domenica 13 novembre 2011

Decoder SK* Amstrad DRX500I

E di questo ciottolo che ci faccio? Un decoder satellitare obsoleto. Io che la TV non la guardo da molti anni ormai trovo questo oggetto inutile ed inutilizzabile. Lasciamo perdere l'opinione che ho circa i programmi televisivi. Concentriamoci invece sui pezzi che si possono recuperare da questo maledetto apparecchio diabolico. La prima cosa che mi viene in mente è il lettore di smart-card da riutilizzare in qualche progetto, tipo controllo accessi per l'apertura delle porte. Che altro? le prese scart, la seriale, la presa d'antenna, le prese audio ed i componenti interni. Anche il box metallico potrebbe essere riutilizzato. Lo devo ancora aprire. Prima voglio però cercare in rete se qualcuno ha provveduto a modificarlo. Mi piacerebbe riscriverci il firmware per la ricezione dei canali liberi, anche se non credo che ci sia qualcosa di interessante da vedere che già non si trovi in rete. Credo che i decoder siano il palliativo per quei cavernicoli che non sanno usare un computer, analfabeti della tecnologia... ben gli sta di pagare 20 euro al mese per guardare dei programmi di mer*a e magari non avere nemmeno i soldi per pagare le bollette o per mangiare. Strana bestia l'unano. Alla prossima.

P.S. I Troll sono al buio. Ripeto: I Troll sono al buio.

UPS Microdowell B-100 - riparato

Altro ciarpame e conseguente attività di recupero. Un gruppo di continuità è indispensabile per chi usa i PC in rete domestica per mantenere sempre on-line il main server....e chi ormai non ce l'ha? Per cui, appena se ne riceve uno in regalo, con l'assicurazione che  "funziona...", la prima cosa da verificare è se è in grado di fare il suo dovere. Quello in foto è figlio del concetto "conviene buttare e prenderne uno nuovo". Non sono d'accordo. Già il peso dà un indicazione che vale la pena di recuperarlo....ha anche una presa USB ed una seriale per collegarlo al PC e controllarne lo stato di "salute". Tempo un minuto e lo provo... ci attacco una semplice lampada da tavolo e verifico se è in grado di alimentarla senza la 220, dopo aver atteso un pò per lasciare il tempo alle batterie di ricaricarsi. La prova è più uno scrupolo personale per verificare se l'elettronica è a posto e se è in grado di intervenire in caso di black-out. Il collaudo mi indica che è tutto a posto a parte l'autonomia...pochi secondi... batterie da sostituire ovviamente. Per rimuoverle basta togliere due viti nel fondo per aprire il vano che le contiene. E' meglio togliere anche il coperchio tenuto in sede da altre 4 viti nel retro. 
ATTENZIONE: occorre maneggiare con cura i circuiti interni che, anche ad apparecchio spento, potrebbero essere ancora alimentati dalle batterie. la prudenza è d'obbligo per evitare scosse mortali da folgorazione. All'interno troviamo 2 batterie al piombo, sigillate, DiaMec DMU12-8 (12V8Ah) collegate in serie. Per sfilarle occorre accompagnare i due cavi rosso e nero, facendo attenzione a non rompere le linguette delle batterie. Se ci sono dei rigonfiamenti accentuati del contenitore (come quelli rinvenuti), l'estrazione può essere più difficoltosa. La sostituzione è comunque abbastanza facile ed in commercio non è difficile trovare dei ricambi. Con un costo di 40 euro al massimo si riesce di riportare a nuova vita l'apparecchio.  Vediamo le caratteristiche. Il modello in questione è da 600Watt per un autonomia di 20 minuti (con batterie efficienti ovviamente). Più che sufficienti per un piccolo server o per un portatile privo delle sue batterie (che anche quelle si esauriscono in fretta). Non è particolarmente ingombrante con i suoi 30 centimetri di profondità e nemmeno il peso di 11 Kg rappresenta un problema. Era coperto da 3 anni di garanzia ed ad oggi risulta fuori produzione....chissà quale fantastica "innovazione" tecnologia ne avrà decretato la morte.... funziona, che bisogno c'era di sostituirlo con un nuovo modello? Ah dimenticavo...il marketing... maledetti creativi...uccidetevi!. Alla prossima. 

P.S. il cervo ha perso le corna. Ripeto: il cervo ha perso le corna.