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giovedì 21 settembre 2023

IT Alert, attento alle truffe

Oggi ho ricevuto un messaggio strano, un "Avviso presidenziale" addirittura, mica pizza e fichi! E' scritto che è un messaggio di TEST (si certo, vatti a fidare se ti sei già vaccinato). L'invito in calce è quello classico del phishing, ovvero di cliccare a caxo su un link senza avere alcuna possibilità di verificare quale sia l'effettivo indirizzo sotto il testo che appare. Ah...dovrei pure compilare un questionario! no grazie, a meno che non mi paghi, visto che sono tassato per qualsiasi cosa, voglio essere pagato!

Allora vado in rete, con un PC, per cercare informazioni. Scopro che ci sono due scuole di pensiero sul sistema di allarme:

1) è lo stato o la protezione civile che si preoccupa di testare un modo di avvisarci in caso di pericolo

2) sono i cittadini che asseriscono sia tutto una truffa dei poteri forti

In pratica #sialert contro #noalert. Ed io povero ignorante #nolaurea resto titubante a chi credere, visto che la percentuale di idioti è equamente distribuita fra le due fazioni. 

Vediamo di fare dei ragionamenti logici. In primis mi sono ormai reso conto che le istituzioni sono terrorizzate dal panico e pertanto non mi aspetto un messaggio di alert del tipo "un meteorite è in rotta di collisione con la terra, siamo tutti morti".  Solitamente in situazioni di pericolo le istituzioni sono prodighe nel veicolare messaggi #nopanic, state tranquilli, non c'è pericolo, non c'è niente da vedere, non preoccupatevi... a meno che non abbia scopi di lucro, l'ultima pandeminchia dovrebbe aver insegnato qualcosa... almeno ai più normodotati col pollice opponibile. Sono ancora in rete i filmati per istruire la popolazione contro un esplosione nucleare: "Rannicchiatevi"!! non mi aspetto qualcosa di diverso da IT Alert.

Da quando le istituzioni hanno a cuore i cittadini? E' da quando i comportamenti di quest'ultimi potrebbero creare più danni che benefici. Quindi l'indicatore che autorevolizza i messaggi di ITAlert è molto variabile. E poi dovremmo fare i conti con i tempi di preavviso... a che mi serve un avviso che sto per morire entro pochi minuti? o verso un pericolo contro il quale nulla posso fare?

Quindi mi aspetto che verranno veicolati solo alcuni messaggi, quelli che si possono in qualche modo gestire o mitigare, mentre per il pericolo reale senza possibilità di scampo lo smartphone resterà muto. 

E poi, questo è il paese delle catastrofi annunciate, dove si sà che c'è pericolo ma nessuno ne parla. Vedi le abitazioni costruite accanto ad impianti pericolosi od aeroporti o a depositi di cose che nessuno piace pubblicizzare (o viceversa). Oppure pensiamo alle infrastrutture fatiscenti, ferrovie, argini, dighe, ponti, cavalcavia e viadotti per non parlare di palazzine abusive che nessuno nota o di lavori di ristrutturazione/ampliamento mai autorizzati in cantieri invisibili... devo continuare? l'elenco è lunghissimo come quello delle tragedie che ci hanno colpito dal dopoguerra ad oggi.

Pertanto IT Alert è utile solo quando si sta muovendo una bomba d'acqua su un territorio fragile (tutta italia) o sta per arrivare uno tsunami da lontano o un vulcano comincia a tremare più del solito... ma per i terremoti, visto che le istituzioni si sono sgolate a dire che non sono prevedibili, nulla da fare, IT Alert resta inutile.

In realtà, è da tempo che non credo più alle istituzioni o meglio ai funzionari pubblici, politicanti compresi. Ma credo poco anche alla gran parte di quelli che vengono etichettati come #complottisti. 

Premetto che per definizione "complottista è chi i complotti li fa" e non chi li denuncia, ma per venire incontro alle scarse capacità mentali di certi lettori (i soliti unani), continueremo ad usare quel termine (e poi non dite che non vi aiuto).

Facciamo un pò di ordine. Ho imparato che quando da parte delle istituzioni si nota un grande accanimento denigratorio nei confronti dei complottisti, allora significa che il messaggio veicolato da quest'ultimi ha almeno un fondo di verità, ma dipende molto dall'argomento trattato se infastidisce i manovratori o meno. I #terrapiattisti non se li fila nessuno, chissenefrega se la terra è piatta o meno.

Premesso questo, bisogna prendere atto che fra molte teorie che denunciano i complotti, ci sono una moltitudine giganterrima di cazzari in cerca di hype, visibilità, monetizzazioni, click e chissà quale altra motivazione che, quale essa sia, converge inevitabilmente verso due obiettivi: Soldi e/o ego=vanità. Fra questi inseriamo anche le sanguisughe degli influencer ed anche i sedicenti cacciatori di #bufale o sedicenti fact checker, che sono uguali ai primi, ma fra tutti quelli più dannosi e fomentatori di ulteriori teorie del complotto. In sintesi sono tutti complottisti teorici. Io li chiamo inutili ed insignificanti cazzari.

Una minoranza invece, documenta in modo scrupoloso, puntuale, verificabile qualsiasi affermazione o teoria, citando fonti autorevoli o fatti incontrovertibili. Ciò che dicono può essere verificato alla fonte (se l'argomento è di interesse ovviamente). In genere concludono le loro argomentazioni con delle domande precise alle quali i cacciatori di bufale o fact checker non sanno rispondere nascondendosi dietro allo sdegno sufficiente da puzzetta soto il naso. Ma anche questi vengono gettati nel calderone dei complottisti.

Per tornare a noi, IT Alert è un sistema dei poteri forti usato per ammansire il gregge o per chissà quali altri scopi che le nostre fragili menti ignoranti non sanno prevedere? Non lo so.

C'è un gruppo Telegram che riunisce molti #noalert e girovagando in rete ho trovato alcuni consigli su come cancellare l'app che veicola i messaggi di pericolo. Vige la regola di prudenza del buon padre di famiglia, non si sa mai ma bisognerebbe installare ADB per android e smanettare per cancellare l'app incriminata ma col rischio concreto di briccare il telefono. 

Di fatto occorre stare attenti a tutto. Qualche malintenzionato potrebbe usare IT Alert per veicolare un falso messaggio di pericolo, indurti a cliccare e rovinarti la vita. 

Il consiglio più utile che invece ho trovato per fare tabula rasa e tagliare la testa al toro è quello che segue, al di là delle motivazioni. 

Non credo ci sia altro da aggiungere. Sfrutta una funzionalità di sistema, studiata dal produttore del vostro smartphone, che non richiede alcuna installazione di app che potrebbero essere dannose. Fatemi sapere se ha funzionato. Alla prossima. 

P.S. se paghi noccioline arriveranno le scimmie. Ripeto: se paghi noccioline arriveranno le scimmie.

martedì 8 novembre 2022

il sapere professionale (riflessione)


<riflessione>Il sapere professionale è da intendersi come un insieme unitario in cui interagiscono: 

  1. conoscenze personali, 
  2. teorie di riferimento, 
  3. competenze operative, 
  4. modi di essere e capacità. 

ecco... sicuramente conoscerete una moltitudine di sedicenti "professionisti", i più con tanto di titolo accademico di stato, master, certificati e stelline di latta usate per cercare goffamente di elevarsi e distinguersi dalla massa per essere scelti dal mucchio. 

E' noto, ai più attenti, che gli allocchi facenti parte del "mercato" (i potenziali clienti) sono molto sensibili a specchietti e perline colorate, le stesse che venivano regalate alle tribù scoperte dai colonizzatori in cambio del loro oro. 

E' altresì noto che la tecnica delle mostrine esibite, non funziona più da tempo. Così come è vero che il titolo accademico, tanto esibito come "garanzia" di professionalità, non certifica l'intelligenza di chi lo possiede. Inoltre il titolo accademico, certifica solo il possesso della conoscenza delle teorie di riferimento (punto 2 dell'elenco su esposto) e pertanto NON certifica il sapere professionale.

Oggi, ogni individuo può autonomamente (di)mostrare, cosa sa, cosa sa fare, come lo sa fare, perchè lo sa fare e come lo ha già fatto... in pratica il sistema di esami e conferimento di titoli e certificazioni tramite la sacra commissione di parrucconi non ha più senso, reso obsoleto dalla rete. Le informazioni per giudicare, valutare, selezionare ci sono e sono disponibili gratuitamente a chiunque. 

Chi effettivamente possiede il sapere professionale non ha bisogno di sbandierare sui social delle goffe quanto ridicole azioni di marketing. </riflessione>

Alla prossima.

