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lunedì 27 febbraio 2017

Zombies on my path!!

Iniziano le primissime timide giornate di sole, a temperatura prudentemente accettabile. Inevitabile lustrare la bici ed uscire per motivi di svago, per completare l'uso quotidiano durante le giornate invernali. Purtroppo con le giornate che si allungano, aumentano anche gli unani su due ruote e gli inveitabili pedoni fuori posto. Sì, le ciclabili nel vostro paese sono un optional per qualsiasi tipo di attività. Sarà che mancano i marciapiedi, se quest'ultimi ci sono...sono inutilizzabili, pieni di buche ed ostacoli, posti in luoghi ove nemmeno un cane si immaginerebbe di passeggiare. Certo è che i brevi tratti di "pista ciclabile" disponibili (strette e maltenute), nei vostri paesini, sono invase da zombies decerebrati....UNANI!!! Non è la prima volta che lo faccio notare, ma le categorie di unani in ciclabile sono davvero tante. 
Innanzitutto sto parlando di PISTE CICLABILI,  ovvero quei percorsi segnalati ad uso ESCLUSIVO per le biciclette. La segnaletica è chiara, chiarissima... un pò meno la materia grigia di chi dovrebbe leggerla. 
Ci sono fondamentalmente tre segnali. Se compare solo la bici significa che è ad uso esclusivo delle bici, equivale a NO PEDONI. Se c'è il simbolo della bici più l'omino, significa che è per entrambi e nella carreggiata ciclabile non ci sono separatori. Se l'omino è separato dalla bici da una riga bianca verticale significa che ci sono nello stesso percorso due aree dedicate, una per gli unani e l'altra per le biciclette... semplice no? NO!
Cosa accade in realtà? La stragrande quasi totalità degli unani se ne frega della segnaletica e fa un pò come 'azzo gli pare, anzi, prepotentemente sempre dalla parte dove sono tutti gli altri a sbagliare. 
Diciamo anche che, secondo me, quando si va in bici per una ciclabile, poco importa se ci sono i pedoni. A mio avviso c'è posto per tutti. Ma alcuni "tutti" sono veramente incivili, maleducati, prepotenti, offensivi, mettendo in pericolo gli altri. Alcuni esempi?

  • Mamme a piedi con bambini indemoniati che corrono a destra e sinistra, incuranti di chi arriva. 
  • Numerosi gruppi di unani che occupano tutta la carreggiata e guai a segnalare col campanello il proprio arrivo, segnalazione che viene sempre interpretata come un affronto da lavare col sangue. 
  • Frotte di suore che accompagnano i disabili in carrozzina (che con il benestare di dio sono autorizzate a fare di tutto)
  • "Eleganti" "signore" in tacco dodici intente a chiacchierare in mezzo alla pista che ovviamente diventa tutta di loro proprietà ed occorre fermarsi, chiedere prima "scusa" e poi "permesso" per poter passare, sperando pure di non infastidire troppo le loro dotte disquisizioni. Come accessorio l'immancabile bambino indemoniato.
  • Podisti professionali tutti griffati che, per non perdere il ritmo, devono obbligatoriamente correre sulla linea di mezzeria (le cuffiette rendono vano segnalare l'arrivo col campanello)
  • Pattinatori e fondisti su ruote, perennemente in allenamento per le prossime olimpiadi e guai a rallentrali che il record mondiale è questione di centesimi, si sa. 
  • Autisti "distratti" che piazzano il SUV di m*rda dove caxo gli pare, dove c'è posto...e dove se non sulla ciclabile?
  • "TOPManagers" sicuramente in carriera, concentratissimi a consultare lo smartphone, irriunciabile ed indispensabile fonte di vitali informazioni da cui dipende la loro stessa esistenza.
  • Frotte di anziani che a suonare il campanello è inutile, tanto sono spessissimo sordi come campane.
  • Ggiòvani che scambiano la ciclabile come base preferita per improbabili spazi per la break-dance, per lo skateboard, per una mega bevuta clandestina di birra e chissà che altro.
  • Nelle ciclabili a doppio percorso, bici e pedoni, immancabilmente TUTTI i pedoni pecorrono la ciclabile, pure dove ciclabile e marciapiede sono separati. 
  • Se la ciclabile si trova dal lato opposto al marciapiede...i pedoni si riversano sulla ciclabile. Se quest'ultima è a doppio senso... il numero dei pedoni sarà pari a quello necessario per occupare entrambe le corsie.  

