lunedì 31 agosto 2009

LCD e VGA - connessioni

Mi hanno consegnato un portatile preso a calci, calpestato, massacrato chissà per quale ragione. Lo schermo LCD e la mother board si sono salvati dalla furia distruttiva. E' da tempo che sto cercando un sistema per recuperare gli schermi LCD dei computer portatili per farci uno schermo aggiuntivo, collegato alla VGA di un PC o a quella aggiuntiva dei PC portatili come secondo schermo. In rete si trova qualcosa, un paio di progetti spiegati malissimo o schede di interfaccia dal costo astronomico. Allora ho deciso, nelle pause di lavoro, di indagare sul tipo di segnale necessario a comandare l'LCD privo di interfaccia VGA. In mancanza di uno schema dei collegamenti e dello schema del connettore interno, del quale mi risulta non esiste in giro nemmeno uno standard, occorre spingersi oltre i limiti ed inventarsi qualcosa. Un metodo può essere quello di provare ad individuare il chip grafico e trovare la corrispondenza dei fili in uscita verso il connettore. In mancanza del datasheet del processore grafico, meglio lasciar perdere oppure tentare di indovinare utilizzando un pò di esperienza. In questo caso specifico, il processore grafico è un chip della Cirrus Logic siglato CL-GD6245-64VC-A. La sigla è "parlante".
CL indica il produttore (iniziali),
GD = Graphic Display,
6245 = part number
65 = data rate (65MHz)
V = Pack type
C = Temperature (commercial use)
A = Revision
Questi dati li ho desunti dal datasheet di un chip simile della stessa casa produttrice.
Leggendo le specifiche si intuisce che i dati inviati all'LCD sono digitali a 8 o 16 bit. Vanno gestiti inoltre il video e line clock, il frame start pulse ed un segnale di modulazione che francamente non ho ancora capito a cosa serva. Sperando che la piedinatura del processore "simile" reperito in rete non sia differente dal modello in esame, con un tester è possibile seguire i segnali dal chip al connettore e capire così quali segnali inviare a seconda dell'utilizzo che se ne intende fare. Per scovare il significato dei fili, si può fare anche all'inveerso, ossia analizzare il chip posto nel pannello LCD.

Per interfacciare i segnali VGA all'LCD occorre progettare un interfaccia analogico digitale... che per minimizzare l'uso di componenti, è preferibile l'uso di FPGA con lievitazione dei costi di progettazione. Se invece si preferisce usare il pannello LCD direttamente collegato ad un micro processore, allora occorre generarsi la sequenza di dati e segnali tramite software. Anche in questo caso il lavoro è fuori la mia portata, per ora. Per iniziare, mi basterebbe riuscire ad accendere un solo pixel, dove voglio io. Da questo risultato, procedere con la realizzazione di un interfaccia comandata da un processore ad hoc è un "gioco da ragazzi". Se non ho capito male, al pannello occorre mandare fra un impulso di frame e l'altro, in sequenza il valore in byte di ogni singolo pixel del pannello per poi ripartire dal primo all'ultimo. La cosa è semplificata dal fatto che il pannello in questione credo sia monocromatico. Il connettore infatti ha solo 13 fili (massa compresa). Se quindi in teoria fisso a 1 gli 8 bit da inviare in sequenza per ogni pixel, e continuo ad inviare "uni", allora se ho fatto bene i conti dovrei accendere tutti i pixel dell'LCD (o spegnerli). So che il pannello LCD è da 640X480, quindi 307.200 pixel da accendere con 8 bit ciascuno, ovvero 2.457.600 bit da inviare in sequenza...in quanto tempo fra un frame e l'altro?? boh. devo approfondire. So che il processore, per simulare i toni di grigio regola il tempo ON/OFF di accensione e spegnimento di ogni singolo pixel. Occorrerebbe un buon analizzatore di stati digitale e un oscilloscopio da laboratorio per comprendere meglio i processi di invio dati. In mancanza di quello, vorrei provare ad accendere spegnere anche dei pixel a casaccio per iniziare. Credo sarebbe didatticamente un buon inizio per poi sviluppare qualcosa di più evoluto, magari un digital frame che sembra vadano di moda in questo periodo ma a 15 pollici. Vedremo, alla prossima.

P.S. Biancaneve odia i nani. Ripeto: Biancaneve odia i nani.

e-scooter - Problema meccanico

Mi scontro sempre con i problemi meccanici. sono un pò attrezzato per quelli elettrici ed elettronici, ma la meccanica è per me un ostacolo. Nel rigenerare le parti metalliche dalla ruggine, spazzolata e verniciata con vernice effetto cromo, trovo un raggio della ruota posteriore spezzato. Per sostituirlo, dovrei smontare la ruota dentata della trasmissione a catena e la scodella metallica fissata (a pressione) al mozzo che ospita il meccanismo di frenata. Operazione quasi impossibile senza attrezzi. La corona dentata (sulla quale è poi avvitata un altra corona dentata più grande per la demoltiplica dei giri del motore), richiede una chiave particolare che non ho. La scodella del freno "a tamburo" ho provato a toglierla con un estrattore ma appena ho notato che tende a piegarsi, ho desistito. Purtroppo non posso prendere una ruota nuova se non si riesce a togliere la scodella del freno (così ho la scusa per non comprare, in ottemperanza allo sciopero della spesa che continua ad oltranza e che ho indetto molto tempo fa su scala nazionale).
Domani provo ad andare dal mio biciclettaio di fiducia per vedere se mi da una mano. Così ne approfitto per fare il tagliando alla mia mitica MTB da escursione e gran turismo... ogni 1.000 km ci vuole un lavaggio ed ingrassaggio approfondito, oltre alla registrazione del deragilatore, del cambio e dei freni, olio, livelli, filtri ecc.ecc.... Alla prossima.

