martedì 18 dicembre 2007

Il farmaco assassino!

Sono "contrario" ai farmaci. Li assumo solo se strettamente necessario.Oggi sono andato dal medico, ho problemi di insonnia. Forse lo stress è causato dal fatto che sono un coglione, lavoro dalla mattina alla notte inoltrata con 2 brevissime velocissime pause per i pasti (altrimenti chi la mantiene la famiglia?). Per ovviare al problema mi è stata prescritta una pastiglietta miracolosa che dovrebbe aiutarmi a dormire. La vado a prendere in farmacia e mi soffermo a casa a leggere le istruzioni d'uso e gli avvertimenti. C'è da rimanere sconvolti. Ecco alcuni passaggi commentati:

"Gli effetti secondari possono manifestarsi su uno o più pazienti su 100". Bravi. "o più" indica che potrebbero anche verificarsi sempre, così il produttore è al riparo da qualsiasi contestazione.
Fra gli effetti indesiderati si elenca: sonnolenza, sopore... ma è proprio per prendere sonno che dovrei prendere le pasticche! perchè viene elencato fra gli effetti indesiderati?
Fra gli effetti secondari meno comuni si comprende: agitazione notturna... è una delle cause per cui non riesco a dormire, per cui se prendo il farmaco la cosa potrebbe acuirsi, ed allora a cosa mi serve prendere il farmaco ?
Ed ancora: "aggressività, collera, delusione, vaga sensazione di malessere (indisposizione)"... è un periodo in cui sono particolarmente incazzato col mondo e fortemente deluso dalla situazione politica generale. ciò mi causa agitazione e non riesco a dormire, per cui prendo un farmaco che potrebbe essere causa degli stessi effetti. Complimentoni al medico! diamogli dei crediti formativi per questo!.
L'apoteosi delle avvertenze, letto quanto sopra, si sintetizza nella frase "Se uno qualsiasi degli effetti indesiderati si aggrava, o se nota la comparsa di un qualsiasi effetto indesiderato...informi il medico". Quindi il medico mi prescrive un farmaco che può causare la comparsa degli effetti che sono causa stessa della prescrizione, di conseguenza dovrei informare il medico. Per cosa? Si chiama "cura" questa prescrizione se aggrava le cause stesse per cui il farmaco è stato prescritto con lo scopo di curarle? Mi sembra l'innesco di un circolo vizioso. Tutto per ingrassare le tasche di medici e case farmaceutiche. Con queste indicazioni la cura mi sembra perfettamente inutile, per me, ma utilissima per loro. E' come dire: "Dottore ho mal di testa" ed il Dottore "...prenda questa che lo fa peggiorare e se peggiora venga da me che le do qualcos'altro..." e così via. E 'un business perfetto! Basta farsi raccomandare da qualcuno, frequentare tre o 5 anni l'università, iscriversi ad un organizzazione mafiosa (l'ordine professionale) ed il guadagno miliardario è assicurato. Che pirla che sono, ho sbagliato tutto e soprattutto sbagliato lavoro (e si che me lo sono persino scelto). Per farmi NON CURARE dovrei ingerire, fra le altre cose, ossido di ferro nero, ossido di ferro rosso, ossido di ferro giallo, lacca, titanio biossido, idrossido di ammonio, titanio biossido, inchiostro dorato, simeticone, magnesio stearato, indigo carminio, e soprattutto 10 mg del micidiale ZALEPLON, che non so cosa sia ma detto così mi sembra proprio una vera schifezza.

Credo che non prenderò il medicinale prescritto. Piuttosto credo che agirò per eliminare le cause dello stress, senza esagerare altrimenti dovrei prendere a calci in culo dottori, medici e tutti i rompicoglioni approfittatori che mi circondano.

P.S. Le fragole sono mature. Ripeto: Le fragole sono mature.

lunedì 17 dicembre 2007

PPTT, ci risiamo

Entrare nell'ufficio postale del paese dove abito è un avventura che raccomando ai più calmi di indole pacifica. Impossibile mantenere un atteggiamento conciliante. Stamattina vado a spedire 2 pacchi (per conto di una persona che mi ha chiesto un favore). Paccocelere 3 con modulo prepagato, già perfettamente compilato in tutte le sue parti per non appesantire i tempi di attesa di chi è in fila dopo di me. Confezione rigorosamente realizzata secondo gli standard richiesti dalle poste. Indirizzo di spedizione e del mittente stampati su etichette realizzate al computer.Busta porta modulo già incollata nel retro del pacco. Insomma, una spedizione prefetta, da manuale.

