lunedì 24 giugno 2013

Termoconvettore Ardes mod. 465

E prima o poi si doveva rompere anche questo, che mi è stato consegnato con la solita premessa..." ...dacci un occhiata che fa un rumore strano... ". Ok. E' più la curiosità che mi spinge ad accettare di fare questi favori che altro (oltre al fatto principale che è del mio unico scoiattolo preferito). L'apparecchio è un termoconvettore, o a dirla più raso terra, uno scalda aria, da 1000 o 2000 watt, adatto per piccoli ambienti, tipo il bagno con la doccia. D'inverno, in un appartamento riscaldato a legna è una manna dal cielo (che il gas ormai tra costi fissi ed iva costa troppo e non se lo può permettere una famiglia composta da uno studente, un disoccupato ed una pensionata). Se si usa con parsimonia l'energia elettrica solo dove serve, ci si può permettere anche questo piccolo lusso.
Per aprirlo, occorre avere la punta a "tre ali" (misura TW1 three wings), una forma particolare che si sono inventati giusto per rompere i coglioni ai riparatori ed impedire che qualche imbecille si possa far male o peggio creare danni. Non basta andare al brico e comprare il set con tutte le punte da cacciavite possibili... serve anche uno stelo lungo con aggancio della punta meno grossa per svitare quelle incassate ad una profondità calcolata per superare di pochi millimetri quella standard usualmente in commercio (nel foro non entra la parte che aggancia le punte intercambiabili). Le studiano tutte per costringerci a spendere. Io ho usato un mini cacciavite piatto e, per sostituirle, con il tornio ho ridotto il diametro di un set di viti (di recupero) con la testa a croce, prima troppo grossa per entrare nei fori. Una modifica doverosa per evitare di bestemmiare alla prossima eventuale riparazione.
All'interno, un motore, un circuito di alimentazione, due relè, un timer, un pannello di comando con ricevitore IR per il telecomando, una ventola tangenziale e l'elemento riscaldante a due stadi, 1000 e 2000 watt, niente di particolarmente attraente, a parte il motore, il circuito di alimentazione, i due relè, il timer, il pannello di comando con ricevitore IR per il telecomando, la ventola tangenziale e l'elemento riscaldante a due stadi . 
Il problema è subito evidente. I supporti del motore, quelli inferiori rispetto il piano di montaggio a muro del ventilatore, sono andati, crepati, frantumati, disintegrati. Ad un analisi più attenta, anche i due superiori presentano delle crepe...mancava poco ed il motore cadeva del tutto. Le viti di fissaggio delle fascette metalliche entravano in un supporto vuoto e le probabili vibrazioni hanno fatto il resto, dato che le fascette metalliche erano direttamente a contatto con il motore. Per riparare?? Occorre premettere che l'apparecchio non tornerà come nuovo, ovvero la riparazione è da intendersi provvisoria. Ciò a causa dell'estrema fragilità della plastica del contenitore ed ad un errore di progettazione congenito. Vorrei suggerire agli "ingenieri" del piffero che hanno "progettato" questo ciòttolo del menga, a questi "dottori" scaldasedie, di farsi una visitina al sito di un loro collega, uno di quelli bravi davvero e che merita rispetto in quanto uno che sa mettere a frutto la propria preparazione accademica, rintracciabile all'url http://www.metaingegneria.com. cit.:"Dal 1996 siamo specializzati nella realizzazione di: Calcoli strutturali mediante analisi agli elementi finiti, Analisi Fluidodinamiche numeriche, Simulazioni cinematiche multybody. Basandoci sui risultati delle simulazioni indirizziamo e ottimizziamo componenti e macchine" (pubblicità gratis...mi manderà un bonifico?? :-D. 
Ecco... uno studio serio avrebbe sicuramente evitato una rottura del genere, in un elettrodomestico per il quale si sarebbe sicuramente speso qualche euro in più, in cambio di una maggiore durata e robustezza. 
Premessa a parte, ho optato per la ricostruzione dei supporti danneggiati riempiendo le cavità con della termo-colla dura. Lo so, termo-colla ed apparecchio riscaldante non vanno d'accordo e mi sa dovrò intervenire nuovamente con una soluzione diversa, ma spero che la ventola convogli all'esterno il calore ed il motore resti indenne. Ad avere un pò di tempo e pazienza è possibile sostituire la base plastica con una base metallica ben isolata (alluminio) e riutilizzare il coperchio bianco che andrà fissato con qualche soluzione artigianale (non certo impossibile anche se ho constatato la stessa fragilità nel materiale plastico del coperchio). 
Con l'occasione ho ammortizzato il motore con un sottile strato di gomma, recuperato dalla camera d'aria da mountain bike che ha ceduto dopo 6 anni di onorato servizio in condizioni davvero estreme (una foratura infinitesimale). Avrei potuto usare al posto della termo-colla, della colla epossidica bi-componente (sicuramente più resistente) ma difficile da iniettare nelle cavità in quanto poco fluida.
Ok, spero che duri per un pò e che possano morire le discariche.  Inoltre ne ho approfittato per pulire la griglia riscaldante (piena di polvere e quindi meno efficiente) e la ventola (su cui si deposita sempre uno strato di polvere che inevitabilmente viene messa in circolazione nell'ambiente ad ogni accensione).
Nel fare la pulizia interna ho scovato anche due nidi di insetto, una specie di vespino che nidifica costruendo un bozzolo di terra (fango). Mi immagino il numero di viaggi dalla pozzanghera sino al bagno al terzo piano solo per depositare le uova. L'apparecchio viene usato solo pochi mesi l'anno...quale miglior posto protetto dai predatori che l'interno di un termoconvettore? (LOL)
Ah, dimenticavo...non ho idea di quanto costi ma... evitare di acquistarlo sarebbe solamente una rinuncia di un elettrodomestico di scarsa qualità, progettato malissimo, poco durevole, inaffidabile, mangia risparmi e francamente bruttino (de gustibus...). Meglio spendere qualche euro in più, evitando i giudizi e le recensioni prezzolate che si trovano in giro per la rete. Alla prossima. 

