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martedì 1 febbraio 2022

Gugol ci spia

Ad automatizzare troppo od affidare ad un asserita "intelligenza artificiale" compiti nemmeno tanto complessi, si rischia di sbagliare o come minimo fare delle figuracce che si ripercuotono negativamente sull'affidabilità dell'azienda. 

Ricevo una segnalazione che mi avvisa di aver violato le norme per la pubblicazione degli annunci. Manco fossi un delinquente. L'AI di gugol ha classificato un post che parla di e-cig come se l'argomento riguardasse il tabacco, che è un argomento tabù che potrebbe "infastidire" certi inserzionisti bigotti. 

Il primo errore di gugol è che ha segnalato la violazione in una pagina cancellata moltissimi mesi fa assieme alle altre 25 che trattano lo stesso argomento. 

E vabbè, chiedo la revisione e dopo un paio di giorni gugol fa la seconda cazzata. Mi avvisa "In seguito alla tua richiesta, è stata esaminata 1 pagina e non sono state rilevate violazioni. La pubblicazione degli annunci in questa pagina verrà riattivata ..."

Eh?? riattivi la visualizzazione degli annunci su una pagina che non esiste? Manco ti sei accorto che la pagina è cancellata? Ah, no, sbaglio io... il post è in bozza, ma... allora gugol controlla anche le mie bozze private?? Eh? eh? che si fa ora? Sto da tempo pensando ad una fatwa anche per loro!

P.S. nessuno comanda se nessuno ubbidisce. Ripeto: nessuno comanda se nessuno ubbidisce.

 

mercoledì 4 marzo 2020

Garmin Nuvi200 (riparazione fallita)

Un parziale fallimento, quasi totale. Tempo fa il mio navigatore satellitare che mi ha accompagnato in moltissime scorribande in bici, memorabile quella da Levico - Trento - Lago di garda - Mantova - Brescia - Verona, ha smesso di funzionare. Il sintomo è lo schermo con la retro illuminazione che lampeggia debolmente ad intermittenza regolare. Con molta probabilità è un problema di qualche condensatore in perdita. Prima di ripararlo, decido di acquistarne uno di identico, su e-bay, per ripristinare quanto prima la possibilità di avventurarmi, cicloturisticamente parlando, in giro per il vostro solo geograficamente a macchia di leopardo prevalentemente bellissimo paese (si, ci sono anche dei posti di m*rda, anche da voi). 
Con la tranquillità del riparatore che procede con "o la va o si spacca", illuso di poterne avere due di navigatori satellitari funzionanti, mi avventuro nello smontaggio e test della mother board. 
Per farla breve, decido di misurare l'assorbimento della scheda con la pochissima attrezzatura disponibile. In effetti la corrente presenta dei picchi di assorbimento anche con lo schermo collegato. Con una pinzetta di test per i componenti SMT credo di aver trovato i condensatori maledetti... 3 condensatori in prossimità del Flat che collega lo schermo. Quasi bene. Provo ad effettuare la misura con il flat a 4 fili che va allo schermo (presumendo fosse quello dei led di retro illuminazione), e... patatrack!!! 
Ecco l'ho fatta. Il flat si infila in un connettore femmina FFC-FPC con il coperchietto flippabile che fissa il flat quando è chiuso. Non so come mai il flip si sia staccato dal connettore... e non ho idea come ri-infilarlo. Cerco su google se trovo qualche indicazione fra le milla mila risposte inutili e non pertinenti di google. Trovo qualcosa che assomiglia ma non è ovviamente uguale... via, non ho tutto il giorno da perdere.
Prendo delle pinzette di precisione il microscopico coperchietto e... ri-patatrack!! premendo la pinzetta ho fatto skizzare via il componente alla velocità della luce. Fortuna vuole che lo ritrovo sul piano di lavoro... riprovo... ri-ri-patatrack!!! riprovo, ri-ri-ri-patatrack!!! per 8 volte il coperchietto marrone di m*rda skizza via, non vuole proprio farsi tenere fra le puntine della pinzetta, non c'è verso di infilarlo... alla nona volta il coperchietto skizza via e probabilmente è finito su marte... introvabile, proprio non ho idea di dove sia finito, set, game, partita! finito 9 a zero per lui, ho perso. 
Di riordinare il connettore manco a parlarne. Occorrerebbe prenderne una quantità industriale, con spese altissime, con difficoltà poi di sostituzione... mille mila rischi da correre, sicuramente interessanti sotto il profilo didattico ma in questo periodo anche no... portafoglio vuoto, sono povero in canna e non se ne parla proprio. Sorry. 
Ripongo i pezzi in una scatolina in attesa di tempi migliori o di un modello uguale magari solo con lo schermo rotto. Ma perchè mi intestardisco con questo modello?? Perchè traccia anche i percorsi a piedi o in bici (oltre all'auto ovviamente). Quelli più moderni inoltre, oltre a non avere la funzione "percorso a piedi" ed alcuni nemmeno in bici (sono progettati nello specifico per le auto), hanno mille mila fronzoli che francamente non mi interessano e non mi servono. Preferisco quello che ho, anche perchè ho preso il supporto da manubrio per la bici e di buttarlo manco morto. Mi tengo quello che ho, sinchè vorrà durare, spero a lunghissimo. Comunque non mollo, mai! alla prossima.

