venerdì 28 novembre 2014

Sapone fai da te (homemade soap)

Stringi stringi, si arriva al punto in cui il risparmio va estremizzato oltre i limiti. Povero si, sporco e puzzolente no, mai, la dignità non sono disposto a sacrificarla. E sono arrivato ad un punto di povertà ove devo recuperare, riciclare e moddizzare l'impossibile. Stavolta è toccato ad una montagna di saponette da albergo, pazientemente messe da parte con la solita premura di chi sa che prima o poi tutto può tornare utile. Provengono dal periodo in cui, nel paese delle banane dove nacqui ma che abbandonai (capirete perchè...chi mi legge ci vive), lavoravo come tecnico di manutenzione, sistemista, installatore, riparatore, parafulmine... quello che arriva con borse ricolme di attrezzi, cavi, strumenti e risolve problemi, compresi quelli che derivano dall'utonto di turno. 
L'azienda con la quale collaboravo ha assunto un cazzone di idiota al quale il concetto di organizzazione era sconosciuto ma la cui responsabilità era assegnata. Per cui, mentre mi trovavo a Lecce dopo una "sveglia" alle tre di notte per arrivare puntuale dopo una massacrante trasferta in auto fra unani incazzati e senza patente, il pupone telefonava con aria serafica chiedendo..."per caso...potresti fare un salto sino ad Aosta?"...(@!##!*)... no problem, ero ggiòvane e potevo farcela. Solo che ad Aosta arrivava la chiamata per recarsi nell'ordine (non sto scherzando) a Roma, Torino, Bolzano, Messina, Trieste, Salerno e via dicendo a ping pong in giro come uno zingaro con un solo cambio di mutande, uno spazzolino ed una quantità industriale di cartine stradali (navigatore?? non esisteva all'epoca.... tutte ovviamente località ad un tiro di schioppo l'una dall'altra e senza mai rientrare a casa ovviamente. Così passavano le settimane a girare con una Panda 30 e dormire negli hotels presi senza prenotazione (internet non esisteva all'epoca).... il primo che si trovava in strada all'ora giusta andava bene per qualche ora di sonno. Chiaro che le saponette della camera avanzavano e visto che erano pagate, finivano nella scorta, assieme allo shampoo liquido fatto gocciolare nel contenitore comune le rare volte che si rientrava. 
Oggi, quelle micro-saponette ho deciso di riutilizzarle, ma non una ad una....sono minuscole e appena si rimpiccioliscono  un pò diventano inutilizzabili (uno spreco inaccettabile). Così, per recuperarle ho deciso di sminuzzarle con un frullino a motore da cucina (che nell'operazione si è pure rotto il perno di plasticone, maledetta mulinex e la vostra plastichetta di m*rda). Ridotte ad una povere tipo borotalco, ho mischiato il tutto con dell'acqua distillata a bagno maria, in modo da ottenere una pasta liquida al punto giusto per essere versata in degli stampini... dei porta saponette o delle scodelline da soprammobile (almeno a qualcosa servono). Poi si lascia raffreddare ed indurire per un mese, meglio se sul termosifone così si profuma l'ambiente (quando si accende il riscaldamento). 
Semplice ed efficace. Ora, per un pò, non dovrò preoccuparmi di acquistare saponette.... ci penserò quando saranno terminate queste....magari farò un giro per gli alberghi della zona a chiedere se per caso buttano quelle lasciate in camera dagli ospiti. Ho finito i soldi, non mi restano molte soluzioni....olio e grasso, cenere, soda, metodo a freddo o a caldo... Alla prossima.

PS Fanculo ai ricchi. Ripeto: Fanculo ai ricchi. 

sabato 22 novembre 2014

Hoover TC4210 Dust Manager Cannister (rigernerato)