Embè? Mica ci sarà qualcosa da ridire vero? Già. La postina allo sportello prende il pacco lamentandosi del modo con cui l'ho apostrofata. Ma io non ho aperto bocca! Nulla di nulla lo giuro. Sto zitto, mi ero alzato da poco ed al mattino non ho voglia di litigare o discutere. L'impiegata prende il pacco, lo pesa, appiccica l'etichetta di spedizione sul pacco, passa il codice a barre sotto il lettore, due o tre volte, stizzita che il lettore sembra addormentato pure lui. Poi prende il primo pacco e dopo aver timbrato il modulo, li sbatte entrambi energicamente davanti a me e mi apostrofa con "Dai fai qualcosa anche tu..." e si predispone per il secondo pacco. Cosa dovevo fare? mi accorgo che il modulo di spedizione timbrato non l'ha inserito nella busta porta modulo. OK. Lo faccio io, non c'è nessun problema dare una mano. Il secondo pacco fa la stessa fine. Incurante del contenuto lo sbatte con forza e, nel prendere il primo mi dice "...non ci posso credere...allora ce l'hai con me!!" Colpevole di non aver richiuso la busta trasparente porta modulo con la strip adesiva!. La guardo con aria di compassione, sto zitto. Penso solo ad uscire, non prima di aver preso le ricevute di spedizione che mi vengono letteralmente lanciate addosso con fare stizzito di disprezzo, accompagnato da un "Vattene!" degno del più scorbutico essere che si possa immaginare.

Il bello è che non ho nemmeno considerato di reagire per le rime. Ma sicuramente prenderò provvedimenti. La prossima volta, conoscendo le debolezze dell'impiegata, farò di tutto per farla arrabbiare sempre di più e mantenere la faccia tosta di chi, dentro di sè, si diverte un mondo a pigliarla per il sedere.
In un paese dove il precariato sta creando seri problemi sociali, ci si imbatte in chi il lavoro ce l'ha e si permette pure di trattarti male. Stavolta il problema non è delle Poste Italiane ma di un impiegata poco incline a ricordare che è a servizio del Cliente nelle sue mansioni e non viceversa. Ed allora, rivolgo anche a lei il mio rito propiziatorio preferito.... VAFFANCULO!

P.S. La neve ha coperto il buco. Ripeto: La neve ha coperto il buco.

domenica 9 dicembre 2007

Informatici precari, uniamoci!

Il 31 ottobre 2007 a Genova in seduta costituente ha preso via ufficialmente il F.U.L.P.P. Federazione Unitaria dei Lavoratori e Professionisti Precari, prima organizzazione nazionale a carattere sindacale che ha come obiettivo l’attuazione di attività specificamente mirate alla tutela di tutte le categorie di lavoratori e professionisti precari, con l'intento di dar voce e "svegliare" la società sul problema del precariato che investe non solo l' Italia ma anche l' Europa; i dati sono altamente preoccupanti, l'Europa conta già ben 40 milioni di precari di cui 8 milioni italiani...queste cifre sono abnormi ed è abnorme l'indifferenza della politica e degli organismi di informazione su tale argomento, è inconcepibile che ogni tipo di "regola" nell'ambito del precariato sia decisa al tavolino all'oscuro di chi paga sulla sua pelle ogni giorno tali decisioni, è "vergognoso" che non via sia una rappresentanza e che coloro proposti nelle decisioni che riguardano il precariato precari non lo siano! Lo stato delle cose ha determinato la nascita di questa organizzazione che vuole raccogliere le esperienza di vita e soprattutto l'adesione dei precari in forma completamente gratuita.
L’obiettivo primario è di unire solidalmente in forma unitaria gli interessi sociali ed economici di tutti i precari per consentirne la democratica rappresentanza necessaria al raggiungimento di maggiori diritti e migliori regole riguardanti l’ampio settore del precariato (co.co.co. e pro., partite iva monocomittente, dipendenti “liberi” professionisti e consulenti, agenti, rappresentanti e venditori porta a porta, lavoratori determinati, contrattisti del pubblico impiego, lavoratori occasionali “dipendenti”, incaricati e stagisti “dipendenti in nero” ecc.), i precari rappresentano un terzo della forza lavorativa italiana! E non contano nulla, la loro voce non viene ascoltata perchè il "sistema" li isola e non gli consente di essere rappresentati adeguatamente, L'INDIFFERENZA! Lavoratori di serie B anzi di serie C costantemente sotto ricatto! I sindacati nazionali (CGIL, CISL, UIL) non sono sufficienti a rappresentare i precari in quanto organizzazioni sindacali a tutela principalmente dei diritti dei lavoratori dipendenti per cui anche per loro i precari si riducono ad un problema “di secondo piano”, è necessaria un organizzazione autonoma che si occupi solo ed esclusivamente dei precari sia lavoratori nelle diverse categorie che professionisti nelle diverse discipline ed è questo il compito che si prefigge di svolgere il F.U.L.P.P.
Il FULPP INVITA tutti i lavoratori e professionisti precari a registrarsi ed iscriversi a questa organizzazione gratuitamente all’indirizzo WWW.FULPP.TK per esprimere le vostre opinione, le vostre idee e soprattutto unirci per manifestare con maggiore intensità le nostre esigenze come soggetti referenti primari! Un solo motto "INSIEME ED UNITI POSSIAMO FARCELA" , per far capire alla società che non siamo solo figure di passaggio ma che siamo lavoratori e professionisti con pari diritti e pari dignità.

