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lunedì 13 gennaio 2020

Color Laserjet HP 1600 paper jam

Un inceppamento della carta brutto brutto, ma davvero brutto. Ho una stampante laser a colori, HP1600 Color Laserjet, recuperata 11 anni fa da un azienda pezzente ma sprecona, rottamata per i soliti futili motivi e puntualmente rimessa in esercizio spendendo solo il mio tempo di tecnico fallito. 
Durante il periodo natalizio, decido di stampare delle decorazioni da attaccare su dei CD obsoleti (più vecchi di winzozz 98 per intenderci). Come al solito decido di strafare e prendo della carta fotografica lucida, seleziono un opzione a caxo che mi sembra ad occhio quella più adatta per ottenere la massima qualità e... BANG!!! la carta si arrotola ai rulli di uscita, praticamente quasi si incolla. Opzione sbagliata con carta non HP.
Tira, spingi, strappa, apri, tenta e ritenta.... niente da fare, l'inceppamento resta lì fermo come un monumento di granito. Terminata la sequenza di bestemmie in una lingua antica ormai dimenticata, è il momento di prendere delle decisioni. Fra le varie opzioni, una delle quali era l'acquisto di un nuovo modello (orrore!!!), scelgo ovviamente quella a costo quasi zero!. Smontare la stampante e rimuovere l'inceppamento a mano, togliendo il gruppo fusore che sta alla fine del percorso carta e tentare di togliere la carta inceppata come meglio si può. Le istruzioni di manutenzione si trovano facilmente in rete, almeno sino alla rimozione del fusore. 
Il problema è più serio del previsto. Praticamente tre quarti di un formato A4 sono racchiusi in un paio di centimetri... Con delicatezza, nonostante tutti i meccanismi bloccati, riesco a togliere quasi il 90% del rotolo inceppato... quello che rimane mi costringe a smontare ai minimi termini il fusore!!! Purtroppo sì, non c'era altra soluzione. Cerco in rete ma non trovo nessun video o nessun articolo al riguardo. Strano, probabilmente sono l'unico caso al mondo (e la cosa mi fa sentire unico :-D ). 
A naso inizio a togliere alcune viti, poi altre, sino ad aprire tutto il gruppo fusore e togliere l'ultimo pezzo di carta che, come al solito, nasconde una sorpresona... la superficie del tubo in silicone (fuser sleeve) è danneggiata, quasi strappata!... vabbè, già che ci siamo cambiamolo. Su ebai si trovano a poco più di 8 euri, spediti, non è una spesa esagerata. Ordino ed aspetto tre settimane, il tempo di una spedizione standard per arrivare in europa dalla cina (mentre in itaglia tre settimane sono tempi di consegna per comuni limitrofi, se va bene). Il tubo in silicone va reinstallato ungendo per bene la resistenza con il grasso speciale allegato. Operazione non proprio alla portata di un hobbista ma ce la possiamo fare. Al momento di rimontare il tutto realizzo una cosa... mi sono dimenticato di segnare le operazioni di smontaggio e il tempo di attesa combinato con l'età non proprio giovanile fa il resto. Mi ritrovo con le viti bene in ordine ma con i pezzi sparpagliati e proprio non riesco a ricordare come vanno combinati. Un puzzle senza schema...Oi oi, è un problema serio.  Ci provo in tutti i modi ma niente da fare.
Un gruppo fusore completo (codice RM-1821 o RM1-821 a 220 volts), magari rigenerato, costa più di cento euro. Non dispongo di quella somma nemmeno per fare la spesa di generi alimentari, figuriamoci per un pezzo di ricambio. Allora?? che faccio?? rinuncio?? Giammai!!! decido di cercare un altra stampante guasta, non importa se il fusore sia funzionante, mi basta lo si possa usare come pezzo campione per rimontare quello mio. Basterebbe piazzarsi in discarica nel reparto RAEE e prima o poi qualcosa da intercettare si trova, ma ci vorrebbe troppo tempo. Trovo invece, sempre su ebai, un modello identico a poco più di trenta euro, il cui difetto dichiarato è "stampa male". Dalle foto delle stampe intuisco che è un problema di cartucce rigenerate "ad penis" dal solito peracottaro che rigenera in cantina le cartucce di toner. Buona notizia. Mal che vada recupero il fusore funzionante, lo installo sulla mia e riparto alla grande. Tempo 24 ore (mitico venditore!) mi arriva il pacco a casa e procedo con lo smontaggio. Dopo un paio di ore di smanettamenti e bestemmie inedite inventate al volo, riesco a rimontare il mio fusore. Per scaramanzia, visto che non ho mai riassemblato un pezzo così complicato (il che spiega come mai non si trovano istruzioni in rete) monto nella mia stampante il fusore della stampante appena acquistata. Rimonto il tutto e... PAER JAM!!! coome?? ancora?? Daiiiiiii.... apro nuovamente la stampante e mi accorgo di aver collegato male un sensore a forchetta che segna la presenza della carta in uscita..... fiuuuuu, rimonto il tutto, calibrazione, inizializzazione, stampa pagina di prova... funziona!! Bene. E del fusore riparato?? cosa ne faccio?? lo vendo senza sapere se funziona?? no, decido di rimettere in sesto anche la seconda stampante. Il transfer belt (la plastica che elettrostaticamente trascina la carta) è in condizioni pietose, sporchissimo e completamente ricoperto di toner su tutta la sua superficie. Con un panno in microfibra ed alcool isopropilico lo pulisco per bene. Rimonto tutti i pezzi stavolta senza dimenticare nemmeno una vite e procedo con il collaudo. Alla prima stampa mi viene un mezzo coccolone... il toner si appiccica solo su una parte della demo page. Riprovo ed il difetto tende a diminuire....ok ho capito. Durante la sostituzione del tubo in silicone, a furia di maneggiare i pezzi nel tentativo di rimettere assieme il fusore, un pò di grasso è andato sui rulli di fusione.... il problema lo si risolve stampando una decina di pagine dimostrative e il tutto si sistema da sè. Non male. Posso dire di essere riuscito in un impresa mai tentata prima e sicuramente non documentata. 
Ora mi ritrovo con due stampanti laser a colori, funzionanti e con una quarantina di euri in meno. Potrei vendere quella recuperata per rientrare delle spese o con un micro margine per gli alimentari settimanali (magari frutta e verdura visto che sono anche a dieta). Potrei tenerla di scorta, per i pezzi di ricambio, così per i prossimi 10/20 anni sono a posto, in attesa che il lentissimo processo di digitalizzazione faccia il suo corso rendendo inutile la carta e l'abbattimento di alberi. Speriamo. Alla prossima. 