Aggiornamento: la scodella del freno era solamente avvitata...per fortuna. Che stupido non averci pensato io. Raggio riparato, procedo con la sistemazione dei cuscinetti e della ruggine da togliere e riverniciare con vernice tinta cromo.

P.S. Il mio braccio destro è sveglio. Ripeto: Il mio braccio destro è sveglio.

sabato 29 agosto 2009

SAGEM MY 3036

Pausa di lavoro. Ci vuole un attività di relax. L'occhio cade su un rudere di telefonino, distrutto dall'uso dissennato di chi si può permettere un cellulare ogni tre mesi. Cover distrutta e display pieno di polvere. Chissà dopo l'ultimo uso dove è stato a lungo parcheggiato. E' un Sagem MY 3036 con un bellissimo display retroilluminato blu. L'LCD è funzionante, assieme a tutte le altre funzioni previste dall'apparecchio. L'LCD è ancora di quelli con i contatti appoggiati su una specie di gommino conduttivo, senza flat di collegamento, e si apre in tre parti rivelando il foglietto di plastica per la diffusione della retroilluminazione. Senza la mother board è quasi impossibile recuperarlo se non per un altro cellulare guasto. Di ri-utilizzarlo per qualche progetto... la vedo dura. Decido comunque di sezionarlo a dovere, ai minimi termini, giusto per soddisfare la curiosità di capire le diverse tecniche di costruzione e progettazione evolutesi nel tempo. I componenti sono elencati in foto. Un antennino, microfono microscopico (per costruire qualche microspia, un micro altoparlante, il motorino piatto per la vibrazione (per qualche robottino) e una moltitudine di micro led blu, bellissimi, questi si per qualche progetto. Processore ed elettronica sono nascosti sotto delle piastre di schermatura, ma immagino memorie flash, eeprom e altri componenti micro smd da recupero. Metto tutto da parte, non si sa mai in futuro. La batteria in particolare è Li-ion, una smart battery con i 2 terminali di comunicazione SMBus pronti per essere attivati in lettura per qualche indagine o esperimento sul loro funzionamento. Credo che l'apparecchio sia valutato attorno ai 3 euro, per cui, provo e venderlo a pezzi così forse rientro delle spese. Alla prossima.

P.S. Notte blu in riviera di ponente. Ripeto: Notte blu in riviera di ponente.

mercoledì 26 agosto 2009

Samsung SGH-U600 - riparazione cover

L'incauto acquisto effettuato su "ebai", mea culpa, aguzza l'ingegno. Ho un problema. Il cover viola del Samsung SGH-U600 arrivato via corriere è inutilizzabile a causa del cavo flat strappato in fase di smontaggio da un privato privo di conoscenze tecnico-meccaniche in materia di cellulari. Il cover originale ha la parte in plastica trasparente, rotta e va sostituita, per fortuna solo quella. Ergo, occorre recuperarla con uno smontaggio ai minimi termini. Il cover frontale è composto principalmente di tre parti:

  1. Il cover frontale vero e proprio
  2. Il telaio di supporto
  3. La finestra trasparente

Il cover frontale è fissato al telaio tramite dei "chiodini" in plastica che entrano in dei fori piccolissimi e che vengono successivamente allargati nella parte eccedente con il calore. Per separare queste due parti occorre farli saltare esercitando con l'apposito attrezzo una leggera leva, delicatamente, sul bordo del cover. Bisogna fare moltissima attenzione in quanto alcuni punti sono più legati saldamente di altri e si rischia di rompere qualcosa. Nel caso più favorevole, salta solo la parte eccedente (quella fusa) mente il piolino resta integro.
La finestra trasparente è, ovviamente lungo il suo perimetro, incollata al cover e con un pò di pazienza è possibile separarla. Nel telaio resta fissato il joystick, i led bianchi ed il cavo flat, il cui smontaggio a prima vista sembra "impossibile"... non certo per me. Per ora mi basta aver separato la finestrella e già sto pensando a come ri-assemblare il tutto. Nella finestrella e nel telaio delle due parti resta un pò di colla residua, sufficiente a tenerla al suo posto in fase di ri-assemblaggio. Per ovviare alla rimozione distruttiva dei piolini fatti saltare all'inizio, si può pensare ad un pò di colla cianoacrilia, sperando di non dover mai più effettuare un lavoro simile. E' comunque un operazione che nessun centro di assistenza farà mai, preferendo la sostituzione dell'intero blocco frontale che sembra più rapida e meno costosa, non fosse per il fatto che la parte di ricambio nuova la si trova in rete a 69 dollari... se ci si aggiunge diritto chiamata e lavoro di riparazione, l'intervento potrebbe superare il valore attuale dell'apparecchio. Vi terrò aggiornati sugli sviluppi non appena arriverà lo schermo LCD ordinato ad "oncong". Un piccolo problema mi rimane però. Mi restano in casa la tastiera, il copri batteria, la slitta ed altre parti che difficilmente userò...che faccio, le vendo o aspetto qualche altro danno del terribile ammazza-telefonini?? Alla prossima.

P.S. Viola odio e metallo fuso. Ripeto: Viola odio e metallo fuso.