domenica 4 novembre 2007

Led blu a 0,3 volt!!

Quante cose si riescono a fare con dei componenti elettronici di recupero. Da una mother board di un computer defunto, armato di pistola termica, ho dissaldato i componenti (compresi quelli a montaggio superficiale smd). Nei ritagli di tempo è il mio hobby (e che caspita di hobby è??). Ho voluto poi cimentarmi in un piccolo esperimento elettronico. Accendere un led bianco o uno blu, che normalmente richiedono circa 3 volt, con una batteria scarica da 1,5 volts. Impossibile?. No. Ho trovato in rete un circuitino semplice semplice che ho modificato. Metto qui lo schema.

La bobina è semplice da realizzare. Si prende un nucleo di ferrite, quegli anelli grigi (o gialli o verdi, o anche blu) che nelle mother board avvolgono il filo di rame smaltato (arancione). Il diametro non ha importanza (1 o 2 centimetri).Con due spezzoni di filo isolato (15 centimetri circa) si crea un avvolgimento di 10 o 15 spire, dentro e fuori l'anello sino a coprire la circonferenza. Il transistor non è critico, basta che sia ti tipo NPN come da schema. Ne ho preso uno a caso dal mucchio, un D468C, sempre di recupero credo dalla stessa motherboard del pc fatto a pezzi. La piedinatura è, guardandolo dal lato piatto, Emettitore, Collettore, Base. I collegamenti non sono difficili da realizzare. Prendo delle batterie ministilo AAA dal contenitore delle pile esaurite e....il led si accende come per magia. Per curiosità ho misurato la tensione della batteria. 0,792 volt! il valore più basso a disposizione. Cambiando il numero di spire o il tipo di transistor è possibile accendere il led anche con tensioni di 0,3 volt. E' anche possibile connettere in parallelo più led (la luminosità non diminuisce in proporzione se si resta entro limiti ragionevoli). Volendo sperimentare, basta collegare in parallelo al led un condensatore e vederlo lampeggiare.... la frequenza è determinata dal valore della capacità. Ora voglio creare un circuito stampato minuscolo e saldarci dei componenti smd... il led lo impiegherò per illuminare l'interno dei cassetti alla loro apertura (ho dei micro interruttori veramente micro che si trovano all'interno dei lettori cd o dvd). Posso così spremere sino all'ultima goccia di energia le batterie che normalmente si buttano in quanto "inservibili". Alla prossima.

P.S. i gattini sono nati ciechi. Ripeto: i gattini sono nati ciechi.

mercoledì 24 ottobre 2007

Alimentatore Canon K30155

Nel seguito lo schema dei fili di alimentazione di un alimentatore Canon (stampante S100 ink-jet) modello K30155 AC Adapter utilizzabile per i lavori di hobbistica. L'alimentatore si presenta inscatolato in un contenitore plastico che riporta in rilievo i dati di targa. Due viti fissano il coperchio. Sono due viti con una testa "strana", non ho un cacciavite adatto ("a tubo") nonostante l'invidiabile attrezzatura in mio possesso. Decido di sostituirle con due viti torx T8. Pinza, un enorme pressione manuale e un minimo di abilità... viti autofilettanti che escono non senza difficoltà.
Da un apposita fessura escono tre fili. blu, rosso, marron.
Doppia alimentazione. La corrispondenza è quella che segue:

Blu : Massa
Marron : +5,2 volts 0,2 ampère
Rosso : +24 Volts 0,55 ampère

L'alimentatore viene alimentato direttamente con la 220 di rete attraverso un cavetto a 2 poli (non VDE). Che altro dire? ne ho 2. Li metterò dentro un contenitore assieme ad altri con tensioni e potenze diverse per farmi un pannello di alimentazione con tanto di boccole e spine varie in modo da avere sempre sottomano la tensione che mi serve. Alla prossima.