P.S. Piero si è perso e mamma lo cerca. Ripeto: Piero si è perso e mamma lo cerca.

lunedì 22 febbraio 2016

Termometro da cucina digitale

Solo un piccolo appunto. Domenica, nel tragitto verso il solito impegno che in condizioni tipiche di un paese normale, popolato da persone "civili" e rispettose degli altri, normalmente verrebbe programmato nelle giornate lavorative, mi fermo presso un piccolo centro commerciale, a lato della statale che attraversa campi e frutteti vari. Entro animato dalla curiosità e mi accorgo che è il classico capannone pieno all'inverosimile di articoli che vanno dall'abbigliamento alla ferramenta, senza trascurare le scarpe, gli articoli da cucina, i prodotti per la pulizia, illuminazione, bigiotteria... sembrano tutti uguali... cinesi ovviamente. Ci deve essere dietro una mega spectre del commercio riservata ai cinesi. 
Ora...diciamolo, è troooppo facile prendersela con gli stranieri che vengono qui a lavorare. Il commercio lo hanno praticamente inventato loro moooolto prima di noi. E se nell'esercitare l'attività commettono qualche ellole, mettendo la elle al posto della erre, non è il caso di usare lo svarione come cassa di risonanza per vomitare addosso a loro tutta la rabbia repressa tipica di qualche leghista bigotto paleomedievale. 
Viene però sì da "sollidele" quando si trovano, tra gli asiatici in genere, gli errori erre/elle nelle confezioni stampate in tipografia, oltre ai bigliettini autoprodotti. Deve essere qualche tipografia cinese, non voglio pensare ad una nostrana che non segnala l'ellole al cliente (ma forse mi sbaglio ma quasi tutte eseguono quello che il cliente ordina, errori ortografici compresi). 
Nel "gilale" tra gli scaffali, mi imbatto nella corsia prodotti da cucina. Trovo dei piccoli termometri. Una serie è digitale (batterie incluse) ed un altra meccanica, quella con la molla all'interno di materiale termodilatante il cui capo centrale è solidale con una lancetta... 4,50...presa!! anzi due. Mi servono (futura realizzazione) per fare il sapone a freddo (che poi tanto a freddo non è in quanto la soda caustica con l'acqua raggiunge i 70/80 gradi), per sciogliere il sapone di recupero e per misurare la temperatura della cera per candele, giusto per evitare di metterla nello stampo troppo calda e veder poi comparire gli affossamenti a raffreddamento avvenuto. Intanto mi metto da parte gli strumenti, poi vedremo.
Ma perchè mi annoto questo promemoria? A casa mi accorgo che la confezione dei due termometri riporta la caratteristica "digitale", mentre il modello acquistato è chiaramente ed inequivocabilmente analogico. Poco male, il prodotto è a vista, impossibile sbagliarsi o essere indotti in confusione. Ma se la cosa venisse posta all'attenzione di qualche stupido funzionario dello stato in carriera, mai promosso proprio per l'eccesso di zelo, quest'ultimo mal visto nel vostro  paese, verrebbe da sentenziare "frode in commercio"! Vietatissimo esporre e comunicare ai consumatori qualità e caratteristiche difformi dal prodotto venduto. E sono pure multe abbastanza salate. Sappiamo che una piccola parte della popolazione italica è infervorata da un tipico atteggiamento ultranazionalista intransigente integralista e fascista (è quello che più si nota vivendo fuori). Purtroppo certi mentecatti cerebrolesi ancora riescono a sopravvivere...non date da mangiare agli imbecilli. Complice il progressivo degrado sociale, l'impoverimento anche culturale dei ceti sociali più deboli, il contagio delle idee stupide ed inutili, questi illuminati imbecilli non vedono l'ora di potersela prendere con chiunque commetta il minimo errore che sia propedeutico a dimostrare le loro "ragioni" (leggi "idee bigotte e stupide" contro tutto ciò che è da loro classificato come "diverso" rispetto alle loro convinzioni). 
A noi invece resta un sorriso di comprensione. Lasciamoli lavolale, almeno loro le tasse le pagano anche per gli altri che vorrebbero essere dalla parte "del giusto". Alla plossima.