P.s. l'aquila è nel nido. Ripeto: l'aquila è nel nido.

martedì 12 settembre 2017

HP4620 repair & rescue

Una buona occasione. La solita massaia che acquista una stampante nuova ("...costa solo sessanta euro!") e quella "vecchia" la si butta. Non sarà l'ultimo grido ma a me va più che bene, nonostante avessi bandito tempo fa le inkjet per motivi già sviscerati. 
Il pattume ha solo un piccolo difetto... il nero non stampa, i colori si ma il nero no, solo il nero non esce, nonostante infiniti cicli di pulizia. Cartucce nuove (due), il problema permane ed il "tennico" ne decreta la morte prematura. Bene, grazie.
Googlando e consultando il sito accapì si deduce che è un problema di testine che in questo modello sono separate dalle cartucce. Scelta infelice dai, da quando Canon ci ha messo lo zampino in accapì, la situazione è degenerata come quando in Ferrari sono arrivati i tennici di Fiat col Montefuffolo. La soluzione dei canali di ventilazione della cartuccia è una scemenza inventata come preludio all'invio della stampante al servizio di assistenza (fate un mutuo prima di chiamarli).
Ma... si può estrarre la testina di stampa e pulirla? ovvio che si. In rete si trovano dei filmati che spiegano come estrarla... con le dovute cautele: 
  1. Si toglie il supporto laterale del gruppo scanner
  2. si tolgono sei viti, 5 sopra ed una sotto il pannello
  3. si toglie il pannello
  4. si tolgono altre due viti torx T10
  5. si toglie la parte superiore
  6. si tolgono due molle dietro il carrello
  7. si sfila la testina 

Attenzione alla striscia trasparente (l'encoder di posizione), ai cavi flat e a non perdere le viti (suggerimenti inutili ovviamente, siete tutti bravissimi lo so).
La testina la si immerge per una notte nel solvente specifico per inchiostri. In mancanza del solvente va bene anche alcool isopropilico. Alla peggio un pò di prodotto a base di ammoniaca sgrassante che però non evapora e va poi asciugato come meglio viene. Il giorno dopo si rimonta il tutto e se il danno è solo meccanico la stampante dovrebbe continuare a stampare per un pò. Lasciamo perdere per ora il lavaggio a fondo che richiede uno smontaggio ai minimi termini, ore di lavoro e capacità superiori alla media. Se non funziona ancora? Beh.... io la tengo per lo scanner con ADF e le proprietà wireless. Per me le stampanti a getto possono anche morire. Alla prossima.

P.S. Il filo è da torcere e lo scotch non attacca. Ripeto: Il filo è da torcere e lo scotch non attacca.

martedì 24 aprile 2012

HP1600 magenta fix

Abbiamo già parlato di come risolvere il problema dei colori disallineati nella stampante HP1600. Dopo l'intervento già descritto, ho attivato l'opzione di calibrazione dopo 5 minuti di inattività, giusto per farla eseguire in automatico e così non ci penso più. Per chi invece non riesce a calibrare per bene la stampante (troppo trascurata in mano ad utonti della tecnologia) si può tentare di risolvere in questo modo. Questa stampante infatti ha un altro "problema", simile al modello HP2600 (la sorella maggiore assieme alla HP2605), dovuto all'uso ed all'età (e ripeto un uso trascurato). Dopo un pò, si nota che i colori non sono più brillanti, il nero assume una tonalità che vira verso il verde giallo (anche a causa di micro disallineamenti) e non sembra più tanto a fuoco. Nella stampa di test però si nota l'effetto più evidente. Il magenta (il "rosso" per capirci) appare sbiadito nella parte sinistra e si intensifica a valore "normale" man mano che si va verso destra. E' un problema congenito di questa stampante, niente paura, si può risolvere. 
La causa è l'opacizzazione del gruppo lenti/specchi. Del perchè poi il problema si evidenzi apparentemente solo sul magenta  è un "mistero", credo dovuto più alla posizione hardware ed agli effetti termodinamici interni alla stampante che ad altro. Per risolvere, occorre smontare la stampante e pulire lenti e specchi...semplice no? Dipende. L'operazione non è delle più facili in quanto occorre aprire e sezionare la stampante quasi ai minimi termini. Più si deve smontare la stampante e più probabile è creare guai. L'importante, come sempre, è buona attrezzatura, manualità, esperienza. Come si procede? Vediamo le operazioni passo passo. 
Si tolgono le 4 cartucce e le si ripone in luogo sicuro. Per comodità di manovra, si tolgono le due fiancate di plastica. Per la fiancata destra ci nono due viti da togliere. Una è posizionata dentro l'incavo che fa da maniglia in basso e l'altra è nell'incavo dove trova posto il cavo USB. Per la fiancata sinistra, basta osservare...sono a vista e non ci si può sbagliare. Occorre sganciare delicatamente le parti partendo dall'angolo in basso a destra e procedere con una lieve rotazione millimetrica dell'insieme, senza tirare troppo, procedendo con lo sgancio in senso orario. I ganci plastici sono appoggiati per meno di mezzo millimetro e non occorre tirare o sforzare troppo...pazienza (tenere aperto lo sportello frontale durante l'operazione). 
Si passa alla fiancata posteriore. C'è una quantità industriale di viti...vanno tolte tutte e si asporta la copertura mettendo a nudo l'interno. La scheda elettronica sinistra è l'interfaccia USB che credo contenga anche il firmware della stampante. Quella a destra è il "cervello" che governa il tutto e che si interfaccia anche con i motori, con i sensori carta e toner, con le ventole, ecc... Nella parte in basso, c'è il sensore di umidità (quello collegato con i fili gialli) che misura la "qualità" dell'aria ed informa il processore su come comportarsi con le temperature di fusione del toner. Le schede elettroniche sono montate su una piastra metallica. Non serve smontare i supporti delle schede che devono venire via assieme al supporto. Per togliere il supporto occorre smontare le viti che lo fissano. Le viti di fissaggio sono a vista, a parte tre che si trovano sotto la canalettta passacavo nera orizzontale in alto. Occorre toglierla assieme alla guida cavo nera che si trova in alto a destra. Per togliere le canalette guidacavo, si devono scollegare tutti i cavi dai connettori (senza tirare i fili ma il connettore!). Nella scheda di sinistra c'è una piattina ed un connettore bianco. Quest'ultimo ha una levetta da premere per lo sgancio (non tirare se non viene, altrimenti si strappano i fili). La scheda di destra invece ha più cavi, piatti ed ad innesto. Meglio fare una foto se si soffre di amnesie, così poi non si sbaglia a rimontare il tutto. Nel togliere i cavi piatti, evitare di prendere e schiacciare la parte terminale piegata su se stessa, altrimenti è facile creare delle interruzioni "invisibili" a occhio nudo. Una volta scollegati i cavi, occorre toglierli dalle guide, e lasciarli penzoloni ai lati. Il guidacavo nero destro è un pezzettino agganciato con delle alette plastiche da sganciare delicatamente senza farle saltare. Il guidacavo superiore viene via facilmente facendolo scorrere a sinistra. 
Tolte le ultime tre viti, prima nascoste dai cavi, il gruppo ottico risulta facilmente visibile. Per smontarlo, basta togliere 4 viti. Due nella parte superiore (occhio che per ovvi motivi sono molto dure e serve un ottimo cacciavite a stella della giusta misura) e le altre due nella parte inferiore (una delle quali in posizione "bastarda") che occorre ribaltare tutta la stampante per andar bene a toglierle. Una volta che il gruppo ottico è in mano, va riposto con le lenti in altro e si deve togliere il coperchio, Da questo punto in poi non si deve toccare con le mani quello che c'è all'interno. Una vite centrale ed una piccola molla sono l'unica "protezione" delle delicatissime parti interne (il coperchio superiore lato "lamiera" serve solo come protezione dalla polvere e non ha alcuna funzione "meccanica"). Dentro il gruppo ottico si notano delle lenti curve e 4 specchi "rosa". Il colore non è polvere di toner depositata ma il trattamento ottico necessario per migliorare la riflessione. Se il problema non è particolrmente grave, ad occhio nudo non si nota nulla di strano. Lenti e specchi sembrano puliti e perfetti. Vanno puliti lo stesso. Con un aspira toner (filtro EPA) ed un pennellino morbidissimo (quello fa fotografi per gli obiettivi va bene), si passa più volte sempre nello stesso senso sulle lenti più grandi che si affacciano verso le cartucce.
Per i poveracci come me, a cui nessun generoso ha mai regalato un aspira toner, ci si arrangia. Microfibra e pennello per obiettivi fotografici o al limite bastonici per la pulizia interna delle orecchie, facendo attenzione a non lasciare pelucchi e usarne uno (ed una sola volta) per ogni componente da pulire. 4 specchi (uno per colore + nero) e 8 lenti che raggiungerle c'è da impazzire e serve tanta pazienza. Meglio non smontare niente e non spostare nulla all'interno. Se si vuole, si può pulire anche il pezzo che ruota (quello quadrato con le facce a specchio) passando sui lati corti del cubetto rotante. Lo sporco che si raccoglie sulla testina di cotone è visibile e ci si rende conto di quanto poco ne basti per provocare un malfunzionamento come quello del toner sbiadito. Niente liquidi, niente pannetti umidificati, niente alcool, niente aria compressa, tanto meno quella in bomboletta che lascia residui... ad occhio nudo sembra pulito ma il tamburo della stampante vede cose che noi umani non possiamo vedere. Occhio anche ai pelucchi, l'alternativa è un ottima microfibra asciutta, evitando la microfibra cinese che microfibra non è. Dò per scontato che si usino i guanti in lattice (senza talco!!), lo dico, anche se di sicuro qualcuno non li userà pensando di non lasciare impronte di grasso che è difficilissimo togliere senza smontare gli specchi ed allora...addio stampante. La pulizia è fondamentale, meglio indugiare con doppie e triple passate che rimontare il tutto ed accorgersi che il difetto persiste. Terminata la pulizia, si rimonta il tutto... la sfida è terminare senza avanzare nemmeno una vite... io ho perso :-) Alla prossima