P.S. occhio all'autovelox. Ripeto: occhio all'autovelox

stepper unipolare (p.3) - uno stop tecnico

Non so perchè, non me lo spiego, ma il nuovo motore stepper (passo passo) che sto usando, alimentato con un alimentatore da PC (5 volt 10 Ampere) produce una coppia di torsione insufficiente, ridicola, assolutamente inadeguata. L'ho adottato perchè è di dimensioni generose e sembra abbastanza potente per vincere la resistenza meccanica dei rulli fusori della stampante laser che intendo utilizzare per laminare i PCB (circuiti stampati). Il motore è rigorosamente di recupero, credo cannibalizzato da una Nec ad aghi a 132 colonne di molti anni fa. Una volta costruivano delle solide stampanti, pesantissime e non si risparmiava nei materiali come si fa ora con le stampanti di cartone pressato.

Il Motore è uno Step-Syn Type 103-775-4141 della Sanyo Denki Co.Ltd. da 4,2 volt 1 ampere per fase e angolo di passo da 1.8 deg/step a 6 fili. La resistenza di ogni avvolgimento è di circa 4,3 - 4,4 ohm. Può essere modificato in uno stepper unipolare a 5 fili semplicemente collegando fra loro i due capi comuni della coppia di avvolgimenti.
Lo schema dei collegamenti nel connettore femmina (sequenza dei colori): arancio, bianco, blu, giallo, nero, rosso. I due fili comuni sono il bianco ed il nero (vanno alimentati assieme con il positivo). La sequenza corretta di attivazione dei fili per ottenere una rotazione oraria dell'asse è : rosso, blu, giallo, arancio. Sequenza inversa per il senso anti-orario.
Ho chiesto lumi in merito al mio problema ad alcuni esperti del settore (visitate http://www.vincenzov.net) i quali mi hanno suggerito di non utilizzare l'alimentatore del PC (assolutamente inadatto) ma un semplice trasformatore, ponte raddrizzatore e condensatore di livellamento. Devo iniziare a cercare un trasformatore di recupero adatto. Forse in qualche scatolone riesco a reperirne uno smontato da chissà dove. In attesa, resto un pò deluso. Il software della board funziona, la sequenza è corretta, cosa manca? Mi è stato suggerito di controllare con un oscilloscopio l'alimentazione fornita e di aspettarmi delle sorprese... purtroppo non ho un oscilloscopio, non ne ho mai avuto uno, non me lo posso permettere e sono alla ricerca di un usato in dono (qualche laboratorio che lo tiene di "scorta" da anni in qualche scaffale polveroso?). Nel frattempo riporto alcuni dati tecnici misurati nel circuito di attivazione delle fasi (vedi post precedenti). La tensione di alimentazione applicata ad ogni fase ammonta a 5,09 volts. La Vce (tensione collettore emettitore) ammonta a 1,3 volts (valore prossimo alla tensione collettore emettitore di saturazione Vcesat). Con una resistenza di fase di 4.4 ohm la corrente di fase ammonta a circa 0,82 ampere. Valori che teoricamente, pur se inferiori ai valori nominali del motore, non dovrebbero produrre una diminuzione di coppia come riscontrato (l'asse si ferma semplicemente con una leggera pressione di un solo dito). OK. non sarà certo questo problemino a fermarmi. Potrei provare anche con una batteria da 6 volt, che diamine il motore certo non si brucerà per questo, al limite scalderà un pò di più. Alimentando direttamente una fase con una batteria di 6,3 volts ottengo una corrente di fase di circa 1,8 ampere, poco meno del doppio di quanto dichiarato dal costruttore ma sicuramente entro parametri di sicurezza se il motore non viene usato in applicazioni particolarmente gravose. Al limite terrò d'occhio la temperatura...dovrò costruire anche un sensore ed un circuitino da collegare alla board di controllo con un allarme in caso di superamento di una soglia prestabilita (bello, un altra sfida, cosa scelgo...cicalina sonora o classico led rosso?). Il lavoro prosegue.... alla prossima.

P.S. L'auto non parte. Ripeto: L'auto non parte.