P.S. la nutella è finita. Ripeto: la nutella è finita.

lunedì 3 ottobre 2022

L'operatore Fastweb

Certe cose mi fanno proprio incazzare di brutto. La faccio breve. Oggi alle ore 10:44 mi squilla il telefono dell'ufficio ed un operatore che asserisce di chiamarsi "Giorgia" dopo una serie di "pronto... pronto..." mi propone senza tanti preamboli l'offerta business di Natale di Fastweb. Educatamente lo lascio finire di sciorinare la storiella imparata a memoria ed al termine faccio presente che il numero chiamato è iscritto al ROC ( il Registro Opposizione Chiamate) chiedendo come mai si siano permessi di disturbarmi. L'operatore risponde "E' per l'offerta di Natale!" al che ribatto alzando un pò la voce "HA CAPITO QUELLO CHE HO DETTO?". Giorgia mi risponde "...guardi che conosco 5 idiomi e sono pure laureato, per cui stia zitto..." eh? stia zitto??  non lo lascio nemmeno finire la frase che reagisco con un grasso e corposo VAFFANCULO! gratuito, mettendo giù il ricevitore allo stupido idioma. 

Dovo il vaffanculo ricevuto in passato da una stronzetta di TIM, indispettita a suo parere dal mio rifiuto ad ascoltare qualsiasi offertona magica di quell'azienda, ora pure Fastweb entra a pieno titolo nella mia lista di aziende con una Fatwa perenne. MAI MAI MAI con loro nemmeno se mi dovessero regalare soldi, fama e potere, mai e poi mai, per sempre. Boycott!!

Capisco le condizioni di "lavoro" degli operatori di call center, ma come già detto... non mi fanno pena. Dovrebbero riflettere sul perchè abbiano dovuto scegliere quel "lavoro" e soprattutto sul fatto che rompere i c*glioni, ed offendere pure, sia diventato un lavoro. Ma non me la voglio prendere con questi unani strafalliti, poveracci e pure laureati. Me la prendo con Fastweb che li assume, magari con la complicità di qualche recruiter ignorante, con quelli che decidono di adottare il telemarketing tramite call center per vendere i loro inutili prodotti senza rispetto per i diritti altrui. Ed io, con queste premesse, rilevato l'atteggiamento prepotente e menefreghista nei confronti dei potenziali clienti, oltre alla manifesta sciatteria con la quale vengono selezionati gli operatori di telemarketing, dovrei pure acquistare e diventare vostro cliente? Giammai! 

Giorgiaaaa, Faaaastweeebb.... VAFFANCULO!!!!

P.S. La birra è scaduta. Ripeto: La birra è scaduta. 


Aggiornamento 19 ottobre 2022 ore 15 circa, Fastweb ci riprova daL NUMERO 024502410. Faccio presente che il numero chiamato è nel registro delle opposizioni ed il "dottore" di turno argomenta così:"...non si tratta di un offerta, assolutamente. Il MISE ci ha delegato di chiamare per comunicare i contributi statali..."... non ho resistito ed ho messo giù di brutto, stanco di sentire bugie, menzogne, trucchi per truffare e prendere in giro la gente. Fastweb... FATWA!!!

lunedì 13 giugno 2022

Utonti stipendiati a tempo indeterminato

E' "da sempre" che gioco alla lotteria, quando posso, un euro al mese ma anche meno. Ci provo, spero e regolarmente resto deluso. Oggi che il "giacpot" è di  "miglioni di euri", ci voglio provare anche io come tanti.... un euro e si fottano anche i poveracci. 

Per comodità, dato che al bar che li vende mi devo comperare anche un caffè, visto che non ci sono ricevitorie dedicate nel raggio di kilometri e che se al bar non consumi ti guardano male, mi sono registrato sul sito sperando si possa "giocare" comodamente da casa.... che poi è un gioco del c**zo, dato che non ci si diverte per niente a perdere continuamente

Con la registrazione devo aprire anche il conto gioco, una sorta di area con importo prepagato (e per fortuna limitato negli importi, causa idioti ludopatici senza autocontrollo e disciplina). La registrazione richiede l'invio di un documento di identità, fronte retro, in corso di validità visto che abbiamo una scadenza oltre alla quale non siamo più noi, ovvero diventiamo nessuno per la burocrazia. 

Da buon informatico, prendo lo scanner, appoggio il documento, lancio gscan2pdf (per linux) e produco un bellissimo PDF di due pagine: PAGINA1 fronte e PAGINA2 retro, 200ppi, leggibilissimo. Semplicissimo, no?. Nella form del mio profilo carico il file e lo invio, sperando di ricevere un bonus di benvenuto da spendere ovviamente in schedine agratis. 

Tempo un giorno ed il mio documento viene respinto. oibho! nessuna motivazione. Provo a ricaricarlo pensando ad un errore di trasmissione ma viene respinto nuovamente. Acciderbolina! che succede? scrivo all'assistenza che mi risponde a strettissimo giro di mail. Scrivo che il PDF è di due pagine, il fronte del documento sulla prima ed il retro sulla seconda. Mi rispondono che non importa se il fronte retro è su due pagine o su due files distinti, basta che non superi i 5 mega... nella form però il limite dichiarato è di trenta mega (si mettessero d'accordo fra di loro saremmo tutti più tranquilli). OK, controllo il file, sono DUE pagine da 363090 bytes, ben al di sotto dei 5 mega. 

PDFINFO:

Creator:         Simple Scan 3.28.0
Custom Metadata: no
Metadata Stream: yes
Tagged:          yes
UserProperties:  no
Suspects:        no
Form:            none
JavaScript:      no
Pages:           2
Encrypted:       no
Page size:       609.12 x 841.92 pts
Page rot:        0
File size:       363090 bytes
Optimized:       no
PDF version:     1.3

Invio nuovamente pregando l'assistenza, in caso di rifiuto, di specificare i motivi e specificando chiaramente che le pagine sono DUE e il retro del documento si trova a pagina 2 (due). Per completezza allego anche l'hash MD5 del file, magari stanno guardando il file di qualcun'altro. 

Mi sa che l'operatore però non deve essere molto sveglio, oppure ha un lettore di PDF che non va molto bene perchè mi risponde che loro vedono solo il fronte del documento e manca il tetro, rimproverandomi di non aver seguito le indicazioni fornite... 

"Dalle verifiche fatte, in tutte le mail inviate ci risulta inviato solo un lato del documento. Per convalidare il documento di identità è necessario inviare sia il fronte sia il retro."

Ah, bhè, allora mi incazzo un pò. Rispondo che il PDF è di due pagine chiedendo se nel loro visualizzatore vedono pagina 1/1 o 1/2 (che lo sa anche un bambino cosa significa, pagina uno di uno o uno di due), ma nel rispondere commetto un errore madornale.... rispondo da un altro indirizzo di posta che è sempre mionome.miocognome@....com cambia solo il gestore di posta... e la risposta non si fa attendere

"Ci dispiace comunicarti che la tua richiesta di assistenza non proviene dall’indirizzo mail associato al tuo conto gioco. Teniamo molto alla sicurezza dei dati che ci hai affidato. Ti chiediamo quindi di inoltrarci una richiesta dalla mail che hai indicato al momento della registrazione su così da permetterci di darti supporto. "

Ma come... su due risposte precedenti,  la mail diversa non l'hanno contestata, ora si!! e poi.... cosa c'entra la sicurezza dei dati che vi ho affidato con il mittente di una mail che allega un mio documento di identità???

e allora? sto litigando con un robot o con un unano in carne ed ossa ma privo del lobo frontale?? Ok è lunedì, forse l'operatore ha fatto bisboccia nel weekend assumendo sostanze psicotrope proibite e non, in quantità tale da aver fuso i pochi neuroni sopravvissuti che madre natura non sembra avere elargito con generosità. 

e allora? mi viene voglia di chiudere il conto gioco ma per farlo dovrei inviare un PDF con il mio documento di identità...ma... mi state pigliando per il culo?? 

E' lunedì anche per me e non ho tempo di interagire con un unano diversamente sveglio, per cui con l'utilità "pdfseparate" separo le due pagine e le allego come due files distinti, manco avessi a che fare con un bambino analfabeta. E vediamo che scusa troveranno stavolta. Poi aspetto il questionario di valutazione dell'assistenza ma mi sa che non risponderò a delle domande che non prevedono risposte negative o da un mittente diverso da quello che piace a me e che inevitabilmente finirà nella black list dei mittenti da dirottare nella casella spam.... Questi guadagnano in un mese cifre che manco in 10 vite riuscirei a guadagnare e non si possono permettere nemmeno un servizio di assistenza decente. Se trovo un loro azionista per strada... alla prossima. 

P.S. il coniglio è cotto. ripeto: il coniglio è cotto.

giovedì 5 maggio 2022

il materiale unano

Ci sono persone che riescono a concentrare in una frase delle verità incontrovertibili, con una capacità di sintesi che invidio. 

"I padroni del vapore italiani hanno, nella loro generalità, storicamente scritto nel codice genetico la regola di massimizzare i profitti tirando il collo il più possibile al materiale umano a disposizione ed innovare quando proprio non ce la si fa più, arrivando per questo sempre in ritardo. "

Ecco, in due parole, chi sono i "padroni" o "i(m)prenditori" e come vedono i lavoratori. Noi poveracci, per loro, siamo solo "materiale umano", nulla di più. E come materiale veniamo usati, maltrattati, umiliati, consumati, buttati e quasi mai riciclati. Alla peggio, quando il materiale umano è troppo consumato o giudicato inadatto allo scopo, viene buttato e/o confinato in qualche ospizio a fare da materiale per operatori aguzzini, violenti ed inconsapevoli di essere a loro volta materiale umano. Altri padroni (ne ho già parlato) ci vedono come "capitale umano", valutandoci solo come materiale in grado di produrre reddito, altrui ovviamente.