P.S. il gatto peloso dorme nella cassetta. Ripeto: il gatto peloso dorme nella cassetta.
P.P.S. grazie per le foto. Ripeto: grazie per le foto.

giovedì 16 aprile 2009

HP Color Laserjet 1600 (risolto)

Ho il morale alle stelle... ed un cliente felice in più. Sono riuscito a riparare il difetto dei colori sfalsati (disallineati) nella stampante HP Color Laserjet 1600 (vedi foto campione e post precedente). Chiamo il numero verde dell'assistenza e come mi aspettavo la Pamela mi fornisce un numero interurbano a pagamento. Chiamo il numero interurbano e, come suggerito, non pigio alcun pulsante di instradamento, così mi sorbisco per bene tutta la pappardella dei menu, compresa l'informativa sulla privacy. Alla fine risponde un tecnico ed inizia l'avventura.
Fase uno...verifica del firmware installato (20061127 ... una data rovescia) nella stampa Autotest / Configurazione (menu Report) ed aggiornamento al nuovo firmware (20070716)
Fase due... calibrazione consecutiva per tre volte e pulizia finale.
Se questa procedura non va, occorre, secondo il tecnico, sostituire il gruppo laser - specchi. L'ipotesi è suffragata dall'analisi dei numeri che compaiono in calce al rapporto autotest. Sopra le quattro bande colorate, compaiono due righe di testo. La seconda che inizia con "dh" è composta da quattro gruppi di numeri a 8 cifre ciascuno, rispettivamente per i colori giallo, ciano, magenta e nero. Secondo il tecnico, la media matematica di ogni gruppo di numeri deve dare come risultato il numero 50. Credo che quei numeri rappresentino l'intensità del laser per ogni toner o delle coordinate (di più non è stato possibile estorcere al tecnico, che credo non avrebbe parlato nemmeno sotto tortura). Nel caso in esame viene riportata una stringa come segue:

Giallo 53 55 56 58 133 133 132 134
Ciano 58 60 58 57 128 133 134 129
Magenta 71 73 73 68 118 119 120 124
Nero 10 8 7 10 12 12 10 12