P.S. una lala lana losa. Ripeto: una lala lana losa.  

martedì 4 giugno 2013

Viti da legno

Sono un pò di giorni che sto costrunedo una baracca per gli attrezzi, in legno recuperato da dei vecchi bancali che mi sono procurato quà e là. Devo assemblare la struttura e quale miglior metodo che delle viti da legno? (niente colla che all'aperto sotto il sole dura qualche giorno e poi si sfalda). Di viti di recupero ne ho una scatola 4x35mm (diametro 4 lunghezza 35mm). Il problema è che sono quelle filettate interamente e si sa che sono migliori quelle parzialmente filettate in quanto così si riesce a "tirare" il pezzo più in profondità. Vado dal ferramenta, gli porto il campione. La ferramenta, ove saltuariamente mi rifornisco solo perchè è a tiro di bicicletta e solo se ho fretta, è un pò particolare. E' gestita dalla terza generazione...i figli, tutti laureati con tanto di master in "varie ed eventuali" fanno quello che possono, dato che all'università di sicuro nessuno ha spiegato loro la differenza tra un bullone del sei ed una chiave a pappagallo. Mentre ero lì, ho visto consegnare la testa di un decespugliatore da 8 mentre il campione era da 10... fortuna che il babbo se ne è accorto "ad occhio". Quindi...autodidatti e la laurea nel cesso ovviamente (che non si capisce come l'abbiano presa). La mamma, figlia d'arte di suo babbo che ho conosciuto da piccino, dà una mano al bancone e stavolta è toccata a mè. Prende il calibro digitale, misura la vite campione, la annota nel foglio ove poi scarica a mano il magazzino (anche se sul bancone troneggia un computer con tanto di lettore di codici a barre!) e si ritira ai piani alti, nel magazzino inaccessibile ai clienti. Il negozio è una casa privata degli anni 50, enorme, piena di scaffali, stanze, pertugi, cortili interni, scalette, vani adibiti a ripostiglio, da perdersi, pieno zeppo delle cose più impensabili che a cercarle al Brico non si trovano. Con l'occasione acquisto anche delle viti 4x70. La titolare scende dopo alcuni minuti (lasciati trascorrere per dare la possibilità al cliente di curiosare tra la merce esposta (si sa mai che gli venga voglia di acquistare qualcos'altro)) con le due scatole. Pago 19 euri e torno soddisfatto per terminare il lavoro, relegato come compito della domenica. Per mera curiosità, apro le scatole e controllo... un pacco è di viti 4x40 e non 4x35! la punta spunta dalla parte opposta e tra mille bestemmie e maledizioni avverso la commerciante disonseta (ed a tutta la categoria, tanto sono davvero tutti uguali, ci provano) mi tocca mettermi l'animo in pace e preparare il discorso per martedì, dato che è sabato e lunedì è chiuso. 
Torno oggi, carico come una molla per morderla alla giugulare e faccio presente del disguido...nessun problema, dice che me le da giuste stavolta, dopo essersi offerta, sottovoce e girata dall'altra parte, a dire "te le cambio....se vuoi" (come "se voglio"? me le DOVRESTI cambiare!!! ma lascio perdere, sono di animo buono). Chiama il Dott. figlio e lo manda al piano superiore a prendere la scatola giusta con tanto di vite campione in mano. Il ragazzino torna con la scatola e sorpresa!! ancora 4x40!! ma allora sei scemo tu e la tu mamma bischera!! Grandissima testa di c*zzo! ma ti sei laureato un albania assieme al trota?? Altro giro altra corsa e veloce che ora per colpa tua ho pure fretta! Torna con la scatola giusta, non senza aver ricevuto la battuta..."...ma per caso hai un surplus di magazzino di viti da legno 4x40 parzialmente filettate che non riesci a vendere?.." Pago 19 euro e torno soddisfatto a casa. La mia innata onestà, incuclcata a sberle da una dura educazione di una volta, mi vorrebbe obbligato a far presente che per due scatole la volta prima ho pagato la stessa cifra di ora per una scatola sola (ma forse stavolta l'ho pagata il doppio!). Ma al pensiero di essermi in qualche modo "vendicato" da un torto mi convince a desistere. Stavolta è toccato a te, ed a me restano 500 viti "agratis" ma inutilizzabili in magazzino, dovrò trovarci un applicazione prima che arrugginiscano. Alla prossima.

P.S. la vite non da uva. ripeto: la vite non da uva. 

