quando si spegna la fiamma, ma del resto.... faccio fatica a mettere assieme il pranzo con la cena, come potrei prendere una cucina nuova? Allora penso bene di acquistare un tubetto di Diav Lina fuoco, piastre & fornelli antiruggine metallizzante, dato che l'acciaio dei reggi pentole ed anche l'acciaio della base è tutto intaccato dalla ruggine tanto da creare dei crateri che non vengono via a grattare come forsennati. Ho provato a lucidare con un spazzola metallica, con carta vetrata, con abrasivi vari ma niente. Diav Lina è un prodotto specifico per coprire la ruggine e l'annerimento da combustione. Ideale per proteggere e rinnovare piastre, tubi, bruciatori e parti metalliche di stufe a legna, cucine economiche e fornelli a gas. Indicato anche come antiruggine per marmitte e tubi di scarico di auto e moto, per piccole riparazioni e ritocchi su cancelli, inferriate, porte e tutte le parti metalliche della casa. 

Sembra l'ideale, fantastico, maaa.... funziona? A leggere le avvertenze c'è da prendere paura: è un solido infiammabile, provoca irritazione oculare, indossare guanti protettivi, proteggere il viso e gli occhi, non ingerire.... oddìo, che sarà mai?? Vabbè, lo provo lo stesso, basta stare attenti a non scambiarlo con il tubo della pasta di acciughe. 

Dicono di metterne un pò su un panno asciutto e stendere in modo uniforme, attendere qualche minuto e strofinare leggermente con un panno morbido. ok, servono due panni allora. Apro il tubetto ed esce una specie di pasta leggermente densa, dal colore metallico tipo alluminio. Stendo in modo uniforme, aspetto e poi strofino leggermente con un panno morbido, ubbidiente alle indicazioni elencate al paragrafo "Modo d'uso".

Risultato? alla vista le parti appaiono come se fossero state verniciate o colorate, il nero e la ruggine non si vedono più, coperte dalla pasta metallica che non ha certo l'aspetto dell'acciaio inox lucidato a specchio che risulta satinato ove applicato.  Il prodotto assomiglia moltissimo ad alcune paste termo conduttive che si usano con le CPU da computer con dissipatore di calore. Secondo me si tratta di polvere micronizzata di un qualche metallo in sospensione su un media volatile che evapora all'aria e tiene assieme i granelli. 

Curioso, provo a rimettere sul gas l'acciaio che regge le pentole ed accendo il fuoco... tutto ok, il colore brillante resta al suo posto. Se però si prova a pulire con uno sgrassante, la pasta viene via rivelando il nero sottostante. Basta anche passare con le dita, anche a distanza di giorni dall'applicazione, che il prodotto viene via.  Sembra sia solo un sistema temporaneo per nascondere il nero e che deve essere applicato ad ogni pulizia, un pò come nascondere la polvere sotto il tappeto, dove non si vede. 

Dalle istruzioni si legge di strofinare LEGGERMENTE una volta che il prodotto è asciutto... e ti credo, se si strofina energicamente (ma nemmeno tanto energicamente) lo strato superficiale se ne va. Vabbè, pazienza, ai fornelli ci sto poco ed ho due alternative: o non pulisco più i fornelli o applico il prodotto una volta a settimana, tanto ne basta davvero una quantità microscopica per ottenere un risultato estetico soddisfacente, almeno per noi poveri che ci dobbiamo accontentare e non ci possiamo permettere di buttare il vecchio per il nuovo. 

Mi sa che forse, proverò anche con lo zinco spray e, se non funziona, con la nikelatura galvanica, devo solo attrezzarmi ed io non mi arrendo mai. 

La cucina mi dovrà accompagnare ancora per non so quanti anni, almeno sino a quando riuscirò a prepararmi un pasto caldo. Alla prossima, poveracci.