Nuovo... o quasi. Un Hoover Sensory Dust Manager TC4210 (product code 3900385 link) è tornato praticamente nuovo, dopo averlo adottato prima che finisse in discarica e dopo un pò di lavoro, E' pronto per fare il suo dovere per chissà ancora quanti anni. E' un aspirapolvere di quelli a carrello che si trascina con il tubo di aspirazione, cavo avvolgibile (comodissimo), 2000 watt di potenza (da non usare assieme alla lavatrice in funzione se non si ha un impianto fotovoltaico), filtri lavabili che permettono un risparmio nei consumabili, senza sacco (così anche i sacchetti di carta usa e getta diventano un ricordo). 
Era in condizioni a dir poco pietose, trascurato e impolverato all'impossibile. L'aspirapolvere di questo tipo è in realtà abbastanza semplice. Un potente motore, una scheda elettronica a processore e poco di più. Se meccanicamente è a posto, l'elettronica funziona ed il motore gira... è facilmente risistemabile. Come? E' suffucuente pulirlo internamente smontandolo ai minimi termini e la semplicità costruttiva agevola molto l'operazione. Iniziamo.
Si apre il coperchio frontale che può essere facilmente sganciato per poterlo pulire sotto l'acqua corrente. Si rimuovono i filtri anche quelli da passare sotto l'acqua tiepida con un pò di sapone. 4 viti tengono fisso il coperchio che alloggia un filtro quadrato e copre il motore, l'elettronica e l'avvolgicavo (sono le uniche viti da togliere). 
Dentro si nota immediatamente un cilindro nero (grigio se ricoperto da strati di acari morti e polvere sottilissima). E' il contenitore del motore che va rimosso per procedere alla sua completa pulizia. Un gommone nero in testa da togliere e dopo aver tagliato i fili elettrici (da riunire successivamente aggiungendo dei morsetti a vite) il motore si sfila facilmente dal suo alloggiamento, essendo tenuto in sede da dei fogli di gommapiuma (lavabili) che assorbono le vibrazioni durante il funzionamento. Con un pennello morbido (ed un altro aspirapolvere) si toglie quanta più polvere possibile (meglio non smontare gli alloggiamenti delle spazzole a meno che non siano consumate all'osso e no, non usare liquidi per il motore). 
Osservando attentamente si nota, dalla parte della ventola, un coperchio metallico a forma di "pentola". Questo è ribattuto leggermente su due punti lungo la circonferenza che si incastra al corpo motore. Con un cacciavite, facendo attenzione a non crepare la plastica, si allargano delicatamente le due ribattute e aiutandosi con dei leggeri colpetti sul perno ed un cacciavite piatto, delicatamente e lentamente lungo la circonferenza in progressione, si può rimuovere la copertura e mettere in luce la ventola. Per togliere quest'ultima si prende una chiave a bussola da 13mm e si svita il dado che la fissa al perno motore. Occorre ricordare che il filetto del perno è "rovescio", ovvero per svitare occorre ruotare il dado come se lo si volesse avvitare normalmente. Una volta aperto il tutto, si può procedere a lavare le parti o spolverarle con uno straccio umido dopo aver rimosso il più grosso con spazzole e pennelli. Un paio di gocce (non di più) di  lubrificante minerale bianco (quello per le macchine da cucire) è utile per ravvivare la parte in movimento ed agevolare le bronzine. Per rimontare fare le operazioni inverse senza dimenticare nulla. Può essere utile prima di procedere, fare delle foto per memorizzare la posizione dei componenti.
La parte elettronica è relativamente semplice. Un triac per carichi induttivi elevati, un FAGOR FT1216MH da 12Ampère / 600 Volts in TO220-AB montato su un aletta dissipatrice regola la velocità del motore (AC switching) al variare della resistenza di un trimmer  comandabile dalla manopola esterna di on-off. Il resto è regolato dal firmware di un microprocessore 8bit Motorola MC68HC908QY2  architettura Von Neumann CISC Complex Instruction Set Computer (non RISC).  Bisogna ricordarsi, rimontando l'elettronica, di ricollegare il tubicino dello switch di pressione della camera di aspirazione. 
Nel caso la scheda elettronica si dovesse rompere e non si abbia a disposizione la cifra necessaria per la sua sostituzione... alla peggio si usa solo l'interruttore on/off e si fa andare il motore alla massima potenza. sostituire il processore? non credo.... occorrerebbe avere anche il suo firmware. Ad ogni modo la parte che è più probabile che si guasti, oltre al codensatore, può essere il triac, da cambiare con uno equivalente. Che altro dire? Una volta rimossa la polvere all'interno, che in verità non dovrebbe esserci se non fosse che le varie guarnizioni di isolamento non hanno fatto il loro dovere, l'aspirapolvere torna operativo. Per un lavoro eccellente sarebbe opportuno cambiare tutti i filtri e soprattutto le guarnizioni poste in prossimità delle chiusure dei vari coperchi...ci penseremo quando avrò un pò di disponibilità economica, che in questo periodo di merda non è delle migliori. alla peggio, appena trovo una striscia di gomma a sezione quadrata o rettangolare la uso per la sostituzione. Con quest'ultime a posto, non si dovrebbero più verificare acumuli di polveri sottili all'interno dei vani non interessati dal flusso d'aria. L'assenza del sacchetto è dovuta alla presenza di una vaschetta di separazione che funziona col principio che sfrutta la forza centrifuga impressa ai detriti aspirati in un flusso d'aria rotante. Non male come idea, ad oggi sfruttata da altri modelli, alla faccia di quelli che invece usano ancora i sacchetti consumabili, maledetti cultori del consumismo capitalista ed imperialista. Le altre parti e gli accessori sembrano integri, nulla da riparare o acquistare. Ottenuto gratis (all'epoca acquistato per poco più di 300.000 lire) e operativo al 100%...un affare. alla prossima. 