venerdì 18 marzo 2011

HP 5510 Officejet 0xd0840001 error

Sembra "strano" ma gli errori più insoliti si manifestano sempre quando si deve fare un lavoro urgente. Se poi si ha a che fare con il processo di stampa, solitamente necessario a "lavoro finito" magari a ridosso di una scadenza importante ove è necessario presentare una relazione cartacea, un business plan o una perizia tecnica alla riunione con il mega direttore galattico od alla riunione dello studio legale, allora l'evento può trasformarsi in una tragedia.
Pomeriggio, stampa di prova di alcune foto su una stampante HP Officejet 5510 series All-In-One (mfg.code Q3435A o Q3434A).
Le foto sono delle prove di elaborazione di alcuni fotogrammi presi da una postazione di videosorveglianza (CCTV) ed occorre verificare se sulla carta il volto del delinquente è riconoscibile. Il committente infatti non sa usare il computer ed ha chiesto di stampare su carta il filmato (!!sic!! vi lascio immaginare chi potrebbe essere).
Sul display della stampante compare "Error 0xd0840001". nella riga sottostante una serie di caratteri strani, le tre spie del pannello che lampeggiano e la stampante non ne vuole sapere nè di spegnersi nè di accettare alcun comando manuale dai tasti del pannello frontale.
Un problema del genere (e la ricerca di una soluzione immediata) manderebbe nel panico qualsiasi utente, ma nel caso in questione dispongo di alcune risorse e so come usarle.
Una rapida ricerca con gùgol non da risultati apprezzabili. L'HP suggerisce una manovra sciamanica che non è possibile ripetere. Suggerisce infatti di togliere il cavo USB, aprire lo sportello e togliere le cartucce per poi... alt, se si apre lo sportello il carrello non si sposta in posizione utile che permetta di togliere le cartucce, per cui niente da fare, solito suggerimento inutile per gli utonti. Procedo allora con un soft-reset della stampante. Si toglie il cavo di alimentazione (quello sull'alimentatore) e si attendono 10 secondi ( in modo che i condensatori dello stesso si scarichino). Si premono contemporaneamente i tasti # (cancelletto) e 3 (tre) del tastierino e con l'altra mano si reinserisce l'alimentazione di rete. Dopo una serie di cloc, clock, stack stock, tic tac, grrr grrr, squish squash ecc.. ed altri rumori preoccupanti, il pannello chiede di reimpostare la linqua, il paese e la stampante si avvia...problema risolto?. Sembra di no. sono riuscito a stampare dopo il riavvio, ma dopo poco l'errore si ripresenta. Nuovo full reset (#9), pulizia della coda di stampa e dopo l'accensione, tempo nemmeno un minuto, senza avviare alcuna stampa ancora i tre led che lampeggiano e l'errore che si vede in foto. Credo che  il problema sia nella mainboard / logic board (azz...ne ho una di ricambio ma il problema è serio) così nella sostituzione  procederò con una pulizia interna.
Del significato attendibile dell'errore 0xd0840001 nemmeno l'ombra (motherboard problem??). Ci serve per capire quale problema si sia verificato. Quindi occorre cercare il service manual, disposti a pagarlo ovviamente, per investigare più a fondo. In realtà credo di averlo trovato... 60 dollari cartaceo più la spedizione dagli states....no è troppo mi spiace. Intanto ne approfitto per l'ormai consueto anatema contro quei siti che si posizionano offrendo altri risultati di ricerca che rimandano ad altri risultati quasi all'infinito...pubblicità di m*rda ed un sacco di tempo perso, assieme a quello dedicato a quella m*rda di azienda telefonica che due volte al giorno da mesi rompe i c*glioni con una telefonista straniera per il servizio "Impr*sa s*mplice"...andateveneaffanchiulo!!!!!.
A puro scopo didattico, esiste anche una procedura di reset più aggressiva. #9 è il Master Factory Reset (che resetta anche la data/ora) ed in un paio di forum suggeriscono al posto del #3 di usare il #6, qualora la prima non dovesse produrre risultati utili...soliti tentativi da sciamano dell'informatica, accendi  e spegni, apri e chiudi, smonta e rimonta, tricche tracche.... Alla prossima.

P.S. la telefonista insistente deve morire. Ripeto: la telefonista insistente deve morire.

venerdì 30 ottobre 2009

Consiglio comunale

Il mio dovere di cittadino lo faccio, anche se ormai la volontà dei cittadini è superata ampiamente dall'arroganza di questa classe politica schifosa che ci governa. Mi sono recato ad un consiglio comunale. Mi viene ancora da vomitare. Un s@!#!!o ignorante come il letame, tutto tronfio nell'approvare il piano casa. Anche se l'esordio è "...sono convinto che non servirà a nulla...", procede alla votazione...tutti favorevoli, all'unanimità, grazie alle scimmie ammaestrate ad alzare la mano a comando per percepire il gettone presenza pagato anche da me. Una serie di deroghe al PRG per far felici gli impresari di zona (solo un paio), quelli che fanno soldi in nero con mattoni e cemento, assumendo lavoratori in nero i quali se si fanno male o muoiono vengono scaricati davanti al pronto soccorso manco fossero dei cani. Complimentoni anche all'opposizione che non c'è. Nessun commento, silenzio assoluto!. Chi l'ha voluto questo piano casa?? Il partito ovviamente, non certo i cittadini i quali per ampliare in deroga al PRG possono sempre chiedere l'approvazione al consiglio comunale che a memoria d'uomo non si è mai opposto alle legittime richieste di chi si trova in stato di oggettiva necessità. Sappiamo già che ne approfitteranno quei disonesti cui le regole stanno strette ed il rispetto della comunità un optional. Ed allora giù ad incementare il territorio, ad abbattere alberi, a inquinare quel poco che resta di "pulito". Grazie davvero, complici della mafia. Grazie per la sensibilità nell'approvare una manovra dichiaratamente inutile, ma allora perchè perdere tempo? solo per compiacere il segretario di un partito ed ottenere in cambio privilegi personali??. Capo e complici...Ma vaffanculo davvero.