Nero  disallineato HP Color Laserjet 1600Come si può notare, l'anomalia dei numeri si concentra proprio nel gruppo di 8 numeri relativi al nero. Forse lo specchio è sporco o il laser guasto (ipotesi)
Se la procedura di ripristino non funziona, il tecnico accapì "deve" aprire una richiesta di intervento di sostituzione del pezzo difettoso, sempre che il preventivo venga accettato dal cliente. Già ipotizzo un salasso esagerato anche perchè la garanzia è scaduta da appena sette giorni ed accapì su questo è tassativa... passato un anno anche di un secondo la garanzia non è più valida... complimenti per la precisione.
Procedo. Apro una pratica e poi con la tripla calibrazione e successiva pulizia:
Configurazione sistema -> Qualità Stampa -> Calibra colore -> Calibra ora
Assistenza -> Modalità Pulizia
Al termine provo a stampare una pagina di autotest ma il problema non si risolve. Richiamo l'assistenza, stavolta con il numero di pratica (aperta dando tutti i dati compreso lo stato delle cartucce) ed il pin di accesso. Due tentativi durante i quali ho ascoltato le quattro stagioni di Vivaldi. Alla fine mi risponde un tecnico diverso, pronto a darmi la soluzione... sostituzione del gruppo laser. Mi faccio consegnare il numero del pezzo da sostituire e chiedo contemporaneamente il preventivo. 100 euro solo per l'uscita del tecnico di zona, più il costo della parte di ricambio.
Passo alla ricerca in rete del prezzo della parte di ricambio - codice RM1-5181-000CN Trovo tre rivenditori, tutti oltreoceano. Si parte da 352,52 dollari sino a 355,73 dollari, con 90 giorni di garanzia più spese di imballo e spedizione. La stampante è stata pagata 159 euro più iva, a marzo 2008. A giugno 2008 è stata venduta ad un altro cliente a 139,00€ più iva. Se ci aggiungiamo il costo della manodopera, per sistemarla secondo accapì servirebbero più di 400 euro. Con una cifra del genere conviene buttarla e prenderne una di nuova. Sempre che non si conosca unamico. Preso dalla rabbia di questa pessima politica dell'usa e getta, di questo consumismo irresponsabile, decido di adottare il mio metodo..., o la va o si spacca. Prima si tenta con delle procedure "soft" che se non funzionano si procede con le procedure "hard" ovvero smontaggio e pulizia completa, sperando in un problema "meccanico" e non elettronico. Alla peggio si cerca qualcuno che ne butti una di uguale e di due se ne fa una. Il cliente è un mio amico e non mi va di proporgli il salasso. Allora? Alla fine l'ho sistemata ed ora è perfetta. Come? Io ho fatto così.
Si spegne la stampante (lasciarla spenta per almeno un minuto). Si premono contemporaneamente i due pulsanti freccia a sinistra ed a destra. Tenendoli premuti si accende la stampante e si continua a tenere premuto sino a quando non si accende. E' una procedura di reset - SUPER NVRAM INIZIALIZER. In questo modo si cancellano tutti i dati nella memoria protetta NVRAM, riportando la stampante nel modo "Generic Product" che cambia su "indefinito" il linguaggio usato e il settaggio "country/region". Si rilasciano i pulsanti ed occorre poi procedere con il settaggio del linguaggio e del media size (la carta) su A4.
La stampante entra automaticamente in modo calibrazione (occorre attendere che termini).
Terminata questa fase, per curiosità, ho stampato la pagina di autotest. La stringa dei numeri in calce viene completamente azzerata ma la stampa del layer nero appare sicuramente meno disallineata rispetto a prima. Procedo allora con quattro calibrazioni intervallate da stampe di controllo, il tutto seguito da una pulizia generale. Alla fine la stringa dei numeri appare come segue:

53 57 61 63 138 137 138 137
62 60 59 58 135 134 136 138
74 72 71 73 125 122 125 126
71 68 72 132 129 125 127

e il pattern di allineamento risulta perfetto (vedi foto). Problema risolto!.
Risultato: più di 400 euro risparmiati, ambiente meno ingombro dell'ennesimo rifiuto tossico, cliente felice, stampante praticamente nuova ed a me 40 euro in più in tasca (di più non me la sento di chiedere) che di questi tempi fanno comodo. Unico neo... il tamburo del nero rigato in 5 punti, colpa del ricaricatore peracottaro che ha colpito ancora. Ci sarà da chiedere la sostituzione "in garanzia" e senza discutere.
Morale della favola: Accapì "nell'assistere", poco si preoccupa di fare in modo che i propri clienti possano risparmiare, anzi sembra orientata a "vendere" riparazioni o sostituzioni. Credo che la cosa sia diffusa presso tutti i produttori di hardware e qui il vero business sono i consumabili. E' raro al giorno d'oggi trovare dei riparatori. E' più facile incappare in rivenditori senza scrupoli, che pensano più a sè stessi ed ai propri profitti che alle esigenze dei clienti. Sono cambiati i tempi, lo so, ma vorrei contribuire a cambiarli in meglio, ci sto provando ed a volte ci riesco, io la mia parte la faccio. Super morale della favola... al prossimo acquisto valuterò un altra marca...
Alla prossima.

P.S. Prevedo terremoto in quel posto. Ripeto: Prevedo terremoto in quel posto.

mercoledì 15 aprile 2009

HP Color Laserjet 1600

La stampante HP Color Laserjet 1600 non è malaccio. Stampa colori abbastanza brillanti, è adatta per piccoli uffici con esigenze "standard" di produzione di stampe a colori. Nulla a che vedere con la qualità fotografica delle tipografie, per cui per un catalogo è meglio rivolersi a stampatori professionali. C'è un problema però. Dopo un anno di onorato servizio, interrotto solo da un paio di cartucce difettose del solito ricaricatore peracottaro, si verifica un problema visibile in foto. Il nero viene stampato in modo sfalsato (a sinistra) rispetto al colore, di circa mezzo centimetro. A guardare la foto sembra di avere un problema alla vista. Il problema è della stampante, sicuramente non del software e non del driver. Se si stampa la pagina dimostrativa dal menu della stampante (scollegata dal PC), il problema si verifica in modo sistematico. Tutto il nero viene riprodotto fedelmente, spostato rispetto al colore che sembra nella posizione "giusta". Da cosa può dipendere? La stampante durante la sostituzione delle cartucce esegue una fase di calibrazione per allineare i colori. E' probabile che ci sia un problema di lettura durante la calibrazione, che sia entrato qualche corpo estraneo nel percorso della luce laser all'interno della stampante. Potrebbe anche essere uno specchio spostato, o sporco (vado ad ipotesi). Per me sicuramente un problema hadrware non segnalato dal firmware.
La garanzia è scaduta da meno di un mese... e c'è da pensare male in proposito. Allora chiamo il rivenditore il quale mi dice che è un problema hardware risolvibile solo da HP. Mi fornisce numero verde per l'assistenza e mi prospetta da subito l'acquisto di una stampante nuova a 150 euro. Domani chiamo l'accapì e sentiamo cosa mi dicono. La cosa strana è che il problema si è già verificato in altre stampanti ed altri modelli, sembra una cosa congenita del produttore a sentire il rivenditore. A pensar male, si può dire che accapì faccia in modo che le stampanti si rompano appena scaduta la garanzia. Di questi tempi l'ipotesi sembra credibile e la coincidenza conferma i sospetti. Certo è che HP in passato (25 anni fa) si è sempre distinta per l'eccellente qualità dei prodotti e del servizio di assistenza. Il tecnico arrivava in giacca e cravatta, minimo era laureato in ingegneria, si metteva il camice bianco e girava con tre valigioni enormi pieni zeppi di attrezzi introvabili in commercio ed una quantità industriale di parti di ricambio, anche quelle più insignificanti. Non se ne andava mai senza aver riparato i sistemi. Oggi i tempi sono cambiati e la cultura dell'usa e getta impera. E' da criminali produrre stampanti che "scadono", puntando il business solo sulla polvere colorata (toner). Da criminali. Così ci rimettiamo tutti, ci rimette l'ambiente, ci rimette il portafoglio, ci rimette soprattutto la fiducia nelle aziende che poi si lamentano per la contrazione dei consumi e rispondono a suon di sconti che aggravano sempre più il problema. Ovviamente le perdite dovute agli sconti vengono riversare sempre sulla manodopera a basso costo, sui materiali scadenti, sul sistema di distribuzione, ecc.. ed a rimetterci sono solo e sempre i lavoratori meno tutelati, le ultime ruote del carro come si suol dire. Domani chiamo il servizio di assistenza e vediamo cosa mi dicono... speriamo. Alla peggio la smonto pezzo per pezzo e cerco di risolvere con il vecchio metodo del fai da te che si fa per tre. Se nel frattempo qualcuno ha risolto, ha avuto lo stesso problema, sa come riparare questo difetto, mi contatti nei commenti per favore. Alla prossima.