Samsung SGH-U600 - rotto

E si deve essere sparsa la voce. Stavolta è la mia compagna a farsi avanti. L'ennesimo telefonino avuto in regalo da chi ne ha almeno 10 in una famiglia di 3 persone. Purtroppo, l'abbondanza di dispositivi di comunicazione mobile è sempre accompagnata da una scarsissima cura nell'uso, dato che vengono considerati ormai alla stregua di fazzolettini usa e getta. Poco male, non è un mio problema. Il figliolo, durante un gioco di mano gioco di villano, combina il patatrac. Cover e schermo LCD spezzati. Due danni in un colpo solo. complimenti! In foto è visibile la tipica conformazione dell'immagine che si nota negli LCD spezzati e rotti.
Il modello è un Samsung SGH-U600, sottilissimo e davvero carino, con coperchio a slitta e dal colore viola metallizzato (speriamo atossico). La valutazione attuale si aggira attorno ai 120 euro. Peccato buttarlo. Allora decido, su insistenza della compagna che se ne è innamorata, di tentare una riparazione in economia. Di mandarlo al centro assistenza nemmeno a parlarne, dato che la garanzia è scaduta poco prima mi venisse consegnato e molto dopo il fattaccio (ma perchè non si è informata prima?? boh). Sono da sostituire il cover e lo schermo LCD. Non deve essere difficile. L'acquisto dei pezzi usati è facile in rete, 7 euro per il cover e 14 per lo schermo LCD (quest'ultimo dalla cina ovviamente, e che so scemo a finanziare i nostri diversamente onesti commercianti?). Il cover però, mea culpa, ha un problemino. Non me ne ero accorto all'acquisto. Proprio il pezzo frontale che mi serve è stato smontato in modo barbaro. Il cavo flat di collegamento con la mother board è strappato e va sostituito. Sarà una vera impresa che meriterà un post a parte. Non è infatti previsto come parte di ricambio e fa parte integrante del coperchio. Occorrerà rimuovere i punti di saldatura plastica con una fresetta in entrambe le parti (guasta e sana) e scambiare i pezzi, poi cercherò di incollare il tutto (cianoacrilica o epossidica??). La vedo veramente dura. In attesa dei dettagli, che attualmente non sono documentati in rete, resto in attesa dello schermo che ci metterà una settimana se tutto va bene ad arrivare. Solo quando arriverò procederò con lo smontaggio, prima no. Alla prossima.

P.S. La mia barba è bionda e Felice non è felice. Ripeto: La mia barba è bionda e Felice non è felice.

Nokia 6288 - schermo lcd guasto

Càpita, le rare volte che esco di casa, di incontrare gli esseri "unani" che popolano questo pianeta, assillati dal male del secolo. Il cellulare guasto! Oddio!! e ora?? Questi esserini, incapaci ormai di farne a meno, sono stati ammaestrati in questi casi, come delle scimmiette, a rivolgersi ai centri assistenza (più o meno "autorizzati") o peggio ai rivenditori, i quali conoscendo perfettamente le disastrose conseguenze di un tale stress mentale, approfittano della situazione per aumentare i propri profitti e diffondere l'abitudine diffusa che conviene gettare invece di riparare e comprare, comprare, comprare....
La proprietaria mi abborda con cautela, conoscendo il mio punto di vista in merito ai mammiferi bipedi, ed attacca bottone. "Mi si è guastato il cellulare...mi è caduto per terra ed ora il video non si vede più..." ??? "il rivenditore mi ha detto che servono più di cento euro per ripararlo e francamente conviene prenderne uno di nuovo...".
"Però...ho dentro i numeri di telefono e non riesco a recuperarli... sapresti tirarmeli fuori?..." Rispondo:"Nessun problema, dammelo assieme al caricabatteria ed al cavo di connessione del PC e ci penso io...". Alla conversazione assiste il figlioletto di appena 16 anni, il quale dopo aver captato la parola "computer" si intromette..." ma io ho il portatile ed il CD originale... ci penso io...". OK. Problema risolto allora, lasciami bere in pace il mio caffè e vaffanchiulo. Dopo una settimana, in occasione di un incontro occasionale mi vedo consegnare telefonino e cavi... ne deduco che il "genietto dei PC" abbia fatto cilecca, come spesso accade con questi "gggiOvani" presuntuosi e saputelli.
Porto il dispositivo in laboratorio ed inizio con la diagnosi. Il modello è un Nokia 6288 con apertura a slitta. Il cover è senza il profilo di copertura esterno (scoprirò poi smarrito dal genietto di prima). All'accensione il dispositivo presenta lo schermo nero, e la musichetta tipica dei nokia induce a pensare che l'elettronica interna sia perfettamente funzionante ed il problema sia localizzato nello schermo LCD. Dopo pochi secondi dall'accensione, iniziano a comparire delle bellissime righe verticali colorate (vedi foto). Giusto per verificare se il problema si sia già verificato, una rapida googlata mi informa che altre persone hanno sofferto del problema e mi sono soffermato a leggere i consigli pubblicati... c'è davvero da ridere. I soliti genietti consigliano di aggiornare il firmware del telefonino, attacca e stacca la batteria, fai una giravolta e se non funziona così...udite...vai al centro assistenza più vicino...deficienti. Dai sintomi si capisce al volo, senza essere dei tecnici, che occorre sostituire l'LCD. In rete sono documentate le istruzioni per la sostituzione, un pò di manualità e 1 minuto di "lavoro". Il pezzo lo si può trovare anche su "ebai" a cifra che variano dai 14 ai 60 euro (14€ spedito). Tempo di attesa 3 giorni ed il telefono con 20 euro torna come nuovo (ad oggi sembra quotato attorno ai 100-120 euro). Allora decido come segue. Sono stato incaricato di estrarre i numeri di telefono. Si può agire in tre modi.
Metodo 1 - Si toglie la micro SD e la si monta su un adattatore in modo da leggerla direttamente con una linux box.
Metodo 2 - Si usa il Cd in dotazione al telefono e l'apposito programma per quel sistema operativo che non voglio nemmeno nominare.
Metodo 3 - Si può utilizzare il comando (da una console testuale in linux)