P.S. Totò approva ed i fantasmi ringraziano. Ripeto: Totò approva ed i fantasmi ringraziano.

domenica 25 gennaio 2009

Laura in informatica

Mi sono sempre sentito discriminato in quanto non sono "laurato". Non ho mai conseguito una laura in informatica. Non conosco nemmeno una Laura vera. A dire il vero, da ggiOvane, avevo tentato di laurarmi, ma le vicende della vita a cui non ci si può opporre, mi hanno impedito di farlo. Avrei voluto laurarmi. Mi ero pure iscritto ad ingegerìa (vedi post sugli ingegèri). Niente laura. Solo un misero "diplomna" (vedi post precedente). Google mi dà pietosamente una mano. Se cerco un posto di lavoro dedicato ad un laurato, il motore digitale mi avvisa... forse cercavi "laureato". No. Sembra che nelle offerte di lavoro cerchino proprio un laurato, uno con tanto di laura in informatica, un figlio dei "fratelli Capone....che siamo noi". Ma dai... sono chiaramente degli "erori" di battitura e la colpa è sicuramente del webmaster che ovviamente non è laurato. Se avesse una laura non farebbe certi "erori". OK. Pensavo di essermi perso qualcosa per strada. Magari era stato istituito un apposito corso di laura in informatica per soddisfare i discriminati che ne sono privi e calmare gli invidiosi che sono invece laureati. Sembra che la laura in informatica sia abbastanza richiesta e pubblicizzata, a tal punto da sospettare la nascita di un nuovo termine (neologismo), come ad esempio il blossig, ovvero gossip a mezzo blog. Prendersi una laura in informatica è davvero importante. Con una laura nel cassetto, si evita automaticamente, per privilegio divino acquisito, di essere additati come smanettoni. Un laurato conta più di un "diplomnato". Autorevoli agenzie di collocamento e recruiting cercano disperatamente laurati. Importanti ed autorevoli università, sfornano laurati di primo livello. Professoroni e ingegneri, pontificano la laura conseguita con anni di ricerca, studio ed abnegazione. Il messaggio è chiarissimo...ggiOvani!! LAURATEVI in informatica, il lavoro del futuro!!!!

P.S. Programmare un attività nel piccolo orifizio. Ripeto: Programmare un attività nel piccolo orifizio.

Erori

Una delle attività più dispendiose,e quindi trascurate, nello sviluppo dei siti web, è il controllo ortografico dei contenuti. Nonostante ormai siano onnipresenti i correttori ortografici "automatici", non è raro (è frequente) imbattersi in strafalcioni ortografici o errori di battitura. In un blog la cosa può essere perdonata. Un blog è prevalentemente un diario on-line ova l'autore dispone dei contenuti come meglio crede. Generalmente non c'è fine commerciale, un blogger infatti non ha l'obbligo di dimostrare ai lettori la propria serietà e cura nei contenuti. Poco importano gli errori ortografici, la semantica, la grammatica... non deve vendere nulla e non deve certo convincere nessuno che dietro al blog c'è un gran lavoro di sviluppo per dimostrare di essere una grande azienda. Ad ogni scrittura di ogni post, non segue l'attività di debug, di controllo, di analisi. La lettura può risultare anche poco scorrevole, a volte confusa, poco importa. Diversamente, i siti aziendali o commerciali che presentano errori, rappresentano un boomerang per l'attività. Si pensi ad una grande azienda, con centinaia di dipendenti, che non considera importante l'offerta di contenuti chiari e corretti. Cosa si può pensare di un sito aziendale che è infarcito di errori di ortografia?. Quale immagine ci si fà di un attività commerciale che non cura la comunicazione con i potenziali clienti? Compreresti un on-line un "prosiutto" a cui vengono abbinate pagine di descrizione che ne decantano le virtù? Di esempi se ne possono fare a iosa. Di certo, c'è che gli errori di ortografia compaiono dove meno ci si aspetta. Se già l'approccio all'azienda afflitta da questa piaga era avvicinata con il sospetto che deriva dalla mancanza di poter toccare con mano i prodotti, un errore ortografico nel sito di presentazione rappresenta un ottimo motivo per non comprare nulla e rivolgersi ai concorrenti più attenti e meglio organizzati. Personalmente, quando mi imbatto in un sito di qualche azienda e riscontro degli errori ortografici, immediatamente mi faccio un immagine di questa. Un titolare grezzo ed ignorante (la quasi totalità degli imprenditori), di quelli che comandano, danno ordini che devono essere eseguiti senza discutere e che è abituato a seguire direttamente l'ufficio acquisti, incarica il solito cuggino brufoloso di sviluppargli il portale di presentazione promettendo in cambio il lauto compenso di 10 euro a pagina sviluppata. Il cuggino informatico, che si sente in dovere di accettare in cambio del lauto compenso anche per dimostrare le proprie abilità acquisite in ben tre anni di studi universitari, inizia immediatamente a lavorare per dare risultati il più presto possibile. Lo scrupolo di rileggere e controllare i contenuti viene immediatamente soffocato e represso dalla fretta del titolare che ha "urgenza" di pubblicare il sito. Un dipendente dell'azienda, un ragazzetto sveglio che si sta diplomando alla scuola serale, segnala al titolare che il sito contiene degli errori. Il ragazzetto viene licenziato in quanto non si deve permettere di sputare nel piatto dove mangia e per sentenza della Cassazione non deve criticare il datore di lavoro. Complimenti. E'un classico, con qualche variante ma un classico, un evergreen qui in "itaglia", popolata da webmaster "diplomnati" ignoranti grezzi e cretini, da imprenditori ignoranti, miopi, stupidi ed avidi, da laureati ignoranti, arroganti e presuntuosi, da ingegneri ignoranti ed impreparati che hanno preso un "laura", da gente onesta che per paura se ne sta zitta e nascosta, in attesa che l'orda barbarica termini la distruzione ed il saccheggio. Ciao