La causa di tali fenomeni, tipici del vostro paesucolo delle banane popolato da scimmie idiote, è ancora sconosciuta. Forse la causa è in un maledetto virus, non ancora scoperto dalla scienza, che riduce le già compromesse funzioni cerebrali a quelle di uno zombie, ma ho dei dubbi... che uno zombie probabilmente è più intelligente di un unano.
Che fare? Una soluzione c'è... venire il meno possibile nel vostro paese, irrimediabilmente contagiato da abitanti ormai declinati ad un esistenza meschina... poveracci. 

P.S. il vino è rosso. Ripeto: il vino è rosso. 

mercoledì 21 agosto 2013

Pompa a pedale (riparazione)

Di cosa ci sia nelle cantine degli unani è dato sapere solo ai più attenti ad una sana politica del recupero, riciclo e riuso, in questo periodo tornato in voga grazie alla "crisi" finanziaria (ben venga). Del fenomeno che spinge certe persone a tenere gelosamente nel ripostiglio oggetti rotti e fuori uso, per anni e anni, non si conosce bene la motivazione. Fatto sta che ho messo le mani su una pompa a pedale, di quelle "di una volta", in metallo, a doppio pistone, con tanto di manometro per la pressione, all'apparenza robusta a tal punto che era davvero un peccato buttarla... " cheffai? la butti? te la porto io in discarica dai, ti do una mano". Ed ecco che mi ritrovo con una pompa che non pompa, da riparare.
Non è di progettazione cinese ma fatta in cina con delle scritte in tedesco ed importata su licenza da una ditta inglese (potenza della globalizzazione). L'etichetta riporta le sigle: GS geprufte Sicherheit - Z1A 06 03 44708 126 Lizenz inhaber: Paget Trading Ltd., c/o Paget Services 65 66 Woodrow London SE18 5DH UK  Modell H4001 LOT H4001J Maximaldruck 5 bar 2006 made in china.
Il meccanismo sembra a posto (cigola un pò ma lo Svit*l ed il WD4* fanno miracoli) ed un pò di ruggine intacca il pedale (Fer*x, una mano di vernice nera all'acqua e siamo a posto anche per questo). Gli stantuffi lavorano senza apparenti problemi ma non pompano aria...ci deve essere una perdita da qualche parte. Immediatamente mi concentro sulla cannula in gomma, fissata alle estremità con delle fascette a pressione...impossibili da rimuovere a meno di non rompere ulteriormente. Sembra nuova per cui non mi concentro più di tanto. Allora decido di svitare i pistoni, limare i perni a pressione (ci penserò a sostituirli con una barra di recupero da una stampante a getto, filettata alle estremità) e togliere il manometro. Con mia sorpresa, il primo pistone lavora egregiamente mentre il secondo non va in pressione...rotto, tocca aprirlo. Per fortuna è fermato ad una estremintà da un cappuccio a pressione, agganciato don due sedi che si incastrano su due protuberanze del cilindro. Si "svita" per pochi millimetri ed il martello gentilmente reclama l'apertura. 
Dentro uno stantuffo con un O-ring, grasso a iosa, una molla, un perno metallico. Una rapida pulizia e si scopre il problema. Il pistone è di plastica! ed ovviamente è crepato a metà così l'aria esce dalla parte opposta di dove dovrebbe. Allora...prima di cominciare a ragionare su come risolvere il problema... un paio di considerazioni sul produttore e sui suoi progettisti del c*zzo. Un aggeggio interamente in metallo... potrebbe essere eterno, me lo doti di una parte di plastica?? proprio quella che dovrebbe reggere di più lo sforzo?? ma allora lo fai apposta!. Ma, pensandoci, se fosse anche un trucco per costringerci a consumare, buttare e comprare il nuovo....chi è quel deficiente che dopo una rottura di un qualcosa lo compra uguale della stessa marca?? Esistono davvero degli imbecilli di siffatta natura?. Ok, sfogo scontato e considerazioni banali. L'ingegnere di turno ha fatto male i suoi conti o forse è colpa del "titolare" che si crede particolarmente furbo, un vero "impenditOre da suogno". 
Pensiamo a come risolvere. Di cercare la parte di ricambio nemmeno a parlarne...mesi di attesa e litigi telematici tra la germania, l'inghilterra e la cina. Soffro quando mi dicono di no... non ce l'abbiamo... non esiste il ricambio... conviene comprarla nuova (si cerrrto, sono imbecille, conviene a te). 
Il piano B prevede di rifare il pezzo in alluminio, al tornio...lo si fa uguale e non ci si pensa più. Il problema è procurarsi in breve tempo una barra di alluminio, ovviamente di recupero, col rischio di far passare settimane con il laboratorio occupato da parti smontate e messe da parte in attesa del pezzo. No, la pompa mi serve per la bicicletta che posso usarla intensamente in questo periodo dell'anno..per cui.... si pensa al piano C... compro una stampante 3D a filamento plastico, progetto con un CAD il pezzo e me lo stampo... al limite penso ad un service esterno che lo facciano al posto mio...ma così ho sempre un pezzo di plastica che si può rompere nuovamente... no...piano D, più rapido, grezzo ma efficace, poco durevole ma immediato... colla epossidica bicomponente, termocolla nella raggera posteriore di rinforzo e rinforzo frontale in gomma incollata in modo da prevenire ulteriori eventuali crepe e dare un pò di rigidità al tutto...un buon compromesso dai. Per precauzione smonto anche l'altro cilindro e lo modifico con il rinforzo prima che si rompa anche lui...è solo questione di tempo e non lo voglio perdere a rimetterci le mani. alla peggio c'è sempre il piano B ma con pistone di legno ;-). Alla prossima.

