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sabato 24 maggio 2008

Penna stilografica e inkjet (1a parte)

Non so se ancora oggi i giOvani usino le penne stilografiche. Quei bellissimi oggetti d'arte che funzionano con una cartuccia di inchiostro liquido, con il pennino di solito dorato e che danno un aria di antico alla scrittura che risulta così più calda e morbida. Dimenticavo. Oggi si scrive con il computer. Di scrivere a mano molti si sono dimenticati come si fa. Basta vedere la calligrafia di certi giOvani.
Da un pò di tempo, ho ripreso a scrivere a mano. Sono intossicato dal computer. Dopo 25 anni di programmazione, sviluppo, analisi, consulenze e altre amenità, dopo aver consumato numerose tastiere (vero consumo meccanico), ho riesumato una vecchia penna stilografica che non ricordavo nemmeno di possedere. A volte, conservare e non buttare può avere i suoi vantaggi. Apro il serbatoio e la cartuccia presenta un livello bassissimo di inchiostro che, per ragioni legate alla mia professione, deve essere di colore blu. Corro in cartoleria, anche per trovare la scusa di fare un giretto in bici, ed acquisto alcune scatole di cartucce Pelikan, lo steso inchiostro che usavo alle elementari (potenza del marketing, me ne ricordo ancora), verso gli ultimi anni.
In prima elementare avevo il banco con il calamaio, i pennini intercambiabili (di numerose misure e fogge) e ricordo che periodicamente, secondo necessità, passava il bidello, per effettuare il rabbocco alunno per alunno con un boccione pieno di liquido nero o blu. Non so se a quei tempi lo acquistassero o se fosse prodotto in "proprio".
Ad ogni modo, pentito dell'acquisto e commosso dai ricordi, scatta la molla del ricercatore sempre a caccia di nuovi esperimenti. Cosa succede se metto nella cartuccia della stilografica dell'inchiostro per le stampanti a getto? Il pennino si intaserà? Scriverà ancora? So che, generalmente, esistono due tipi di inchiostro: a base oleosa ed a base acquosa. Quelli a base oleosa servono per i timbri metallici. Presumo che le stilografiche funzionino con inchiostro a base d'acqua, lo stesso che si utilizza per la inkjet printer HP. Fortunatamente dispongo di alcune taniche piene, anche queste salvate dalla discarica (Nero, giallo, ciano e magenta).
Prendo una siringa e nel serbatoio metto pochi cc di inchiostro giallo assieme al poco blu che era rimasto. Noto subito che i colori si miscelano bene, il che conferma la mia teoria iniziale.
Il risultato, voluto, è una miscela di colore verde, che dà un tocco ecologico agli appunti scritti su carta riciclata. Bellissimo. Sto già pensando di preparare cartucce dalle tonalità e dalle sfumature più disparate: viola, verde, marrone, rosso ecc.ecc. Bellissimo. L'esperimento sembra riuscito. Oltre all'aspetto ed all'estetica voglio menzionare l'aspetto economico. 5 cartucce costano un euro e mi durano 1 settimana (si, scrivo molto). 4 Euro al mese, 48 euro all'anno che mi restano in tasca a disposizione per pagare i conti o, se avanzano, per una pizza con la mia compagna (che per la verità mangia solo pesce che non ingrassa, dice, ma costa un okkio, cazzo!).
Sono davvero soddisfatto. Farò la figura del tirchio? No. Di come stanno andando le cose, la corsa a spolpare i consumatori e prenderli in giro, non sono per niente soddisfatto e felice. Da tempo ho deciso di chiudere totalmente i rubinetti e spendere solo per le cose veramente obbligatorie. Dei commercianti ed industriali che stanno pensando di favorire lo sviluppo e incrementare i consumi me ne fotto. Lo sciopero della spesa durerà sino a quando si renderanno conto anche loro che siamo PERSONE prima che consumatori, non siamo portafogli con le gambe, da spolpare all'osso e ridurre al lastrico. Spero molti, nel frattempo, falliscano miseramente e si rendano conto cosa significa vivere oggi con il minimo indispensabile.
In bocca al lupo

