martedì 16 dicembre 2008

Recupero crediti

In tempi di "crisi" fioccano in ufficio le chiamate di solerti signorine dalla voce suadente (ma a volte con accento straniero tipico dei paesi dell'est), incaricate di concordare a tutti i costi degli appuntamenti per i commerciali delle agenzie di recupero crediti. Ne ricevo una, la settimana scorsa. La curiosità di conoscere la remota possibilità di incassare quanto mi spetta, dato che i debitori visto l'andazzo si permettono di non onorare i propri obblighi, mi spinge a concordare un appuntamento con la persona che, guarda caso, è sempre in zona nei giorni che scelgo quando ho un buco nell'agenda. Alla data ed orario stabilito il rappresentante non si fa nemmeno vivo. Cominciamo bene. Dopo una settimana ricevo delle chiamate al numero fisso ed al cellulare. E' il rappresentante che per giustificare l'assenza dà la colpa al computer. E due. E' ovviamente in zona e sta cercando di riempire un buco di trenta minuti fra un appuntamento e l'altro. Mi chiede di mollare tutto e incontrarlo. Accetto, ma gli do appuntamento al bar, giusto per de-formalizzare l'incontro e renderlo una chiacchierata senza impegno ovviamente. Appena si presenta, inizia a lamentarsi del suo navigatore satellitare nuovo, che a suo dire non funziona bene in quanto interpreta a proprio piacimento una modalità di utilizzo. E tre. Ordina due caffè e comincia a presentare l'attività. Ho le idee chiarissime su cosa voglio. Pagare solo ad incasso avvenuto. Non vedo infatti perchè mi devo accollare io il rischio di buttare i soldi. Se siete così efficaci come mi stai dicendo, il rischio ve lo assumete voi, eventualmente valutando a priori la solvibilità del cattivo pagatore. Niente da fare. Mi dice che ad ogni pratica vogliono 150 euro (ma non lo leggo da nessuna parte) e poi un 30% sull'incasso. Apperò. E quattro. Durante la conversazione, mi interrompe tre volte, mi contraddice due volte, sovrasta la conversazione alzando leggermente il tono della voce. Non ascolta. E cinque. Parla con le mani in tasca e dopo 20 minuti mi mette pure fretta perchè ha appuntamento con un azienda e deve interrompere. E io chi sono, il figlio della serva?. E sei. Tutti segnali negativi. Questo ha qualcosa da nascondere. "Le farò sapere, ci devo pensare" è la frase che uso sempre per tagliare corto e mandare a quel paese questi rappresentanti del cazzo. Nella fretta e nel congedarsi salutando, aggiunge..."ai caffè ci pensa lei vero?". Certo come no ci mancherebbe, posso fare qualcos'altro? Se vuoi ti lavo la macchina anche se piove. Il contatore continua a salire. Ma vaffanculo. E' tempo di crisi, molte aziende lavorano cercando di raccattare pochi spiccioli a destra e sinistra. Più volumi, più fatturato. Della qualità dei servizi chissenefrega, basta incassare qualcosa, tanto anche se il lavoro non va a buon fine, un minimo di introiti è assicurato (viene anche il dubbio che poi il lavoro venga svolto effettivamente). Vado a pagare anche il caffè del morto di fame e la titolare del bar mi guarda con uno sguardo di solidarietà misto a tristezza dicendo..." anche a te capitano questi personaggi?". Lo so. il 99% dei rappresentanti vende fuffa. Niente di più. Da parte mia preferisco perdere un incasso piuttosto che mantenere certi imbecilli. Ci rimetterò economicamente ma almeno ho la soddisfazione di contribuire a mandarli in malora concretamente. Non sono i mercati in crisi ma le persone. Alla prossima.

P.S. Noi non si compra nulla, noi si vende. Ripeto: Noi non si compra nulla, noi si vende.

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