P.S. Ripulire il garage di notte. Ripeto: Ripulire il garage di notte.

martedì 9 dicembre 2008

Soldi buttati

E' un periodo di crisi. Ce lo sentiamo ripetere in continuazione dagli imbonitori di regime, che a forza di sentirselo dire magari ci si crede pure. Frottole a parte, per quanto mi riguarda, mi trovo in una situazione economica preoccupante, lavoro zero. E' un buon momento per tirare i remi in barca, riordinare un pò le idee in vista di qualche idea e mettere un pò di ordine nella propria vita, giusto per capire dove si è sbagliato per ridursi in questo stato. Solitamente, visto che non è la prima volta che mi trovo in una situazione del genere, ne approfitto per studiare ed aggiornarmi sugli argomenti che gli impegni passati mi hanno impedito di trattare. Decido quindi di approfondire le mie conoscenze nel campo della biometria e del riconoscimento elettronico. Da una ricerca in rete, mi imbatto in un sito di un Collega con una vasta esperienza nel settore. A leggere il suo curricula c'è da stupirsi, sia per la vastità che per la particolarità di incarichi trattati. Il Collega pubblicizza un libro, di più di 1200 pagine, scritto nel tempo libero in tre anni di sacrifici, studi ed approfondimenti. L'opera è disponibile ad offerta libera. Con queste informazioni, lette anche le sue considerazioni in merito ai vantaggi della condivisione delle conoscenze ed al cazziatone rivolto ai soliti smanettoni che in rete pretendono tutto e gratis, decido di donargli 10 euro, una cifra modestissima ma di questi tempi, per me, importante a tal punto da significare niente pane e latte per 4 giorni. Vabbè. Data la presentazione, deve per forza contenere informazioni utilissime. Pago con "paipal" e dopo tre giorni ricevo link e password per scaricare il tomo, assieme alle indicazioni per accedere alle altre sue opere. Appena scaricato il pdf, inizio subito a sfogliarlo. sono incuriosito anche per via del fatto che da un paio di anni sto tentando di scrivere un libro. Non ho ancora finito perchè sono pignolo e metodico. Dopo tre revisioni, ancora non sono soddisfatto e deciderò di metterlo on-line solo quando sarà perfetto.
Tornado al tomo, mi accorgo subito di alcune cosucce che saltano all'occhio. L'ortografia è orribile. Di media tre errori di battitura ogni pagina. Il testo è giustificato solo in alcune pagine. Alcuni periodi sono incollati dopo una traduzione automatica dall'inglese, e sappiamo quanto i traduttori automatici sbagliano clamorosamente. Le immagini sono ripetute in più pagine. Altre pagine sono un copia incolla di recensioni di prodotti le cui caratteristiche sono già ampiamente pubblicate in rete. Più della metà delle pagine è rappresentata da codice sorgente, di librerie e funzioni liberamente consultabili dai siti di origine. Bastavano dei link e delle spiegazioni sule porzioni di codice più ostico. Azz. Un libro del genere sono capace di farlo anche io, magari a 10 euro a copia metto da parte un bel gruzzoletto. Se mi ci metto di impegno, allargando le immagini ed aumentando i margini destro, sinistro, sopra e sotto, magari arrivo anche a 2500 pagine, così ci faccio una bella figura. C'è un pò da vergognarsi. L'immagine del Collega così si frantuma miseramente in quella di un pressapochista impreciso, frettoloso, sicuramente poco professionale.
Mi dispiace davvero. Tali comportamenti si riflettono negativamente sul lavoro svolto per i clienti, è inevitabile. Sono anche sintomo di una personalità poco curata. Mi dispiace perchè un genio del genere, per quello che sta realizzando in mancanza di documentazione è davvero lodevole. L'esposizione però è pessima. Spero di ricredermi approfondendo un pò la lettura, per capire se ci si può ricavare della sostanza utile. Sono severo con me stesso ed altrettanto esigente con gli altri. Ad ogni modo, sono scontento per l'opera e felice di aver donato 4 giorni di pane e latte a chi credo ne abbia bisogno più di me, che così mi metto un pò di più a dieta. Tutto sommato però, a ripensarci, va bene così. Almeno è stato onesto da chiedere un offerta libera. OK. Non sono soldi buttati. Grazie.