P.S. Il romanzo è in edicola. Ripeto: Il romanzo è in edicola.

domenica 13 aprile 2008

PCB a trasferimento di toner

Le prove sperimentali di trasferimento del toner, dalla carta al rame delle basette elettroniche, hanno dato risultati soddisfacenti. In rete si trovano video, progetti e istruzioni sul come fare, generalmente con il metodo del ferro da stiro e successiva "pelatura" della carta in acqua calda.
Entrambi i metodi sono lenti e poco pratici. Il laminatoio che ho progettato e realizzato funziona meglio, con metodo ripetibile (tempi e temperature pre-impostate), senza necessità di mettere il PCB in ammollo, dover aspettare e pelare la carta con il rischio di graffiare lo strato protettivo e dover rifare tutto da capo. Per la stampa ho utilizzato una Brother HL730 Plus. Ho a disposizione una laser Lexmark E35 (in attesa di riparazione) e farò delle prove per verificare cosa succede con un toner diverso. Sono inoltre in procinto di acquistare una laser a colori (Samsung) e sono curioso di verificare se, con un toner diverso, il metodo è ancora valido o meno.
Ho sperimentato tre tipi di carta, a disposizione nei miei cassetti della cancelleria, tutti per le stampanti a getto di inchiostro:
Carta 1 - 797N Vista color White glossy film for color inkjet plotters (100u/.004") della Keuffel & Esser. Carta dalla superficie lucida. Non so se è ancora in vendita in quanto ne ho acquistato una risma ancora più di 10 anni fa, in occasione della mia prima stampante a colori a getto. Risultato pessimo. Il calore tende a colare la superficie trattata (sembra una specie di termo-plastica) ed il toner tende a rimanere quasi tutto saldamente appiccicato alla parte trattata per la stampa. In alcuni punti, sul rame del PCB, restano dei residui di carta di dimensioni di qualche millimetro.

Carta 2 - FF. Photo Gloss 140G/m2 cod. 13P75064 della ADIT Plotter service (Milano). Questa carta ha dato risultati migliori rispetto alla precedente ma tende a "fondere". In alcuni punti il toner non si è perfettamente trasferito dando risultati insoddisfacenti.

Carta 3 - Folex IP Top Color 120 Carta bianca opaca 120G/m2 trattata per stampanti ink-jet. Ottimi risultati. Tutto il toner si trasferisce sul rame senza lasciare tracce residue di toner sulla carta e permette un distacco totale senza necessità di bagnare la carta in ammollo con l'acqua calda. Anche nei particolari più minuscoli, il toner risulta perfettamente trasferito e le piste sottili risultano nitide e ben definite. Il colore del toner assume una tonalità tendente al grigio, segno che, nel distacco, si trascina delle particelle superficiali del trattamento della carta.

Per ottenere il risultato con la Carta 3 ho azionato i rulli a mano. Tenendoli fermi per due o tre secondi, la carta inizia ad imbrunirsi, specialmente ai lati che non aderiscono al rame. Nelle foto si possono vedere i "fallimenti" delle prove effettuate. La terza foto del PCB fa riferimento al trasferimento perfetto del toner sul rame. Il passaggio del PCB fra i rulli deve essere molto lento, per dare il tempo al rullo di trasferire la massima quantità di calore in ogni punto e, grazie alla conduttività termica del rame, preriscaldare la rimanente parte della superficie da trattare.
Un ottimo risultato. Fatte ulteriori prove e sistemato il motore di trascinamento, passerò all'incisione nel percolruro ferrico per verificare la "tenuta" del toner. Sono fiducioso e soprattutto moooolto soddisfatto. Ora vado a stendere i panni, che fra un PCB e l'altro ne ho approfittato per fare una lavatrice. Ciao, alla prossima.

P.S. La transumanza è in atto. Ripeto: La transumanza è in atto.