P.S. il pulcino ha fame. Ripeto: il pulcino ha fame.

venerdì 28 gennaio 2022

TrustFire mod TR-001 caricabatterie al litio (riparazione)

Un caricabatterie che non funziona è inutile. Dopo questa massima, saggia e dottissima affermazione, vediamo se è il caso di ricoverare il paziente e procedere con diagnosi e cura. Partiamo dai sintomi: all'inizio uno dei due led che segnalano la carica non si accendeva, mentre lo stesso (bicolore) funzionava regolarmente quando la batteria era disinserita. In questo modo non si riusciva a capire (almeno visivamente) se lo slot stava caricando la batteria al litio (Li-Ion). Poi.... ha smesso di funzionare del tutto, morto. Quindi? si svitano un paio di viti e si ispeziona il circuito. Il difetto, almeno quello principale, salta subito all'occhio: ci sono due led bicolori, a tre terminali. La pista in rame che dovrebbe accendere il lato rosso è interrotta ed il led stesso è meccanicamente instabile (dondola nei tre fori). Di come sia potuta accadere una cosa del genere proprio non ne ho idea. Difficile esercitare una pressione dall'esterno, forse l'inserimento delle batterie sulla slitta a molla ha in qualche modo sollecitato il PCB. Fatto sta che anche il led apparentemente sano, presenta lo stesso problema, pur non essendo riuscito a tagliare le piste. Da dire che un secondo problema è dato dalla scarsa qualità del PCB utilizzato dal produttore. Piste che si staccano non le vedevo da anni, molti anni. Ad ogni modo, lamentele e brontolii a parte, si può cercare di rimediare. Con un oggetto metallico si gratta la protezione isolante, la vernice verde, in prossimità dell'interruzione delle piste. Una bagnata abbondante di flussante ed una pioggia di stagno per irrobustire l'area sollecitata. Un pò di termo colla lato componente dovrebbe garantire una migliore resistenza agli urti.

C'è il problema che non si accende nulla... visivamente si nota all'ingresso un piccolo fusibile annerito. Non è un buon segno, và a capire cosa lo ha provocato. C'è poi un induttanza in ingresso che mostra un crepo longitudinale (interrotta, bande rosso rosso marron argento). 

Altri segni di bruciatura non ce ne sono ed occorre seguire le piste da monte a valle per capire qual'è e dov'è il componente che non fa il suo lavoro. Ho il sospetto che sia il trasformatore ad essere andato in corto.  Ad ogni modo però mi mancano i pezzi di ricambio, nemmeno frugando fra il ciarpame...mi sa che stavolta ci rinuncio e procedo con recuperare alcuni pezzi che mi potranno servire: due led bicolori rettangolari, una presa 230V, una minipresa DC per i 5 volts, un paio di integrati, un optoisolatore, condensatori, transistors e diodi, tutti preziosi per il prossimo lavoro. Alla prossima. 

P.S. Le mele sono marce. Ripeto: Le mele sono marce.

giovedì 27 gennaio 2022

Taglia uova - riparazione

E nell'elenco delle cose che si rompono quotidianamente e che decretano senza appello lo smaltimento in discarica, finisce sul podio un taglia uova, non di particolare pregio ma utilissimo per risparmiare 5 secondi netti rispetto al taglio manuale delle uova sode. Come contropartita all'irrinunciabile utilità, svetta al primo posto lo spazio occupato nei cassetti, stracolmi di utensili da cucina riposti alla rinfusa nel cassetto delle cose da tenere sottomano. 

Il tagliauova qui incriminato, nel suo ciclo di vita, presenta uno dei fili di acciaio che forse per rottura da affaticamento dei metalli, se ne sta a svolazzare con aria canzonatoria rispetto agli altri che invece sono costretti a stare fissi ed allineati come soldatini. E' solo per effetto della mia mente malata che, senza pensarci due volte, decido di riparare e salvare il ciòttolo da smaltimento indifferenziato. 