P.S. Rapidi ed invisibili partono i sommergibili. Ripeto: Rapidi ed invisibili partono i sommergibili

martedì 11 novembre 2008

Stampa libri (fai da te 3)

Solo un piccolo aggiornamento. Il sistema di rilegatura esposto nel post precedente, quello a colla sul dorso, non si è rivelato all'altezza di un utilizzo "spinto" del libro. Alcune pagine si staccano, quelle che, a causa di un taglio non perfetto delle pagine e di un pareggio sul lato sfogliabile, non sono raggiunte dalla colla. Alcuni fogli, probabilmente quelli che non raggiungono il bordo, non si incollano perfettamente. L'inconveniente può essere aggirato con una semplice tecnica. Si prende il pacco di fogli. Lo si incurva da un lato facendo pressione con le dita sul lato sfogliabile. Nel riportare i fogli diritti, si preme sull'altro lato (lo stesso metodo usato per "smazzare" le risme prima di inserirle nel cassetto delle fotocopiatrici). In questo modo si produce una scalettatura del bordo da incollare. Si cosparge di colla in modo che la stessa vada a depositarsi per mezzo millimetro sul bordo della carta. Successivamente si riporta il tutto in pari e si procede con i morsetti ed il fissaggio della garza. Per maggiore sicurezza, si può procedere con l'inserimento di punti metallici, per i fortunati possessori di una graffettatrice per alti spessori. Attenzione però. Le graffette metalliche assicurano l'unione dei fogli ma irrigidiscono l'apertura del libro. Il dorso infatti deve potersi incurvare un pò quando si apre il libro (ecco perchè è meglio usare colla vegetale e la garza).
Per il resto si procede come indicato ed il risultato è più che soddisfacente. Alla prossima.

P.S. Punti mancanti a tratti rotanti. Ripeto: Punti mancanti a tratti rotanti.

domenica 26 ottobre 2008

Serbatoio sottovuoto (parte 7)

Quasi ci siamo. Come ogni progetto che si rispetti, degno di chiamarsi tale, ci sono degli ampi spazi di miglioramento. Modifiche, migliorie, ottimizzazioni... pian piano, dopo i primi utilizzi ci si accorge sempre che qualcosa può essere modificato per rendere più facile ed agevole il lavoro. Giusto per enfatizzare l'opportunità di rendere disponibili agli altri le informazioni necessarie per un eventuale "fai da te", e considerato che è meglio imparare dagli errori altrui piuttosto che commetterli in prima persona, elenco nel seguito dubbi, insuccessi e soluzioni "tampone"... che averci pensato prima sarebbe stato meglio... :-)
1) i fili di collegamento sono di sezione sovradimensionata. Li ho utilizzati come recupero da un cablaggio effettuato in un macchinario simile, le cui dimensioni interne erano di 5 volte maggiori rispetto al mio. In questo modo il coperchio 'fatica' a chiudersi. L'utilizzo di fascette stringicavo non migliora la situazione.
2) il supporto del serbatoio acrilico è montato "sbagliato"....Avevo predisposto 4 fori per poterlo montare in due posizioni diverse, prima di scegliere la direzione della valvola di scarico. Nel incastrare i supporti, dopo la verniciatura del contenitore, dato che la vernice ha fatto spessore, i tasselli si sono incastrati perfettamente senza necessità di colle. Un montaggio errato però mi ha impedito di togliere uno dei due supporti montato nei fori sbagliati. Per ovviare, ho avvitato il serbatoio da un lato e dall'altro ho incollato con il silicone...reggerà.
3) Nel tentare di incastrare i supporti del serbatoio, ho usato un martello. Un crepo nella base che non compromette la tenuta dell'aria, ha prodotto un antiestetico "rattoppo" di "sicurezza" con del silicone per sanitari. Meglio sempre ricordare che stiamo parlando di componenti "delicati" e che la costruzione non rientra nel settore della carpenteria metallica.
4) Il pannello frontale in plexyglass da 4mm, non è certo adatto per supportare sforzi meccanici. Sarà facile da lavorare ma è delicato e va trattato con attenzione. Meglio una lamiera di alluminio per chi ha l'attrezzatura per lavorare i metalli (l'alluminio in particolare che si impasta sugli attrezzi di lavoro).
5) L'impianto pneumatico andrebbe rifatto con tubicini nuovi. Quelli utilizzati, presentano l'interno "sporco" di inchiostro e sono comunque stati intestati (taglio della parte terminale) dopo un lavaggio che non è riuscito a renderli come nuovi. Uno era completamente otturato all'inizio. E' solo l'obiettivo di utilizzare materiale rigorosamente di recupero che mi impedisce di sostituirli.
6) L'impianto elettrico, così come concepito, dipende dall'isteresi del pressostato che apre o chiude il circuito di aspirazione. Va verificato caso per caso se utilizzarlo o bypassarlo regolando la depressione "a occhio".
7) Le spie-pulsante utilizzate hanno i contatti molto delicati ed i mini fast-on non si trovano facilmente in commercio. Un contatto in particolare, quello normalmente aperto, si è spezzato alla base, costringendomi a relegare il pulsante a mera spia di segnalazione.
8) Manca completamente l'elettronica, un microprocessore che potrebbe aiutare moltissimo per un ciclo di aspirazione completamente automatico. Nessun sensore, nessuna segnalazione con display, nessun gadget che fa molto geek... vabbè, almeno così ho enfatizzato il lavoro manuale di una volta, anche se non escludo che in futuro, a scopo didattico, non mi pigli il ruzzo di rifare completamente tutto.