P.S. Lella è sola, Ripeto: Lella è sola.  

lunedì 10 novembre 2014

unani... a volte ritornano.

Sono selvaggi, rompono i c*glioni per abitudine, puzzano, sono invadenti, ignoranti, stupidi, arroganti, prepotenti, egoisti, pigri, menefreghisti, fancazzisti, sfruttatori, infetti... e vengono pure, senza alcun pudore, a chiedere aiuto, magari dopo che hai spiegato come e cosa fare.  E' inutile, sono senza speranza. Agli unani è tutto dovuto, perchè insistono. Gli si dice di no e ritornano a chiedere. Gli si dice basta e continuano a chiedere. Li aiuti e non basta mai, continuano a chiedere aiuto, non capiscono come fare per evitare i problemi ai quali chiedono soluzione, nemmeno quando hanno la soluzione sotto gli occhi... allora pretendono che fai le cose al posto loro... ah, naturalmente agratis. Unani di m*rda. Andatevene in ferie in una caldera di un vulcano attivo.  
Mavaffanchiulo và. 

P.S. Renato Renato Renato.... Ripeto: Renato Renato Renato....

martedì 4 novembre 2014

Caldarroste

Novembre, primi freddi, nebbia quando non pioviggina, senso di umido nelle ossa, pochissima voglia di uscire... si sta a casa al calduccio e ci si coccola un pò. Ci si vizia anche con la "frutta" di stagione... meglio dire i semi... castagne e marroni... 
Una manciata di caldarroste ed un bicchiere di vin brulè e chi si schioda da casa? Quest'anno, tutti i produttori sono a ripetere come un mantra... non è una buona annata per le castagne. Non è stata una buona annata per nulla dico io... albicocche, susine, insalata, pomodori, uva, fichi, melograni, melanzane, zucchine... poco o nulla quest'anno, che ricorderò come un anno in cui sono andato in carenza di cibo autoprodotto. 
Per questi motivi, le castagne quest'anno costano un occhio, ma... come rinunciare? creano un atmosfera pre-natalizia, tutti intenti a sgranocchiare conversando... ma l'importante è arrostirle per bene altrimenti al seme resta attaccata la pellicina (commestibile sì, ma un pò amara). 
Serve una padella forata (la si trova a meno di tre euro) e si possono fare sul gas di casa (o alla brace per chi ha un caminetto acceso). Prima di mettere le castagne al fuoco occorre inciderle con un coltello, meglio se si ha l'attrezzino a lama curva, si fa prima e soprattutto si fa meno fatica, incidendo solo la buccia senza incidere anche la castagna all'interno. Quello in foto è un "Ausonia inox" che andrebbe affilato un pò (venderanno gli affilatori per taglia-castagne? boh). 
A padella rovente si nettono le castagne e si continua a farle rotolare, così si evita che brucino tutte da una parte, e si annerisce la buccia per bene. Pian piano si nota che le castagne iniziano a gonfiarsi un pò (il taglio se ben fatto si aprirà). Durante l'arrostitura è inevitabile che il piano cottura si sporchi con la pellicina bruciata.... (un panno umido e torna come prima in mezzo secondo) 
Appena la buccia esterna è annerita, occorre farle "passare"... le si avvolge in un panno e si aspetta una decina di minuti (anche perchè appena tolte dalla padella sono bollenti ed impossibili da mangiare). Il calore accumulato terminerà per bene la cottura, il vapore uscirà piano piano ed il seme sgonfiandosi di più della buccia quasi carbonizzata permetterà il distacco naturale della pellicina. Se si usa questo trucco, la castagna uscirà senza fatica e la buccia resterà quasi intatta in due parti. Se invece nonostante questo accorgimento la pellicina resta attaccata al seme...significa che non è perfetta... o c'è il baco all'interno (controllare durante il taglio che non ci siano forellini) o è malata o non si è ben sviluppata verso la maturazione. 
Gnammm... alla prossima.