gnokii --getphonebook ME 1 end -r > rubrica_nokia_6288.txt

Il parametro ME indica di "dumpare" la Memoria del telefono, i parametri "1 end" indicano di estrarre dalla posizione uno sino alla fine (tutti). Il parametro -r indica che l'estrazione deve essere di tipo raw e produce un file di testo che potrà essere modificato a piacere contenente tutti i numeri memorizzati.
Tempo 3 minuti ed il gioco è fatto, "cliente" contento, lavoro gratis... è più un favore personale che un lavoro. anche se odio "l'unanità", ciò non significa che debba dare il cattivo esempio.
Ora, giusto per screditare per l'ennesima volta i peracottari delle rivendite di telefonini ed i centri di "assistenza" impigriti dall'avidità e dalla voglia di profitto, dato che il proprietario rinuncia alla proprietà del telefonino (lo butta), decido anche di riparalo. Acquisto a 14 euro lo schermo, lo sostituisco et voilà, funziona a meraviglia come prima. Torno dal proprietario e lo propongo a 20 euro, felice di osservare la sua espressione di stupore. E' stato ben contento di "riacquistarlo". Un altro essere "unano" convertito alla riparazione onesta alla faccia del consumismo.
Vorrei concludere con alcune riflessioni in merito alle affermazioni di cui sopra.
Quando vi dicono "Conviene buttare e prenderne uno nuovo" chiedetevi a CHI conviene e sulla base di QUALI premesse.
Valutare le basi dei calcolo delle premesse può essere un esercizio difficile, ma praticabile, per chi è superficiale. In realtà CONVIENE informarsi e CERCARE gente onesta con la passione del lavoro.
I commercianti sono un branco di gente avida che pensa solo al proprio profitto. Guai a credere che siano lì per aiutarci e per "soddisfare le nostre esigenze".
I centri di assistenza sono popolati da tecnici che non hanno più voglia di lavorare e da persone che cambiano pezzi a prezzi imposti dalle case produttrici.
Le case produttrici che "autorizzano" dei centri di assistenza in realtà stanno diffondendo dei centri per la rivendita di ricambi a prezzo gonfiato alla faccia del libero mercato e della libera concorrenza.
E che tali riflessioni restino patrimonio dell'unanità. Alla prossima.

P.S. La mucca non da latte e Giacomone bacia Maometto. Ripeto: La mucca non da latte e Giacomone bacia Maometto.

martedì 25 agosto 2009

e-scooter - Prove tecniche (II)

Giusto per liberare un pò di spazio in laboratorio e man mano dare sfogo ai progetti in corso di sperimentazione, ho deciso di procedere con il modding dello scooter elettrico di cui al post precedente. Ho deciso di eliminare tutte le cianfrusaglie richieste dalla legge, visto che la mancanza dei pedali rende l'aggeggio completamente fuori norma (stupida). Via fanalini, stop, frecce clacson e pannello indicatore a led della velocità e della carica batteria, quest'ultimi due troppo banali ed esteticamente orrendi per essere degni di unamico. Il mezzo non potrà circolare per strada ma in un capannone privato o in un grande cortile si. Per cui si può pensare ad utilizzarlo come monopattino per gli spostamenti veloci in grandi spazi chiusi. Importante quindi eliminare un pò di peso, carrozzeria e carentaura compresa. Telaio nudo senza sellino, così è deciso. Dopo essermi assicurato che il carica batteria fosse funzionante ed aver caricato le due batterie in serie da 12 volts nominali, ho voluto effettuare alcune misurazioni a vuoto. Dopo aver ripristinato i collegamenti essenziali alla centralina sigillata, ecco alcune misure come da elenco che segue:

  • Tensione di ricarica: 28 Volts
  • Tensione batterie appena terminata la carica: 23,8 Volts
  • Tensione batterie dopo 5 minuti di funzionamento: 23,2 Volts
  • Corrente assorbita a regime del motore senza carico 1,2 Ampère
  • Corrente allo spunto (teorica) 3-4 A

Quest'ultimo dato è da prendere con le pinze in quanto desunto dalla misura fatta con uno stupidissimo tester da pochi euro. Il motore è targato 24 volts 14 Ampère 250 Watt, il massimo consentito dalla legislazione (stupida) in vigore attualmente.
Sento la mancanza di un oscilloscopio (nessuno ne ha uno da regalare?) per misurare i transitori all'avvio, l'assorbimento del motore allo spunto, le forme d'onda di alimentazione del motore (sicuramente in PWM). Contrariamente a quanto detto nel post precedente, la manopola dell'acceleratore non è a potenziometro ma ad effetto di hall. Un sensore a tre terminali varia le sue caratteristiche all'avvicinarsi (e allontanarsi) di un piccolo magnete a forma di barretta ricurva inserito nella manopola che gira. Me ne sono reso conto solo smontando il tutto (con l'ansia di non romperlo o di non saperlo rimontare). Da notare una cosa. A manopola rilasciata il perno del motore, in assenza di carico meccanico, gira molto lentamente, segno che a scooter fermo e chiavi inserite su ON, il consumo di corrente, anche se minimo, c'è. Guai quindi a lasciare il mezzo fermo con le chiavi inserite, si rischia dopo un pò di tempo di non ripartire più. Un apposito connettore della centralina prevede la funzione di spegnimento della centralina all'apertura dei contatti. In fase di modding, dato che un interruttore a chiave non ha molto senso, sarà possibile recuperare l'interruttore generale per il fanale davanti per l'avvio o lo spegnimento del motore, magari in serie all'interruttore del freno per staccare il motore in fase di frenata ed evitare surriscaldamenti inutili.
Per la spia di alimentazione, si può recuperare l'indicatore a barretta di led rettangolari collegato direttamente ai poli della batteria, a valle dell'interruttore di alimentazione. Credo, da alcune osservazioni e misure, che abbia una scala di due volt per led, per cui dato che sono montati 5 led in tutto, possa dare un indicazione della carica della batteria da circa 16 a 24 volts. A 16 volts non credo che il motore possa avere coppia sufficiente a muovere il mezzo. Alcuni altri dati per la futura progettazione:

  • Peso del pacco batterie (2 da 12 volts 12A/h in serie): 7,1 Kg
  • Peso del motore a spazzole (24V 14A 250W): 2Kg
  • Peso del solo telaio nudo senza ruote,forcelle, manubrio e sellino: 4Kg
  • Peso accessori (cavi, circuiti, fanali, clacso, ecc...): 1,8 Kg

Dovrei riuscire ad eliminare, in tutto, un paio di chilogrammi a progetto terminato. Magari se un domani riesco a recuperare delle batterie al litio, forse, si potrà risparmiare ancora un pò di peso. Al tutto vanno aggiunti i miei 85Kg e la vedo dura per il motorino.
Ora posso passare alla sabbiatura del telaio per eliminare la ruggine e la cromatura della forcella davanti, ruote e manubrio. Considerato che non ci voglio spendere nemmeno un euro, credo che le parti cromate verranno verniciate di nero come il telaio, previa abbondante passata di ferox antiruggine. Mi mancano i cuscinetti per il manubrio e l'anello distanziatore interno per le sfere... dovrò rivolgermi al mio biciclettaio di fiducia per reperire qualcosa di recupero, sperando che i cinesi non abbiano misure fuori standard. A scopo didattico vorrei progettare un circuito a microprocessore che visualizza dei dati su un display LCD...di recupero ovviamente, ma questa è un altra storia. Alla prossima.

P.S. Alimentare il circuito. Ripeto: Alimentare il circuito.

lunedì 24 agosto 2009

PPTT ennesima stranezza

Prosegue la saga dell'ufficio postale cui mi rivolgo per la corrispondenza. Nella necessità di spedire un paio di fatture che in questo paesucolo di trogloditi devono essere cartacee anche se esiste la posta certificata e la firma digitale con tanto di marcatura temporale.
Come da consuetudine, giusto per evitare che le lettere restino esposte alle intemperie in una cassetta metallica esterna all'ufficio, entro e tento di consegnare le due buste già affrancate all'impiegata allo sportello, la quale, tutt'altro che indaffarata nelle sue mansioni, mi accoglie con un "...è arrivato il rompiscatole...". Faccio finta di niente e mi avvio verso l'uscita per andare ad occuparmi del mio lavoro. Mi sento richiamare indietro a voce alta per sentirmi dire che, causa "ordini", le buste affrancate devono essere depositate obbligatoriamente nella cassetta esterna. A poco valgono le mie segnalazioni e rimostranze inerenti le problematiche connesse al deposito della corrispondenza nelle cassette postali. La mia richiesta verbale per sapere il nome di quel deficiente che ha emanato una simile direttiva cade nel vuoto. Devo per forza uscire e mettere le due buste nella cassetta. Ora cosa succederà? Un omino andrà a prelevarle per portarle dentro l'ufficio. Logico no?? Lui può, i "clienti" non devono.
Allora.... il deposito della corrispondenza nelle cassette esterne comporta delle problematiche non indifferenti. Sono in metallo per cui, dato che sono quasi sempre esposte verso sud, durante l'estate raggiungono temperature elevatissime, complice anche il colore rosso scuro cui sono dipinte. Non sono a tenuta stagna, per cui in caso di pioggia l'acqua entra, bagna la corrispondenza prodotta con stampanti a getto di inchiostro per cui addio contenuti. Se si imbuca dopo un certo orario, la corrispondenza resta nella cassetta per tutta la notte a prendere umidità ed a cuocersi successivamente al sole per lungo tempo. E' facile introdurre corpi estranei che possono rovinare il contenuto. Da sempre si è fatto così... perchè cambiare??
Ad ogni modo mai più collaborazione con le poste ma solo rigida applicazione dei protocolli. Comincerò con moduli di reclamo prestampati che non elencano mai le problematiche che si riscontrano negli uffici postali. Uno ad ogni visita. Per gli insulti ed i trattamenti lesivi della dignità procederò con la registrazione filmata di quanto accade...è in preventivo l'acquisto di una microcamera portatile e poi deciderò il da farsi. Mi spiace per l'impiegata rea di aver ecceduto con la confidenza bonariamente concessa. Prevedo trasferimenti e ispezioni in quell'ufficio, già protagonista in passato di precedenti e numerose sanzioni a danno di impiegati fancazzisti e rompicoglioni. Sarà che l'ufficio è piccolo, solo due sportelli, per cui ci mandano solo gli impiegati in punizione i quali dimenticano in fretta che noi siamo i CLIENTI e loro sono al nostro servizio, dato che li paghiamo profumatamente. Ieri ho ordinato un pacco dalla cina che mi verrà consegnato in 7 giorni al costo, udite udite, di 2 dollari. Qui per un paccocelere devo spendere almeno 9 euro e sorbirmi pure le accuse di rompicoglioni per richiedere un semplice servizio. Ci sarà qualcosa che non va in questo paese, ma sono un pò stanco di dover continuamente pagare per nulla. Alla prossima.