P.S. Il nido è vuoto. Ripeto: il nido è vuoto. 

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Magari i supporti motore erano rotti perchè il termoconvettore è caduto per terra da un mobile. Magari non era progettato così male..

unamico ha detto...

nono, posso assicurarti che non è caduto. era fissato al muro sopra la porta del bagno e da lì non si è mosso. Quel tipo di rottura, a mio avviso per "fatica" dei materiali, denota come non si sia proceduto con l'eliminare le inevitabili vibrazioni del motore (seppur minime) e con la scelta dei sostegni "vuoti" di plastica, quest'ultimi a mio avviso molto fragile per la funzione cui sono chiamati a svolgere. IMHO ovviamente.

Unknown ha detto...

curiosità quanto tempo dopo la fine della garanzia si è rotto?

unamico ha detto...

non lo so se la garanzia è scaduta o meno ma... se era in garanzia vorrei segnalare la difficoltà di recupero dei diritti rivolgendosi al negozio chiuso per fallimento. Se non era in garanzia... possiamo pensare anche ad un "obsolescenza programmata"? in ogni caso nulla toglie alla IMHO pessima qualità o estrema fragilità del manufatto. Posseggo elettrodomestici (involucro in plastica) da più di trent'anni e funzionano ancora perfettamente senza il minimno segno di cedimento...... un motivo ci sarà. Grazie per la domanda.

Anonimo ha detto...

La rottura non e' un caso, si chiama obsolescenza programmata. Secondo te chi ha progettato l'apparecchio non era in grado di capire quanto avrebbero retto i supporti alle vibrazioni del motore ed al calore? E' una volonta' deliberata. Ho visto supporti in lega d'alluminio sbriciolarsi a comando su elettrodomestici di fascia bassa. Comunque per le rotture dei supporti di plastica, sempre molto difficili da riparare, posso suggerirti un barattolo di vetroresina. Una volta spalmata intorno al pezzo rotto diventa molto piu' resistente dell'originale. Inoltre puoi sagomarla, forarla ecc. In mesticheria. Ho trovato il tuo sito cercando di riparare la AL89X.

unamico ha detto...

Grazie del consiglio. in "emergenza" non avendo la resina ho optato per quello che avevo. sicuramente migliore la tua soluzione. PEr la lavatrice... sto valutando di sostituire la scheda con un Arduino e riscrivere il firmware in funzione di cicli di lavaggio personalizzati... he he he open source ed open hardware ovviamente. Sarà un progettino per passare l'inverno. Ciao