Occorre procurarsi il filo giusto e qui iniziano i problemi. Serve un filo di acciaio da 0,25mm, forse 0,3mm dato che il mio calibro misura 0,27 o 0,28mm. Si ma... che tipo di acciaio? Dopo una lunga navigata ed una ricerca esaustiva che fa di me un esperto competente anche in metallurgia, sono arrivato alla dotta conclusione che serve un filo in acciaio inox 18/10 o AISI 304. È l’acciaio più utilizzato in assoluto, è quello che viene utilizzato nelle posate, pentole, cappe della cucina, tavoli, sedie, ecc... da non confondere con l'AISI 316 che ha anche il molibdeno che lo rende maggiormente resistente alla corrosione. l'AISI è un associazione di produttori di acciaio nord americani.

A questo punto occorre fare a cazzotti con i vari commercianti, quegli esserini avidi e diversamente disponibili noti per il loro scarsissimo livello di comprensione in merito al commercio elettronico e soprattutto delle richieste degli acquirenti. Sembra che a loro la pandemia non abbia insegnato un bel nulla.

Per capire se il prodotto pubblicizzato nel sito è dell'acciaio giusto occorre documentarsi non poco in quanto spesso i commercianti usano sigle proprietarie o descrizioni che non forniscono indicazioni utili, tipo acciaio morbido, acciaio pieghevole, acciaio armonico e via dicendo. Ci si deve arrangiare con delle presentazioni del prodotto prive di dettagli, prive di foto, prive di prezzo, o con informazioni carenti ed insufficienti a dipanare i dubbi di un potenziale acquirente che cerca solo delle risposte preventive al fine di evitare di buttare i propri risparmi e ritrovarsi a casa con un prodotto inutile e di difficilissima restituzione (peraltro a spese proprie). A volte il prodotto c'è ma non è disponibile, a volte manca il pagamento con pay-pal, a volte le quantità proposte sono esagerate (3000m di filo mi pare un pò troppo ma è scritto così), a volte la navigazione nel sito o la ricerca fanno pietà, insomma...un disastro totale per non parlare dei prezzi che variano esageratamente e non si capisce bene perchè uno costa più di dieci volte l'altro. Spesso, quando c'è, è anche unitile provare a chiedere info nel modulo predisposto... o arriva una risposta frettolosa, superficiale ed inutile o non si riceve risposta...Nemmeno Ama*zon si salva dalle critiche, figuriamoci le varie ferramenta con tanto di "e-commerce fai da te". Un altro problema è che chi si aspetta una riparazione facile e rapidissima, non si rende conto di tutti gli intoppi che stanno dietro l'operazione e ci si fa pure la figura dell'incapace, poco professionale, smanettone specialmente quando chi giudica non vuole ascoltare ragioni....unani insomma.

Ma, alla fine, conviene perdere tempo a riparare? un tagliauova costa dai 4 ai 20 euro con qualche eccezione per i modelli "professionali"... sarebbe già una fortuna trovare un rocchetto di filo di acciaio inox da un paio di metri (e sarebbero pure troppi, ne servono 100 centimetri. un metro, di più se il taglia uova ha anche la disposizione per tagliare gli spicchi). Di sicuro se si valuta la convenienza economica (quella del profitto), NON conviene. Ma se si considera l'impatto ambientale che deriva dalla scorciatoia dell'acquisto compulsivo e buttare tutto quello che si rompe... è un danno maggiore del mancato profitto che deriva dal vendere continuamente, consumando materie prime che vengono riciclate in percentuali ridicole.

Fatto sta che sono ancora alla ricerca di un rivenditore che mi ispiri un pò di fiducia e che non assomigli a quegli avvoltoi per i quali i clienti sono solo dei portafogli da rapinare. Non ho fretta, magari un saltino dai cinesi lo faccio comunque. Alla prossima. 