P.S. il baco baca. Ripeto: il baco baca. 

domenica 2 novembre 2014

Mini sewing machine (repair in progress)

Tempo fa, in un bunker lontano lontano, unamico prese coscienza di essere vittima di un orda di avide sanguisughe sempre pronte a soddisfare bisogni inderogabili. L'abbigliamento, si sà, è un clichè ormai accettato da tutti, quasi un obbligo per chi vive nei paesi nordici dove il freddo vince qualsiasi desiderio di stare ignudi a contatto con la natura, facendo desistere anche il più intransigente degli ecologisti integralisti. Ma l'abbilgiamento si consuma, si deteriora, si disfa con l'uso nel tempo e deve essere sostituito periodicamente, per necessità e non certo per velleità modaiola.
Unamico decise quindi di acquistare una macchina da cucire per confezionarsi da sè vestiti, camicie, magliette e persino le mutande, stanco di frequentar negozi dalla dubbia onestà commerciale e deciso di dare un taglio netto allo sfruttamento di manodopera pagata poco e pure in nero, se non quando in età minore. 
Dopo l'acquisto si stoffe "pregiate" e lungo peregrinare per siti, negozi e sartine improvvisate, comprendendo anche l'analisi dell'usato, fatto un rapido calcolo con la disponibilità economica a disposizione, sempre erosa dalle sanguisughe affamate delle fatiche altrui, optò per quello che si poteva permettere... poco più di un giocattolo di plastica, preso per corrispondenza, pagato poco (ovviamente in offerta). Lo provò, il sogno della sartina svanì per passare in soffitta e nessuno seppe più nulla dello stilista deluso ma determinato a riprovarci. Passati alcuni anni, unamico ebbe la necessità di ricostruire la custodia per gli occhiali, con della pelle squoiata dalla fidata valigetta 24ore messa in un angolo dopo anni ed anni di onorato servizio.... ma questa è un altra storia.... 
Eh si, devo cucire dei lembi di pelle morbida, perchè la custodia attuale è talmente consumata che non ci si fa proprio una bella figura con dei clienti fighetti e sempre pronti a giudicare gli altri basandosi su mere apparenze. Comunque... appena provo a rimettere in sesto la macchinetta... il motorino gira a vuoto... ullallà... l'avevo usata solo una volta per costruire le custodie degli attrezzini che porto con me in bicicletta durante le escursioni estreme... 
Apro l'interno... il solito ingranaggiuo di plastica, quello montato sul perno del motorino.... crepato... maledetto. E' da sostituire e lo scatolone che contiene centinaia di motorini recuperati da stampanti, fax, scanners, fotocopiatori ecc... non mi aiuta, numero denti diverso, foro passante troppo piccolo o troppo grande, materiale inadatto, era troppo bello per crederci. Mi manca un pezzettino microscopico e dovrei buttare il giocattolino? Nonono, non mi arrendo proprio, a costo di farlo di legno. E poi...alcune migliorie no? magari un PWM per regolare la velocità.... un braccio più lungo e sagomato per l'orlo dei pantaloni... una lametta per tagliare il filo quando serve a portata di mano, dei supporti multipli per rocchetti di vario colore.... vedremo....
Il giocattolo, la mini macchina da cucire è un insieme minimale di perni ed ingranaggi. Cucitura a passo fisso, niente zig-zag, niente regolazione della velocità, niente avvolgitore per i rocchetti.... il minimo indispensabile per unire due lembi di stoffa, niente di più... come ci si aspettava. Per realizzare delle piccole custodie, delle bustine con chiusura a velcro, magari può andare più che bene, forse anche per riparare strappi o per piccoli interventi. Per confezionare vestiti nemmeno a parlarne dai. Ma un buon laboratorio deve avere anche qualcosa per cucire, tra un forno di fusione ed una smerigliatrice a nastro. L'importante è essere autosufficienti, che la catastrofe economica e sociale è ormai alle porte. Alla prossima, imbecilli.

P.S.  Camaleonte si mangia chi insetto si fa. Ripeto: Camaleonte si mangia chi insetto si fa.