I padroni del vapore, questa elite di migliori di noi con più diritti di noi, sono ormai senza più freni e senza pudore arrivano pure a vantarsi di tenere questo atteggiamento. Quelli che invece non lo fanno, sono ancor più pericolosi. Ed alle esternazioni di quela moltitudine di defi*enti che si lamentano che i giovani non sono disponibili a lavorare gratis per "imparare", come vogliamo rispondere?

A creare questa casta di intoccabili siamo stati ognuno di noi, ognuno in microscopica parte. Succede per piccoli passi, ogni volta che sopportiamo la cessione di una microscopica parte della nostra dignità in cambio di un "vantaggio" apparentemente tale nell'immediato ma devastante nel lungo periodo. 

Che fare? poco o niente, hanno ormai vinto loro e noi abbiamo perso. Inutile illudersi, abbiamo proprio perso. Ma allora? Rivoluzione? naaaaa... mi fermo qui, perchè non noglio suggerire soluzioni od aizzare gli unani verso una ribellione che non ci sarà mai, forse per almeno un paio di generazioni, poi si vedrà. Alla prossima.

P.S. la caccola è in sala alta. Ripeto: la caccola è in sala alta.

martedì 1 febbraio 2022

Gugol ci spia

Ad automatizzare troppo od affidare ad un asserita "intelligenza artificiale" compiti nemmeno tanto complessi, si rischia di sbagliare o come minimo fare delle figuracce che si ripercuotono negativamente sull'affidabilità dell'azienda. 

Ricevo una segnalazione che mi avvisa di aver violato le norme per la pubblicazione degli annunci. Manco fossi un delinquente. L'AI di gugol ha classificato un post che parla di e-cig come se l'argomento riguardasse il tabacco, che è un argomento tabù che potrebbe "infastidire" certi inserzionisti bigotti. 

Il primo errore di gugol è che ha segnalato la violazione in una pagina cancellata moltissimi mesi fa assieme alle altre 25 che trattano lo stesso argomento. 

E vabbè, chiedo la revisione e dopo un paio di giorni gugol fa la seconda cazzata. Mi avvisa "In seguito alla tua richiesta, è stata esaminata 1 pagina e non sono state rilevate violazioni. La pubblicazione degli annunci in questa pagina verrà riattivata ..."

Eh?? riattivi la visualizzazione degli annunci su una pagina che non esiste? Manco ti sei accorto che la pagina è cancellata? Ah, no, sbaglio io... il post è in bozza, ma... allora gugol controlla anche le mie bozze private?? Eh? eh? che si fa ora? Sto da tempo pensando ad una fatwa anche per loro!

P.S. nessuno comanda se nessuno ubbidisce. Ripeto: nessuno comanda se nessuno ubbidisce.

 

lunedì 21 settembre 2020

Regionali e referendum 2020, i soliti idioti


Si, alla fine non ce l'ho fatta a disertare il seggio, nonostante i conati. Ad ogni tornata mi sento come se entrassi in una latrina puzzolente, a mettere una crocetta su una scheda pre-compilata, con i nomi già scelti da altri, senza possibilità di scegliere chi reputo più degno e per di più con una rosa di possibilità che non mi rappresentano per niente. Ma non è questo l'argomento. Da attento e silente osservatore e mai censore dei comportamenti altrui, mi sono accorto del lassismo tipico degli unani, sempre disubbidienti alle regole di buon senso ed altrettanto pronti ad ignorare gli altri. 

Per qualche minuto mi sono intrattenuto all'esterno della sede preposta al voto per chiacchierare a distanza d'ordinanza con un conoscente. Pur restando attento alla conversazione, l'occhio non ha potuto fare a meno di osservare le bottigliette del disinfettante poste all'esterno del seggio. Entrando, tre su quattro hanno totalmente ignorato l'invito scritto di disinfettarsi le mani, nonostante la presenza dei soliti carabinieri intenti forse più a vigilare l'esterno per prevenire un "probabile" attacco terroristico con qualche aereo dirottato o l'attacco di qualche jadista con cintura esplosiva d'ordinanza al grido di "morrte all'amerricaaaa"...kaboom.

La regola vorrebbe una disinfezione prima di entrare, un altra dentro al seggio prima di prendere la scheda e matita, una terza prima di uscire. Io ho visto le bottigliette solo all'ingresso e poi basta e per di più ignorate da molti "elettori". 

Ma parliamo delle entrate/uscite differenziate... inutile mettere cartelli con le frecce di direzione, inutile scrivere ENTRATA - USCITA, inutile incollare a terra nastri colorati , inutile installare il nastro delimitatore dei percorsi... se poi si accede ed esce tutti dallo stesso scalone comune. Inutile anche perchè c'è sempre qualche unano imbecille che esce da dove è entrato, c'è sempre il solito idiota col naso scoperto e la mascherina a proteggere il mento, c'è sempre il solito idiota che si intrattiene nelle strettoie a chiacchierare a stretto contatto con i suoi simili incurante degli altri che vorrebbero magari rispettare la distanza. Statisticamente gli unani idioti ci saranno sempre ma col passare del tempo stanno aumentando di numero e regredendo mentalmente allo stato di organismo mono neurale. 

Ecco, per precauzione mi sono tenuto a larghissima distanza, ben oltre al metro d'ordinanza, tre disinfezioni, preteso pure la disinfezione accurata della matita, mascherina coprente mezzo volto che per fortuna non mi hanno fatto togliere in quanto il presidente del seggio ben sa chi sono (manco mi serviva il documento da infettare) e guanti in lattice anche se non obbligatori (che ne so chi ha maneggiato le schede). 

So che forse sono esagerato, ma di rischiare per i soliti idioti no e poi no, tantomeno rischiare nell'esercizio di un diritto dovere. Certo è che constatare il progressivo degradare di una società progressivaamente verso l'imbarbarimento mi duole non poco, mi dispiace vivere anche a distanza da unani meno acculturati delle scimmie. L'uomo è un animale sociale (dicono) ma da questa "società" di individualisti menefreghisti ignoranti è meglio stare alla larga, sono anche pericolosi. Alla prossima, ma anche no.

P.S. il pippistrello svolazza al buio. Ripeto: il pippistrello svolazza al buio.


giovedì 30 luglio 2020

Pubblicità non gradita

Sono stato vittima di un "offerta" strepitosa, reclamizzata con un poster grande come un lenzuolo matrimoniale, posizionata strategicamente proprio alll'ingresso dell'ipermercato dei poveri, enfatizzata dalla presenza di una quantità industriale di bancali pieni di bottiglie dal contenuto accattivante... sto parlando di una bevanda. Sembrava succo di frutta, o meglio un mix di succhi, tipo mirtillo, mora e mela o melograno e lampone, per non citare zenzero, curcuma, limone e via dicendo nelle varie combinazioni. Per provare ne ho prese una per tipo, incuriosito. Scopro poi che in realtà è solo acqua aromatizzata, un "succo di frutta" diluito in dosi omeopatiche, vabbè... già questo mi ha indotto a desistere per futuri approvvigionamenti
Scioccamente la fretta mi ha intorpidito il cervello impedendomi di leggere gli ingredienti. Allora a casa mi siedo con calma, la mattina presto, ora della colazione che mi suggeriscono deve essere abbondante e che occorre reintegrare i liquidi con generosità. Leggo l'etichetta... "Azzera la sete"... prima menzogna... l'unica cosa che azzera la sete è l'acqua senza additivi, zuccheri o aromi vari che in realtà ne fanno venire di più (e questo i maghi maledetti del marketing lo sanno eccome).
Nel retro un avvertimento "ATTENZIONE! Questo prodotto è altamente dissetante"... c'è da crederci dato il messsaggio così ben enfatizzato?
Seguo le scritte con lo stesso font e trovo  la raccomandazione "SOLO CON INGREDIENTI DI ORIGINE NATURALE" il che lascia forse ad intendere che la concorrenza non sia così scrupolosa ed aggiunga ingredienti "artificiali", "sintetici", dieri quasi inorganici.
Scendo con l'occhio verso le tabelline in font clausola assicurativa, zero grassi, zero proteine, 2,4 grammi di carboidrati che comprendono 1,4 grammi di zucchero (della frutta) che danno alla fine facendo la sottrazione 1 grammo di carboidrati su un litro. ancora più sotto la scritta VEGANOK azienda 0895... approfondiremo cosa significa).
Più a destra sullo stesso piano gli ingredienti in 4 lingue, italiano, tedesco francese ed inglese. acqua, 20% di frutta ovvero per la tipologia "mirtillo mora e mela", succo di mela da succo concentrato al 12%, purea di mirtilli neri concentrata al 4%, purea di more neri concentrata al 4%, concentrato di carota nera e ribes nero (non citati in etichetta frontale), aromi naturali (quali non si sa) e 0,004grammi di sale. Se fossi allergico alla carota o al ribes sarei morto in quanto la bevanda viene pubblicizzata come contenente mirtillo mora e mela e mi aspetto che contenga SOLO mirtillo, mora e mela, non altre schifezze nascoste nel retro dell'etichetta.
Ma poi l'occhio mi cade su un area che avevo ignorato, preso più dalla voglia legittima di sapere cosa stavo bevendo, giusto per la MIA salute, mica per altro.
Leggo:
"Sul serio? Stai leggendo una bevanda?