P.S. Abbuffata all'orizzonte. Ripeto: Abbuffata all'orizzonte.

Aggiornamento - problema risolto (da me)

domenica 22 febbraio 2009

Server crash

Avrei preferito in questo week-end andarmene a fare un giro o dedicarmi ad altre cose. Venerdì la prima sorpresa. Il server è spento. Why?? Ad avviarlo si avvia ma dopo pochi minuti si spegne da solo. Allora adotto le procedure di disaster recovery e prontamente il disco viene installato nella macchina gemella di scorta. Pochi minuti ed il sistema riparte. Domenica mattina un altra sorpresa. Il server è giù un altra volta. Acceso ma insensibile ai comandi...bloccato. Riavvio impossibile, non si avvia nemmeno il bios. Due guasti hardware nel giro di due giorni sono per lo meno sospetti. A poco valgono i test successivamente effettuati sull'hardware. Guasti e basta.
Urge un intervento straordinario per ripristinare le funzionalità del sistema. Il disco (ed i preziosissimi dati che contiene) è integro. Manca solo una mother board con scheda di rete incorporata, un minimo di memoria ram, un alimentatore. Frugo nel mucchio di ciarpame e salta fuori un vecchio case slim di un PC anonimo, con il telaio piegato probabilmente da una caduta. Installo il disco che però è troppo spesso per l'alloggiamento del case di recupero. Pazienza, lo terrò in sede con un pò di nastro adesivo. Monto il tutto ed in due minuti ottengo un "nuovo" server. L'aspetto è simile a quello che si può immaginare in uno scenario post-atomico. Manca la copertura esterna, la ventola del processore è un pò rumorosa, il nastro adesivo tiene fermo il gruppo unità di memorizzazione (lettore CD compreso)... ma 2.3 Ghz di processore, 1Gb di ram, scheda di rete da 1 megabit... anche troppo per le funzioni che deve svolgere. Apache web server, server imap POP3 (dovecot), Fetchmail su cron periodico, MySQL server, NFS... anche troppo per la modesta rete che deve gestire. Ora, dato che le disgrazie non vengono mai sole, dovrei predisporre un nuovo disco di scorta e pianificare meglio i salvataggi periodici su unità esterna. Mi manca un disco e dovrò procurarmelo alla svelta. Purtroppo all'ecocentro mi hanno combinato un bello scherzo. Il bidone delle apparecchiature elettroniche è ora inaccessibile e non è più possibile recuperare ciò che gli altri buttano. Bastardi, chissà perchè... c'è da immaginare che ci lucrino sopra, dopo che abbiamo pagato la tassa di smaltimento, probabilmente i rifiuti vengono venduti (doppio guadagno). Non è giusto. Dischi da 20 o 40 giga sarebbero sufficienti, chissà quanti ormai li buttano ed io non li posso recuperare. L'unico modo sarebbe quello di intercettarli prima che vengano gettati nello scivolo che conduce alla vasca di raccolta, chiedendo al proprietario di cederli per nulla. So che è un operazione che non è ben vista dal guardiano delle immondizie (un laureatino occhialuto e saputello) il quale ottempera scrupolosamente a precise istruzioni di costringere le persone a buttare a tutti i costi il più possibile. Il libero scambio gratuito è vietato. Pazienza. Troverò un altra soluzione. Speriamo che questo garbage-server tiri avanti ancora per un pò, in attesa di un rimpiazzo decente. Ma la cosa che più mi "dispiace" è che il case del vecchio server (un HP Vectra) l'avevo fatto verniciare dal carrozziere. Una splendida vernice lucida (da carrozzeria) di colore blu metallizzato con effetto glitter. Un capolavoro, curato nei particolari, con finiture in color argento. Mi spiace gettare quel contenitore. Quasi quasi attendo di recuperare una mother boad che ci sta dentro e lo ri-utilizzo. Alla prossima.

P.S. Stare in coperta. Ripeto: Stare in coperta.

sabato 13 settembre 2008

Autopsia di una cartuccia di stampa

Due giorni di pioggia e la vernice di un lavoretto in corso che si asciuga lentamente. Ne approfitto per fare a pezzi una cartuccia di stampa che ad inserirla nel suo alloggiamento, esce un errore e non si riesce di farla funzionare. Tanto vale smontarla e vedere com'è fatta all'interno, anche per capire meglio come ricaricarla col metodo artigianale della siringa. Sto parlando della cartuccia tricolor HP n°57.