OK. Sono in attesa che la colla faccia il suo dovere... sono pronto per un collaudo, ed alcune foto che pubblicherò. Non vedo l'ora di iniziare. Alla prossima.

P.S. L'ombra oscura il raccolto. Ripeto: L'ombra oscura il raccolto.

mercoledì 22 ottobre 2008

Serbatoio sottovuoto (parte 5)

Uno stop tecnico...per ora. Collegàti i tubi del circuito pneumatico, ho proceduto a collaudare il tutto. Dopo aver inserito alcuni adattatori alla presa di mandata dell'aria compressa, ho azionato il pulsante per creare il sottovuoto e....nulla. La valvola venturi funziona ma il vuoto stenta a formarsi. Il manometro indica una sola tacca, ma non ne vuole sapere di schiodarsi da lì. Allora ho controllato tutti gli innesti dei tubi dell'aria, per verificare che non ci fossero perdite. Ho ri-teflonato il filetto del pressostato. Apparentemente è tutto a posto ma di vuoto nemmeno a parlarne. In rete ho trovato alcune caratteristiche di valvole che sfruttano il principio del tubo venturi, che garantiscono una percentuale di vuoto attorno all'85% (-8 bar circa). Per prova allora sto procedendo con l'utilizzo di una pompa per il sottovuoto dotata di un motore a 220 volts. Durante il collaudo però scopro che il perno fatica a girare, per cui ho proceduto con lo smontaggio del corpo di aspirazione per verificare cosa c'è che non va. La pompa è rimasta troppo a lungo ferma ed un pò di inchiostro (stranamente penetrato nel corpo rotante), dopo essersi rinsecchito ha praticamente bloccato il rotore. La pompa in questione è del tipo a palette rotanti. Un perno in ottone presenta 6 scanalature dove sono inserite delle lamelle di acciaio. Queste, per la forza centrifuga, scivolano sul corpo esterno formato da un eccentrico, creando così aspirazione ed espulsione dell'aria. L'inchiostro rinsecchito ha praticamente bloccato le palette rendendo la pompa inutilizzabile. Ho proceduto con la loro estrazione, meno due che non ne vogliono sapere di muoversi dalla loro sede. Per risolvere, ho immerso il perno dentro una soluzione di etanolo sperando che riesca a sciogliere le croste (prodotto specifico per testine di stampa). Lo lascio in quella posizione per alcune ore, per tutta la notte se serve.... vedremo. Successivamente dovrò procedere con la lubrificazione del rotore..svitol?? forse funzionerà. Come sempre, non mi scoraggio di fronte a queste sfide, al punto di chiamare la ditta produttrice della pompa ed ordinare un kit di palette di ricambio... quanto mai costeranno? sono in attesa di un preventivo. sono nelle loro mani. Poi dovrò capire cosa non va nell'impianto pneumatico. forse ho riutilizzato delle cannule intasate...devo controllare. Stay tuned.

P.S. Ciccio Paletta esce di 15. Ripeto. Ciccio Paletta esce di 15.

sabato 30 agosto 2008

Gli ingegèri

Non sapevo che era stata creata una nuova qualifica accademica. Sapevo che esistono i "Giometri" ma non gli Ingegèri. Il neologismo appare su un autorevole sito di servizi informatici di recupero dati, con tanto di numero verde e struttura che da da pensare, caspita questi sì che sanno il fatto loro. Complimenti davvero. Peccato per gli errori nel trascrivere la presentazione. Per un blog può essere, per un sito aziendale la cosa è devastante. Gli errori di ortografia sono lo specchio dell'azienda. Vanno evitati assolutamente, a costo di leggere, leggere, leggere e rileggere sino a sfinimento. Per questo motivo la realizzazione di un sito web è costosa, molto costosa, e l'uso dei correttori ortografici automatici da evitare o perlomeno da usare con un minimo di "granu salis". Basterebbe incaricare un ingegère, che costa meno di un ingegnere, per evitare strafalcioni ed ottenere un servizio eccellente, sopra la media. il futuro del web è negli ingegèri, laureati in ingegeria triennale. Meglio conosciuti come Dotori in ingegeria, sono la nuova frontiera della tecologia. Tecologia ed Ingegeria Informatica, il lavoro del futuro, la professione simbolo, un must obbligato per chi desidera avere successo...Iscrivetevi tutti all'Ordine degli Ingegèri!! Auguri e buon lavoro.

P.S. La zanzara ha pizzicato. Ripeto: La zanzara ha pizzicato.