Cioè stai leggendo una bevanda quando potresti leggere qualunque altra cosa o parlare con persone vere  o vedere comè la vita là fuori? Dai vai a viverla e, se non ti dispiace,  ci piacerebbe venire con te.

E se proprio non vuoi uscire, seguici sui social. Noi per te lo faremmo."
Seguono gli immancabili hashtag, per dare un piglio di modernità e strizzare l'occhiolino ai ggiòvani.

Mi chiado: chi è sto @#!!!%%!!one che si è inventato un uscita del genere? Sto @#!!!%%!!ino che si stupisce se mi metto a leggere gli ingredienti... forse dimentica che quella roba la devo bere io e che ci tengo a sapere cosa ingerisco? Forse ignora che del mio tempo decido io, delle mie priorità decido io, di cosa vale o meno fare lo decido io e solo io, senza imposizioni o suggerimenti idioti. 
Personalmente trovo anche il tempo per le alternative suggerite, ma mi irrita non poco che qualcuno me le proponga come sostitutive alla lettura degli ingredienti. Ho capito che mi stai vendendo dell'acqua aromatizzata ad un prezzo esorbitante (sempre "in offerta" però e qualcuno l'ha definito pure "superdrink"), ma il goffo tentativo di distrarmi dall'appprofondire cosa mi stai proponendo lo trovo veramente denigrante ed offensivo. Spero non sia stato un team di esperti di marketing a partorire questa uscita infelice. Spero non sia stato un AD strafatto di radicchio ad imporre un tale messaggio davvero idiota. Magari la colpa è della solita ultima ruota del carro. Magari la bevanda è destinata ad un target di età nella quale si è "spensierati" ma questo non giustifica. Giovani o vecchi, la cultura dell'approfondimento, la lettura degli ingredienti, la ricerca di cosa fa bene e cosa fa male, l'attenzione alla propria salute dovrebbe essere a mio avviso agevolata e promossa dalle aziende serie. Quelle aziende che in modo trasparente enfatizzano la caratteristiche peculiari del prodotto che reclamizzano, senza bisogno di aggiungere "senza glutine", senza olio di palma, senza litio, senza questo o quell'altro per distrarre su ciò che realmente c'è dentro il cibo o le bevande.
Fatto sta che quel messaggio è sbagliato, stupido, manipolatorio e come singolo consumatore non solo non acquisterò mai più quel prodotto, ma mi guarderò bene dall'aquistare qualsiasi prodotto di quell'azienda...FATWA!! per il resto della mia breve vita. Non sono un "influencer" ma già qualcuno l'ho convinto a seguirmi semplicemente dando il buon esempio e so che la cosa è contagiosa, pensateci.
Concludendo, giusto per non passare per il solito brontolone, propongo io un alternativa, più sana, ecologica, economica. Se proprio vogliamo aromatizzare l'acqua, basta fare degli infusi a freddo mettendoci dentro magari delle foglioline di menta, delle gocce di limone premuto, quanche goccia a piacere di un centrifugato preferito... magari alle stesse percentuali dell'etichetta o a piacere, come piace ad ognuno di noi, più libero di scegliere e libero da questi peracottari magnaschèi. alla prossima.

P.S. Piero ha risparmiato assai. Il pozzo è profondo. Ripeto: Piero ha risparmiato assai. Il pozzo è profondo.

lunedì 4 maggio 2020

Lockdown - Piccole carogne crescono

Fase due dell'emergenza ed il mondo torna a mettere capolino come le lumache dopo la pioggia. Esacerbati da due mesi di clausura, gli animi non sembrano essere tanto ben disposti verso il prossimo, ognuno per i propri motivi ed in base ad una soggettiva soglia di tolleranza. Capisco ma non giustifico. L'esasperazione, spesso ingiustificata ma spesso amplificata dalla scarsa capacità di comprendonio, fa uscire il peggio del peggio di ognuno di noi. Ma partiamo dall'inizio. 
Oggi, decido di portare all'ecocentro dei sacchi di erba da conferire nel vascone del verde. In realtà potevo farlo anche nell'ultimo periodo della fase 1 ma per evitare il magone di dover dare spiegazioni a qualche solerte impiegato dello stato in vena di interpretazioni, soggettive quanto bizzarre, delle normative e dei vari DCPM ai quali aggiungere quelli dei "governatori" locali, decido di approfittare della splendida giornata di sole (il primo giorno della fase due), ed attaccare alla bici il carrettino su cui caricare i sacchi. 
Il percorso scelto, quello più corto, prevede il passaggio attraverso dei campi ed un ultimo tratto di ciclabile immersa nel verde per un paio di kilometri....mi è sembrato di rinascere, endorfine a mille. 
A 500 metri dalla destinazione.... una lunghissima fila di auto in attesa, qualcuno da prima dell'orario di apertura. Immaginatevi lo stato d'animo dei guidatori. 
So per esperienza che il conferimento a mano dei rifiuti, a piedi, è permesso senza particolari formalità, per una semplice ragione: non è un accesso che limita i posti auto disponibili. Quindi entrare a piedi o in bici si può. Già, perchè all'ingresso c'è una sbarra automatica. Se l'ecocentro è pieno, DI AUTO, la sbarra non si alza sino a quando non esce qualcuno, ovvio no? Ci arriva anche un bambino ed incazzarsi non serve a niente, proprio a niente. Ciò non vale per chi entra a piedi o in bici non avendo bisogno di un parcheggio per scaricare (elementare, vero?). 
Ad ogni modo, buona educazione ed il mio senso civico mi suggeriscono comunque di chiedere almeno alle prime dieci auto in prossimità dello sbarramento se mi permettono di passare, nonostante potrei farlo tranquillamente. 99 volte su dieci la risposta è affermativa, accompagnata da un sorriso. Raramente storcono il naso, quasi sempre ci si ferma anche a fare due chiacchiere in cordialità, nonostante non ci si conosca affatto, magari assieme brontolando per l'attesa sotto il sole (specie a luglio od agosto) o per la bizzarra organizzazione degli operatori addetti. Oggi no. Una signora mi fa notare che dovrei lasciare fuori la bici ed entrare a piedi... oibhò e perchè mai? Vabbè, alla mia offerta di accodarmi dietro di lei mi lascia comunque andare "per gentile concessione", grazie tante.  Più avanti un furgone con un signore "anziano" sulla 55na/60na circa. Lui Niente. Per lui non posso passare. Categorico! Lo ascolto con pazienza ed attenzione, per capire quale sia il SUO problema. "sono qui da più di un ora che aspetto, sei passato anche prima con la tua biciclettina, chi sei tu più bello degli altri?, aspetta anche tu come tutti noi, così hai fretta? devi morire? io posso venire solo il giovedì e lunedì, ..." e via dicendo con altre stupide motivazioni alle quali non ho voluto rispondere (comunque si, sono sicuramente più bello di lui e credetemi ci vuole davvero pochissimo).  La mia regola è da sempre: Non discutere mai con un idiota. Chi ti quarda potrebbe non notare la differenza.
Faccio notare, nel vano tentativo di spiegare, sperando comprendesse, che la bici non occupa posti auto, suscitando però ulteriori resitenze e dinieghi, come fosse lui il gestore del centro. Chiedo cortesemente se, nonostante il suo rifiuto, posso esprimere un parere ottenendo in risposta, "...certo, ma non pensare di impietosirmi." Rispondo: "ci mancherebbe, ad ogni modo, passare avanti non ritarderebbe il suo ingresso ed in che modo attendere dietro a lei potrebbe anticipare il suo ingresso?" (in sintesi che passi o meno per lui non cambia assolutamente nulla). Questa semplice domanda deve averlo spiazzato, visto l'aumentare della sue evidente irritazione conseguente alla consapevolezza dell'inutilità del suo atteggiamento negativo. Non la prende bene nemmeno  quando diplomaticamente concludo affermando: "ad ogni modo ha ragione, aspetto dietro di lei signore". Provo a dargliela vinta dai, vediamo che succede tanto lo so già, vittoria di Pirro.
Attendo appena un minuto e tocca accedere a lui, ma solo per mettersi nuovamente in coda, in nuova attesa per la registrazione dell'operatore, il quale mentre si sta avvicinando a questo imprenditore (che poverino può scaricare i rifiuti solo lunedì e giovedì, giorni dedicati alle aziende oltre che ai privati), mi fa cenno con la mano di venire avanti, facendomi passare davanti al coglione che tanto si era prodigato a bloccarmi vantando i suoi fantomatici diritti conditi da un personalissimo senso di "giustizia sociale". Non vi dico la sua faccia quando gli sono passato a fianco, e non voglio decrivere la mia espressione da ebete, con un sorrisetto dal piglio volutamente canzonatorio purtroppo celato dalla mascherina (lui, il sommo giusto, ne era invece sprovvisto nonostante gli obblighi). 
Passando tutto impettito, seguendolo con la coda dell'occhio per godermi la sua espressione rabbiosa, penso dentro di me: "Tiè carognone infame, vedi che comunque ti sono passato avanti saltando pure la fila? Pirla di un pirla!".
Ho voluto finirla lì, avrei potuto segnalare la sua mancanza delle protezioni e farlo tornare indietro o sollecitare l'arrivo dei carabinieri per una multazza da 400 euro, meritatissimi in questo caso. Ma non sono così carognone ed infame come lui. 
Quindi? bilancio finale? ho ritardato l'ingresso a qualcuno? no. Lui ha perso qualcosa? no. Ho causato danno a chicchessia? no.  Ho leso qualche diritto? no. Ho dimostrato maleducazione? no. Chi fra i due ha più senso civico e senso di comunità? io. Cosa ho perso io? 60 secondi netti, che vuoi che sia, #chissene. Chi alla fine ci ha guadagnato? io sicuramente, in salute di certo, grazie anche all'attività fisica.
Di suggerire al carognone di fare altrettanto, come me che cerco di dare il buon esempio a vantaggio di tutti... nemmeno a pensarci, c'è il rischio di sentire una sequela di motivi stupidi ed insulsi, tipici dell'imprenditore neo liberista sempre pervaso da un personalissimo ed egoista senso di "giustizia"... del resto uno stupido può solo esprimersi con stupidaggini, tocca convivere anche con questi carognoni parassiti. 
Certo è che per questi carognoni vale il principio: se soffro io devi soffrire anche tu, per par condicio. Poco conta se le condizioni di base sono diverse: io non sono venuto in auto, io, e so che la cosa ti rode non poco ma è una mia scelta. Se vuoi entrare senza fare la fila non venire con un furgone, tra l'altro praticamente semivuoto, che occupa due posti auto ed inquina come una petroliera, coglione parassita!
Sto carognone deve essere sicuramente anche uno di quegli infamoni che denunciano gli altri a spasso con il cane solo perchè lui non può. O che gode a vedere le FFOO inseguire con droni od elicotteri i runner, visto che lui non "rùnnera". La dimostrazione del suo senso civico totalmente assente è l'arroganza e menefreghismo per gli altri, dimostrata dalla sua mancanza di mascherina (ancora obbligatoria). Gli obblighi valgono solo per gli altri ovviamente, compresi quelli inventati di sana pianta specie quando è LUI ad imporli, tipo mettersi in fila solo perchè lui non può passare avanti.
Povero italiota, ovvero itagliano idiota, unano! tocca convivere e sopportare anche sti imbecilli con la mamma sempre incinta.  Alla prossima.