P.S. Arianna si è persa. Ripeto: Arianna si è persa.

lunedì 24 gennaio 2022

VKWORLD VK7000 battery replacement

Da qualche mese, lo smartphone inizia a dare qualche segnale di affaticamento. Resta acceso per tre minuti netti durante l'utilizzo con batteria al 100% e poi si spegne per tentare di riavviarsi, per poi spegnersi e riavviarsi all'infinito....batteria praticamente da buttare. Urge sostituzione. C'è un problema però. Il modello in questione è un VKWorld VK7000 con batteria "not serviceable", ovvero non si prevede la sostituzione della batteria. Al momento dell'acquisto l'avevo letto, lo sapevo, ma l'ho preso lo stesso. Perchè? Con una miriade di modelli a disposizione, tutti più o meno fighetti di questo, perchè questo? In primis è un IP68, in teoria potrebbe finire sott'acqua e continuare a funzionare, tanto che viene incluso nella confezione anche il supporto galleggiante per utilizzarlo in piscina. Io la piscina non ce l'ho ma il modello è resistente all'acqua e dato che mi sposto con qualsiasi tempo in bicicletta (il perchè l'ho spiegato mille mila volte), non voglio certo vedermi costretto a cambiare telefono ad ogni diluvio. E' inoltre un apparecchio robusto, pesante certo ma robusto e data la mia vita avventurosa il rischio di rotture da caduta è ridotto al minimo. E' un octa core, ed a distanza di qualche anno dall'acquisto ancora tiene bene l'installazione e l'uso di app recenti senza apparenti rallentamenti tipici dei processori meno performanti. 

Tra mille difficoltà, siti truffa, sistemi di pagamento esotici di paesi dell'est EU e siti di e-commerce dove le foto fanno pietà, alla fine riesco a trovare un ricambio, in cina ovviamente. Dopo un attesa biblica, la nuova batteria mi viene recapitata e sorge il problema di sostituirla senza uno straccio di filmato o manuale di istruzione. Occorre arrangiarsi e fare appello a tutta l'esperienza pregressa in riparazioni e manutenzioni impossibili. Le difficoltà non mi hanno mai spaventato, anzi, a differenza di certi "riparatori" fighetti totalmente dipendenti dal produttore che se non hanno le istruzioni allora non si può fare(compreso quell'idiota peracottaro di riparatore che risponde "riparazione impossibile" e poi commenta la mia recensione negativa con "mai sentito, solito spammatore").  

Per aprire l'apparecchio si inizia col togliere la SIM. Tutte le viti esterne sono a vista, e si procede con una punta T5 a toglierle, mettendole in ordine dato che non sono tutte lunghe uguali. Sono 6 in tutto per le parti laterali e 12 per la parte posteriore. Prima le protezioni laterali e poi il coperchio posteriore. Il coperchio non è ad incastro ma, nel toglierlo delicatamente, con una lametta occorre accompagnare la guarnizione per evitare di strapparla (a volte si incolla un pò di quà ed un pò di là) e rimetterla nella sua sede. 

A questo punto ci si trova davanti la batteria sulla quale è attaccata la spirale per la ricarica wireless, quest'ultima tenuta in sede con due nastrini adesivi neri (non serve smontarla, è sufficiente sollevarla e metterla da parte). Nella parte superiore c'è un coperchietto nero fissato con 4 viti, due delle quali nascoste sotto uno schermo adesivo di rame che lascia vedere solo la fotocamera. In pratica è il supporto per la fotocamera che fa da schermo per la board sottostante. E' fissata con 4 viti con la testa a croce. Sollevando questo coperchietto (dopo aver rimosso le viti), senza staccare il connettore della fotocamera, si ha accesso al connettore della batteria che può così essere scollegato. La batteria è incollata con due sottili strisce di nastro biadesivo. Si fa leva, delicatamente dal basso, con un attrezzo di plastica e si procede con la rimozione (occhio a non perforarla o piegarla, è pericoloso). La batteria nuova che mi è arrivata è leggermente più piccola ed ha il connettore flessibile leggermente diverso, ma si riesce comunque a fissarla in sede, sfruttando un pò di biadesivo rimasto attaccato al telefono. Prima di richiudere il tutto si prova ad accendere e verificare che la fotocamera sia ancora collegata, il touch screen sia ancora funzionante e tutto il resto a posto. 