Aggiornamento: il piano D ha funzionato alla grande ed ora ho una pompa a pedale da 5bar perfettamente funzionante. Passo a migliorare la pompa elettrica a batteria 12V con un alimentatore ed un caricabatterie...sono lanciato.

P.S. la quaglia salta e il canarino canta. ripeto: la quaglia salta ed il canarino canta.   

mercoledì 5 settembre 2012

Energia solare in viaggio

Ferie in bicicletta, attrezzato come un cosmonauta in missione verso marte. Ordine del medico, causa operazione al ginocchio che, causa immobilità prolungata (servizio sanitario e medici di m*rda), ha perso il 50% delle funzionalità motorie. Imbottito di potenti antidolorifici (poco efficaci sotto sforzo), ho percorso più di 500Km in bici, stringendo i denti e pensando che il dolore è solo uno stato mentale come altri... Fra l'attrezzatura che mi sono tirato dietro, ed a volte spinto in salita, ho optato per dei pannelli solari (Geonaute made in china) trovati da D*cathlon a 29,95 euro cadauno. Sono dei pannelli fotovoltaici portatili, 18X22 cm, che promettono una carica sufficiente per le emergenze... tenere in carica il cellulare (per le emergenze), il navigatore GPS (il G*rmin Nuvi200 è troppo avido di energia) o nel mio caso per ricaricare le batterie delle e-cig EGO510 (che a rimanere senza è come restare senza accendino per i fumatori 1.0). Promette una corrente di 1 ampère (dichiarati), più che sufficiente per gli scopi prefissati. 

La prima cosa che ho fatto, appena rientrato dal giro di acquisti delle ultime necessità legate ad una lunga trasferta cicloturistica, è stata quella di aprire, smontare ed analizzare l'attrezzo. Il "contenitore", una bustina di materiale idrorepellente (non a tenuta stagna purtroppo) con all'estremità inferiore un apertura a velcro, contiene un pannello fotovoltaico (abbastanza fragile all'apparenza), una piccola batteria ed un circuito dotato di due prese USB, una per la ricarica via computer (alternativa al pannello) ed un uscita di ricarica dei dispositivi. Il circuito elettronico ("protetto" da un foglietto di plastica trasparente) è quindi diviso in due. Una parte commuta l'energia in ingresso (pannello fotovoltaico o sorgente di rete a 5V) e regola la corrente di ricarica della batteria. Un altra parte regola la corrente di uscita stabilizzandola a 5V (La tensione di 3,7 V della batteria viene elevata, tramite un commutatore DC/DC, a 5V). Non dovrebbe essere troppo difficile costruirsene uno di artigianale. 
Vediamo alcuni dati tecnici:
  • Batteria a 3.7V (non si sa se al litio o cosa) sigla 063450 1000mA/h. Batteria a 3 fili che porta a pensare alla presenza del termistore di allarme per evitare le cariche eccessive (litio?)
  • PCB sigla ON300 con integrato ST 8 pin sigla 393 eZ108 (forse un LM358) ed un anonimo 5056 1213 a 8pin a cui sono collegati i 2 led rosso e verde.