P.S. L'abito non fa il monaco. Ripeto: L'abito non fa il monaco.

venerdì 20 marzo 2020

Disdetta online prenotazione visita medica

In tempi di pandemia, la Pubblica Amministrazione (PA) sta "collaudando" (nel 2020!!) le procedure telematiche per virtualizzare le prenotazioni e disdette delle visite mediche. 
Dopo aver atteso un anno per ricevere conferma della visita schedulata (proponendo una data che, minimo, è dopo altri 6 mesi), in questo periodo occorre pure attrezzarsi per disdire (sine die) le prenotazioni (su suggerimento dello sciamano di base). 
Causa lock down, vietati i contatti umani, i due metodi a disposizione sono il telefono o la sacra form nel sito istituzionale, ovvero il sacro sito dove vieni dirottato dall'impiegato o medico quando non sa rispondere a delle semplici domande. Di telefonare nemmeno a pensarci... non rispondono o risulta occupato, per cui resta la sacra form del sito istituzionale da compilare. 
OK, bello... il problema è che la procedura web è scritta con i piedi (c'era da aspettarsi qualcosa di meglio?). 
La didascalia dei campi "data" suggerisce la formattazione gg/mm/aaaa ma nel campo è proposto di default dd/mm/yyyy. 
Mancano le formattazioni automatiche per le date, per cui se non si inseriscono le barrette di separazione come da suggerimento ambiguo, all'uscita dal campo compare uno strano numero.  Ad esempio se si digita 01012020 (primo gennaio 2020) all'uscita il campo propone 24/12/4790... forse è per questo che le visite mediche vengono fissate con tempi biblici.
Nel campo "Data prenotazione" poi, compare una finestrella sotto il campo, che istruisce dove trovare la data scadenza della carta di credito VISA (con tanto di logo per migliorare la user experience).
Accanto alla didascalia di ogni campo compare poi un asterisco fra parentesi... non c'è alcuna spiegazione che dia indicazioni sul significato di quell'asterisco misterioso... tocca all'utente capire che è un dato obbligatorio.  In realtà l'asterisco è "cliccabile". Al primo click il campo acquisisce il focus del cursore, al secondo click sull'asterisco il campo diventa rosso e compare la scritta "Dato obbligatorio"... ridicolo.
Immaginate una persona anziana, che cerca di capire... non ce la può fare, per quanto sveglio sia non ce la può proprio fare, e non ce la fa. Per cui resta il telefono, da chiamare in continuazione, sperando nella lotteria... ora capite perchè le linee telefoniche della PA sono sempre intasate? Fanchiulo!. 

P.S. il calcio fa bene alle ossa. Ripeto: il calcio fa bene alle ossa.

domenica 1 marzo 2020

La chiave a pappagallo

Nel settore IT o digitale o tecnologico... quando si ha a che fare con l' "Informatica", tutto sembra più complicato.

Forse è il caso di ricordare che hardware e software, le fondamenta, altro non sono che attrezzi, niente di più, al pari di un martello, un cacciavite o di una chiave inglese.

Se si deve avvitare un bullone, va da sè che è necessaria una chiave inglese. Per una vite con testa a croce servirà un cacciavite con testa a croce, è ovvio vero? Avvitare un dado esagonale con un cacciavite a croce si può anche fare,  a patto di usare anche un martello, modificare e/o rovinare il dado e comunque non garantire un serraggio corretto. Ovvio no?

Esistono poi una moltitudine di varianti ai cacciaviti, ai martelli, alle chiavi inglesi e via dicendo. In ogni contesto servirà l'attrezzo più adatto. I martelli usati dai falegnami sono ben diversi da quelli usati dai calzolai, dagli idraulici, dai fabbri, dagli orafi, per forma, dimensione, peso...
C'è poi un attrezzo particolare, la chiave a pappagallo, pure questa soggetta ad una moltitudine di varianti ma che principalmente viene utilizzata dagli idraulici, i quali sanno perfettamente quando, come, dove e perchè usarla.

Credo sia pacifico pensare che nessuno si sognerebbe mai di chiedere all'idraulico, chiamato per una perdita di acqua, di usare una specifica variante di chiave a pappagallo e tanto meno imporre che venga utilizzato un attrezzo di una specifica marca.

Eppure, quando si parla di informatica... le cose cambiano.  In alcune realtà, i committenti assumono il ruolo di autorità che impone le proprie scelte in termini di hardware e/o software, sconfinando nel suggerire metodologie e modalità di svolgimento di una commessa, quale che sia, consulenza, fornitura, sviluppo.

Ma allora perchè all'idraulico nessuno dice nulla, mentre con gli informatici ci si sente autorizzati ad imporre gli attrezzi da usare? Un esempio banale...a chi non è mai capitato di sentire "richieste" di utilizzo, solo per fare un esempio, di whatsapp, skype, Windows, Office e via dicendo? A chi non è mai capitato che il committente richiedesse di usare specifici strumenti di misura o acquisizione, di marche particolari o specifici software? Anche per un semplice PDF, che è un formato ormai universalmente riconosciuto, ci si mette a discutere su quali strumenti usare per leggerlo o per crearlo. Per non parlare dei linguaggi di sviluppo o, più oltre, degli ambienti (o IDE) di sviluppo.

Sia chiaro, sto semplificando, forse troppo, ma lo schema resta sempre quello. Nessuno si mette a polemizzare su quale chiave a pappagallo cadrà la scelta dell'idraulico, forse perchè ci si focalizza più sull'allagamento in corso e sull'urgenza della soluzione, della serie "...non mi importa come, ma ferma la perdita!".
Ecco, quotidianamente le aziende hanno delle perdite a volte importanti. Perdite di dati, di fatturato, di reputazione, di tempo sprecato in disorganizzazioni e scelte scellerate. Ma l'urgenza, se e quando percepita al pari di un allagamento, si tramuta nella chiamata di un consulente tecnico al quale impartire una sequenza di direttive, l'uso di specifici strumenti e metodologie per risolvere il problema.

