mercoledì 1 ottobre 2008

Centrifuga (parte 6)

Il primo collaudo definitivo è terminato, con ottimi risultati. Ne ho approfittato per svuotare e ricaricare un pò di cartucce che avevo stoccato durante il lavoro di recupero di alcune stampanti a getto ritirate da un impresa che le stava per mandare al macero. Un collaudo "serio" impone un utilizzo anche in condizioni di pieno carico. Ecco alcune foto, anche se dubito esista qualche altro matto ad avere un idea così insana. Il mio obiettivo principale è quello di poter ottenere un metodo "standard" di ricarica delle cartucce in dotazione alla mia stampante a getto di inchiostro. Anche se l'attrezzatura utilizzata è sicuramente esagerata per un utilizzo privato, ricordo come la stessa provenga da recuperi "fortunati", ho l'obiettivo di risparmiare e nello stesso tempo trovarmi con una scorta di cartucce di stampa che non mi lasci a piedi all'improvviso. Il metodo di ricarica con i kit che si trovano in commercio, è un metodo che funziona a volte, in condizioni specifiche. Io voglio poter recuperare anche le cartucce rimaste ferme da tempo, Rivitalizzarle e portarle a funzionare come se fossero nuove. Come già detto in precedenza, mi sono attivato con la seguente sequenza di operazioni:
Bagno delle testine in liquido solvente. Prima di tutto bisogna assicurarsi che gli ugelli siano liberi da incrostazioni, per evitare che durante la stampa siano visibili le righe orizzontali dovute all'otturazione di ugelli di un particolare colore.Ho utilizzato una vaschetta di vetro, riempiendo il fondo con circa 1 centimetro di prodotto solvente specifico per inchiostro. Il barattolo fa parte di un recupero in extremis, già ampiamente descritto nei post precedenti. E' a base di etanolo, altamente infiammabile, per cui si sconsiglia di utilizzare vaschette di plastica che potrebbero sciogliersi o peggio di fumare durante le operazioni. Ho preso contatto con il rivenditore per assicurarmi fosse adatto nella pulizia ad immersione delle testine di stampa, ricevendo conferma. Durata del bagno: 15 minuti circa. La plastica delle testine resiste al bagno di solvente, per cui anche tempi superiori, per incrostazioni particolarmente ostinate o evidenti, non dovrebbero procurare danni.


Lavaggio a vapore: le cartucce sono poi passate sotto un getto di vapore, grazie alla macchinetta (anch'essa di recupero) che mi permette di svolgere 4 operazioni. Getto di vapore a 100 gradi, doccia di acqua fredda, aspirazione e pressione grazie a due cannule, una delle quali dotata di ventosa all'estremità. Le dimensioni della ventosa sono insufficienti per l'aspirazione dell'inchiostro dagli ugelli per le cartucce HP del tipo che si vede nelle foto. L'aspirazione serve a carica terminata per l'operazione di priming, in modo da togliere eventuali bolle d'aria negli ugelli. Per questa operazione sto pensando ad un paio di soluzioni alternative, oggetto dei prossimi post.

Lavaggio ad ultrasuoni
: le cartucce, dopo il lavaggio sono passate nell'apparecchio di lavaggio ad ultrasuoni che, grazie all'effetto di cavitazione provocato dal trasduttore a 45 khertz, è in grado di liberare gli ugelli da eventuali incrostazioni. Il liquido utilizzato è acqua demineralizzata (distillata?), ideale per evitare che eventuale calcare possa andare a formarsi dentro la testina. Durata dell'ammollo: dai 3 ai 5 minuti. Temperatura dell'acqua: 65 gradi. La temperatura migliora la cavitazione, cos'ì come un liquido speciale, studiato appositamente (che però non ho). Al termine dell'operazione, l'acqua può essere recuperata. La vasca ha una capacità di 5 litri. Il liquido, anche se diviene scuro per effetto della fuoriuscita di un pò di inchiostro, è utilizzabile più volte. Per eliminare eventuali incrostazioni, basta farle depositare nella tanica e fare attenzione nei prossimi travasi.

Queste prime tre operazioni sono necessarie specialmente nei casi in cui ci si trovi per le mani delle cartucce rimaste inattive per lungo tempo (mesi), per le cartucce utilizzate anche in assenza di inchiostro (da evitare), per le cartucce che presentano sulla testina delle tipiche escrescenze (fioriture) di inchiostro rappreso. Per togliere le incrostazioni è indispensabile l'uso di questi macchinari che ho la fortuna di possedere ed il lavaggio deve essere particolarmente "energico". L'uso dell'acqua calda permette inoltre di far dilatare gli ugelli, liberando così le incrostazioni oltre a migliorare, nella macchina ad ultrasuoni, l'effetto di cavitazione visibile quando si forma una leggera schiuma in superficie.

