sabato 20 giugno 2009

Philips C242 Hair trimmer

Da qualche giorno, ho mandato in pensione il taglia capelli che, gloriosamente e pazientemente, mi ha accompagnato e supportato nella mia personale lotta (vittoriosa) contro parrucchieri, barbieri, coiffeur per uomo, shampoo, gel, balsami, pettini, spazzole e via dicendo. Funzionava anche come regola-barba e non mi sono mai lamentato. Da un pò di tempo però, aveva iniziato a dare qualche segno di insofferenza. Forti vibrazioni e calo di giri. Pensando fosse causato da qualche rottura interna, dopo una caduta, ne ho acquistato un altro, guardacaso della stessa marca. Nella solita pausa sigaretta, mi prende il solito desiderio ricorrente, che non riesco a frenare. Devo smontare e vedere com'è fatto dentro. Per aprirlo, occorre sfilare la parte a punta, dove si infila il cordone di alimentazione e togliere la sommità fatta ad "U" che si trova in prossimità del perno motore. Poi si sgancia il lamierino flessibile che regge le lame e gentilmente, con un cacciavite piatto, si inizia a forzare l'apertura dall'alto verso il basso. Non ci sono viti, solo ganci in plastica, ai quali bisogna prestare molta attenzione per non danneggiarli. All'interno trovo la sorpresa. Il motorino, il pulsante di accensione e la presa di alimentazione, sono collegati ad un circuito stampato, con tanto di piste e connessione per i componenti. Incuriosito, giro la basetta e, sorpresa, di componenti elettronici nemmeno l'ombra! Solo uno stupido interruttore on-off che alimenta uno stupido motorino cinese. Che delusione. La macchinetta era un regalo, mi aspettavo qualcosa di più "corposo", magari una regolazione del numero dei giri, non so cos'altro, ma mi sembra molto stupido far pagare un circuito stampato per nulla. Eliminatelo, dato che non serve a nulla e fatemi pagare un euro in meno. Progettisti dei miei stivali. Mi immagino già la scena. Riunione con l'AD, il commerciale e l'ingegnere progettista. Quest'ultimo che cerca di proporre il suo progetto per un circuito di regolazione a microprocessore, con tanto di carica batteria al litio con controllo di soglia, spia di segnalazione bicolore lampeggiante, micro display blu che a leggerlo occorre una lente ma fa tanto tecnologico ed altre diavolerie elettroniche necessarie a riempire un ora di presentazione e dare percezione che il reparto R&D lavora alla grande per una grande azienda. l'AD ed il responsabile marketing, dopo una pausa di riflessione interminabile di trenta secondi, concordano per un "....naaaa..." e decidono di togliere, aggiustare, mettere, giustificando le scelte con teorie accademiche sui consumatori, sulle preferenze psico-attitudinali dei clienti, sull'andamento finanziario dei mercati globali, il tutto condito con citazioni di studi sull'ergonomia ecc. Alla fine, decidono di mettere in produzione l'oggetto apportando le modifiche suggerite: niente display altrimenti occorre mettere le scritte in dodici lingue, niente batterie altrimenti il costo sale troppo, niente spia di accensione, tanto si sente quando è acceso... L'ingegnere, che ha approntato il progetto lavorandoci anima e corpo, allora prende una decisione. Presa, interruttore, motorino, vaffanculo e stop. Ma, per soddisfare l'orgoglio personale, lascia il circuito stampato, giusto per ricordarsi in futuro che laurearsi, impegnarsi a fondo per 900 euro al mese quando si lavora con degli stupidi ed ignoranti, non ne vale proprio la pena.
Ciao

P.S. Inutile spingere. C'è posto. Ripeto: Inutile spingere. C'è posto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Anch'io l'ho usato per circa 15 anni, ora non taglia piu' niente anzi li strappa i peli, chissa' se si trova una testina di ricambio. Concordo le tue opinioni sulle scelte aziendali talvolta mirate al risparmio non "intelligente".

unamico ha detto...

Il modello nuovo che ho preso (QCS5005) promette le lame auto-affilanti. Lo si trova a 14/16 euro circa, 2 anni di garanzia... Mi piacerebbe sapere qual'è lo stipendio del poveraccio che lo assembla in ungheria...
Grazie per il commento.