1) rimozione dell'etichetta. Si notano 5 fori e delle canalette a serpentina. Nei fori si intravedono anche i colori dei serbatoi sottostanti. Dei 5 fori solo tre sono quelli che effettivamente ci servono. Quello centrale superiore è per l'inchiostro magenta (o rosso per capirci). I due fori a sinistra sono per il giallo, mentre i restanti a destra per il ciano (l'azzurro dai....). E' possibile notare che le canalette a serpentina terminano in quattro delle piazzole rettangolari poste in prossimità della piastrina azzurra visibile in foto. Sono queste 4 piazzole che non devono essere coperte dall'etichetta in quanto permettono il passaggio dell'aria man mano che l'inchiostro esce dagli ugelli (2 sono in comune per il rosso, 2 sono per giallo e blu, le altre sono inutili). Non si deve creare il vuoto all'interno di questo modello di cartuccia, come erroneamente specificato in molti siti che vendono kit di ricarica. L'operazione di "succhiare" 2 o 3 ml dopo la ricarica, serve a favorire il flusso di inchiostro negli ugelli ed evitare così che ci si fermino delle bolle che impedirebbero il corretto funzionamento della cartuccia. I fori che ci interessano per la ricarica sono quello centrale in alto ed i due più in basso (guardando la cartuccia con i contatti dalla parte opposta di chi guarda).
2) rimuovere il coperchio azzurro. E' saldato con gli ultrasuoni, pertanto non sperare di farlo saltare come se fosse incollato. Con un taglierino (tipo quello per tagliare la moquette o il linoleum) occorre praticare una incisione e fare leva con un cacciavite piatto lungo tutto il bordo. Impossibile che venga via integro a meno di non usare molta calma e pazienza. Esistono in commercio delle macchinette per rimuovere il coperchio, dedicate per questo tipo di cartuccia (costano un sproposito). Magari con un tool tipo dremel e la fresetta diamantata si riesce a fare in modo di tagliare e poter poi ri-assemblare la cartuccia, che così è più comoda da ricaricare in quanto si può controllare livello e quantità di inchiostro presente all'interno dei tre serbatoi (e magari un lavaggio completo dopo la contaminazione fra colori no?). Osservando il coperchio, nella parte inferiore, è possibile notare un paio di cose. C'è una specie di "argine" rialzato, che "separa" i tre serbatoi, che si interrompe ogni tanto. In caso di overfilling, quando si mette troppo inchiostro e lo si vede fuoriuscire dal foro di ricarica, l'inchiostro non essendo arginato, può andare a contaminare le altre spugne, con effetti cromatici "interessanti". La posizione dei fori di ricarica va presa in considerazione. Nel caso del rosso, questo si trova proprio in prossimità del filtro che va agli ugelli. Inserire un ago troppo lungo significa forare il filtro e rovinare la cartuccia che potrebbe in teoria intasarsi senza possibilità di rimedio. Per gli altri due colori, se si usano i fori più in basso, non c'è pericolo ma l'inchiostro si concentra in un area un pò distante dai filtri, il che spiega perchè a volte esce solo il rosso e gli altri due colori, anche se i serbatoi sono pieni, non ne vogliono sapere di uscire. In questo caso è meglio "centrifugare" la cartuccia, manualmente, tenendo gli ugelli protetti e chiusi dalla clip di supporto (altrimenti skizza) e fare in modo che l'inchiostro vada verso il fondo. E' un metodo empirico ma funziona, specie dopo che l'ago non è stato inserito a fondo per paura di forare il filtro. In un post precedente ho già parlato di questo inconveniente. Certo è che il problema con queste cartucce, non si sa mai se i serbatoi sono completamente vuoti. I diagnostici "tirano ad indovinare" quale colore sta per finire, ma il sistema è tratto in inganno se non si segue la procedura di reset dei livelli (procedura che richiede 2 set di cartucce e tempo da perdere). Se poi la carticcia è quella del solito amico, mica si sa quale colore manca e quale è ancora quasi pieno. Per questo sto pensando di auto costruirmi una centrifuga per svuotare completamente le cartucce e ricaricarle con la stessa quantità originale (5 ml circa per ogni colore). Se a causa dell'overfilling le spugna sono "contaminate", pensare di sostituirle è un impresa. La rottura del coperchio azzurro può compromettere l'inserimento nel carrello o la stabilità della cartuccia stessa... meglio tenersi il rosso un pò viola, il giallo un pò verde o marrone e così via. Potrebbe esserci una soluzione però. Se la centrifuga funzionasse, si può pensare di lavare l'interno della cartuccia con acqua distillata inserita con la siringa in più passaggi ed alla fine ricaricare col colore.... potrebbe funzionare?? Proverò.
3) rimozione delle spugne. Con una pinzetta basta fare leva alternativamente sui lati corti. Sono inserite a pressione e ci vuole poco per toglierle. Occorre fare molta attenzione a non sporcare e schizzare inchiostro sui vestiti o su ciò che si trova a tiro. Se la cartuccia è piena, come quella in analisi, si può notare dell'inchiostro che resta in fondo ai serbatoi. Una volta rimosse le ho sciacquate in acqua corrente, così come pure la cartuccia, ponendola per un pò di tempo sotto il rubinetto per far si che si pulisse completamente anche il percorso spugna -
ugelli.
Sotto le spugne, in prossimità della piastrina che ospita gli ugelli, c'è un filtro "metallico" credo, a trama molto fine. Sotto di esso un semplice canale che va a finire in corrispondenza degli ugelli. Gli ugelli sono visibili in foto, disposti su 4 file (così sembra). In mancanza di un microscopio abbastanza potente, mi limito qui, per ora. Mi risulta infatti che la tecnologia hp usa dei componenti elettronici (dei FET) per comandare gli ugelli. Non so se il modello in questione è di tipo piezo o a resistenza termica. Ciò che mi affascina è collegare dei fili ai contatti e sparare a mio piacimento delle bolle, per cui, appena avrò googlato abbastanza, posterò qui i risultati. Con i mezzi a disposizione non sono riuscito a scovare strani circuiti. Non mi è chiaro se queste cartucce contengono un chip di scadenza, magari numeri seriali o altri dati che ne inibiscano il funzionamento oltre una certa data. La data stampigliata nel corpo della cartuccia fa riferimento, secondo la documentazione ufficiale HP, alla scadenza della garanzia... il che mi sembra strano. Se una cartuccia per qualche motivo resta a magazzino per molto tempo, si riduce il periodo in cui si può utilizzare in garanzia? Ad ogni modo, attualmente utilizzo cartucce ricaricate almeno 6 volte di fila sempre sulla stessa stampante e nessuna segnalazione in merito a scadenze o malfunzionamenti mi è mai arrivata (vero però che la data settata all'interno della stampante è del 2001... sarà per questo? boh, non ho voglia per ora di fare delle verifiche. Ma in ogni caso, come fa la stampante ad accorgersi che una cartuccia è cambiata se non leggendo un qualcosa memorizzato su di essa??. Ci deve essere sicuramente qualcosa a livello di chip, vedrò di trovare il sistema per scoprirlo. Per come è montata, il nastro marrone trasparente che porta i segnali è asportabile (è incollato) ma non si riesce a togliere la piastrina con gli ugelli. Forse dovrei provare con qualche prodotto in grado di sciogliere la colla epossidica, o con una pistola termica... boh... mi verrà in mente qualcosa.
Nel retro della cartuccia ho notato un "rigonfiamento" quadrato che sembra non abbia ragione di esserci, come se ci fosse qualcosa coperto da un'etichetta... rfid?? no, è solo un etichetta nera posta sull'etichetta originale HP che contiene il codice a barre 3d della cartuccia.
Ora sarei un pò stanco. Vado a nanna. Alla prossima