P.S. Giano è bifronte. Ripeto: Giano è bifronte.

domenica 23 agosto 2009

Manutenzione Dell I6000

Sono il felice possessore di un "vecchissimo" portatile Dell Inspiron 6000, da molti venditori di marche concorrenti definito una ciofeca. Non è malaccio come macchina per lavorarci, anche se mono processore a 1.7GHz ma con una distro Linux tiene ancora bene e può essere utilizzato per qualche anno senza troppi problemi. Da un pò di tempo però, scalda come una centrale termonucleare. L'utility lm-sensor segnala temperature della CPU che vanno ben oltre i 67 gradi, dopo alcuni minuti di utilizzo nella visualizzazione di filmati. La ventola inizia a soffiare pochi minuti dopo l'accensione ed il piano di appoggio scotta... troppo.
Questi sintomi indicano, senza ombra di dubbio, che il percorso dell'aria che dovrebbe raffreddare il dissipatore della CPU è intasato da polvere, ostruito da qualcosa che impedisce il corretto deflusso dell'aria calda. Il sistema di dissipazione del calore è formato da un corpo di rame appoggiato sulla CPU tramite della pasta termoconduttiva. Un tubo di rame (pipe heat) trasporta il calore su un radiatore formato da tante lamelle distanziate l'una dall'altra. Attraverso gli interstizi viene fatta passare dell'aria a temperatura ambiente, fatta defluire con l'aiuto di una ventolina comandata dall'elettronica di comando al raggiungimento di una temperatura prestabilita. In condizioni di funzionamento normale la temperatura della CPU dovrebbe aggirarsi attorno ai 35 - 40 gradi. Dopo un prolungato uso quotidiano (il tempo dipende dall'ambiente di utilizzo), il radiatore tende ad intasarsi e le pale della ventola tendono a ricoprirsi di polvere. La rapidità con cui si forma la polvere ed il "legante" dipende dall'ambiente in cui si lavora e dalle modalità di utilizzo. Tempo fa ho pulito un portatile il cui proprietario tendeva a lavorare con lo stesso appoggiato sui pantaloni (in viaggio) o sul letto dell'albergo. Come risultato, all'interno del percorso di deflusso dell'aria era presente una quantità incredibile di pelucchi raggrumati a mò di palla di lana. Tale intasamento è facile da pulire. Basta una pinzetta e un pò di aria compressa. Diverso discorso per i fumatori. All'interno dei portatili utilizzati in ambienti frequentati da fumatori si trova una "morcia" formata da pulviscolo sottilissimo impastato con una sostanza semi appiccicosa (catrame). E' il mio caso, lo so, fumare fa male e mi immagino cosa ci deve essere dentro ai miei polmoni. Per il portatile la cura c'è. La sostanza va tolta con un prodotto sgrassante (tipo il Cyclon), della carta assorbente e dei batuffoli di cotone. Per il radiatore interamente in metallo, un bagno è quasi d'obbligo, previa pulita generale con aria compressa. Una buona asciugata e torna come nuovo. Si deve fare attenzione alla parte a contatto con la CPU. Occorre togliere i residui (spesso rinsecchiti) di pasta termo conduttiva, che va rigenerata con della pasta nuova previa pulizia della CPU con alcool isopropilico.
Per la ventola il discorso è diverso. Non va bagnata in ammollo, mai. Non va pulita con l'aria compressa facendo girare a mille la ventola, col rischio di "sboccolare" i supporti del perno e renderla rumorosa alla successiva accensione (vibrazioni fastidiosissime). Al limite, nel caso del modello in foto, si può procedere con lo smontaggio completo e lavaggio solo delle parti in plastica. Gli avvolgimenti in rame smaltato del motorino vanno lasciati in pace, lontani dai liquidi. Se non si ha la pazienza di smontare pezzo per pezzo il tutto, si può procedere con un pennello a setole rigide e dei cotton-fiocc (batuffoli per le orecchie) preventivamente imbevuti con del prodotto sgrassante e non solvente. Mai forzare la ventola e mai premere eccessivamente col rischio di rompere le palette. Si procede con pazienza, paletta per paletta, davanti e dietro, sempre tenendo ferma la ventola con le dita.
Terminata la pulizia e la rimozione della polvere catramosa, si procede con una pulita generale anche delle altre parti interne al portatile. Nel modello in questione, gli altoparlanti frontali sono posti in prossimità di una griglia. E'inevitabile che entrino corpi estranei che vanno tolti con un pennello morbido (occhio al cono centrale che è molto delicato)). Si procede poi con la rimozione della polvere da tutti gli interstizi possibili, avendo cura di togliere dagli alloggiamenti l'hard disk, il lettore DVD e altri accessori ad inserimento. Se si usa l'aria compressa di un compressore "industriale", abbassare la potenza del getto d'aria a valori accettabili. Imperativo il dispositivo di essiccazione dell'aria. Se si usano le bombolette, che sconsiglio in quanto durano poco, soffiano poco, contano un occhio e rilasciano umidità e condensa, si deve lasciare asciugare il tutto anche se ad occhio nudo non si nota nulla. Nello smontare il portatile ai minimi termini, è meglio appoggiare le viti su un foglio di carta ed annotare accanto la loro posizione. Sembra "strano", in realtà è abbastanza frequente, ma alla fine avanza sempre qualche vite e la voglia di riaprire il tutto non c'è quasi mai, per cui la vite viene inevitabilmente persa o confusa fra le altre mille orfane che si trovano in laboratorio. Prima di iniziare, consultare il sito del produttore se esiste il Service manual che elenca le procedure per il disassemblaggio (la Dell lo rende disponibile gratuitamente), così il lavoro sarà notevolmente agevolato e senza parti avanzate. Quasi dimenticavo...usare guanti antistatici. Alla prossima.

