martedì 9 settembre 2008

il professionista informatico

Stasera, googlando a casaccio, mi sono imbattuto in un post di un consulente informatico. Il post trasuda di prepotenza e delirio di onnipotenza. Il Collega si auspica la nascita di un ordine professionale per gli informatici, lamentando la mancanza di regole e riconoscimenti. Porello, nessuno lo riconosce, nessuno lo regola e lui si sente perso. Laureato, ingegnere, dottore, anni di esperienza, consulenze ad altissimo livello.... e si è perso a cinquant'anni. Non sa chi è ed ha bisogno di una legge che lo inquadri, che lo regoli, che gli conceda altri privilegi di esclusiva su una professione nata da poco, all'interno della quale hanno trovato posto coloro che sono spinti da un innata passione per l'elettronica e la programmazione. Dai discorsi che fa, sembra investito del diritto divino di poter lavorare escludendo chi a suo parere non ha superato un esame di stato. Gli basta l'esame e il pezzo di carta per dire "...sono qualificato..." e sono pure "informatico". Lamenta che chiunque può mettersi ad occuparsi di informatica. Vorrebbe escludere chi la laurea non ce l'ha. Chi come me non ha potuto, perchè il babbo è morto nel momento sbagliato, perchè i soldi servono per aiutare gli altri che stanno peggio, perchè non ho raccomandazioni ed amicizie importanti... cosa dovrei fare? lasciare il posto di lavoro in favore di un dottore informatico che non sa nemmeno inserire una scheda in un pc?. Vergogna. Mi rattrista leggere certi auspici e leggere le scuse di chi cerca le motivazioni per dimostrare che un ordine che abiliti alla professione è indispensabile a "tutelare il mercato" e "dare garanzie di professionalità". Che mi risulti gli ordini professionali sono solo serviti a dare potere ed escludere gli altri, e della tutela del mercato non è certo un Ordine ad occuparsene, casomai serve a fare casta e degli utenti chissenefrega.
Sconcertante poi la confusione che fa con il termine albo, confondendolo con Ordine (volutamente?). Non può esistere un Ordine senza albo, ma può tranquillamente esistere un albo senza ordine, su questo il legislatore è stato chiarissimo. Se si tiene conto poi che basta inserire nei contratti di incarico i richiami ad un proprio codice deontologico e tariffario (senza bisogno che sia lo stato a riconoscerli) e questi assumono valore legale a tutti gli effetti, senza bisogno di leggi, leggine, ordini e pagliacciate varie, che qui in "itaglia" ne abbiamo proprio troppe, con una media di avvocati pro-capite da far paura e con i soliti "itagliani". sempre pronti a chiedere l'ennesima legge. Mentre, questo pseudo professionista che non sa chi è se non è una legge a dirglielo, questo fanfulla che non sa comunicare la sua professionalità e deve sempre essere un pezzo di carta a dirlo (tanto lui non è credibile), pontifica nel dire "...lo stato ci deve aiutare...", "...lo stato ci deve regolare...". Sono contrario al federalismo ma quando sento questi piagnistei della gente del sud, specie quando vengono da consulenti stra-falliti ed in crisi di identità, che temono la concorrenza delle nuove leve, mi viene proprio da dire di si, meglio lasciarli al loro destino, che di strada non ne faranno poi molta. Caro Collega... è tempo che te ne vai in pensione e lasci perdere lo stato come la solita tetta da cui ciucciare. Ciao

P.S. A nord non piove. Ripeto: A nord non piove.

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