Centrifuga: Occorre, prima della ricarica, svuotare completamente le cartucce, per evitare di ricaricarle troppo (overfilling) e rischiare di contaminare i colori (vedi post precedenti). La centrifuga che ho realizzato mi permette di estrarre totalmente tutto l'inchiostro residuo (è abbastanza raro che nelle cartucce tricolor, i livelli si azzerino contemporaneamente), con un tempo di rotazione di un paio di minuti. Tempi superiori permettono di asciugare completamente l'interno delle spugne. Quest'ultima operazione è consigliabile se si desidera lavare completamente l'interno, usando più ricariche e svuotamenti successivi con acqua distillata o con prodotto specifico (che mi sento di suggerire ma non ce l'ho per ora). Il lavaggio interno è consigliabile anche per eliminare eventuali effetti di contaminazione dell'inchiostro per overfilling o errore di ricarica.
Il comportamento della centrifuga è egregio, funziona alla grande, meglio di quanto mi aspettassi. Provvidenziale la creazione del canale di scolo, della cannula esterna di scolo dell'inchiostro esausto, dell'inclinazione della base motore e dell'argine che impedisce all'inchiostro di infilarsi nell'asse motore (vedi post precedenti). L'unico neo è la posizione della cannula di scolo, posizionata un millimetro sopra il limite del canale di scolo. Per svuotare completamente l'interno, occorre inclinare manualmente il vaso e vedere l'inchiostro defluire liberamente nel contenitore esterno (che andrà correttamente smaltito all'ecocentro, non buttatelo nel lavandino o nel wc per favore...l'acqua è un bene prezioso e l'inchiostro moooooolto concentrato...inquina).
Terminato il lavoro di centrifugazione, basta spruzzare un pò di acqua per lavare l'interno del vaso, che non tornerà come nuovo ma è meglio evitare che l'inchiostro si rapprenda ostruendo lo scarico.

Carica a siringa
: Con una siringa ad ago lungo, si infila l'ago negli appositi fori e si inietta molto lentamente la giusta quantità di inchiostro permessa dalla cartuccia. 17ml per il nero e 19 ml per i tre colori. Meglio tenersi un pò al di sotto della massima capacità Personalmente uso caricare il nero con 15-16ml ed ogni colore con 5ml. Terminata la carica occorre far riposare le cartucce per minimo trenta minuti, per dare tempo all'inchiostro di distribuirsi all'interno.

Terminate queste fasi ho provato ad inserirle in una "stampante muletto", eseguire dei cicli di pulizia delle cartucce, e successivamente delle prove di stampa. Sono un pò deluso. In un paio, il nero non esce per nulla, mentre alcuni colori non escono o escono a metà... Credo mi manchi un passaggio. A fine ricarica è necessaria l'operazione di priming, ovvero l'estrazione dagli ugelli di un paio di ml di inchiostro, eliminando così bolle d'aria. Nel mio caso, visto che le cartucce sono rimaste ferme per lungo tempo, sono sicuramente disincrostate, sono sicuramente piene, l'unica spiegazione può essere data dalla presenza di bolle. Ipotesi meno accreditata....la testina è andata. La tecnologia usata da HP è termica e far funzionare una testina senza inchiostro si rischia di "bruciarla" (questo l'ho sentito dire e devo verificare).
Pertanto, sono già in procinto di seguire due strade. Prendo due clip di plastica con alla base un gommino identico a quello che si trova nella base di appoggio delle testine dentro la stampante. Ci pratico un foro, ci infilo una cannuccia di gomma (specifica per l'inchiostro in quanto recuperata da una stampante Epson) e l'altra estremità la infilo in una siringa. Deve funzionare per forza. La seconda soluzione, più laboriosa è il recupero della stazione aspirante di un macchinario che ho qui in deposito, in attesa di ispezione (tempo permettendo).

Come soluzione estrema potrei tentare quindi la ricarica con campana sottovuoto, che è il metodo professionale utilizzato da chi esegue ricariche e le fornisce con garanzia. In pratica si mette la cartuccia, con ago infilato nelle spugne, dentro un contenitore di vetro. Si crea un vuoto a 3 atmosfere e poi si apre un rubinetto dove è attaccata una siringa carica della quantità di inchiostro necessaria. La depressione aspira l'inchiostro direttamente dentro la cartuccia (che ha l'ago infilato) e lo fa fuoriuscire (un pò) dagli ugelli, eliminando eventuali bolle d'aria. La campana di vetro ce l'ho (devo solo sistemare la guarnizione). L'aspiratore devo recuperarlo... sarà oggetto di un prossimo post. Un nuovo progetto stimolante, nuovi esperimenti, nuovi progetti. Vorrei però fare una pausa e riprendere alcune cose in sospeso, quali un pò di elettronica ed un pò di sviluppo in C. Non posso certo dire di starmene con le mani in mano .:-))
Ciao

P.S. Il nido del merlo è pronto. Ripeto:Il nido del merlo è pronto.

2 commenti:

Mustarzillo ha detto...

In questo articolo citi le siringhe ad ago lungo; visto che le cartucce HP 23 sono molto alte (circa 9cm dall'ingresso alla testina)ne avrei bisogno anche io: dove le trovo? In farmacia?

unamico ha detto...

In farmacia può essere un inizio per cercare dei formati "esotici", anche se non credo abbiano siringhe con aghi più lunghi di quelli standard. Dovessi cercare io, proverei però da un veterinario, magari uno specializzato nella cura dei cavalli. Dovrebbero avere aghi "speciali", non so, ma inizierei lì la ricerca (facilitata se conosci qualcuno che lavora all'ippodromo o ha dei cavalli in scuderia).
Ciao