P.S. Piove nel giardino di ugo. Ripeto: Piove nel giardino di ugo.

venerdì 13 giugno 2008

CCFL ed inverter

CCFL è l'acronimo di Cold Cathode Fluorescent Lamp. Sono delle lampade simili ai tubi al neon che siamo abituati a vedere, solo che sono molto corti e sottili. Si prestano bene per una serie di utilizzi illimitati. I CCFL vengono utilizzati specialmente nella retroilluminazione dei display dei computers portatili, ma trovano posto anche in molti modelli di scanner. Per poter funzionare occorre applicare ai loro capi una tensione di centinaia di volts, dipende dal tipo e modello. Recentemente ho disassemblato una serie di stampanti multifunzione HP (PSC2175, PSC2210, V40 ecc.). Spinto dalla curiosità innata che mi spinge a ridurre ai minimi termini tutto ciò che mi capita per le mani, ho disassemblato le unità di lettura di alcuni scanner ed ho notato al loro interno, oltre a degli interessanti sensori di immagine lineari, questi tubicini bianchi, collegati a dei piccoli circuiti da cui partono 2 fili, uno nero ed uno rosso (o giallo). Si tratta dell'inverter che trasforma una tensione continua ad una tensione più elevata necessaria all'innesco della scarica utile all'emissione della luce (ionizzazione del gas all'interno del tubo). Allora ho deciso di prendere una batteria (recuperata da un gruppo di continuità ormai atomizzato in una sera di "follia" elettronica) e provare ad alimentare l'inverter. Ci avevo già provato con un inverter smontato da un PC portatile con un risultato deludente. Nonostante avessi cercato di comprendere la piedinatura del pettine di collegamento, decodificare le sigle degli integrati e cercare di capire come alimentare il tutto, non sono alla fine riuscito a concludere nulla. Stavolta, con solo 2 fili, l'unica cosa che posso eventualmente "sbagliare" è il valore della tensione di alimentazione. Provo inizialmente con il valore di tre volt, poi 5, poi 6 ed alla fine 9,2 volt (la batteria era da 12 ma un pò scarica). Il tubo si illumina bene senza problemi anche a 12 volts. Già sto pensando ad alcune applicazioni. La luce è intensa, bianchissima e la tensione non troppo elevata. Potrei utilizzarli per illuminare l'interno dei cassetti, il mobile rack dove ho stipato i server e l'impianto di rete, magari il baule dell'auto che quella lampadina ingiallita è simile ad un lumino da cimitero. Mi resta solo il dubbio per la durata. Uno scanner è progettato per funzionare ad intervalli, giusto quello che serve per qualche pagina. Come si comporterà l'inverter ed il CCFL se decido di realizzare una lampada da tavolo? Posso trovare una risposta solo se provo ed esperimento. Come si può vedere dalle foto, ho smontato anche un modello a doppio CCFL. Prendo dei tubi di plastica o cartone, li taglio a metà, dipingo l'interno con una vernice riflettente (tipo cromo) e fisso il tutto su un asta flessibile. Il doppio CCFL lo userò per realizzare una lampada con due tubi disposti a V. La chiamerò Vaffa lamp.
alla prossima.

P.S. Il circo ha assunto dei pagliacci. Ripeto: Il circo ha assunto dei pagliacci

domenica 16 marzo 2008

Stepper unipolare - ok


Bene. Dopo la sostituzione dell'optoisolatore "difettoso" ho riscontrato il corretto funzionamento del motore, con una coppia "decente". Ho leggermente aumentato a 9,55 volts l'alimentazione dei gate dei mosfet optoisolati. Ora tocca alla parte meccanica. Primo intoppo. Devo togliere la rotellina dall'asse del motore (il pignone) per inserirci un ingranaggio che combacia perfettamente con quello inserito nell'asse del rullo fondi toner. Provo a costruirmi un estrattore....di legno. Peccato che il multistrato utilizzato si pieghi (in linea di principio però l'aggeggio funziona). Purtroppo non ho attrezzatura adatta a lavorare il metallo. Che faccio....rinuncio?. Giammai!! Mi rivolgerò ad un mio amico che ha un officina per la lavorazione dei metalli. Sicuramente me ne farà uno. Potrei aggirare l'ostacolo con una trazione a cinghia. Ne ho a iosa, di tutte le misure, sempre di recupero. Dovrei solo tornirmi un pignone di legno del diametro "giusto".

Ad ogni modo preferisco gli ingranaggi, li percepisco più "grippanti" rispetto alla trazione a cinghia. Un altro scoglio da superare è l'alimentazione della resistenza riscaldante. Sto pensando di progettare un dimmer a 220 volts, regolabile, ma da alcuni calcoli fatti in precedenza dovrei procurarmi un triac di potenza. E poi dovrei procurarmi un diac e quello, di recupero, proprio non ce l'ho. Proverò a verificare se l'alimentazione è possibile in corrente continua. Ora non ho i dati sottomano ma presto dovrò affrontare anche questo problema, oltre a quello della regolazione della temperatura giusta. A dire il vero ho già un gruppo fusore di una laser, con tanto di motore (inutilizzato in quanto il motorino gira troppo velocemente e devo fare troppi passaggi per fondere il toner sui PCB). Il gruppo fusore è del tipo a lampadina alogena. Potrei misurare la temperatura e prenderla a riferimento per il nuovo fusore che sto utilizzando. boh....vedrò. alla prossima

P.S. Il nano è licenziato. Ripeto: Il nano è licenziato.