giovedì 18 ottobre 2007

Stepper unipolare (p.2) - il software

Lo sviluppo di un applicazione in linguaggio C in ambiente linux da parte di chi è alle prime armi, rappresenta una sfida veramente interessante e tanto, tanto, tanto tempo per sviluppare delle banalità ripagate dalla soddisfazione finale.
Devo realizzare l'alimentazione in sequenza delle fasi dei motori stepper descritti in un post precedente (vedi ricerca).
Le porte utilizzate nella scheda Fox (un vero gioiellino www.acmesystems.it... ne vado orgoglioso) sono uscite contraddistinte dalle etichette OG1, OG3, OG4, OG5 rispettivamente presenti nel connettore J6 ai pin 23, 26, 25 e 22.
Non pubblico il sorgente (è ancora in fase embrionale) data la sua banalità: un ciclo controllato dal bit associato ad un pulsante di stop e l'attivazione in sequenza di bit sulle porte specificate. Fra i cambi di stato dei bit ho introdotto un ritardo di 3 o 5 millisecondi, per dare tempo alle fasi del motore di energizzarsi (vedere teoria dei circuiti LCR e le costanti di tempo che intevengono nei fronti di salita e discesa della tensione). Valori inferiori producono una impercettibile vibrazione dell'asse. Valori più alti rallentano la rotazione a valori da desumere sperimentalmente.
La coppia di torsione non sembra esaltante. Presumo sia dovuto alla tensione di alimentazione. Il motore Mitsumi proviene da una Canon S100 (ink-jet) che all'interno viene alimentata con due tensioni, 5 e 24 volts, la prima per la logica di controllo, la seconda per la parte di "potenza". Ho utilizzato una batteria FIAMM-GS da 12 volts e 7,2A/h presa da un vecchio UPS ormai defunto. Misuro la tensione a vuoto che mi da 11,5 volts, sotto carico la tensione scende a 10,1V, 9,4V sino a 8,4 V dopo pochi minuti di funzionamento. L'assorbimento è di appena 70 milliampere. Così decido di frugare nei cassetti e trovo un alimentatore di un vecchio portatile (ormai passato a miglior vita ma salvato dalla discarica) da 19 volts stabilizzati e 2,4 ampere. Dovrebbe essere sufficiente per dare un pò di coppia al motore in prova (nel caso ho a disposizione anche alimentatori da 30 volts....così esagero e mando in fumo qualcosa). Procedo quindi con la costruzione della presa di alimentazione da terminare con i pin da inserire nella breadboard sperimentale.
Il motore "definitivo" che dovrò far funzionare sotto carico è uno stepper proveniente da una Epson Stylus, con una vite senza fine nell'asse, originariamente utilizzata per il meccanismo di sollevamento dei tamponi di aspirazione inchiostro dalla testina di stampa. La vite senza fine farà girare l'ingranaggio solidale con i rulli fusori recuperati da una Laser HP1100, in modo da laminare a caldo il materiale fra i rulli riscaldati dalla resistenza incorporata.
Per oggi va bene così, sono soddisfatto, direi contento di vedere finalmente i motori girare avanti, indietro o per un numero di passi predefinito. Troppo divertente. Fra una riga di codice ed una misurazione di tensioni e corrente ne ho approfittato per fare a pezzi un fax Canon B155. Ho recuperato i micro led smd verdi su basetta del sensore di lettura ed ho inoltre scoperto la tecnologia Canon nei sensori ottici. Mi sto divertendo troppo.
Alla prossima.

P.S. La strada è dritta. Ripeto: La strada è dritta.

martedì 9 ottobre 2007

insoluto inesigibile

Due anni fa il giudice del Tribunale presso il quale presto i miei servizi professionali, ha emesso un decreto di liquidazione di una parcella per una consulenza tecnica d'ufficio. Ad oggi, fra ingiunzioni, raccomandate, solleciti e indagini varie non sono riuscito a riscuotere le mie spettanze. L'imputato (uscito vittorioso dalla causa), dopo aver cambiato per tre volte residenza, sembrava un nullatenente. Dopo approfondite indagini scopro che lavora ma non riesco a scoprire dove (la privacy è spesso una scusa utilizzata per scaricare responsabilità). Riesco a scoprire la sua residenza e finalmente due mesi fa parte la richiesta all'ufficiale giudiziario. Sino a ieri il pubblico ufficiale (oberato di lavoro sembra) non ha ancora provveduto a compiere il suo dovere. Oggi, sorpresa, leggo nei giornali della sua "cattura" in seguito ad alcuni atti vandalici perpetrati la notte precedente. Scopro che il soggetto è accusato anche di abuso della professione e sostituzione di persona (false generalità). Le speranze di riscuotere si fanno sempre più flebili, per non dire nulle. Ora sicuramente perderà casa, lavoro, auto e... i miei cinquemila euro se ne vanno in fumo. Chi lo va a raccontare al fisco con i suoi studi di settore che ho perso tre mesi di lavoro senza guadagnare nulla? che faccio? mi adeguo o ci provo a contestare il pagamento di tasse su incassi mai avvenuti??. Lavorare per lo Stato e trovarselo contro non è una piacevole situazione. E lo scoperto di conto con cosa lo pago?
Vabbè, domani è un altro giorno....