P.S. Il vino è finito. La pasta no. Ripeto: Il vino è finito. La pasta no.

martedì 4 agosto 2009

Test Kodak Zx1

Da tempo desideravo una videocamera ma le finanze languono, i bonifici tardano ed il tempo passa. Stavolta ho deciso di fare la pazzia di acquistarne una. Dopo una rapida ricerca in rete per aggiornarmi sui formati, modelli, caratteristiche e prezzi, mi rendo conto che per un modello decente, tascabile e full HD servono almeno 600 euro... una follia. Ce ne sono anche da 50 - 80 euro ma sono talmente obsolete che decido di soprassedere. Allora parto verso il negozio più vicino alla ricerca di qualche occasione. Entro in un ipermercato e mi dirigo con passo deciso verso il reparto video camere. Tempo neanche 30 secondi che arriva una commessa che si offre di assistermi. Chiedo se se ne intende e dalla risposta intuisco che non ci capisce nulla. Fa niente. Tempo 15 minuti di discussione "tecnica" durante i quali cerco di tacchinarla per una cena serale (niente da fare...sic!) e decido di acquistare l'unico modello HD tascabile con un prezzo abbordabile. Kodak Pocket Video Camera Zx1 sulla cui confezione spicca il logo di iutùb. Presa! 150 euro... vabbè, se non funziona bene intanto mi arrangio con questa, già con l'idea di smontarla non appena la sostituisco con una da 1500 euro e recupero il display per altri utilizzi. Nel frattempo mi consolo pensando al fatto che questa difficilmente me la rubano, sembra un telefonino senza tastiera, costa poco, è leggera, usa due batterie AA ricaricabili (caricatore in dotazione), ha il cavo HDMI adattatore incluso, qualche altro accessorio e sembra fare il suo dovere. Approfitto della sagra paesana, che ben mi guardo di frequentare (è frequentata da esseri "unani"!!), per fare delle riprese in notturna. Mi piacciono i fuochi artificiali. Come sospettavo in condizioni gravose la risoluzione non mi sembra proprio HD, contrariamente alle prove fatte di giorno dove invece i colori sembrano un pò sovraesposti. Pazienza. Per quello che mi aspettavo è già soddisfacente. Conto di portarla sempre con me per riprese al volo. L'altra sera mentre rientravo in bici alle tre di notte, su un rettilineo è passata un auto Wolkswagen bianca con 4 teste di ca°°o a bordo e mi hanno "gavettonato". Avessi avuto la videocamera con me potevo tentare di riprendere la targa e portare il video dai carabinieri così poi mi divertivo anch'io. E poi ho ordinato un Nokia N60 wifi (speriamo di non essere stato truffato da ebai) che com'è noto non ha la cam integrata e se ce l'avesse, le cam dei telefonini sono delle vere ciofeche, tanto vale che se le tengano per quello che servono... qualità zero. Così invece dovrei riuscire a fare delle riprese al volo, tipo ieri sera dove dei ragazzini ubriachi si sono presi a botte al bar... una scena da ridere, che meritava di essere immortalata, soprattutto quando uno dei due, dopo altri due drink iper alcoolici, è salito in macchina ed è partito sgommando. Dato che mi stanno un pò girando a mille per via di questi gradassoni, ai quali nessuno ha mai insegnato il rispetto degli altri, comprese le 4 teste di ca**o di prima, ho deciso di documentare e mandare il tutto ai caramba, sapendo già che non muoveranno un dito e giusto per ricordarmi quanto siano inutili le forze "dell'ordine", che invece di fare il loro dovere pensano a picchiare (e torturare) chi esprime il proprio disaccordo in pubblico. Alla prossima.

P.S. Movimento di 5 gradi a est. Ripeto: Movimento di 5 gradi a est.