Per la batteria nuova ho speso in totale 25 euri, che per me sono due settimane di frutta verdura latte uova ecc... mi metterò a dieta per compensare il salasso. Sto già pensando a come procedere per la prossima volta che avrò necessità. La batteria esaurita ha un BMS funzionante...perchè buttarlo? Credo che sia sufficiente sostituire solamente la cella al litio che va cercata con le stesse identiche dimensioni e riutilizzare il BMS con il connettore specifico per questo modello di smart phone. Sicuramente risparmierò non poco e la cosa è fattibile sicuramente. 

Ecco, sono riuscito a non perdere nemmeno una vitina ed ho lo smartphone in carica per verificare se riesco almeno a fare una telefonata o usare Signal senza che mi si spenga all'improvviso... sono tornato "social", evvaiiiiii. Ora spero che per almeno un altro paio di anni, forse anche tre, non sia costretto a cambiare telefono, che questa storia degli smart phone usa e getta proprio non mi va giù. Alla prossima.

P.S. Ughetto passeggia con il bastone. Ripeto: Ughetto passeggia con il bastone.

venerdì 21 gennaio 2022

Vape diffusore insetticida (autopsy)

In uno dei rari ritagli di tempo impiegato nel tentare di resistere ai quotidiani attacchi di un branco di unani invadenti e maleducati, mi ritrovo per le mani un diffusore elettrico per le piastrine anti zanzare/mosche (VAPE made in indonesia). Ricordo di averlo accantonato perchè il led rosso che ne segnala l'utilizzo, è spento nonostante il fornelletto scaldasse. Spinto dalla curiosità, mi sono deciso di smontarlo per vedere cosa ci fosse dentro (e quale fosse il guasto).

Nulla di speciale: un elemento riscaldante ed un led rosso collegato in serie ad un diodo 1N4007 ed una resistenza da 100Kohm (marrone - nero - giallo) da 1Watt. Una rapida controllata con il tester in modalità prova diodi rileva che led e diodo sono interrotti (uno dei due non bastava?). Qualcuno penserà: sono componenti che si trovano facilmente, anche di recupero, che ci vorrà mai a sostituirli? Pensare di sostituirli è la cosa più facile da pensare. Diversamente facile collegare assieme i collegamenti che non sono ovviamente uniti con punti di stagno ma assemblati con delle giunzioni in ottone a crimpare. I collegamenti al fornelletto invece sono saldati con una puntatrice elettrica. Giunzioni in ottone di quelle dimensioni non ne ho e nemmeno una crimpatrice così minuscola. Per la puntatrice ho quella che si usa per saldare i terminali alle batterie al litio, ma.... troppo potente sembra. Ho vaporizzato una lamellina dell'elemento riscaldante nel tentativo, al minimo, di saldare i cavi in rame stagnato (o alluminio)... riparazione fallita, ed ora? 

Ovviamente si cerca almeno di soddisfare la curiosità e smontare l'unico componente "misterioso", ovvero il fornelletto scalda piastrine. 4 lamelle della copertura in alluminio e l'interno  si rivela in tutta la sua complicatezza... complicanza... complicità... complessitezza.....vabbè, si capisce: si tratta di una pastiglietta tenuta a pressione fra due lamierini che poi escono a formare i contatti... sembrano lamierini in nikel (che difficilmente si ossida a contatto con l'aria diversamente dal rame od ottone). Sostituirli? mi piacerebbe se avessi già sottomano del materiale o tempo per reperirlo da qualche altro apparecchio. Al momento sono un pò pigro, sono in piena fase di sgombero del ciarpame accumulato e devo rimettermi in attività per evaporare il senso di pigrizia che ultimamente mi pervade (colpa delle tre dosi di vaccino, ovviamente). Quindi finiamola qui, per ora. Alla prossima. 

P.S. l'elefante è a Zanzibar. Ripeto: l'elefante è a Zanzibar.