giovedì 28 febbraio 2008

Ricarica errata cartuccia di stampa

Dopo che il mio fornitore di cartucce di stampa ricaricate ha chiuso l'attività per "scarsa redditività" (le cause dipendono dal suo pessimo modo di lavorare), ho intrapreso la strada della ricarica fai da te. sono sempre stato restio a farlo, a causa dell'effetto di alcune leggende metropolitane in merito agli inchiostri, alle testine piezo, alle stampanti che si guastano o che "scadono" e via dicendo. Armato di pazienza e di una legittima dose di diffidenza, inizio con un indagine approfondita sulle modalità di ricarica. Il quadro che ne esce è a dir poco inquietante. Tutti dicono il contrario di tutto. Le teorie in merito alla pulizia delle testine si sprecano fra riti sciamanici e procedure impossibili. Dall'uso dell'ammoniaca in dosi filosofali ed a temperatura infernale alle procedure meccaniche con aria compressa secondo due scuole di pensiero (aspirazione o pressione?). Anche le istruzioni di ricarica sono (molto) poco professionali. Per lo stesso tipo di cartuccia variano tempi e metodi del procedere. L'uso poi dei materiali è a dir poco "vendor oriented", dai supporti delle testine da ricaricare ai liquidi di pulizia i cui ingredienti restano gelosamente custoditi in tal modo da indurre a pensare che in pochi rivenditori ne conoscano la reale composizione

Deciso a procedere (le cartucce mi servono, e nuove costano più della stampante usata che ho recuperato dalla discarica) inizio con il reperimento dei materiali con un giro nei siti "specializzati". Risultato desolante. Questi peracottari dell'informatica non sanno cosa sia il commercio elettronico (cassa e carrelli inesistenti). Ove esiste la forma di pagamento con carta di credito, i dati occorre darli al rivenditore (e che son mica scemo). Ad avviare la procedura di acquisto, escono errori di pagina non trovata, o inspiegabili errori di registrazione. A telefonare nemmeno a parlarne, non risponde nessuno. Viene il sospetto che questi fornitori siano in realtà della schiera degli "artigiani sottoscala" o che lavorano in luoghi abitualmente deputati ad altri usi. Le descrizioni dei prodotti fanno schifo, imprecise, contraddittorie, errate. Le foto sono sempre le stesse, ovvero per l'inchiostro, ad esempio, viene visualizzata sempre la stessa bottiglia, sia che sia da pochi cc che da 1 litro..non c'è da fidarsi a fare un acquisto on-line con quei ciarlatani stregoni (e ladri).

Dopo mille tentennamenti, decido di procurarmi l'inchiostro specifico alcune siringhe con aghi e ventose da un negozietto Prink che è gestito da una persona gentile e disponibilissima a dare consigli e suggerimenti, rivelando esperienza e preparazione. Raro esempio di commerciante in grado di avvisare il cliente dei rischi e pericoli dovuti ad una ricarica.
Torno a casa, tutto felice e già con la testa a calcolare il risparmio, e mi accingo alla mia prima ricarica. Una cartuccia HP tricolor (la 57 ovviamente di recupero). Provo con un tampone umido sulla testina e noto subito che il giallo non fuoriesce. Penso immediatamente che o è scarico o la testina è incrostata. Dato che gli altri due colori sembrano ok e che il giallo è statisticamente il colore che viene usato di meno, penso subito alla testina incrostata. Decido comunque di effettuare la ricarica. Inserisco gli aghi e premo leggermente, per far fluire lentamente l'inchiostro nel serbatoio. Il Giallo entra a fatica....premo...premo...premo sino a quando non fuoriesce dall'apertura ove è infilato l'ago, uno schizzo di giallo iperconcentrato che riesco a schivare per miracolo...i vestiti sono salvi, per il tavolo, pazienza, lo pulisco immediatamente e resta solo un alone giallastro che provvederò a far sparire definitivamente. Direi che almeno il serbatoio giallo è pieno, forse troppo, ma sicuramente pieno. Tampone inumidito e il giallo non fuoriesce. Ergo, i fori del giallo sono intasati. Allora inizio con la ventosa ad aspirare...niente. Passo all'immersione in una soluzione di acqua distillata ed ammoniaca (60/40%). Niente. Lascio riposare ed immergo nella soluzione riscaldata a 40 gradi. Niente. 60 gradi....niente. Lascio riposare una notte. il giorno dopo...niente giallo. Riprovo con l'immersione e noto come il ciano ed il magenta "cadano" dai forellini verso il fondo, mentre dai forellini del giallo....niente!



Di testine HP57 ne ho una decina. Decido quindi di utilizzare un metodo didattico ipercollaudato che mi ha sempre dato risultati incredibili a livello di apprendimento. Assumo che la testina è rotta (per mettere in pace la mia coscienza) e decido di capire come è fatta, ma soprattutto voglio vedere l'intasamento sospetto. Gli elementi piezo delle testine se smontati ai minimi termini permettono di vedere i canali di alimentazione dell'inchiostro e di vedere in controluce se i forellini sono liberi o intasati. Ovvio che la prova è distruttiva ma la differenza che esiste fra una supposizione deduttiva ed una certezza visiva non mi fa dormire la notte. Voglio capire se ci sono delle "incrostazioni". Risultato ? i forellini sono risultati perfettamente liberi da qualsiasi intasamento, perfetti direi, anche analizzati al microscopio. Allora? Una cartuccia è abbastanza semplice. Un serbatoio, una spugna di "gommapiuma", un filtro (che sembra una rete metallica molto fitta) e un canale che va diritto verso i forellini. Escludendo forellini, filtro e canali di alimentazione resta la spugna. Colpa della spugna? no. Colpa mia (ovviamente). Nel timore di forare o danneggiare il filtro non ho inserito l'ago della siringa a fondo (così come raccomandato dai cretini consulenti che lasciano "consigli" in rete). In questo modo ho imbevuto solo la parte superficiale della spugna lasciando a secco la parte inferiore che tocca il filtro. L'ho notato lavando la spugna del giallo, che è rimasta più colorata nella parte superiore che nella parte a contatto del filtro. Pur avendo lasciato la cartuccia a riposare per una giornata in posizione verticale, il giallo non ha raggiunto la parte inferiore (e si che una spugna 'dovrebbe' assorbire e che diamine). Si nota la differenza con le altre due spugne che al contrario nella parte superiore risultano quasi bianche mentre sono più scure nella parte inferiore. Sbagliando si impara. Il mio ex-rivenditore ha speso migliaia di euro per tappezzare di certificazioni HP il suo ufficio, per poi chiudere l'attività. Io non ho speso nulla con il metodo sperimentale analitico e visivo. Non sarò certificato, avrò le pareti dell'ufficio spoglie, sarò forse più "grezzo", ma ho risparmiato ed imparato molto più di lui e posso iniziare a caricare le stesse cartucce anche per altri. Tiè.

P.S. Il Tintoretto è venduto. Ripeto: Il Tintoretto è venduto.