sabato 1 agosto 2009

Riparare l'alimentatore della fonera

Una casuale ispezione periodica alla sala server che governa la domotica della mia abitazione e mi accorgo di un guasto. La fonera (www.fon.com) che condivide la mia connessione ADSL (e qui lo ricordo è perfettamente legale contrariamente a quello che dicono certi troll illuminati e male informati) è spenta. Why? Si sarà mica guastata?. Per fortuna no. E' solo un problema dell'alimentatore. Di ordinarlo nuovo nemmeno a parlarne... di portarlo da un riparatore men che meno, sono infatti sempre pronti a dire "non conviene...buttalo e comprane uno di nuovo". Branco di deficienti. Vi dimostro che avete torto marcio! Conviene riparare e decido per il "fai da te", così faccio un pò di pratica e risparmio qualche euro che mi serve resti in tasca. Decido quindi per la riparazione....senza alcuno schema. Nessuno si è mai preso la briga di pubblicarlo, forse per proteggere un segreto industriale da custodire gelosamente quasi fosse un vantaggio competitivo vitale per l'azienda produttrice. Stiamo parlando di un alimentatore switching da 5 volts 2 ampère, ovviamente made in cina visto che qui nessuno ha più voglia di lavorare salvo adoperarsi per fare posto all'attività di fare soldi sulle spalle degli altri senza produrre nulla di utile. Ad ogni modo vediamo come fare per una riparazione:
Premessa: ATTENZIONE - rischio di scosse mortali. Questo tipo di alimentatori lavorano in alta frequenza ed alte tensioni. C'è il rischio di restare fulminati. Uomo avvisato mezzo salvato. Se non avete nozioni sul funzionamento di tali circuiti e su come trattarli lasciate perdere e dedicatevi ad altro.
Primo Step: apertura del contenitore. E' un guscio saldato ad ultrasuoni, un sistema molto in voga per i produttori di apparecchiature usa e getta, economico, rapido e conveniente per il reparto commerciale. Si prende una lama da seghetto per il ferro, senza supporto che pesa ed ingombra. La si appoggia sulla scanalatura in prossimità della spina e si inizia pazientemente e lentamente avanti ed indietro...a mano, tenendo orizzontale la lama per un taglio dritto e profondo uniformemente. Ci si ferma appena si sente che i dentini della lama iniziano a "grattare" su qualcosa di più duro... il circuito stampato interno od i componenti elettronici. Guai ad andare giù con forza, si rischia di tagliare l'elettronica con conseguenze immaginabili. Evitare la lama diamantata del Dremel o simili, in quanto difficilmente si riuscirà a produrre un taglio dritto, uniforme e profondo quanto basta. Non c'è miglior controllo al mondo che le proprie mani... o una CNC non alla portata di tutti. Con la lama si pratica un incisione sui tre lati da dove non fuoriesce il cavo elettrico. Sui quattro angoli si fa "dondolare" il seghetto avanti ed indietro per seguire la curvatura della saldatura. Con un pò di pazienza si riesce ad eseguire un taglio perfetto.
Secondo Step: Apertura del guscio. Occorre smuovere alternativamente a destra e sinistra il coperchio per staccare il lato non tagliato che presenta un foro quadrato per il cavo di alimentazione in uscita. Pian piano, senza sforzare troppo, si riesce a togliere il coperchio. Non tirare troppo per non strappare i fili che partono dalla spina 220 volts e vanno al circuito.
Terzo step: Estrazione del circuito dal guscio. Si tira il circuito stampato con un pò di sforzo tenendolo per la sua sporgenza. Non prendere e tirare i componenti, non fare leva con cacciaviti o altro. Nella parte posteriore interna, c'è un foglietto di gommapiuma inserito per "ammortizzare" il tutto che risulta solo "incastrato" senza viti di fissaggio.
Quarto step: Analisi ed ispezione interna. La prima cosa da controllare è il fusibile, che risulta racchiuso dentro un tubetto nero di gomma termo-restringente. Si prende un cutter e si pratica un incisione longitudinale. Nel mio caso il fusibile è risultato bruciato e va sostituito con modello analogo da 1 Ampère 250 volts. Evitare di accendere l'alimentatore dopo la sostituzione... si rischia di amplificare il danno che sta a valle...se è saltato il fusibile un motivo ci sarà vero?? Ho usato un fusibile di recupero fra i tanti che ho pazientemente raccolto nel tempo (negli alimentatori switching da PC ce n'è almeno uno).
Quinto step: Controllo dei componenti. Il primo componente che si incontra è un condensatore in poliestere, ai cui capi è collegata direttamente la tensione di rete. Lo si dissalda e lo si testa con un capacimetro. Risultato: ho misurato una capacità diversa dal valore di targa 0.22 uF, per cui se lo avessi provato con un tester non mi sarei accorto del guasto. Una rapida frugata nel contenitore dei condensatori di recupero mi ha aiutato a trovarne uno di dimensioni quasi uguali. Il componente successivo è una doppia bobina avvolta su un nucleo di ferrite che compone il filtro LC di ingresso che sfrutta la reattanza capacitiva del condensatore ed abbassa la tensione di rete ad un valore accettabile. Da un ispezione visiva, in assenza di bruciature, ho deciso di non testare il componente in quanto difficilmente può essere sede di guasti. Lo stadio successivo è composto dal classico ponte a diodi (4 x 1N4007) ed un condensatore elettrolitico di livellamento da 22 uF 400V. Per provare i diodi occorre dissaldarne almeno un terminale e con un tester provare la conduzione in un senso solo. Per fortuna i 4 diodi sono risultati ok mentre anche il condensatore elettrolitico è andato...interrotto. Reperirne uno delle stesse dimensioni non è stato uno scherzo ma alla fine sono riuscito a trovarne uno simile. Non ho proseguito oltre con l'analisi dei componenti in quanto la bruciatura di un fusibile in ingresso, statisticamente indica un problema proprio nello stadio iniziale e l'integrità dei diodi mi ha permesso di supporre che i circuiti di regolazione fossero a posto.
Nel sostituire il fusibile sono riuscito anche a recuperare i due cappellotti che lo tengono fermo e ne permettono la saldatura. Con una pinzetta di cerca di sfilarli dal vecchio fusibile e con una morsa si inseriscono nel fusibile nuovo, senza premere troppo per evitare il rischio di rottura. Per sicurezza occorre proteggere terminali e corpo del fusibile con del tubetto termo-restringente.
Il risultato del collaudo, dopo aver rimontato il tutto e chiuso il contenitore con del nastro telato extra-forte, è stato positivo. Un successone, spesa zero per 15 minuti di lavoro, alla faccia dei riparatori svogliati dal "non conviene" facile. Ora l'alimentatore funziona alla grande e la discarica si sente orfana dell'ennesimo rifiuto tossico nocivo... alla prossima.

P.S. La misura non usura. Ripeto: La misura non usura.