Aggiornamento notizia Maggio 2008. Il debitore lo hanno trovato privo di vita in casa sua. Mi dispiace per lui. Il peso dei problemi era troppo grande da sopportare, per cui ha deciso di farla finita con un iniezione mortale. Provo pena ma non mi sento in colpa. Pago l'avvocato e pazienza. I soldi non sono tutto nella vita ma essere ricompensati per un lavoro svolto resta un diritto.

P.S. il merlo è nel nido. Ripeto: il merlo è nel nido.

domenica 30 settembre 2007

Driver stepper unipolare

Terminata la fase di progettazione di una scheda di comando per le fasi di un motore stepper unipolare (5 fili), meglio conosciuto come motore passo-passo. La cosa interessante è che tutta l'elettronica utilizzata proviene da materiale di recupero, dissaldato pazientemente da alimentatori, schede elettroniche, stampanti, lettori floppy, ovvero da tutto ciò che l'odierna cultura ci suggerisce di buttare.
Perchè? Ho la necessità di pilotare questi motori per far avanzare i rulli fusori di una stampante Laser ad una velocità regolabile, avanti ed indietro, con una buona coppia e senza complicarmi la vita con ponti ad H e PWM. I rulli fusori della stampante laser mi servono per produrre il trasferimento del toner dalla carta sulle basette ramate che devono essere incise (Produzione di circuiti stampati). In un secondo tempo voglio pilotare il carrello di una stampante a getto di inchiostro per stampare sui CD o sulle magliette....
Il circuito che ho progettato è in grado di pilotare motori passo passo sino a 12 volt di alimentazione con 5 Ampere di assorbimento. I quattro ingressi sono TTL compatibili, cioè pilotabili direttamente dall'uscita di un microprocessore tipo PIC16Fx, Atmel o simili, anche se per il pilotaggio userò la favolosa Fox Board della Acmesystems (azienda totalmente italiana www.acmesystems.it) equipaggiata da processore Etrax 100LX e dotata di sistema operativo Linux embedded (Kernel Full Linux ver 2.4.31 (default) o 2.6.15, completa di Server HTTP WEB, FTP, SSH, TELNET, Driver USB Pen driver, FTDI and PROLIFIC USB to Serial Converter,Open source SDK for Linux Systems, programmabile con C, C++, PHP, PYTHON), il tutto racchiuso in una schedina da 100X100mm. Una vera bomba.

La scelta mi permetterà di sperimentare infinite applicazioni pratiche, dall'apertura motorizzata delle tapparelle (comandabili anche via cellulare o in funzione di svariati parametri misurabili quali temperatura, luminosità ecc) al comando di una macchina CNC (CAM) a 4 / 6 assi. A scopo pratico propenderei per quest'ultima idea, anche se sono impaziente di realizzare a titolo sperimentale e didattico un braccio robotico.
Il circuito, originariamente l'avevo progettato con 4 Mosfet recuperati da alcuni alimentatori per PC. 2 IRF840 da 500V 8A e 2 11N60S5 da 600V 11A. Sfortunatamente 2 di questi (11N60S5) si sono rivelati guasti (uno in corto l'altro interrotto...morto).
In mancanza di altri Fet di pari potenza ho dovuto ripiegare su dei più comuni Transistor recuperati da una scheda di controllo di un vecchissimo sistema di pilotaggio a 2 assi di un macchinario preso in carico da una tipografia. 4 Tip33 da 100 volt 10 ampere a cui ho dovuto collegare alla base una resistenza da 1Kohm (che non c'era con i fet in quanto pilotati in tensione).

Per testare la presenza dei segnali in ingresso (cosa che si è rivelata utile) ho inserito un led rosso per ogni ingresso, protetto da una resistenza di limitazione da 1K.

Nessun condensatore, ma 4 diodi di ricircolo MR822 (Fast da 1 nano secondo) per ogni fase del motore.
Sono propenso a collegarci in parallelo un condensatore ceramico...magari quando proverò il circuito alla massima potenza.

Per ora ho proceduto solo con l'input manuale dei segnali (5Volt) e l'alimentazione a batteria (12Volt da una batteria recuperata da un UPS guasto) per verificare che tutto funzionasse. Mancano i dissipatori...devo frugare nella scatola ove li conservo gelosamente, sicuramente ne ho uno di adatto.

Il motore stepper utilizzato per i test:
1) Un vecchissimo motorino passo passo di un lettore floppy da 5 1/4 (all'epoca funzionavano a 12Volt), un Sankyo Japan MSHC200A62 da 1.8° per step e resistenza di avvolgimento da 72 ohm.