Allora, facciamo così. Se sai già cosa fare e come farlo, incarica un tuo impiegato o assumi, a tempo determinato, qualcuno che si fa chiamare Consulente ma accetta anche incarichi di lavoro subordinato e ripete tutto quello che gli ordini di fare.
Se invece credi ti serva uno specifico prodotto, rivolgiti ad un commerciante che sarà lieto di proporti un preventivo, mega sconti esclusivi e 3x2.

A volte vien voglia di fare come certi idraulici, rispondere alle chiamate come e quando ci pare e piace, praticare prezzi esorbitanti per le parti di ricambio e per la fattura... si certo, come no. L'importante è avere sempre con sè una chiave a pappagallo. Buona fortuna.  

P.S. questo articolo non è mio, l'ho preso in prestito dall'autore, ma mi sembrava troppo giusto per non riportarlo qui.

domenica 22 settembre 2019

Stupido è chi lo stupido fa, Signore.

Stupido è chi lo stupido fa, Signore. Il vero guaio è la stupidità funzionale, quella che certi dirigenti magnaschèi tendono ad inculcare nella cultura aziendale pur di non avere obiezioni, intoppi e procedere speditamente. È un grosso guaio per ogni organizzazione e può portare a catastrofi inimmaginabili... alla prossima.

P.S. Domani è un altro giorno. Ripeto: Domani è un altro giorno.

martedì 4 dicembre 2018

Ministro vergogna

excellentium virorum est improborum negligere contumeliam a quibus etiam laudari turpe.

trad: è degli uomini migliori non curarsi degli insulti degli improbi, giacchè persino essere lodati da costoro è motivo di vergogna

PS. il pollo è cotto. Ripeto: il pollo è cotto. 

lunedì 9 luglio 2018

Obsolescenza della SIM

Qualche giorno fa mi è arrivato un messaggio da parte del mio fornitore di telefonia mobile, TIM: 
Gentile cliente, la tua SIM è obsoleta e non supporta tutti i servizi TIM. Vai in un negozio TIM per sostituirla. Il costo di 15€ per il cambio SIM ti sarà rimborsato automaticamente entro 24 ore. Inoltre avrai anche gratis un mese di chiamate illimitate verso tutti senza vincoli o rinnovi alla scadenza.

OK, grazie per l'avviso franco, diretto, privo di tanti fronzoli. Data l'ambiguità del messaggio, deciso di recarmi presso un centro TIM per maggiori informazioni... su "tutti i servizi TIM"??.

Entro nel corner TIM ed attendo pazientemente che il commesso finisca di chiacchierare del più e del meno con una coppia neonato munita che se ne sta appoggiata al bancone nemmeno stessero aspettando il mojito in spiaggia. 
5 minuti e tocca a me. Faccio vedere il messaggio ed il commesso mi chiede..."devi cambiare il telefono?" Eh? che c'entra l'apparecchio! mi si dice che devo cambiare SIM, non tutto il telefono... Rispondo che prima o poi dovrò farlo e mi sento richiedere..."Entro quando?" Rispondo "Boh... quando cadrà a pezzi e la batteria muore del tutto...". 
"Allora non serve che cambi la SIM, quella che hai funziona lo stesso".
Faccio notare che ultimamente il telefono non prende il segnale SIM e quando lo prende lo prende malissimo, facendo vedere zero tacche nella SIM TIM.
Il guru mi dice "Eh, qui dentro i sicuro il segnale non lo prendi"... penso dentro di me..."ma allora sei proprio un deficiente! Ho uno smartphone dual SIM, l'altra è Iliad e prende tutte le tacche quando la tua non risce nemmeno a collegarsi alla cella".
Lascio perdere, non ho voglia di confontarmi con questo luminare. Chiedo ancora, "cosa serve per fare il cambio?", "Documento di identità e tessera sanitaria". "E per la rubrica nella SIM?" "Devi salvarla sul telefono se ti lascia farlo..." (manco avessi uno star-tac degli anni 80) "....oppure devi usare un computer..."...poffarbacco, addirittura?
L'irritazione inizia a salire a livelli preoccupanti, lascio stare e soffoco l'impulso di prenderlo per il cravattino e fargli provare una tempesta di schiaffi. Trovo la pacatezza di dirgli "Allora vado a salvare i dati e poi di sicuro torno da te, grazie per l'assistenza" penando dentro di me "...a mai più arrivederci"... 
Ora dovrò cercarmi un altro TIM corner, con un commesso meno scorbutico, con l'idea di portare il numero ad un altro operatore. 
Resta comunque la constatazione sull'operazione proposta. Come mai devo anticipare 15 euro se poi me li rimborsano immediatamente? Non era più semplice se ce li mettevano loro direttamente? Stanno raccattando le briciole? do sta l'inchiulata? (che con TIM non sarebbe una sorpresa) e poi... un mese di chiamate illimitate senza vincoli... perchè, ora, che vincoli ho? e poi no grazie, da anni non chiamo più con il vostro numero, ho una prepagata che non devo rinnovare ogni mese, pago solo quello che consumo e quindi consumo poco. Fanchiulo. 

P.S le pere cotte sono per la colazione. Ripeto: le pere cotte sono per la colazione.

venerdì 16 marzo 2018

Mediacom Smartbook 13 (M-SB130)

Le vicende che precedono l'arrivo di questo attrezzo nelle mie mani, saranno materia di trattazione futura (forse).  Per il momento... statene lontani come si farebbe con una malattia rara priva di cure. NON COMPERARE lo Smartbook 13 (M-SB130) Mediacom (per gli altri non so, ma si fa presto ad intuire come comportarsi). Non cadere nel miraggio indotto dalla pubblicità di questo prodotto: leggero, consuma poco, è silenzioso, ha winzozz 10, ideale per portarlo in giro... m*rda! Non è tutto oro quello che luccica. Io l'ho avuto gratis da uno che lo ha buttato ancora in garanzia dopo solo una settimana d'uso (chiedetevi perchè, dai...).
Per ora, un assaggio: assistenza tecnica esternalizzata, truffaldina, silente, inerte, inattiva, inutile, inefficace... per non parlare del produttore che risponde alle richieste via e-mail senza leggere i rilievi e senza considerazione alcuna per i propri clienti (risposte a cazzo preconfezionate).
Dopo l'acquisto (incauto) si è totalmente alla mercè di sè stessi. Al primo problema tecnico, si è alla mercè di improbabili centri di "assistenza", non si sa come siano stati "selezionati" o scelti in base a quali criteri, visto che non rispondono nemmeno alle richieste di preventivo. Fosse solo questo. Alcuni centri di "assistenza" non hanno un numero di telefono e nemmeno pubblicata una mail alla quale scrivere. Solo una form di inserimento dati che non funziona (pulsante di invio disabilitato). Di sicuro, si trovano in rete delle recensioni feroci, da querela. Con google maps si vede un capannone anonimo, in mezzo ai campi, privo di insegne... mooolto sospetto. Chi ci sia dietro non è dato sapere ma approfondendo le indagini le sorprese non mancano.
Per non parlare della comunicazione con i clienti... si nota che siamo considerati come un branco di deficienti, ignoranti, rompiscatole, portatori di richieste assurde. Per non parlare dei centri di "assistenza" indipendenti (in realtà ne ho parlato http://sfogobenefico.blogspot.it/2018/03/informatici-peracottari.html). Chiedere delle specifiche tecniche nemmeno a provarci, manco fosse un segreto di stato.
Ma l'azienda "produttrice" che colpe ha? Produttrice? come definire chi ordina la produzione in cina, delega a terzi la vendita, delega a terzi la manutenzione erogando un assistenza di primo livello praticamente a livello elementare? Chi vuole calcolare i margini di guadagno in condizioni simili? E cosa siamo noi, un branco di polli da spennare e prendere per il chiulo?? 
Ecco, anche per questi motivi, soprattutto per questi... FATWA!!!!! mai più in casa mia e vaffanchiulo per sempre!. #sapevatelo: Mediacom Mmartbook 130 = prodotto usa e getta al primo problema (e di problemi non ne ha pochi). 