La classica domanda stupida che i vari curiosi incontrati per strada formulano, attratti dalla "novità", in lingua tedesca o inglese è..."funziona?". Allora... durante il giro quasi tutti ci hanno rivolto domande in lingua straniera... ci scambiano per tedeschi. Ciò dimostra l'arretratezza di voi italiani nei confronti di chi si sposta in bici con un minimo di attrezzatura...bici + carrello e l'immancabile caschetto. Quest'ultimo sembra che gli "itagliani" non lo portino che "fa poco figo". Tornando a noi ed al quesito, la risposta è sì, funziona. Giusto quel poco che serve per le emergenze (lavatrice, TV portatile, asciugacapelli e forno a microonde esclusi) ma con alcuni punti di demerito (o margini di miglioramento). Vediamoli:

  • Il contenitore non è rigido e non protegge il pannello fotovoltaico dagli urti o dalle accidentali sollecitazioni quando lo si ripone nelle borse (che non vanno prese a calci e tanto meno buttate per terra quando si è stanchi morti) 
  • Il tempo di ricarica della batteria è dichiarato in 6-8 ore con sole a picco (che picchia a 90° di incidenza sul pannello fotosensibile) il che è quasi impossibile mentre si pedala con i pannelli agganciati alle borse. 2-3 ore per la ricarica via USB se ci si trova presso qualche fonte di energia alternativa al sole. Entrambi i tempi sono incompatibili per lunghe trasferte in bici a meno che non si ricarichi il tutto durante le pause notturne a scapito delle emissioni di CO2 conseguenti. 
  • Il tempo di scarica dipende fortemente dal pannello. Nel mio caso uno dei due non funziona bene, si carica e scarica troppo in fretta probabilmente a causa di una batteria difettosa... provvederemo a riparare e modificare.
  • Durante la carica sotto il sole, l'elettronica e la batteria si scaldano parecchio (e sappiamo quanto male faccia la temperatura alle batterie). Il circuito e la batteria andrebbe isolato con dei fogli di silicone e non a diretto contatto con il pannello (capisco, problemi di spazio ma possiamo rinunciare a qualche millimetro vero?). Andrebbe studiato un isolamento termico per elettronica e batteria, magari remotizzandolo per riporlo dentro le borse "al fresco".

Bene per la tasca a rete porta cavetto USB (in dotazione) e l'elastico con moschettone, utilissimo. La proverbiale "qualità" cinese ben si sposa con i prezzi al pubblico, tralasciando il ricarico gigantesco del rivenditore. Conviene cercarne uno in cina e farselo spedire a casa, secondo me si risparmia qualcosa o si trova qualcosa di meglio. Si sente il bisogno di un autonomia maggiore per la ricarica (una batteria leggermente più capiente?), di un indicatore di carica alternativa al led rosso e verde "tutto o niente", di minori tempi di ricarica, di un area leggermente più grande per l'elemento fotovoltaico (compatibilmente con lo spazio a disposizione nel portapacchi o nel carrello portabagagli).
Tutto sommato, per ora, sono soddisfatto. I pannelli hanno svolto il loro lavoro ed il ginocchio ora è operativo al 90%.  Alla prossima.

P.S. Prugne e mele sono sotto spirito. Ripeto: Prugne e mele sono sotto spirito. 

mercoledì 3 agosto 2011

La vendetta di noi ciclisti


Questo filmato va visto fino in fondo e speriamo che anche qui si cominci a fare altrettanto!. Alla prossima.