2) Un Mitsumi, QH4-4389 - M42SP-7P (angolo di step sconosciuto) e resistenza di avvolgimento da 21 ohm, proveniente da un modello di stampante abbastanza "recente" (Canon S600 credo). L'ho provato a 5Volt e si muove "a fatica", credo possa funzionare tranquillamente a 12V. Questo modello si presta con opportune modifiche a diventare uno stepper bipolare.
La sequenza dei fili da pilotare è importante per una corretta rotazione.
Motore 1) Sankyo: Giallo - Filo comune ai 4 avvolgimenti, poi in sequenza Bianco, Viola, Grigio, Marron. Per la rotazione inversa alimentare i 4 fili con la sequenza inversa

Motore 2)Mitsumi: Rosso - Filo comune ai 4 avvolgimenti, poi in sequenza arancio, marron, giallo, nero (alimentando con questa sequenza l'asse gira in senso orario)

Per il dimensionamento degli assorbimenti delle porte di ingresso, dato che la Fox eroga al massimo 40 mA per ogni GPIO (General Purpose I/O) mi sono tenuto ampiamente al di sotto (5mA) per evitare di distruggere il gioiello. Una prossima implementazione di progetto riguarderà la protezione opto isolata degli ingressi, non è difficile, ho già sperimentato la cosa e si può fare.
Per ora basta. Nei prossimi post gli sviluppi del progetto.

P.S. domani manca la corrente. Ripeto: domani manca la corrente

sabato 22 settembre 2007

Poste italiane

Da tempo le nostre Poste sono diventate "Banca". Da tempo ho con loro un conto Bancoposta, inizialmente aperto per sfruttare la possibilità di ottenere i bollettini prestampati di versamento. Dopo l'unilaterale decisione delle PPTT di negarmi la possibilità di intestare i bollettini premarcati con la mia ragione sociale (sono una ditta individuale), ho deciso comunque di tenere aperto il conto (non si sa mai) anche per evitare lungaggini burocratiche e code interminabili per la chiusura. In questi giorni ho ricevuto un avviso da Roma con oggetto "Saldo negativo del suo conto Bancoposta". Preoccupato di essere vittima di qualche truffa (il conto bancoposta è un conto che facilmente si presta ad operazioni off-topic) mi collego ad internet per verificare l'entità di tale scoperto, visto anche che nella comunicazione non si fa cenno all'importo. L'addebito automatico di tasse, balzelli, costi (di che se non ho movimenti?) ha prodotto automaticamente una voragine finanziaria di 0,49€, zerovirgolaquarantanove euri!!!
Consapevole che il conto Bancoposta "...non può presentare saldi negativi ossia non può andare in rosso" come specificato nella comunicazione, mi presento allo sportello per spedire un paccocelere e successivamente effettuare un versamento di due euro, che in rapporto allo scoperto rappresentano una cifra esagerata (e poi in tasca non avevo spicci).
Appena mi presento l'impiegata mi apostrofa con "...ti stavo per telefonare, ho ricevuto la segnalazione che hai il conto in rosso..." naturalmente ad alta voce in modo che tutti potessero sentire. Con tono altrettanto alto rispondo "...sono sotto di quarantanove centesimi, molto meno del costo della vostra lettera di avviso che mi è arrivata ieri!!!". Consegno il pacco in spedizione ed alla fine metto sul banco i due euro pianificati per il deposito. Noto in risposta un espressione stupita. L'impiegata inizia con dire ...
"...non puoi versare due euro..."
io: "...perchè?"
impiegata "ma daiii, dammi almeno 5 euro..."
io: "...contrattualmente ho l'obbligo di versare un importo minimo di 5 euro?..."
impiegata:"no... ma...2 euro è poco...se mi richiamano poi me la prendo con te..."
io: "se ti richiamano per questo dimmelo pure che scrivo alla direzione centrale delle poste.."
impiegata: "se vuoi possiamo concederti lo scoperto di conto..."
io:"...no grazie, sicuramente costerà uno sproposito e poi non è mia abitudine fare debiti con nessuno..."
impiegata: "..ma non puoi darmi i 5 euro che ti ho dato prima di resto??"
io: "voglio depositare 2 euro perchè non ho 49 centesimi sottomano... se vuoi torno più tardi dopo aver cambiato i due euro..."
impiegata: "...vabbè te li verso, ma poi se mi richiamano dirò che ti ho ampiamente avvisato di versare di più e che non puoi versare poco...."
io:"...se vuoi te lo metto per iscritto che hai insistito per farmi versare 5 euro..."
impiegata: " ...non ti faccio nemmeno la ricevuta, vai via...."
io: "grazie, questa si che è una banca seria e rispettabile....Buon lavoro"