P.S. il merlo ha cinguettato, la mucca è gravida. Ripeto: il merlo ha cinguettato, la mucca è gravida.

venerdì 29 settembre 2017

Licenziata per furto

No, non è tollerabile!. Prendo spunto dal licenziamento di un operatrice ecologica, rea di aver preso tra i rifiuti un monopattino da regalare al figlio, per esternare la mia indignazione e totale disapprovazione. L'argomento non è nuovo e ne avevo già parlato tempo fa, quando dei vigili multarono dei soggetti che avevano perfezionato un baratto all'esterno di una discarica (oop...ecocentro come vorrebbe qualche laureatino o sedicente spin doctor). 
Uno schifo che rivela un amministrazione da azzeccagarbugli, la perdita totale del buon senso, della comprensione oltre al senso di "coesione sociale".  Qui mi sa che è invece, forse, una questione di becero razzismo o forse una meschina vendetta per chissà mai quale terribile torto subìto da qualche dirigente magnaschèi, leso nell'onore (si certo, certo) perso nei meandri di anni di inciuci e porcherie varie. 
Ma restando più sul generico, e generalizzando come piace a noi "populisti", vengono in mente alcuni ragionamenti, fatti da noi che non siamo avvocati e nemmeno siamo managers dallo stipendio di giada.
Un oggetto finito in discarica, percepito quindi dall'utente come "senza valore", diventa "proprietà" di un azienda a partecipazione pubblica. Per il conferimento è stato pure pagato un tributo o tassa (non sottilizziamo sulla differenza tecnica fra i due termini), soldi pubblici quindi. Ma sta storia delle municipalizzate non è molto chiara. Quando fa comodo sono privati e l'area di conferimento è proprietà privata e ciò che c'è dentro è proprietà privata...e quindi le regole, lì, sono private e plasmate a loro esclusivo diletto e consumo. Quando invece legittimamente (ed a buon ragione) ci si lamenta del servizio o si criticano gli importi in bolletta...allora è cosa pubblica e bisogna rivolgersi al comune. Di sicuro è una gran presa per il culo e noi qui a strali ad ascoltare.
Ma la cosa peggiore è che in mezzo alle interpretazioni mutevoli fra pubblicoo privato, ci si affretta a considerare un bene privato ciò che è un rifiuto destinato a chissà quale parte dello smaltimento o riciclo. Di sicuro molte municipalizzate raccolgono i rifiuti e li rivendono con profitto a chi ricicla. Ma i profitti vengono redistribuiti ai comuni? Sono soldi pubblici o privati? Non lo so, lo confesso ma a pensar male si fa peccato, però a volte ci si azzecca. A chiedere chiarimenti non si ottengono risposte chiare. Certo è che la tassa di smaltimento aumenta anche quando la multiutility di turno fa profitti ed i bilanci sono in attivo. Quel fiume di soldi dove va realmente?? fra le mille pieghe dei bilanci? viene in toto reinvestito? boh!
Ad ogni modo abbiamo capito che il conferimento di un oggetto all'azienda privata ma a partecipazione pubblica conferisce allo stesso un valore e che questo valore si genera nel momento in cui si oltrepassa il cancello dell'ecocentro, così come automaticamente passa di "proprietà" nell'istante in cui viene estratto dal mezzo privato all'interno dell'area privata.  Un delirio legislativo degno del più pazzoide dei pazzi. Dove vivo io è il contrario. Ci pagano per conferire i rifiuti a chi li ricicla realmente. 
Sorvoliamo anche sul fatto che nel vostro paese spesso si vedono "gli operatori" scambiarsi o caricare in auto "rifiuti" di varia natura. Forse qualcuno addirittura li vende agli utenti o li usa come merce di scambio per chissà quali favori. Se non si fa parte del "cerchio magico" il prelievo di oggetti aventi utilità pratica è assolutamente vietato e fisicamente impedito da corpulenti operatori scrupolosissimi nell'applicare delle regole ferree che però valgono solo nei confronti di chi non è loro amico. Ma lasciamo perdere, noi siamo tolleranti di fronte a queste cose... noi. Alla prossima.

Fedele non è un cane. Ripeto: Fedele non è un cane. 

lunedì 11 settembre 2017

Il delirio di un operatore ecologico

Per pagare l'affitto quando vengo in itaglia e far fronte agli insoluti che solo nel vostro paese sono all'ordine del giorno, sono "costretto" a fare qualche lavoretto extra. Oggi mi sono recato alla discarica (l'ecocentro come qualcuno lo vuole chiamare).  Di quel luogo maledetto ne ho già parlato ampiamente così come il delirio di certi operatori assunti per volontà politica più che per meriti.
Avevo la necessità di scaricare del ciarpame e, memore di indicazioni passate, mi sono avvicinato con l'auto vicino al vascone dove confluiscono gli "ingombranti civili". Con "ingombrante civile"  si definisce tutto quel rifiuto composito che necessita di particolari trattamenti per il riciclo, ovvero materiale molto distante dalle "materie prime" facilmente riciclabili (almeno per la maledetta municipalizzata). 
Purtroppo accanto al vascone c'era il mega luminare del riciclo, un tipo che ha finito la quinta elementare a calci nel culo ai tempi della montessori e per questo promosso ovviamente a capo area. Inizio a buttare dei manici di scopa metallici e plastificati. L'omino intento a parlare di Lega e Salvini  con un altro luminare della politichetta spiccia dei vostri paesotti, con la conda dell'occhio mi vede e immediatamente parte con un cazziatone pubblico ad alta voce. I manici di scopa metallici vanno nella vasca dei metalli... oops... conoscendo la mega intelligenza di questo blasonato dotto esperto professorone, gli mostro un altro manico di scopa, sta volta di plastica, piegato in tre.... "Metallo!!" mi sento apostrofare con tono da facocero incazzato. Resto interdetto e replico: "Caro signore, la cosa mi perplime alquanto. Per quale arcano motivo la plastica va nel metallo?" "Metallo!!" mi sento rispondere senza possibilità di replica. Porgo allora il manufatto, rischiando l'aggressione fisica, ed attendo che il professore faccia un analisi scientifica per poi sentirmi dire..."Buttalo qui!". Obbedisco, non senza un sorrisetto che deve averlo fatto imbestialire interiormente non poco. Ho già raccontato in passato la bizzarra interpretazione che viene fatta da certi operatori ignoranti. Fatta questa premessa, butto tre ombrelli (uno arrugginito)  senza tela, i quali, ancor prima di toccare il fondo della vasca, vengono accompagnati da un urlo "Noooo.... METALLO!!". Resto davvero basito. sono sicuro che gli ombrelli vanno in questa vasca, non nel metallo e ne sono certissimo. Chiedo spiegazioni al dotto luminare il quale mi spiega che se gli ombrelli hanno il telo non sono riciclabili e vanno negli ingombranti civili, mentre se provvediamo noi a togliere il telo, vanno nei metalli. Stranissimo. Se si viene pizzicati a buttare nei metalli oggetti con inserti in plastica si viene prontamente ripresi, cazziati e messi alla gogna, con invito nemmeno tanto cortese di buttare nell'ingombrante civile. Mi risulta che gli ombrelli senza telo hanno ancora il manico di plastica... per cui... 
Lascio cadere l'argomento ma mi viene in mente di aver pagato da poco il servizio di smaltimento rifiuti... non sapevo che toccava a noi separare ai minimi termini gli oggetti ed a loro raccogliere il tutto solo se in forma il più possibile vicina alle materie prime. Decido da buon pacifista di non proseguire, per non innescare una vera zuffa a colpi di bidoni di vernice tossica stoccati lì accanto. Tocca a dei pannelli di cartone impermeabilizzato... il luminare ormai in cerca di rivincita per la figuraccia rimediata col manico di scopa o di una rissa, si avvicina ed inizia a periziare i pannelli.... "Catrame!" sentenzia alla fine. Ha deciso che è catrame e non c'è nulla da fare... il cartone è nero per cui deve essere catrame per forza!! Niente da fare.... rifiuto speciale, devo portarlo da chi li tratta e pagare ovviamente. E non c'è verso di farlo ragionare! si rifiuta di prendere in carico il rifiuto. Ora, dico io, se ti pago ti arrangi tu a portare dove serve i rifiuti prodotti dai privati, non dovresti rifiutarti in base a soggettive idee prese in mancanza della benchè minima preparazione tecnica. 
Termino di buttare dei vasi di plastica che non va nella plastica e me ne ritorno a casa con il mio rifiuto speciale in simil-catrame. 
Pur deprecando decisamente la folle pratica di abbandono dei rifiuti, capisco perchè qualcuno lo fa. Girano un pò parecchio i c*glioni pagare profumatamente una municipalizzata skizzinosa e choosy, di dover pre-trattare i rifiuti nonostante delle tariffe esose e per dei servizi mai all'altezza di un paese civile, di sentirsi alitare sul collo quando vengono a ficcare non solo il naso dentro l'auto per frugare ed ispezionare cosa stiamo buttando. Se si lamentano che certi rifiuti finiscono nei posti sbagliati è spesso colpa di certi operatori ignoranti e raccomandati.  Se poi si lamentano se qualcuno scarica i vasi in terracotta in strada è perchè non è più possibile farlo al centro di raccolta ed occorre chiamarli col rischio che si rifiutino pure di portarli via. 
Chiedono la nostra collaborazione ma di abbassare la tariffa, se collaboriamo... quello mai, maledetti e stramaledetti. E' recente il ritiro porta a porta del secco non riciclabile, 12 scaricamenti all'anno e quelli in più si pagano a parte. Ma se ne faccio meno di dodici mi fai lo sconto?? Manco a parlarne ovviamente, i virtuosi vanno puniti e sappiamo perchè. Alla prossima.