P.S. L'orologio segna le 23:59. Ripeto:  L'orologio segna le 23:59.

domenica 19 giugno 2011

Segnalatore a led per raggi bicicletta

Cosa mi sia saltato in testa di comperare questo affare non lo so. Forse pensavo alla mia sicurezza, dato che viaggio di sera tardi in bicicletta ed ho la necessità di essere visto dagli automobilisti. E' una coppia di segnalatori luminosi da fissare ai raggi della ruota posteriore della bici. Durante la rotazione, un interruttore si chiude per la forza centrifuga e se è quasi buio, un led rosso si mette a lampeggiare. Il livello dell'illuminazione è "misurato" da una foto-resistenza e, affogato nella colla epossidica per celare non si sa quale straordinario segreto o diritto d'autore, un minuscolo circuito integrato fa il resto, compresa la temporizzazione dello spegnimento che avviene dopo pochi secondi che ci si ferma. Il tutto è alimentato a 3 volts tramite due batterie a bottone del tipo AG13.
L'idea è buona, l'efficacia non so quanto. Da dietro, da chi sopraggiunge in auto alle mie spalle, non so quanto si notino due minuscoli led, anche se ad alta efficienza, coperti dal cerchione. Dato che la prudenza non è mai troppa e non passa giorno che qualche ciclista non venga arrotato dalla solita stronza al volante o dal solito padroncino sempre di corsa a fare consegne di cose inutili, meglio abbondare con le luci, anche se non sono tutte obbligatorie. Vale il principio della prudenza. In ogni caso, uno dei due segnalatori presenta una rottura della saldatura del contatto positivo della batteria e l'altro presenta la scollatura del coperchio trasparente protettivo. Tre anni di lavoro e si rompono. Di sostituirli nemmeno a parlarne, anche perchè non si possono definire a tenuta stagna e le batterie si ossidano. Sono alla ricerca di qualcosa di più efficente. Alla prossima. 

P.S. il lupo grigio è fuori dal branco. Ripeto:  il lupo grigio è fuori dal branco.

domenica 5 ottobre 2008

flash bike trip (2)



La temperatura esterna non è proprio delle più piacevoli... forse non sono molto in forma, ma un giretto me lo sono fatto, come promesso, per distrarmi e rilassarmi un pò. Ho visitato una centrale idroelettrica, per capire come produrre energia dalla natura, senza inquinamento, solo con il movimento dell'acqua. Un dislivello di soli 4 metri e si possono produrre 700KWh, quanto basta per 230 famiglie. Di corsi d'acqua ce ne sono in questo povero paese. Molti sono stati intubati, molti nascosti, altri inaccessibili (da quando l'acqua è diventata un servizio a pagamento ai privati). Ogni città, ogni paese è nato attorno ai fiumi ed ai corsi d'acqua. L'acqua era usata per far muovere i macchinari di molti opifici. L'acqua era anche una via di comunicazione e trasporto, silenziosa, ecologica, benefica per il clima. Quali ignoranti in nome del progresso la stanno rendendo inutilizzabile? Vorrei che tutti riflettessero su questo. L'acqua è vita. Chi si permette di venderci la nostra vita?

P.S. Liberare i cani. Ripeto: Liberare i cani.

venerdì 3 ottobre 2008

100mo post del 2008

questo è il centesimo post del 2008. Da quando ho iniziato, ancora indeciso sul taglio che volevo dare alle pubblicazioni, ho fatto un pò di strada. Pian piano, passo dopo passo. Ad oggi sono arrivato a gestire 8 siti contemporaneamente, tutti mantenuti da me nei contenuti. Mi chiedo... chi me lo fa fare a spiattellare i c*zzi miei in rete?. Una moda? Un desiderio di sentirmi meno solo? Un messaggio in bottiglia affidato al mare di internet?. boh. Sicuramente non a scopo di lucro, visto che non ci tiro fuori nulla. Alle 7 di mattina mi ritrovo qui ad iniziare la giornata con questi pensieri. Il kebab di ieri sera, mescolato ai grappini non ha fatto un buon effetto alla mia digestione (che strano, me la prendo col kebab e non con la quantità industriale di grappe che ho assunto). Per cui stamattina mi sono svegliato "prestissimo", alle 7, uno yogurt giusto per far incazzare del tutto lo stomaco e via verso nuove avventure, fra rompiscatole e questuanti sempre pronti a venderti qualcosa. Per questo weekend voglio prendermi una piccola pausa...se ce la faccio. Stasera ho un corso di formazione e poi una "cena" con i colleghi. Non ho potuto resistere allo stinco di maiale con le patate e rosmarino. Vorrà dire che per un pò raddoppierò l'uso della MTB per smaltire e restare in linea. Alla prossima

P.S. Il cappellaio matto ha un motivo. Ripeto: Il cappellaio matto ha un motivo.