Che dire? la conversazione si commenta da sola. Da tempo affermo che se Posteitaliane s.p.a. si concentrasse seriamente a recapitare le lettere a loro affidate (che non arrivano, se arrivano sono in ritardo mostruoso ed in condizioni pietose....) lasciando perdere il resto, probabilmente il servizio ne risentirebbe in modo positivo. Invece, grazie a dei manager dallo stipendio di giada, gli uffici postali si stanno trasformando in negozi di cancelleria ed articoli per ufficio (troppo cari), se ti serve una penna allo sportello ti invitano ad acquistarne una, se chiedi dei moduli per le raccomandate da preparare con calma in ufficio te li danno con il contagocce, ad ogni spedizione di un pacco ti viene proposto l'acquisto del Carnet di spedizioni (vantaggiosissimo??), e non per ultimo iniziano ad arrivare via mail le proposte commerciali.... Ma se mi avessero spedito l'avviso di scoperto via e-mail al posto di lettera e busta.... non era meglio anche per loro???
Manager di Posteitaliane s.p.a, andate a zappare la terra....
v

P.S. il sasso si è mosso. Ripeto: il sasso si è mosso

martedì 18 settembre 2007

Giornata "stimolante"

Un interminabile mattina ad ascoltare avvocati e cliente in merito ad una causa informatica. Fuori, un incredibile via vai di persone che gravitano nel centro storico. Dentro le doglianze, i diritti violati, le strategie difensive, l'acquisizione di prove, la verifica delle dichiarazioni di controparte, le segretarie incapaci di stampare un semplicissimo documento in formato PDF (che "stranamente" non si apre con Word...avrà mica un virus?). Voglia di uscire, certo, ma dovere da compiere prima. Un inutilissima riunione per ripetere a voce quanto già scritto nei mesi passati e consegnato sotto forma di fascicolo cartaceo e digitale. Ma le relazioni tecniche non le legge nessuno?
La riunione si conclude con la mia convinzione che gli avvocati non hanno capito nulla della "vessata quaestio", considerata la mimica facciale a parlar loro di files, software, firmware ed hardware, librerie dll ed eseguibili e quant'altro di così misterioso e pronunciato in modo da far sbellicare dalle risate (soffocate però dall'aria austera della situazione). Domani se ne andranno in udienza nel peggior tribunale del paese per uscire con una nuova data per l'ennesima riunione, l'ennesimo rinvio, l'ennesimo impegno che verrà liquidato a caro prezzo dal cliente in mome della "verità" e della "giustizia!

P.S. lo schermo si è rotto. Ripeto: lo schermo si è rotto

domenica 16 settembre 2007

V-Day e le scuse più gettonate

Al vaffa day ci sono stato, appena in tempo per la firma sull'ultimo modulo. Speravo di trovare in piazza anche i miei amici ma... le scuse per non andare, prima e dopo l'evento, si sono sprecate.
"...mi sento esaurito, meglio che sto a casa..."
"...ci sono andato ma erano finiti i moduli..."
"...ero a milano quel giorno..."
"...mi sono alzato tardi..."
"...avevo poca benzina..."
"...mi sono sentito poco bene..."
"...non ho avuto tempo...."
"...dovevo lavorare...."
Così, detto che la raccolta di firme proseguiva anche il sabato successivo, gli "amici" si sono trovati costretti ad inventare nuove scuse, stavolta "preventive".
"...certo ci andrò...se non piove..."
"...sabato ho da fare..."
"...sabato sono in giro..."
"sino a che ora??... no troppo presto, rientro più tardi..."
mi fermo qui, consapevole che i destinatari della giornata non devono essere solo i politici ma anche i cretini, gli imbecilli, i fannulloni, i paurosi, i pigri .....

V

P.S la mummia si è mossa. Ripeto: la mummia si è mossa

un carattere di m***a

L'accusa è grave. "Hai un carattere di m****a". Pensare che la causa di questo epiteto deriva da una mia richiesta formulata per cinque volte in diverse occasioni. Trascinarmi in situazioni che non mi piacciono provoca un naturale e motivato rifiuto. Se poi il rifiuto viene ribadito più volte e l'interlocutore continua impeterrito nel seguire la sua decisione...che fare?. Ho assecondato la richiesta partecipando all'evento mondano organizzato in funzione non certo delle esigenze del sottoscritto. Alla fine ho osato comunicare che la serata non mi è piaciuta e mi sono sentito apostrofare in quel modo. OK. lascio perdere e lascio la persona a riflettere (da sola) sull'accaduto. Non rispondo al telefono, non rispondo alle mail, non rispondo più per far capire cosa significa stare con una persona sorda ed egoista. A questo punto unamico è "su piazza", pronto a nuove avventure ed aperto a nuove esperienze. La caccia è aperta.

PS: il miglio è verde. Ripeto: il miglio è verde