P.S. Il ghiro è sveglio e il pappagallo risponde. Ripeto: Il ghiro è sveglio e il pappagallo risponde.

venerdì 17 marzo 2017

Schifosi ciclisti

Voglio fare il pari con il post precedente, per par condicio, così almeno lo sfogo è completo e la pressione si abbassa. Sono bipolare. Si, a volte sono ciclista che odia pedoni ed automobilisti mentre in altre occasioni sono automobilista che odia pedoni e ciclisti. In pratica vi odio sempre quasi tutti, a fasi alterne ma vi odio comunque. Pedone quasi mai, così mi toccherà buttar giù due righe anche contro di loro, fosse mai che di questi tempi incerti e privi di riferimenti, anche i pedoni facciano lobbyng.
Ad ogni modo, è vero che la categoria dei ciclisti è una delle più odiose per certi automobilisti. Maledetti ciclisti, compratevi un auto! Ma vediamo prima come catalogalizzarli per studiarne i comportamenti.
Le categorie:
il ciclista griffato: bici super tecnica in carbonio ultraleggero (dai tremila eurro in su solo il telaio), abbigliamento tecnico nuovo di zecca, ruote gonfiate con l'azoto per risparmiare qualche milligrammo di peso, accessori a iosa (cardiofrequenzimetro compreso). Assenza totale di accessori obbligatori per legge (es. i fanali, lasciamo stare il campanello, catarifrangenti mai)
il ciclista sportivo: è quello che si "allena" duramente lungo le statali trafficate, strafatto di idrocarburi incombusti e polveri sottili, quello che non può permettersi di fermarsi agli stop o dare la precedenza agli altri in quanto conta solo il tempo di percorrenza ed il record mondiale di velocità su strada.
il ciclista extracomunitario: quello che la bici la usa come mezzo di trasporto (in mancanza d'altro) ma essendo poco uso a seguir regole e codici fa un pò come se pedalasse nel deserto, dove non ci sono ostacoli, strisce pedonali, sensi unici, marciapiedi, limiti o divieti... rigorosamente privi di fanalini o catarifrangenti, così di notte proprio non li si vede.
il ciclista fattone: lo si nota per l'andatura a zig zag, la cui ampiezza è direttamente proporzionale alla quantità di traffico nel percorso, per le manovre di svolta improvvise e mai segnalate preventivamente, per l'espressione persa nel vuoto che dice "dove sono? che giorno è oggi?". Viaggiano solitamente su bici altrui, considerando il mezzo a disposizione di tutti come una sorta di bike sharing senza registrazione.
il ciclista della domenica: rigorosamente attivo solo nelle domeniche assolate, a temperatura più che mite, viaggia in borghese, con mezzi da città. Purtroppo 5 giorni al lavoro provocano immancabilmente delle amnesie selettive in merito al codice della strada.
il ciclista sherpa: quello carico di borse, borsoni, trailers, carrettini e via dicendo, carico sino all'inverosimile che anche una trasferta di pochi kilometri potrebbe richiedere attrezzi per le emergenze, stuoie e coperte, cambi completi di abbigliamento, batterie di scorta (con relativi caricabatterie o pannelli solari), attrezzi da campeggio, pentole per cucinare e relativi viveri... 40 kili di peso trainato sono difficili da fermare in tempo, per inerzia, per cui agli stop si va lisci, alle striscie perdonali si fa finta di nulla ed ai semafori rossi si cerca un pertugio per attraversare l'incrocio sperando nella buona sorte
il ciclista attacccabrighe: è quello sempre pronto a redarguire gli altri, solitamente gli automobilisti. Curiosa la reazione di quelli che, ritenendo di aver subito un terribile torto, iniziano ad inseguire l'auto sperando in un semaforo rosso o in uno stopo dove raggiungere l'automobilista al quale, se raggiunto, comunicherà a scelta, con linguaggio variopinto di insulti: la propria filisofia di vita, un sunto del codice della strada, una disquisizione media sull'endogamia, un vocabolario di insulti irripetibili, il tutto in modalità unidirezionale (trasmissione) che non prevede feedback.
il ciclista provocatore: variante del precedente, è quello che quando ha la precedenza se la prende, mettendosi anche in serio pericolo. Ed anche quando la precedenza non ce l'ha...se la prende lo stesso. Sfida le auto senza paura di nulla, se tocca a lui, lui passa incurante di tutto. Purtroppo passa in bici anche sulle striscie pedonali senza fermarsi e senza guardare. 
il ciclopaladino : E' un anarchico a pedali, anticonformista. Sono i particolari lo distinguono dagli altri pedalatori, ad esempio il caschetto di ordinanza, borse portaoggetti, abbigliamento informale, bici essenziali, a scatto fisso. Lo contraddistingue il modo prepotente con cui prende e pretende spazio sulla strada. E' convinto che la sua filosofia ciclistica sia un contributo essenziale per l'umanità. Pedalare è la sua missione ed essere un ciclista anarchico è il suo modo per espletarla e chi non sa comprendere il valore rivoluzionario della sua condotta è soltanto un nemico. Essendo orgoglioso portatore di verità e somme virtù, si sente autorizzato, dall'alto della propria superiore dirittura morale e purezza, ad odiare coloro che si ostinano a rinchiudersi all'interno di scatole metalliche a motore, inquinanti, puzzolenti e pericolose. E’ il paladino delle giuste cause che brandisce con orgoglio la bandiera dell’impegno civico e la usa come fosse una lancia contro i suoi nemici motorizzati.

Potrei andare avanti ancora a lungo, molto a lungo. Di motivi per odiare certi ciclisti ce ne sono altrettanti di quelli per odiare gli automobilisti, dipende da che parte si sta. Ognuna delle due "fazioni" è stra-convinta e stra-sicura di avere ragione per dare automaticamente torto all'altra, l'importante è contrapporsi per sentirsi un pò vivi in questa società che, mal governata e priva di buoni esempi, sta mortificando tutti, nessuno escluso.

Bertrand Russell diceva: “il problema dell'umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi”. Aveva ragione. Ne sono strasicuro.
Ciao imbecilli

P.S. la cinciallegra è triste. Ripeto: la cinciallegra è triste.

lunedì 6 febbraio 2017

Antispam ed utonti

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 2.4 REPLYTO_WITHOUT_TO_CC  No description available.
 1.2 FREEMAIL_FORGED_REPLYTO Freemail in Reply-To, but not From
 2.0 MONEY_FROM_MISSP       Lots of money and misspaced From
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 1.8 ADVANCE_FEE_3_NEW      Appears to be advance fee fraud (Nigerian 419)
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Credo sia un record, in anni di utilizzo di spamassassin, raggiungere 189.2 punti (100 solo per la presenza del mittente nella black list). E rido internamente quando qualche utonto si lamenta dei troppi messaggi indesiderati, ricevuti quotidianamente nella propria casella di posta elettronica, ormai letteralmente intasata tanto da non permettere di individuare i messaggi "utili".  Spesso le aziende si affidano ad "informatici" part-time, improvvisati con tanto di laurea magistrale, poco preparati (specialmente nel vostro paese), prezzolati e corrotti dal commerciale di turno che ben si guarda dal suggerire soluzioni free. Poco mi importa. Con certi utonti ho chiuso in quanto pagano poco, male, in ritardo e rompono pure i c*glioni, lasciandoli ai soliti informatici d'assalto, perennemente in crisi, incapaci di dire di NO! e sempre pronti ad abbassare le tariffe pur di prendersi il "cliente". E rido ancora di più quando sento il solito utonto che auspica l'emanazione di una legge contro lo spam, come se una legge ad hoc fosse in grado di risolvere il problema.  
Lo spammatore mi invia il seguente invito: 

Please provide me the following as we have working days to run it through:
 
1. Your full name: 2. Telephone number: 3. Contact address: 4. Age: 5. Gender: 6. Occupation:
 
...si certo come no. Io no. Ma sono certo che qualche utonto lo farà, allettato dalla proposta imperdibile... soldi!! Del resto funziona un pò come per i ransomware... innumerevoli ormai i casi di contagio... povere vittime... vittime dell loro stessa ignoranza! Ciao Caco. 

P.S. Lucilla non porta pene. Ripeto: Lucilla non porta pene. 

martedì 8 novembre 2016

avanti un altro...

Dopo quello che pretendeva rispetto senza averne mai dato nemmeno una goccia al prossimo, è toccato ad un altro, favorevole agli OGM, favorevole al nucleare, favorevole agli inceneritori... qualche merito ce l'avrà pure avuto, forse, ma le idee e le opinioni frutto di interessi economici, mi spiace, non meritano rispetto e nemmeno la compassione ipocrita dei più. 
L'uomo, nel senso profondo del termine, lo si misura dalle azioni, dal rispetto dei valori, da ciò che è disposto a sacrificare di suo per gli altri, dalle sue azioni, dalle sue opinioni e dalle sue parole. 
Se il disprezzare l'uomo che allinea il suo pensiero con la mutevole direzione del vento fa di me una persona spregevole, allora forse si, sono spregevole, ma è nulla in confronto a chi in vita ha sostenuto certe teorie che nel quotidiano e nei giorni futuri danneggiano e danneggeranno la collettività presente e futura. Anche se OGM, nucleare ed incenritori troveranno altri portabandiera, è vero anche che disprezzare i farabutti è cosa nobile

P.S. le pere sono mature. Ripeto: le pere sono mature.